TRINO – Proseguono gli incontri “Alla scuola dell’Amore” - VercelliOggi.it VercelliOggi
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TRINOProseguono gli incontri “Alla scuola dell’Amore” - Nella Cappella di Lourdes a far gli onori di casa e dar la parola al sacerdote ringraziandolo per la sua disponibilità il parroco locale, don Patrizio Maggioni.          

Don Condina, essendo in prossimità della settimana Santa, ha scelto un argomento molto pertinente: le sette parole che Gesù disse sulla Croce prima di giungere al Padre

(marilisa frison) – Mercoledì 20 marzo, alle 21, a Trino, ha avuto luogo il terzo incontro “Alla scuola dell’Amore”, secondo con don Luciano Condina, che come è stato evidenziato nello scorso articolo, ė parroco della parrocchiale di San Giuseppe in Vercelli (CP21), direttore dell’Ufficio di pastorale familiare ed è anche responsabile della “Corale giovanile diocesana”.

Nella Cappella di Lourdes a far gli onori di casa e dar la parola al sacerdote ringraziandolo per la sua disponibilità il parroco locale, don Patrizio Maggioni.

Dopo i convenevoli di rito, don Condina, sotto lo sguardo della Madonna e con alla sua destra Gesù crocefisso, per farci riflettere sulla Parola di Dio, essendo in prossimità della settimana Santa, ha scelto un argomento accattivante e attinente: le sette parole che Gesù disse sulla Croce prima di giungere al Padre.

La devozione delle sette parole esiste e nasce nel dodicesimo secolo insieme ai francescani.

Sono state anche musicate, le più famose quelle di Joseph Haydn.

Non tutti i 4 Vangeli riportano le parole con la stessa sequenza e non in tutti ci sono tutte le parole.

Don Luciano ha scelto la sequenza che piano piano ci porta all’abbandono completo al Padre, che poi in fondo è il paradigma della nostra vita.

Che cosa andiamo a meditare questa sera? – Rivoltosi al crocefisso, disse – “oltre a un uomo in croce vediamo uno spettacolo, perché questo era: la morte vista come spettacolo. Il Colosseo cos’era, se non l’anfiteatro in cui lo spettacolo era veder morire o i Gladiatori o i Cristiani? Quanti hanno perso la vita? L’uomo ama vedere la morte. Pensate al successo degli horror, perché nel cuore degli uomini c’è il sadismo, è annidato. E Gesù crocefisso è la manifestazione dell’effetto di quel buio che abbiamo nel nostro cuore, lì vediamo tutto il buio che c’è nel cuore dell’uomo che si scatena verso un uomo. L’uomo più innocente dell’Universo, del Creato. E vediamo l’esteriorità di tutto il male che c’è nell’uomo, ma se vediamo da un lato tutto il male, vediamo anche la risposta di Dio al nostro sadismo. Vediamo, se tutto questo sacrificio totale può far uscire l’uomo da questo sadismo. Dio ci ama così come siamo per non lasciarci così come siamo”.

A Dio non interessa punire, ma fare di noi dei figli di Dio.

Le ultime parole di Gesù sono il suo testamento, parole luminose, ed ognuna di esse ha un peso enorme, sono la porta per la resurrezione:

Padre perdonali perché non sanno quello che fanno,

oggi sarai con me in Paradiso,

donna ecco tuo figlio,

Dio mio perché mi hai abbandonato,

ho sete,

tutto è compiuto,

Padre nelle tue mani consegno il mio spirito.

Se Gesù avesse bevuto la bevanda che gli avevano offerto per alleviare i dolori, per intontire, non avremmo avuto queste sette parole, ma perché la rifiuta quando capisce cos’è?

Per non perdere consapevolezza, per vivere la croce, per questo era venuto, se avesse bevuto il Vangelo sarebbe incompleto e non avremo queste sette perle.

Attraverso queste sette parole scrisse Giovanni, volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

E anche noi abbiamo volto lo sguardo a colui che ha risposto al male dell’uomo con tutto l’amore che solo Dio poteva tirar fuori.

Tutte le persone si salvano a colpi d’amore, non facendogli pagare ciò che hanno commesso.

Il sacerdote che è anche un ottimo musicista, ha messo in pratica l’ermeneutica, cioè ha interpretato alla perfezione ciò che Gesù intendeva dire con quelle parole.

Ognuno di noi da questo incontro si è portato a casa qualcosa di nuovo si è arricchito.

A me ha colpito in modo particolare che un figlio nel momento in cui ha più bisogno della propria madre, nel momento in cui sta per morire non la tiene per se, ma la regala a un altro: “donna ecco tuo figlio” e al discepolo: “ecco tua madre”.

Nell’allegato video troverete le riflessioni su ogni parola.

Il prossimo incontro con don Condina sarà mercoledì 17 aprile sempre alle 21 nella Cappella di Lourdes.

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Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede