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(marilisa frison) – In questa terza domenica di Pasqua, 14 aprile 2024, a Trino è nuovamente giorno di gaudio, le campane suonano a festa, invitano allegre e alle 10 il grande portone ligneo della splendida parrocchiale di San Bartolomeo si spalanca nuovamente per accogliere gli altri 10 bambini che si apprestano a ricevere per la prima volta Gesù Eucarestia.
La chiesa supervisionata da Giuseppe Partinico, è stata magistralmente e finemente addobbata come la volta scorsa e i bambini come gli Apostoli prendono posto attorno all’altare, la mensa del Signore, assieme al celebrante don Marco Giugno.
Tra l’assemblea festosa, il Sindaco Daniele Pane, con la moglie Veronica e il piccolo Umberto, questa volta non in veste ufficiale, ma in veste di papà commosso ed emozionato al pari degli altri genitori, la primogenita Matilde è tra la rosa dei dieci comunicandi.
Poi il silenzio, per sentire la voce che conduce in mezzo a Gesù, che è presente, è tra quei bambini, è tra l’assemblea, è risorto e la resurrezione non ha cancellato nulla, le ferite non sono scomparse dal suo corpo di risorto.
Gesù mostra le sue ferite, la violenza degli uomini nei suoi confronti, dopo la resurrezione quel segno di dolore diventa il segno di amore verso ciascuno di noi.
Il sacerdote lascia questo pensiero ai ragazzi: “Il Signore non ama i messaggi di gruppo, lui ama messaggiare con te, lui ama te, guarisce te, per lui noi non siamo numeri, codici fiscali, matricole, noi siamo figli amati. Il Signore camminerà con voi e ai genitori: voi dovete regalare la vostra testimonianza di Fede ai vostri figli e camminare con loro”.
Kairos, il momento giusto è arrivato, e una grande gioia è insita in ognuno di loro nel ricevere Gesù.
E poi, con cuore gioioso, incantano e affascinano l’assemblea intonando “Forza Gesù”, diretti da Elisabetta Palazzi, e un grande applauso spontaneo irrompe ed echeggia nella casa di Dio. (In allegato il video con il canto dei bambini)
Il sacerdote, prima della benedizione finale, ha chiamato sull’altare con i comunicandi tutti gli altri bambini presenti e insieme è stata recitata un’Ave Maria alla Madonna in segno di ringraziamento.
Don Giugno, sa essere molto trascinante e coinvolgente e, con il suo modo di fare e di essere, si è da subito conquistato la simpatia dei trinesi.
I due gruppi di comunicandi si ritroveranno in chiesa, sempre con il loro saio bianco, domenica prossima per la seconda Comunione, a cui seguirà un momento di festa.
Gli auguri di tutta la comunità ad: Alvino Ginevra, Bullano Francesca, Casto Giorgia, Del Mastro Brayan, Floresta Manuel, Giono Barber Alessandro, Girotto Mattia, Grimaldi Nataly Hellen, Martinotti Francesco e Pane Matilde.
I complimenti vanno alle Catechiste Laura Zecchinato e Luisella Buffa, coadiuvate da Marinella Fantin e Carmela Sperduto, per l’impegno profuso.
Forza Gesù, cantano i bambini della Prima Comunione
Omelia di Don Marco Giugno, nella terza domenica di Pasqua
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Redazione di Vercelli
(marilisa frison) – In questa bella, calda e soleggiata prima domenica di Aprile, in un clima amorevole e festoso, alle 10 hanno fatto ingresso nella parrocchiale trinese 10 bambini accompagnati da don Marco Giugno, le loro Catechiste e il seminarista Giuseppe Partinico.
I bambini tengono tra le mani una calla bianca, nella mitologia greca la calla era simbolo di purezza e di candore, un passo importante sia per loro che per le famiglie e la Comunità stessa, sono in procinto di dire il loro “Eccomi”.
La chiesa già di per se molto bella era stata finemente addobbata ad arte, questo 7 aprile non era una domenica o una festa qualunque 10 bambini assieme ai loro genitori hanno accettato l’invito di Gesù di riceverlo nel loro piccolo cuore.
I bambini sono emozionati e agitati al pari dei loro genitori, ma ci pensa don Giugno con la sua dolcezza a metterli a proprio agio.
Si sono disposti attorno all’altare, intorno a quel tavolo che li nutrirà con un cibo che alimenterà la loro vita come nessun altro, il loro parroco non c’è, è in viaggio per l’America Latina per portare il suo aiuto nelle Missioni, ma prima di partire ha fatto la cosa più importante, assieme alle Catechiste li ha ben preparati a questo momento e ora anche se in viaggio li tiene vicini vicini.
I bambini non sanno ancora bene cosa voglia dire “fare la Prima Comunione”, sono commossi, eccitati, turbati, è quell’eccitazione che ti pervade quando sai che qualcosa in te sta per cambiare, sanno che stanno per accogliere Gesù dentro di loro con cuore pronto e generoso, sanno che diventeranno una cosa sola con Gesù Risorto.
Ascoltano con attenzione Gesù che parla loro attraverso la sua Parola e iniziano a comprendere che sono loro a essere i protagonisti, che Gesù sta parlando a tutti ma in particolare a loro.
Dopo la professione di fede, pregano i bambini, pregano i genitori, il momento intenso della Liturgia Eucaristica, il Padre Nostro, lo scambio della Pace, sono tutti momenti di grande commozione.
Ed ecco… è arrivato il momento tanto atteso: Alessandro Bonato, Adele Boscolo, Giuseppe Canatella, Manuele Chiara, Cristian Di Falco, Noemi Guerreri, Lorenzo Magro, Domenico Notaris, Alessia Paldino e Sara Rete, a turno ricevono l’Eucarestia, ed è gioia nei loro cuori.
Ora una forza nuova agisce in loro, la forza del Gesù Risorto.
Una celebrazione semplice, ma bella, resa speciale dall’intonazione dei canti della “Corale San Bartolomeo”, la prima a Trino di don Giugno che sostituirà don Maggioni nel suo periodo di assenza da Trino.
Un grazie, un buon viaggio e buon lavoro a don Pato e un benvenuto a don Marco Giugno.
Domenica prossima ci sarà il secondo turno delle Prime Comunioni, altri 10 bambini diranno il loro eccomi e sarà nuovamente festa.
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Redazione di Vercelli
(marilisa frison) – Un clima invernale per questa domenica 31 marzo 2024, in cui si festeggia la rinascita, il passaggio, la Pasqua. Gesù è risorto, è veramente risorto, la vita ha vinto la morte!
Fuori fa freddo, ma la nostra chiesa San Bartolomeo è calda, accogliente, i candelabri e i busti in argento dei quattro evangelisti sono stati lucidati ad arte e brillano di luce propria, le preziose tovaglie finemente ricamate arricchiscono gli altari e i fiori raffinati danno un tocco particolare di eleganza e sontuosità.
A Roma Papa Francesco ha battezzato 8 bambini e noi, nel nostro piccolo contesto, nella regalità della nostra chiesa, abbiamo accolto ben 4 bambini che con il Sacramento del Santo Battesimo sono diventati figli del re dei re, quindi principi e principesse e sono entrati a far parte della nostra bella Comunità Cristiana trinese.
Alle 10 il parroco don Patrizio Maggioni, ha accolto e dato il benvenuto a: Maria Clea, Miracle Cristina, Giuseppe e Dilan, ai loro genitori e a padrino e madrina.
Nell’omelia il sacerdote ha detto ai genitori, che non è solo oggi che devono portare i bambini davanti Dio, ma è un impegno che si sono presi per accompagnarli e mettere al centro della loro vita il Signore.
Al termine della Santa messa don Maggioni ha chiosato: “La celebrazione è stata un po’ più lunga del solito, ma i Battesimi se si possono celebrare a Pasqua è anche il giorno liturgicamente più bello per farlo. Poi, perché farlo all’interno della Santa messa? Perché oltre a mamma, papà, madrina e padrino, anche tutta la Comunità Cristiana si prende la responsabilità di aiutare questi ragazzi a crescere bene. Tutti dobbiamo cercare di rendere il mondo migliore alla luce del Vangelo”.
Tanti applausi da parte della folta assemblea per i neo battezzati.
Preghiamo e chiediamo la Pace per loro, per tutti noi e per il mondo intero.
Buon tempo di Pasqua!
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Redazione di Vercelli
(marilisa frison) – Una partecipata, solenne e toccante celebrazione la Santa messa in Coena Domini, celebrata questo Giovedì Santo, 28 marzo 2024.
Alle 18, il parroco di Trino, don Patrizio Maggioni, in processione, accompagnato da Giancarlo Tione, dal seminarista Giuseppe Partinico e dai chierichetti, ha fatto il suo ingresso in chiesa dal grande portone ligneo, tenendo sollevate in bella vista le tre ampolle contenenti gli oli Santi ricevuti nella messa Crismale di mercoledì 27 marzo, in Duomo, a Vercelli.
Momento di grande emozione, quando, al canto del “gloria” uno scampanellare e il suono delle campane a festa, hanno toccato il cuore di tutti, prima di tacersi per i prossimi tre giorni e hanno dato inizio al triduo pasquale.
Il Tabernacolo era vuoto, proprio perché si parte dall’ultima cena, proprio quando è stata istituita l’Eucarestia.
Ci si aspetta nella rievocazione dell’ultima cena di Gesù che il Vangelo parli di pane spezzato, di calici passati di mano in mano, invece no, si legge il Vangelo di Giovanni che parla di piedi lavati.
Un paradosso, Gesù si inginocchia e dopo essersi cinto le vesti lava i piedi ai discepoli, ma perché proprio i piedi?
Se ci pensiamo i piedi sono il simbolo di Cammino di tutta la nostra vita che può essere stata calpestata di fatica e dolore, e allora lavare i piedi significa liberarli da tutta quella terra calpestata, molto spesso fatta di dolore che ci rimane attaccata addosso.
Per questo Gesù ha detto ai discepoli lavatevi i piedi gli uni gli altri.
Essere Cristiani significa mettersi in ginocchio davanti ai piedi degli altri e non ai nostri, per liberare i piedi degli altri dalla sporcizia che hanno calpestato e dalle ferite profonde di chi è stato tradito.
Dopo l’omelia don Patrizio, ha rievocato il gesto di Gesù e ha lavato i piedi a 12 discepoli, futuri comunicandi e qualche adulto.
Una celebrazione molto sentita e partecipata, folta l’assemblea.
Durante l’omelia don Maggioni ci chiede se al bivio siamo pronti a seguire il Signore, a prendere la Via maestra, Giuda si incammina sul sentiero opposto a quello di Gesù, gli Apostoli sono spiazzati davanti al bivio e si fermano, solo Giovanni, anche se a distanza, cammina dietro a Gesù.
E noi saremo in grado di donarci come ha fatto lui e camminare dietro a Gesù?
Al termine della celebrazione dopo esserci messi in ginocchio e stati cosparsi d’incenso, ci si è recati nella Cappella di Lourdes, dove è stato allestito uno splendido sepolcro con all’interno il Santissimo.
La chiesa è stata aperta tutta la notte, molte le persone che hanno fatto visita al Signore e gli hanno tenuto compagnia, gli Animatori si sono alternati in modo che nostro Signore non fosse mai solo.
Comprendiamo il suo dono per farci dono a nostra volta.
Da non perdere il video.
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Redazione di Vercelli
(marilisa frison) – Alle 9,30 di questa domenica 24 marzo 2024, moltissimi fedeli si sono radunati nel piazzale della chiesa San Francesco, di Trino.
Tanti i bambini presenti con i loro genitori e i Catechisti, tutti con il loro ramoscello d’ulivo tenuto in mano ben alto, pronti a rievocare l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme accolto dalla folla che lo acclama come re agitando fronde e rami presi dai campi.
Una tradizione legata alla ricorrenza ebraica di Sukkot durante la quale i fedeli salivano in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme portando un mazzetto intrecciato di palme, mirto e salice.
Dopo la benedizione dei ramoscelli d’ulivo e la lettura di un brano del Vangelo, ha avuto il via la breve ma sentita processione fino alla parrocchiale al canto di “Osanna al figlio di David”.
Con la domenica delle Palme inizia la Settimana Santa durante la quale si rievocano gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo e vengono celebrate la sua Passione, Morte e Risurrezione.
Al termine della lunga lettura del Vangelo della Passione di Gesù, il parroco don Maggioni, si rivolge ai presenti pronunciando un’omelia su ciò che Gesù disse sulla croce, soffermandosi sulle parole “ho sete”.
Ma di cosa ha sete Gesù? Ha sete del nostro amore, della nostra passione.
Ci chiama per mettere in campo il meglio di noi.
Ha bisogno di Cristiani autentici che non hanno paura a mettersi in gioco come ha fatto lui.
Le persone si salvano a colpi d’amore.
Dobbiamo vivere con passione e fare il nostro lavoro con passione e non solo per lo stipendio …
Erano presenti i ragazzi in ritiro per la Prima Comunione e il sacerdote ha detto loro: “Sapete quanti Amen diciamo durante la messa? Ma l’Amen più importante è quello che diciamo subito dopo: con Cristo, per Cristo e in Cristo; che vuol dire: io voglio fare tutto con amore, per amore e nell’amore; con passione, per passione, nella passione mettendo tutto quello che sono – e prosegue – se il mondo fosse fatto così vivremmo in un mondo fantastico”.
Prima di dare gli avvisi per la Settimana Santa, ha ringraziato l’Amministrazione Comunale per la presenza: l’Assessore Roberto Gualino con fascia e l’Assessore Alberto Mocca.
Un grazie al seminarista Giuseppe Partinico per aver curato la Liturgia.
Per l’occasione l’altare era addobbato con rami d’ulivo.
Buona Settimana Santa a tutti.
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Redazione di Vercelli
(marilisa frison) – Mercoledì 20 marzo, alle 21, a Trino, ha avuto luogo il terzo incontro “Alla scuola dell’Amore”, secondo con don Luciano Condina, che come è stato evidenziato nello scorso articolo, ė parroco della parrocchiale di San Giuseppe in Vercelli (CP21), direttore dell’Ufficio di pastorale familiare ed è anche responsabile della “Corale giovanile diocesana”.
Nella Cappella di Lourdes a far gli onori di casa e dar la parola al sacerdote ringraziandolo per la sua disponibilità il parroco locale, don Patrizio Maggioni.
Dopo i convenevoli di rito, don Condina, sotto lo sguardo della Madonna e con alla sua destra Gesù crocefisso, per farci riflettere sulla Parola di Dio, essendo in prossimità della settimana Santa, ha scelto un argomento accattivante e attinente: le sette parole che Gesù disse sulla Croce prima di giungere al Padre.
La devozione delle sette parole esiste e nasce nel dodicesimo secolo insieme ai francescani.
Sono state anche musicate, le più famose quelle di Joseph Haydn.
Non tutti i 4 Vangeli riportano le parole con la stessa sequenza e non in tutti ci sono tutte le parole.
Don Luciano ha scelto la sequenza che piano piano ci porta all’abbandono completo al Padre, che poi in fondo è il paradigma della nostra vita.
“Che cosa andiamo a meditare questa sera? – Rivoltosi al crocefisso, disse – “oltre a un uomo in croce vediamo uno spettacolo, perché questo era: la morte vista come spettacolo. Il Colosseo cos’era, se non l’anfiteatro in cui lo spettacolo era veder morire o i Gladiatori o i Cristiani? Quanti hanno perso la vita? L’uomo ama vedere la morte. Pensate al successo degli horror, perché nel cuore degli uomini c’è il sadismo, è annidato. E Gesù crocefisso è la manifestazione dell’effetto di quel buio che abbiamo nel nostro cuore, lì vediamo tutto il buio che c’è nel cuore dell’uomo che si scatena verso un uomo. L’uomo più innocente dell’Universo, del Creato. E vediamo l’esteriorità di tutto il male che c’è nell’uomo, ma se vediamo da un lato tutto il male, vediamo anche la risposta di Dio al nostro sadismo. Vediamo, se tutto questo sacrificio totale può far uscire l’uomo da questo sadismo. Dio ci ama così come siamo per non lasciarci così come siamo”.
A Dio non interessa punire, ma fare di noi dei figli di Dio.
Le ultime parole di Gesù sono il suo testamento, parole luminose, ed ognuna di esse ha un peso enorme, sono la porta per la resurrezione:
Padre perdonali perché non sanno quello che fanno,
oggi sarai con me in Paradiso,
donna ecco tuo figlio,
Dio mio perché mi hai abbandonato,
ho sete,
tutto è compiuto,
Padre nelle tue mani consegno il mio spirito.
Se Gesù avesse bevuto la bevanda che gli avevano offerto per alleviare i dolori, per intontire, non avremmo avuto queste sette parole, ma perché la rifiuta quando capisce cos’è?
Per non perdere consapevolezza, per vivere la croce, per questo era venuto, se avesse bevuto il Vangelo sarebbe incompleto e non avremo queste sette perle.
Attraverso queste sette parole scrisse Giovanni, volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
E anche noi abbiamo volto lo sguardo a colui che ha risposto al male dell’uomo con tutto l’amore che solo Dio poteva tirar fuori.
Tutte le persone si salvano a colpi d’amore, non facendogli pagare ciò che hanno commesso.
Il sacerdote che è anche un ottimo musicista, ha messo in pratica l’ermeneutica, cioè ha interpretato alla perfezione ciò che Gesù intendeva dire con quelle parole.
Ognuno di noi da questo incontro si è portato a casa qualcosa di nuovo si è arricchito.
A me ha colpito in modo particolare che un figlio nel momento in cui ha più bisogno della propria madre, nel momento in cui sta per morire non la tiene per se, ma la regala a un altro: “donna ecco tuo figlio” e al discepolo: “ecco tua madre”.
Nell’allegato video troverete le riflessioni su ogni parola.
Il prossimo incontro con don Condina sarà mercoledì 17 aprile sempre alle 21 nella Cappella di Lourdes.
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Redazione di Vercelli
(marilisa frison) – Questa V Domenica di Quaresima, 17 marzo 2024, San Patrizio, è giorno di grande festa per la famiglia Maggioni e per la Comunità parrocchiale di Trino, ricorre l’onomastico del parroco Don Patrizio e alle 18 il fratello Emanuele Maggioni in una parrocchiale gremita di fedeli ha detto il suo “eccomi” a Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli, per il dono del Ministero del Lettorato.
Alle 18 precise, hanno fatto il loro ingresso dal grande portone ligneo mons. Arnolfo, accompagnato dal Vicario Generale Stefano Bedello, dal parroco don Patrizio Maggioni, dal co parroco don Riccardo Leone e dal seminarista Giuseppe Partinico, per una solenne e toccante cerimonia, che ha commosso tutta l’Assemblea, quando Emanuele, meglio conosciuto come Lito, insegnante elementare e capo animatore dell’oratorio, candidato al diaconato permanente, chiamato dal Vicario Generale, ha detto il suo “eccomi”.
Mons. Arnolfo, dal pulpito allargando le braccia: “Eccomi, è una bella parola, diventando lettore ricevi questo dono, questa grazia di poter proclamare la Parola, che innanzitutto è la Parola di Dio. Questa parola è una parola che viene proclamata perché deve raggiungere il cuore, per farci stringere un’alleanza, un’amicizia forte con Dio. Solo quando si parla cuore a cuore si raggiunge un’amicizia con Dio. Un’alleanza nuova dove lui mette la sua legge, la sua parola nel nostro cuore perché noi lo possiamo intendere bene lo possiamo osservare ed essere pieni gioia. Quando usciamo dalla solitudine e riceviamo una parola che illumina il nostro cuore, quando sentiamo di essere in questa intesa profonda, allora noi non siamo più abbandonati, soli, ma viviamo in una comunione, in un’alleanza forte, quella che Dio vuol vivere con ciascuno di noi ed è quella che poi noi dobbiamo diffondere nella nostra vita, nella nostra famiglia innanzitutto. Quindi, questa parola di alleanza la devi vivere in primis con: Valeria, Miriam, Chiara, Giorgia e Letizia. Però questo ti abiliterà a proclamare questa Parola perché tutta la Comunità, tutta indistintamente riceva questa parola di Dio indispensabile per ciascuno di noi per ritrovare luce, gioia nel cuore per capire dove orientarci nella vita. – e poi continua – La risposta a Dio che ci parla è la nostra preghiera”.
Al termine dell’omelia la benedizione a Emanuele, la consegna del libro delle Sacre Scritture e l’abbraccio paterno del Vescovo.
Don Patrizio ha ringraziato l’Arcivescovo per tutti gli impegni che onora e per essere qui questa sera per la consegna di questo Ministero e questo Ministero sia una spinta per far nascere in altre persone il desiderio di mettersi a sevizio della Comunità, perché un Ministero è proprio questo.
La solenne benedizione dell’Arcivescovo ha chiuso la significativa celebrazione.
I migliori auguri di tutta la Comunità a Emanuele per questo dono ricevuto che lo porterà al Diaconato.
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Redazione di Vercelli
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
***
E’ di pochi giorni fa la notizia che fa cadere ancora una volta nel nulla le accuse in capo alla mia persona, quale Sindaco di Olcenengo, nel procedimento penale in cui, rappresentata e difesa dall’Avv. Massimo Mussato, sono stata assolta dal Tribunale di Vercelli “perchè il fatto non sussiste”.
La vicenda risale al 24 ottobre 2022 quando mi venne notificato un decreto di citazione a giudizio “perché in concorso con l’assessore Menino Moreno eseguivamo lavori di modifica e restauro di beni culturali in assenza dell’autorizzazione della Sovrintendenza.
In particolare i lavori riguardavano la riqualificazione della Piazza Pajetta consistenti nel rifacimento della pavimentazione, nel taglio delle siepi, abbattimento di un albero, messa in posa di lastre di pietra, rimozione panchine, modifica della fontana monumentale”.
In esito al dibattimento e a tutta l’istruttoria che abbiamo affrontato, lo stesso P.M. ha chiesto l’assoluzione sia per me che per l’assessore Menino.
La difesa é stata molto chiara ed inequivocabile: il Codice dei Beni Culturali prevede che le opere la cui esecuzione risalga ad oltre 70 anni sono sottoposte a vincoli di legge.
Ne consegue che la Piazza Pajetta di Olcenengo, essendo stata realizzata negli anni ’70, non ha più di 70 anni e quindi non è soggetta a parere della Sovrintendenza.
Nella realtà i lavori oggetto di intervento hanno interessato l’arredo urbano posto sulla piazza negli anni 1970/1980, senza alterare la conformazione della piazza stessa, la cui pavimentazione era stata rimossa perché sconnessa a causa delle radici degli alberi che avevano alzato i blocchetti di porfido (poi riposizionato), rendendo pericolosa e di difficile fruizione la piazza stessa.
Ad accusare è stata ancora una volta l’esponente di minoranza Monica Parigi, la quale, evidentemente, invece di portare le sue doglianze nella sede del Consiglio Comunale, ha preferito sporgere denuncia.
I lavori non erano ancora terminati quando la Parigi ha ritenuto di attivarsi, con ogni evidenza in maniera infondata, visto l’esito del processo, anche per il fatto che l’attuale amministrazione, non potendo ripristinare lo zampillo d’acqua della rana sulla “sgorgia” (rappresentazione della fontana di Olcenengo), aveva creato il gioco d’acqua sottostante, andando a realizzare una bella fontana illuminata con i pesciolini dove i bimbi andavano a giocare.
La minoranza, nel suo agire, non ha nemmeno considerato che si era operato per salvaguardare i cittadini (ricordo che gli interventi erano necessari anche per la situazione in cui versavano l’albero, che aveva alzato le radici e pendeva pericolosamente verso la via pubblica, e la siepe, ormai un rovo pieno di spine e calabroni, (pericoloso soprattutto per i bambini) e per ragioni di restauro e risanamento conservativo.
In tutti questi anni la minoranza non ha presentato una proposta costruttiva.
Anzi, è da mesi che non si presenta più alle sedute del Consiglio comunale, dimostrando scarso interesse per il bene del Paese e per le persone che rappresentano.
Del resto, non e’ la prima volta che mi trovo a dover affrontare, come ormai è noto vicende giudiziarie proprio per le accuse infondate anche della Parigi.
E tutte le volte, dopo anni di processi, vengo assolta perché il fatto non sussiste o il procedimento archiviato per la stessa ragione.
Come sempre, anche in questa vicenda, mi sono messa da subito a disposizione della giustizia, confidando nell’efficienza della stessa, e la notizia dell’assoluzione perché il fatto non sussiste, è il riconoscimento della correttezza personale e professionale che da sempre contraddistingue il mio operato.
Ringrazio il mio Avvocato, Massimo Mussato, per l’opera professionale svolta in mia difesa.
Anna Maria Ranghino
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Redazione di Vercelli
Successone per la colossale fagiolata del Carnevale di Santhià.
Lunedì 12 febbraio sono stati distribuiti 20 quintali di fagioli e 10 quintali di salami, per un totale di 20mila razioni.
I cuochi si sono messi all’opera in mattinata per dare vita a quella che è una tradizione del periodo carnevalesco.
Dopo è stata la volta per il divertimento dei più piccoli.
E’ andato infatti in scena il ballo dei bambini.
Momento di grande divertimento condito da molti colori derivanti dagli allegri costumi.
In serata spazio al corso mascherato in notturna.
La fotogallery degli eventi targata Gian Franco Gozzi.
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Redazione di Vercelli
(marilisa frison) – Sabato 10 febbraio 2024, a Trino, nella chiesa parrocchiale San Bartolomeo, con un giorno di anticipo sulla data della Memoria liturgica che è oggi, 11 febbraio, è stato ricordato il 166.mo anniversario (11 febbraio 1858) dalla prima delle 18 apparizioni della Vergine Maria, alla 14enne Bernadette Subirous, nella grotta di Massabielle, tra i Pirenei francesi.
L’incontro di preghiera si è tenuto alle 11, durante l’esposizione del Santissimo, da don Riccardo Leone, che ha così esordito:
“Spiritualmente ci portiamo a Lourdes, ci uniamo con la nostra preghiera a tutti coloro che sono giunti a Lourdes in questi giorni, a pregare la Vergine Santa. Noi la preghiamo quì, nella nostra comunità. Abbiamo la Cappella, la Grotta di Lourdes, ci sono le spoglie del fondatore dell’Oftal, ci sentiamo veramente a casa nostra.”

E davanti al Santissimo Sacramento abbiamo accolto l’invito della Vergine Santa, che ci esorta alla preghiera del Santo Rosario, così come un giorno invitò Santa Bernadette.
Insieme a don Riccardo sono stati meditati i “Misteri della gioia”.
La recita delle decine è stata guidata, a turno, dalle dame Oftal.

Si è pregato per la nostra comunità, per tutti coloro che sono impegnati a portare il Vangelo nel mondo, per le famiglie affinché sia accolta la vita, per consolidare le famiglie al Signore e affinché Maria continui a parlarci di Gesù.
È stata invocata la preghiera del malato, in occasione della XXXII Giornata Mondiale del Malato, istituita da San Giovanni Paolo II nel 1992, proprio nel giorno della prima apparizione della Madonna alla grotta di Massabielle.
Al termine, la numerosa assemblea si è trasferita nella attigua Cappella di Lourdes per la supplica alla Vergine.
Nonostante il tempo infausto tante le persone intervenute a portare il saluto filiale alla Bella Signora.

Le Dame dell’Oftal hanno offerto mentine e immagini della Madonna di Lourdes benedette.
Trino è sede generale dell’Oftal (che si occupa del trasporto degli ammalati a Lourdes), fondata nel 1932 da Mons. Alessandro Rastelli.
Altro co-fondatore fu Giannino Ferrario, il quale investì per tale causa gran parte del suo cospicuo patrimonio.
Lo stesso Rastelli fece costruire nella chiesa parrocchiale San Bartolomeo la splendida cappella con all’interno riprodotta la grotta di Lourdes con la splendida e radiosa Signora.
Mons. Paolo Angelino Presidente dell’Oftal, prima di recarsi a Lourdes per accogliere i fedeli, provenienti da ogni dove, ha fatto finemente addobbare la grotta con splendide rose in omaggio a Maria.
All’interno della cappella di Lourdes, a Trino, come ha ricordato don Leone, riposa don Rastelli.
Buona conversione e buona preghiera a noi tutti, anche nell’imminenza della orami prossima Quaresima; questo è quanto la Vergine chiedeva e chiede, pregando altresì per la guarigione a tutti i malati.














