Dicembre, 2023 - VercelliOggi.it VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Dal libro dei Numeri

Nm 6, 22-27

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:

Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 66 (67)

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti. R.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra. R.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra. R.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Gal 4,4-7

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!».
Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

L’anno “civile”, nella solennità della Chiesa dedicata a Maria SS Madre di Dio, si apre con una pagina bellissima: una benedizione.

“Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”
(prima lettura)

Basterebbero questi versetti del libro dei Numeri per “augurare” la cosa più bella nell’anno che inizia.

Barak: Benedire. Una parola presente 398 volte nell’Antico Testamento a partire dal libro della Genesi, dove compare numerose volte.

Nella cultura biblica dell’Antico Testamento benedizione è prosperità, fecondità e prosperità dell’uomo, dei greggi, della terra.

Benedire è forza di Dio, “bene-dire”, parola di Dio “efficace” e “costitutiva”.

Una benedizione che accompagna il nuovo anno: Dio si chini su di te, come si è chinato su Maria, non ti abbandoni, ti “faccia luce” con il Suo Volto, la sua Luce. Luce che illumina, che aiuta a “vedere” le cose, che aiuta a “illuminare” i volti e gli sguardi di chi incontrerai in questi giorni dell’anno che si apre davanti a te, ti custodisca, come il pastore custodisce il gregge, come una mamma tiene in braccio il bambino, sia il tuo “compagno di viaggio” nella strada che percorrerai e che intraprenderai.

“Ti custodisca” (shamar)

Dio “custodisce”, mette “vicino al cuore”, ha “premura” per ogni persona, aiuta a penetrare il Mistero.

Una benedizione che ha il volto “chinato” sull’uomo, che ha il volto di un bambino, che ha il volto del crocifisso, una benedizione che ha lo sguardo del “vieni e seguimi”, dell’ “oggi voglio venire a casa tua”, del “ti siano perdonati i peccati”, dell’ “oggi sarai con me in Paradiso”, perché “rivolgere il volto” è dire: “mi interessi”, “ti guardo”, “sono con te”.

E Dio è con l’uomo, ogni giorno.

Volge il suo volto all’uomo.

Il Volto (in ebraico Panim plurale), meglio i “volti” di Dio per l’uomo: il volto della giustizia, della misericordia, della tenerezza… l’umanità dei volti di Dio.

Dio è volto per l’uomo.

Un volto di Padre e di Madre, un volto che accompagna.

Abbiamo bisogno del suo volto.

Un volto “rivolto”, un volto “chinato”.

Un anno con Dio su di noi, con Dio “chinato” per concederci pace (shalôm).

Quella pace di cui noi, tutti, il mondo ha bisogno, quella pace che solo Dio può concedere.

Dio “metta a te pace”.

Quella pace che quel “Dio chinato” porta all’uomo, ad ogni uomo.

Quella pace che è racchiusa nel Vangelo: “amatevi come io vi ha amato”.

E dalla “benedizione” di Dio alla lode: la “benedizione dichiarativa” del fedele, che “dichiara” la sua lode a Dio:

“Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio…”
(salmo 66/67)

Anche Gesù farà “eco” – “Ti benedico o Padre, Signore del cielo e della terra” (Mt11,25).

Benedizione che è presenza di Dio nel Figlio Incarnato.

Benedizione che è lode a Dio, come quei pastori che vegliavano le veglie e che sono andati, come era stato detto loro, ma che non sono “rimasti”, non hanno “trattenuto per sé”, “ I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto” (Vangelo).

Vanno di fretta i pastori, vanno “senza indugio”, non per sbrigare una faccenda appena possibile ma perché hanno intuito che qualcosa di grande sta per compiersi. La fretta e’ la consapevolezza che Dio si fa vicino.

La fretta e’ sollecitudine, e’ approssimarsi per la disponibilità della Parola.
I pastori vanno e vedono… e trovano … che cosa trovano? Che cosa vedono?
Una mamma, un papà , un bambino…

Trovano la pace.

Pace. La pace in quel bambino, in quel Dio neonato, pace in quella speranza, in quella luce, in quel Gloria…

Pace che non può essere trattenuta, deve essere diffusa: i pastori tornarono lodando e cantando gloria.
Pastori “lodanti” con gli occhi pieni di quel bambino portatore di pace.

Pastori missionari.

Pastori che ascoltano e condividono.

I pastori di “stupiscono”, un verbo che nel Vangelo di Luca indica quell’interrogativo che l’azione di Dio suscita in modo inaspettato nella vita dell’uomo.

E Maria “custodiva” queste cose “meditandole nel suo cuore.”

Custodire e’ conservare per il futuro …

Maria contempla quel bambino e medita…

Maria medita e custodisce … sa che quel legno della mangiatoia diventera’ “Altro”, perché quel figlio e’
Maria “medita” avvicinerà gli avvenimenti. Maria contempla e medita, nel senso alto del termine
:”mettere insieme” e “avvicinare le parti”.

Custodisce e medita … conservando nel cuore.

Per gli antichi il cuore era la sede dei sentimenti, delle decisioni, dei pensieri … e Maria aveva molti pensieri … Maria

Maria sa “Custodire” : il suo cuore sa custodire la Parola di Dio; sa amare secondo la vocazione ricevuta; sa cantare a Dio “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore” (Lc 1,46-47).

Impariamo a “custodire” come Maria, quel seme che Luca nel suo Vangelo ci dice:
caduto “sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza” (Lc 8,15).Il cuore di Maria modello di accoglienza della Parola, un cuore capace di amare.

Guardiamo a Maria “Modello” di custodia e meditazione.

Maria e’ lì con in braccio quel bambino, e sarà là sotto la croce.

Theotokos = madre di Dio e se Maria è madre di Dio, Dio è vero uomo e vero Dio.

Grembo materno di donna che ha “custodito” l’uomo e Dio

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Provincia di Vercelli

“Signore, hai preso Piero per l’incontro con te in una stagione della vita in cui, da uomo credente, aveva maturato una profondità spirituale e un senso di Dio e una preghiera forte”.

Non ci sono parole più autentiche, persuasive, essenziali quanto affettuose; dolenti eppure foriere di speranza, di quelle pronunciate il 2 gennaio 2012 dal Don Stefano Martoglio, allora Ispettore provinciale dei Salesiani del Piemonte, in occasione delle Esequie di Don Piero Borelli.

In questi giorni di passaggio tra l’anno che se ne va e quello nuovo, resterà per sempre, nelle comunità parrocchiali del Sacro Cuore al Belvedere, di Sant’Antonio all’Isola e di Santa Cecilia a Caresanablot; ma in tutta la città, tutta la Diocesi, è viva la memoria di due amati Sacerdoti che si sono congedati dal mondo.

Entrambi se ne andarono nel silenzio e all’improvviso.

Don Piero, originario di Fossano, morì a soli 69 anni, nella prima mattina del 31 dicembre 2011.

Era sceso a prendere la prima colazione, insieme a Don Stefano Colombo; poi si era ritirato di nuovo in camera, accusando un po’ di stanchezza supplementare: qui lo ritrovò più tardi lo stesso Don Stefano che, preoccupato, era andato a cercarlo.

In quei giorni i suoi ragazzi dell’Oratorio, con gli Animatori, si trovavano in montagna e non li avrebbe più potuti salutare.

Tra pochi giorni ricorderemo quel tristissimo 3 gennaio di quest’anno 2023, quando vedemmo Don Augusto Scavarda, verso le nove di mattina, senza poter immaginare – al di là dei visibili segni di stanchezza impressi sul suo volto – quel che sarebbe capitato poche ore dopo: quello sarebbe stato l’ultimo incontro.

Sulla luminosa figura di Don Augusto torneremo, naturalmente, tra qualche giorno, con un ampio servizio che cercherà di riepilogare almeno i tratti essenziali della sua missione a Vercelli, del suo passaggio tra noi.

***

“Don Piero – sono le parole di Don Martoglio, ineguagliabili – aveva il cuore del Pastore, il cuore di chi è preoccupato di chi è lontano da Dio, di chi non cerca più nessuno e non viene più neanche cercato da nessuno, a volte neanche dalla Chiesa (…)”.

Un’omelia che – a modesto parere di chi scrive – resterà nella storia della Chiesa locale e della Congregazione salesiana come un esempio di sapiente carità, di fede profonda nella Provvidenza del Padre, sempre misericordiosa, anche quando misteriosa.

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Gn 15, 1-6; 21, 1-3

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: “Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande”. Rispose Abram: “Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco”. Soggiunse Abram: “Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede”. Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: “Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede”.
Poi lo condusse fuori e gli disse: “Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle” e soggiunse: “Tale sarà la tua discendenza”.
Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.

Sal 104

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

Eb 11, 8.11-12.17-19

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: “Mediante Isacco avrai una tua discendenza”. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.

Lc 2, 22-40

Dal Vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: “Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore” – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
“Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele”.
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”.
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

I fondamenti della fede cristiana, soprattutto la centralità di Cristo e il senso della sua morte: la lettera (Eb 11, 8.11-12.17-19) si rivolge ai suoi destinatari esortandoli a rinvigorire la propria fede (seconda lettura).

“Per fede…”

L’espressione ricorre nel brano 3 volte, con 3 affermazioni.

Nonostante le difficoltà.

Per fede.

Fede come fondamento della speranza.

La fede è l’elemento che determina l’essere e l’agire dell’uomo “fedele”.

Fede di Abramo. Affidamento alla volontà di Dio.

Il giusto Abramo, la fedele Sara.

“Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle esse saranno la tua discendenza” (prima lettura).

Una “prospettiva” umana, quella di Abramo: Dio mantiene le promesse ed assicura una discendenza.

Una “prospettiva” di Dio, il “Signore della Vita”.

I figli dono di Dio.

La vita: dono di Dio.

Dono generoso ed abbondante, oltre ogni “logica”.

Abramo e Sara: genitori.

Padre e Madre.

Testimoni di una fede.

Abramo “non teme”, si “fida” e affida a Dio.

Una promessa: saranno padre e madre.

Una discendenza… una moltitudine.

Vita abbondante: dono “eccessivo” di Dio.

Padre e Madre, come Giuseppe e Maria, la giusta ansia e la preoccupazione dell’insegnare il cammino, di adempiere la legge e le scritture.

Maria e Giuseppe “raccontati” da Luca con grande tenerezza e umanità, una bella pagina di vita familiare, una bella pagina che ha un protagonista: “il bambino”.

Quel bambino che, come ci dice Luca all’inizio del brano, «Portarono il bambino a Gerusalemme» (v. 22); «Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui» (v. 40).

Grazia: dono di Dio.

Offerta a Dio e preannuncio, in quella città ( Gerusalemme) del compimento della sua vita.

Offerta totale di Gesù sulla croce.

Il brano ricorda la legge sui primogeniti: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» (v. 23 per Es 13,2.11): in Egitto al tempo dell’esodo Dio libera il suo popolo.

I primogeniti, a perenne riconoscenza di tale liberazione, diventavano “proprietà di Dio”, meglio, erano “a Lui consacrati”.

Per poter riappropriarsi del figlio, i genitori compivano un gesto ricco di simbolismo, offrendo qualcosa a Dio in cambio del figlio che riportavano a casa.

A questo gesto, seguiva il riscatto, come prescritto in Es 13,13.

E sarà Simeone, con le sue parole, a cogliere la portata teologica del testo: Gesù al centro “salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo Israele”.

Tutti i popoli: salvezza universale, tutte le genti.

Amore totale e assoluto di Gesù sulla croce.

Gesù non deve essere “riscattato”, è “di Dio”, è Dio.

Il “Redentore” non può essere “redento”.

I genitori “entrano” nel mistero di Gesù: meraviglia per le parole (v.33).

Simeone esulta di gioia, quella gioia che è preannuncio di quella finale.

Gioia per aver contemplato la gioia destinata a tutti: salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.

E Anna, presentata dall’evangelista Luca, con dovizia di particolari “profetessa, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, avendo vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni”, si mise a “lodare Dio e parlava del bambino a quanto aspettavano la redenzione di Gerusalemme”

Annuncio immediato (v.38).

Simeone e Anna annunciatori e preannunciatori della salvezza.

Esperienza di salvezza.

La salvezza non come fatto individuale, ma di tutti gli uomini.

Di tutti i popoli, di tutte le genti.

Bella la “chiusura” del brano: Maria e Giuseppe “tornano a Nazaret”.

Gesù nella famiglia di Nazareth impara il “linguaggio umano”, quello delle relazioni familiari, quelle che ci aprono alla vita.

Questo linguaggio umano lo fa crescere in un’esperienza di amore che lo rende forte e capace di affrontare la vita,lo aiuta a  mettersi in relazione con gli altri, a crescere, a confrontarsi con il mondo, aprirsi alla relazione con l’Altro.

A Nazaret Dio Padre accompagna questo cammino di crescita di Gesù , lo accompagna con Maria e Giuseppe sostenuti dalla grazia di Dio.

Tornare per attendere e riconoscere.

Rispetto e fedeltà.

Dalle persone dell’incontro (Simeone e Anna) alle persone dell’attesa (Maria, Giuseppe e Gesù) .

Attesa perché Dio viene ogni giorno nella nostra vita e se sappiamo attendere con quella bella gioiosa e sana “inquietudine” di chi sa che non spera invano, che il Signore salva, sapremo essere vigilanti e conserveremo quello stesso “stupore” che fa prorompere Simeone nel canto e Anna nel compimento dell’attesa, perché sono le cose importanti che vanno “attese ed aspettate”.

Posted in Pagine di Fede

Ultime visite di gruppo alla Mostra di Arte e Liuteria “Il legno che canta”, che si concluderà domenica prossima, 7 gennaio in Arca.

Ieri la visita ha riguardato una nutrita delegazione di “50 & Più”, gli iscritti al patronato Enasco aderente a Confcommercio.

Ai visitatori si è aggiunto il sindaco Andrea Corsaro che ha parlato del valore sia della mostra sia dell’intera iniziativa (concerti, conferenze e altre mostre) organizzata dall’Associazione “Angelo Gilardino”, con l’amministrazione comunale di Vercelli, per onorare il grande compositore, chitarrista e didatta scomparso il 14 gennaio dello scorso anno.

La mostra – quindici preziose chitarre costruite tra il Settecento e l’Ottocento e ventidue capolavori della pittura italiana dell’Ottocento – si potrà ancora visitare questo sabato e questa domenica (dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19) e la prossima settimana: il venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, e sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.

 

Redazione di Vercelli

 

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Giovedì 7 dicembre 2023 presso il Teatro Civico di Vercelli, il Maestro VI DAN di Taekwondo e Presidente di CSEN Vercelli, Franco Barattino, ha ricevuto, nell’ambito della Cerimonia di consegna delle Benemerenze CONI, la Stella di Bronzo al merito sportivo.
Un premio consegnato dal Presidente Regionale Stefano Mossino e dal Delegato Provinciale Laura Musazzo, che onora tanti anni di impegno, passione e sacrifici dedicati al Taekwondo e allo sport dilettantistico in generale e che rende orgogliosi tutti noi praticanti dell’A.S.D. Taekwondo Gattinara ma anche tutto il circuito sportivo CSEN.
Il M° Barattino per tutti noi, è un esempio che continueremo a seguire per sempre con l’auspicio di essere allievi degni di rappresentare questa Arte Marziale nella sua essenza e con animo gentile.

Al M° Barattino va il nostro più profondo ringraziamento per ciò che ogni giorno continua ad insegnarci”.

Redazione di Vercelli

 

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Nella notte di lunedì 25 dicembre personale dell’U.P.G. e S.P. della Questura di Vercelli ha tratto in arresto in flagranza di reato un ventottenne marocchino, gravato da numerosi precedenti di polizia, perché resosi responsabile del reato di resistenza.

L’intervento è scaturito dalla segnalazione di due cittadini i quali, hanno contattato il numero di emergenza, riferendo che un soggetto stava cercando di entrare in casa colpendo violentemente la porta dell’abitazione, di proprietà dell’ATC.

Gli operatori, intervenuti celermente, hanno trovato il giovane in forte stato di agitazione il quale, alla vista degli agenti, si è avventato sui medesimi aggredendoli con calci e pugni venendo bloccato dopo una strenua resistenza grazie all’ausilio provvidenziale di una gazzella dell’Arma dei Carabinieri giunta in ausilio.

Condotto in Questura per gli atti di rito l’uomo, poi accertato irregolare sul territorio nazionale e denunciato anche per danneggiamento aggravato e rifiuto di declinare le proprie generalità, è stato successivamente associato alla locale Casa Circondariale in attesa del giudizio di convalida.

È doveroso rilevare che l’arrestato è, allo stato, solamente indiziato di delitto e che la sua posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo l’emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato in ossequio al principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza.

 

 

Redazione di Vercelli

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Giovedì 7 dicembre 2023 giornata di premiazione nel Teatro Civico di Vercelli per la consegna delle Benemerenze Sportive del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) Provincia di Vercelli coordinato da Laura Musazzo.

Coinvolte Società Sportive del territorio, dirigenti, tecnici ed atleti che si sono particolarmente distinti conquistando titoli italiani, europei e mondiali nelle diverse discipline sportive.

Sono state premiate anche le Società CSEN e nello specifico:

per il Progetto Centro CONI:

– A.S.D. Planet Body Tennis con Erik Crepaldi;

– A.S.D. New Master Club con Ombretta Ottobrini e Roberto Mazzarda;

– A.S.D. Danzarte con Annalisa Braghin e Nicoletta Guizzardi;

– A.S.D. Pro Vercelli Brazilian Jiu Jitsu con Roberto Lai;

– A.S.D. Pgs Ciao Vercelli con Gianfranco Sacchi e Francesca Rossi;

– A.S.D. A365 con Stefania Giordani e Alessio Saladino;

– A.S.D. Danzarte con Julia Cagnoli;

– A.S.D. Incontrarti con Gabriele e Laura Tumiati;

– A.S.D. Taekwondo Gattinara con il Maestro Franco Barattino.

Premio al merito tecnico per Eraldo Livieri, Referente settore Arti Marziali Csen Vercelli e Csen Novara.

Stella di bronzo al Merito Sportivo al Presidente CSEN Vercelli e Maestro di Taekwondo: Franco Barattino– L’Onorificenza della “Stella al Merito Sportivo” è attribuita agli sportivi che con continuata e meritoria azione nel campo della promozione e della attività sportiva contribuiscono a diffondere e onorare lo sport e che con grande impegno ed in positività d’intenti abbiano lungamente servito lo sport.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport

CENNI GENERALI

La Compagnia Carabinieri di Borgosesia, nel corso dell’anno 2023, attraverso le Stazioni dipendenti ed il Nucleo Operativo e Radiomobile, ha condotto diverse attività di prossimità alla popolazione e di contrasto alla delittuosità.

La strategia operativa adottata, in aderenza alle linee guida generali dell’Istituzione, è stata quella di cercare di incrementare nella popolazione locale la percezione della sicurezza, facendola meglio risaltare attraverso una maggiore proiezione sul territorio delle risorse disponibili, a maggior ragione a tutela delle fasce deboli.

Tale modalità operativa ha consentito anche di incrementare i risultati operativi e favorito un calo della delittuosità nel territorio.

I Comandanti di Stazione in diverse circostanze hanno sensibilizzato i cittadini mediante incontri dedicati nei quali sono state soprattutto fornite indicazioni tese ad evitare le truffe in danno di persone anziane.

Ancora in favore di questa fascia di popolazione, è stato previsto un maggiore impiego pattuglie nei luoghi e nei momenti più a rischio (es. davanti agli uffici postali nei giorni di pagamento delle pensioni, davanti ai supermercati o nei pressi dei circoli di ritrovo).

Il territorio della Compagnia di Borgosesia è caratterizzato dalla presenza di diversi luoghi di villeggiatura che vengono raggiunti sia in estate che d’inverno da migliaia di turisti.

A tal proposito, durante i periodi di apertura degli impianti sciistici, sono stati impiegati i Carabinieri specializzati nel soccorso piste, che hanno vigilato anche sul rispetto delle regole introdotte dal “Codice della montagna” (assicurazione, casco e no-alcool).

RISULTATI OPERATIVI

Reati denunciati: 843 (- 10 % rispetto al 2022)

Persone tratte in arresto: 22 (+ 4 rispetto al 2022)

Persone deferite in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria: 374 (+ 40 rispetto al 2022)

Persone sottoposte a controllo: 15.916 (+ 5 % rispetto al 2022)

Veicoli sottoposti a controllo: 19.541 (+14 % rispetto al 2022)

Il totale dei delitti scoperti ammonta al 46,97 %

Oltre ai reati predatori (per lo più furti e truffe), gli illeciti più frequenti sono risultati essere quelli concernenti gli atti persecutori ed i maltrattamenti.

Nel corso del 2023 si sono registrati complessivamente 34 casi di maltrattamenti in famiglia (a fronte di 20 del 2022), per i quali sono stati deferiti in stato di libertà 26 soggetti ed addirittura arrestate ben altre 8 persone.

Nello specifico settore, si ricorda che l’Arma dei Carabinieri ha aderito alla RAV (rete antiviolenza) per la gestione delle vittime di violenza di genere (di cui fanno parte anche altre istituzioni pubbliche e di volontariato), ed è proseguito il programma nazionale di addestramento di personale specializzato nel raccogliere le denunce delle vittime.

A tal riguardo si ritiene opportuno sottolineare che a carico dei responsabili di tali reati sono stati adottati, in aggiunta al deferimento giudiziario, 3 provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e 9 divieti di avvicinamento (di cui 1 con braccialetto elettronico).

All’interno della caserma dei Carabinieri di Borgosesia è stata allestita una “stanza tutta per sé’”, realizzata in collaborazione con “Soroptimist Club Valsesia”, ideata nell’ ottica della creazione di un ambiente dai colori e dagli arredi neutri, appositamente ed  esclusivamente utilizzata dal personale specializzato dell’Arma per raccogliere le deposizioni delle vittime di maltrattamenti o effettuare, quando previste, le audizioni protette di minori.

L’aumentata attività di prevenzione e l’attività informativa derivante dalla prossimità al cittadino si sono positivamente riverberate anche sul contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti:

Sono state denunciate in stato di libertà 11 persone gravemente indiziate di essersi rese responsabili di illeciti nella specifica materia, ed altre 5 sono state tratte in arresto.

Il totale complessivo di sostanza stupefacente sequestrata ammonta ad 8 kg, oltre a due serre per la coltivazione ove sono state rinvenute 550 piante di marijuana.

Infine, sono state denunciate ben 152 truffe online, delle quali sono stati identificati gli autori in 46 casi (risultato sostanzialmente stabile rispetto al 2022).

Redazione di Vercelli

 

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Sabato 30 dicembre Sacramento della Confessione dalle ore 15 alle ore 16.30.

Domenica 31 Solennità della Santa Famiglia.

Sante Messe alle 8.30 alle 10.30. – Alle ore 18 ultima Santa Messa dell’anno con il canto del Te Deum.

Lunedì 1 gennaio Solenità di Maria Santissima Madre di Dio.

Sante Messe alle ore 10.30 con il canto del Veni Creator e alle ore 16.30 (nel Rito Tradizionale).

Venerdì 5 alle ore 18 Santa Messa Prefestiva dell’Epifania (non sarà celebrata alle 8.30).

Sabato 6 Solennità dell’Epifania.

Alle ore 9.45 Sacra Rappresentazione in Chiesa Abbaziale.

Sante Messe alle ore 10,30 con Benedizione dei bambini, alle ore 16.30 (nel Rito Tradizionale) e alle ore 18.

Domenica 7 solennità del Battesimo del Signore Sante Messe ore 8,30 e 10,30.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede
Vercelli Città

Sono gli amici di Fratelli d’Italia a fornire gli ingredienti per l’ultima (a meno di cose imprevedibili) Trippa del 2023, la 54.ma dell’anno che sta per concludersi.

Quindi, insieme a molti cari e sempre riconoscenti auguri ai Lettori, ecco che succede.

Andiamo, tanto per cambiare, con ordine.

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Allora, pare proprio che il Pirata, con certi suoi atteggiamenti del tutto assonanti con quello noto e proprio del Marchese del Grillo, abbia stufato pure loro.

Quei Fratelli che tanto lo hanno amato.

Possibile?

Possibile.

Ma  – osserva il povero omarino – la candidatura del Pirata non era stata, a suo tempo, battezzata da un brindisi con l’Arneis da estemporanei king makers, nel 2019?

Di quel brindisi, pare proprio che ora restino soltanto i rutti.

Sicchè, la fatwa: gli Assessori di Fratelli d’Italia non andranno più in Giunta.

Ecchecavoli.

Sentenza, peraltro, generica o, almeno, eccedente la realtà.

Anche in quanto, “gli” Assessori di Fratelli d’Italia non reggono il plurale.

Uno si è dimesso da sé, nella scorsa Primavera, per andare a Roma (l’On. Emanuele Pozzolo) e la sua sedia è rimasta vuota; la Giunta del Niente è, da allora, a ranghi un po’ ridotti, ma poco cambia:  niente meno niente fa sempre niente.

L’altro, Mimmo Sabatino, pare proprio che accetterà, sia pure obtorto collo, l’indicazione di partito.

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Forse continuerà nell’occhiuta vigilanza su ogni flatus vocis di Facebook, magari in tandem con l’altro fratello d’Italia, il Presidente del Consiglio Comunale, il meloniano convertito Romano Lavarino.

Alcuni amici li hanno affettuosamente ribattezzati il

Gianni e Pinotto del social di Mark Zuckerberg.

Basta che un privato cittadino qualsiasi si permetta di anche solo garbatamente accennare ad una delle varie magagne comunali e quelli – come fossero le velociraptor gi Jurassik Park – gli piombano addosso.

 

L’ultima battuta di caccia della coppia militante della GdN è delle scorse ore, a proposito delle zone blu davanti all’Ospedale.

Un navigante di Fb si lamenta: ma bravi, voi del Comune, date le multe a chi sfora e va a trovare i parenti ricoverati, proprio nelle Feste di Natale.

Giunge in tempo reale l’Assessore, sostenendo qualcosa del genere: ma guardi, caro Signore, che le zone blu sono a favore del popolo, altrimenti ci sarebbe (chissà perché, poi) chi potrebbe occuparle tutto il giorno, sottraendo posto agli altri.

Insomma, favorirebbero la rotazione.

Una bella battuta, che pare dimenticare del tutto la funzione delle zone disco.

Forse incoraggiato dal fatto che, intanto, ormai la gente non sta più nemmeno a sentire cosa dicono, ecco a dargli manforte il Convertito: attenti che, se ci fossero le zone disco, si potrebbe, al termine dell’orario, spostare la lancetta più avanti, di nuovo precludendo la rotazione.

Insomma, benefattori del popolo.

Con questo, forse, siamo arrivati a lumeggiare le fascinose atmosfere del varietà.

Anche perchè il Presidente interventista del Consiglio Comunale (magari in vita sua mai addetto alla direzione del traffico veicolare) sembra trascurare una leggina come il Codice della Strada laddove prevede, al termine dell’ora indicata, che si sposti la macchina, non la lancetta.

Altrimenti, di nuovo, multa.

Chissà come sarà dura, per il tandem, osservare e, soprattutto, spiegare al popolo di Facebook la disposizione di partito:

almeno per qualche tempo il Pirata è nel mirino degli stessi Fratelli.

Ma, in sostanza, cosa sarebbe successo per determinare una così dura presa di posizione, come la sedia vuota, utile, del resto come quella occupate dalle nobili terga?

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LA RIUNIONE PRE CONSILIARE DEL 15 DICEMBRE SCORSO

Un breve flash back ci fa tornare alla riunione dei 10 Consiglieri Comunali di Fratelli d’Italia, in preparazione dell’ultimo Consiglio Comunale dell’anno. Siamo al 15 dicembre.

Erano partiti, nel 2019, in quattro gatti e ora sono in dieci.

E’ in quella sede che qualcuno incomincia, timidamente e con il dovuto rispetto, ad esporre qualche perplessità: chiedo venia, illustrissimo signor Pirata, ma non Le pare che il popolo non abbia tutti i torti quando leva (se con bel garbo, sottomissione, prudenza) lo sguardo interrogativo, soprattutto a proposito di certi argomenti?

In quel giorno di dicembre, le allusioni sono soprattutto in ordine a quello che ormai ad alcuno pare come un incipiente monopolio, in campo culturale, degli illustrissimi Musici della Camerata Ducale.

Così come alle tariffe della Scuola Vallotti: qui il discorso si fa un po’ tecnico, perché gli appunti si riferiscono al fatto che molti allievi sono residenti in altri comuni, sicchè Palazzo Civico di fatto sostiene costi per cittadini che non sono di Vercelli.

Argomento, peraltro, non nuovo, né facile e, del resto, intrinseco a servizi di rango sovracomunale.

E che ‘tte devo di’, come dicono a Roma.

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Ma i severi mali di pancia dei 10 (nonché dei capataz di partito) accusati in quella, oppure in altre occasioni, vanno ben oltre.

Tanti i dubbi sul piano Chìparo, sui lavori pubblici eterni.

Leziose le repliche: ma, intanto, la gente è contenta se vede lavori in corso.

Ma quando si parla di parcheggi, torna la solfa: i parcheggi ci sono, è il popolo che non sa usarli.

E poi, perché non fanno cento metri a piedi?

Il popolo risponde, di solito, che la gente fa molto di più di 100 metri a piedi e che simili espedienti verbali non risolvono certo i problemi, tanto più che i 100 metri, incominciassero a farseli lorsignori, che hanno i parcheggi riservati nel cortile comunale, così come in Via Quintino Sella.

Insomma, fanno i virtuosi con i 100 metri degli altri.

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Le fitte continuano, come gli argomenti, che ricorrono.

Anche questa Giunta non è riuscita a fare nulla per ridurre i doppi e tripli incarichi dei Dirigenti: Silvano Ardizzone ha sempre i suoi tre incarichi e sta (ringraziando il Signore) benone con tutto quello che guadagna.

Del resto, sarebbe stato difficile credere che, a contrastare il fenomeno, potesse essere lo stesso Sindaco che, in qualche modo, nelle Giunte Pirata I e Pirata II l’ha elevato a sistema.

Il tasto Dirigenti duole: di fatto, sono i veri referenti del Sindaco, che – come i suoi predecessori – pare preferisca rischiare il posto lui, piuttosto che rimuovere qualcuno tra loro.

Repertorio collaudato e sempreverde, anche quello che fornisce le risposte preconfezionate a chi si permette di muovere critiche all’operato di Liliana Patriarca: ma stiamo attenti che ce la portano via, ha ricevuto offerte, speriamo che non si stufi.

Cose fritte e rifritte; la presunta partenza di Tripla I (Infallibile, Indispensabile, Insostituibile) è una favola che attraversa i cicli amministrativi con la regolarità della risacca sulla battigia.

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Poi, c’è il problema numero uno.

Si tratta di nominare l’Assessore che sostituisce Emanuele Pozzolo.

Anche perché – sono le ragioni dei Fratelli – ormai, in Consiglio Comunale, i meloniani hanno 10 Consiglieri.

Li ricordiamo alla veloce a beneficio del Lettore eventualmente interessato: Pasquino, Miazzone, Boglietti, Riva Vercellotti, Maris, Demichelis, Lavarino, Candeli, Locca, Babudro.

Sono il 47 per cento e oltre, se la calcolatrice non inganna, della maggioranza che sostiene il frutto dell’Arneis.

Ma hanno un solo Assessore e, a voler concedere, il Presidente del Consiglio Comunale: è noto, infatti, che Lavarino lasciò la Lega, ma non la carica.

Dopo di lui, anche il Sagacissimo.

Ma, in Giunta, contano comunque solo per il 12 per cento e poco più.

Al contrario, Lega e Forza Italia, soprattutto dopo la cooptazione tra i berlusconiani del Sagacissimo (Vice Sindaco) hanno il 37 per cento e oltre del peso politico.

Fino a un certo punto perché, come abbiamo visto, il Pirata non è che tanto conceda all’altrui peso politico.

Ad esempio, si domandano, nel foro interno, i Fratelli ormai demotivati: ma perché non ci dice niente sull’arrivo o meno di ARaymond in Area Pip roggia Molinara?

Arrivano davvero?

Perché se ne è parlato tanto, ma, almeno per ora, nemmeno una palina di cantiere è piantata.

Poi, sempre in Area Pip, c’è qualcosa che pare il remake della vicenda Aprc – Karim.

Questa benedetta Azienda colossale straniera, arriva o non arriva?

Al momento pare il Colombre di Dino Buzzati.

Perché – così sembra ai Fratelli – non ne sappiamo né punto né poco (la locuzione è assai più colorita, ma non è questo il punto).

Ma, tornando al punto, l’istanza che rivolgono al Pirata è anche questa:

nomina, finalmente, almeno il secondo nostro Assessore.

E pare proprio che, da questo orecchio,

il Sindaco battezzato con quella fatale bottiglia di Arneis, non ci voglia sentire.

Ecchecavoli.

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Sicchè, come abbiamo visto, i Fratelli non manderanno (manderebbero?) più il loro e unico rappresentante in Giunta.

E se decidessero, quando sarà in discussione il Bilancio preventivo (per la prima volta non sarà all’Ordine del Giorno entro dicembre) di non presentarsi in Consiglio Comunale?

Videant consules, ne quid res publica detrimenti capiat.

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Per una sorta di paradosso solo apparente e mutatis mutandis

(nota a beneficio del simpatico Dante: non è in discussione la buona pratica di cambiare con la necessaria frequenza la biancheria intima) questa situazione potrebbe suonare come un “tana libera tutti” proprio per la Lega.

Perché, se il Pirata ha stufato persino i Fratelli, figuriamoci loro.

Invece la Lega in Giunta ci va eccome: tre su tre Assessori.

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Come finirà?

Chi vivrà, vedrà.

Buon 2024 a tutti.

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