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Posted in Cronaca

In concomitanza con l’apertura del Salone del Libro di Torino, giovedì 15 maggio le alunne della classe Seconda A SSAS (Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale) dell’Istituto Professionale Lanino di Vercelli hanno proposto alle classi dell’infanzia Mandelli e alle prime classi della primaria dell’I.C. Rosa Stampa di Vercelli un’originale esperienza di lettura animata sonorizzata.

I bambini sono stati stimolati a immergersi nelle storie di testi illustrati adeguati alla loro età. Attraverso un coinvolgimento attivo durante la lettura, sono stati invitati a “entrare” personalmente nella narrazione ripetendo suoni onomatopeici,  brevi frasi o suonando semplici strumenti musicali non convenzionali realizzati con materiali di riciclo (precedentemente costruiti in classe), per caratterizzare atmosfere, personaggi o azioni delle storie.

Inoltre, durante la lettura di “Apro questo libro” di Fatima Sharafeddine nelle classi della primaria, alla stimolazione visiva, uditiva e tattile è stata aggiunta anche quella olfattiva.

Un’esperienza sensoriale immersiva con il profumo del pane appena sfornato, dei gelsomini, dell’acqua dei fiori d’arancio,  del tè alla menta, dell’incenso e dell’henné, dell’ambra …

Una lettura condotta nella duplice narrazione in lingua italiana e araba (come richiesta dal libro), per promuovere concretamente l’incontro tra due culture molto presenti nelle classi del nostro territorio.

Al termine i bambini sono stati coinvolti in attività complementari con indovinelli sulle storie lette, giochi di gruppo, attività musicali e motorie.

La partecipazione spontanea e gioiosa dei piccoli e il loro totale coinvolgimento sono stati una valida risposta positiva alla prima esperienza pratica delle alunne del Sociale che hanno compreso che impegnarsi,  trasmettendo competenze ed emozioni,  dona impagabili gratificazioni.

Le attività sono state preparate durante la compresenza settimanale delle docenti di Scienze umane, Metodologie operative e Musica, prof.sse Rosa Longobardi, Daniela Dimitri, Mariella Demagistri, le quali hanno costantemente stimolato, sostenuto e guidato le alunne a credere nelle loro personali potenzialità e a metterle in relazione col gruppo di lavoro per un comune progetto laboratoriale originale e creativo.

Anche le docenti dell’infanzia e della primaria  confermano la validità di questi incontri: “Da anni ormai si è creata una forte sinergia tra i due istituti: gli  studenti del corso Sociale donano un valore aggiunto alle attività che si propongo ai nostri alunni. Le docenti auspicano in una continua e proficua collaborazione anche per gli anni scolastici futuri”.

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Posted in Scuola e Università

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Posted in Cultura e Spettacolo

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Posted in Società e Costume

L’Ente di gestione delle aree protette della Valsesia – che dal 2012 si occupa di proteggere e valorizzare il Parco Naturale Alta Valsesia e Alta Valstrona e il Parco Naturale del Monte Fenera – celebra la Settimana Europea dei Parchi organizzando il “Festival del Parco”, evento diffuso su tre giornate alla scoperta dei suoi incantevoli territori.

Il territorio tutelato da Parchi Valsesia – nome con cui l’ente è conosciuto dal grande pubblico – si estende per circa 6500 ettari, e si configura come un parco alpino per eccellenza: con i 4559 m della Punta Gnifetti sul Monte Rosa è infatti il parco più alto d’Europa.

Il programma prende avvio in occasione della Giornata Europea dei Parchi:

Sabato 24 maggio – Parco Naturale del Monte Fenera

Il Parco Naturale del Monte Fenera invita grandi e piccoli a trascorrere una giornata immersi nella natura, alla scoperta del patrimonio naturalistico e geologico di questo angolo del Piemonte.

Il Centro Visita e il Giardino delle Grotte di Ara, nel comune di Grignasco (NO), proporrà un ricco programma di attività per tutte le età. Ente di gestione delle aree protette della Valsesia | C.so Roma 35 – 13019 Varallo (VC) – Italy.

Il mattino sarà dedicato all’attività interattiva “Acqua Detective – Scienziati per un giorno”, un’occasione per osservare da vicino il microcosmo acquatico del Rio Magiaiga e delle sue grotte, imparando attraverso semplici esperimenti scientifici. È consigliato portare con sé un paio di stivali di gomma.

Nel pomeriggio si partirà per una passeggiata naturalistica guidata da Marco Farina, Guida Ufficiale, dal Giardino delle Grotte di Ara fino alla sede di Fenera Annunziata.

Qui, Chiara Leonoris, geologa dell’Ente, condurrà l’incontro divulgativo dal titolo “Il Monte Fenera e le sue grotte” che illustrerà ai partecipanti la storia geologica e le peculiarità di questo spettacolare ambiente carsico.

Il rientro ad Ara è previsto con la Guida.

Per tutta la giornata, presso il Centro Visita, sarà attiva anche una piccola attività creativa per bambini intitolata “Il vestito del lupo”, pensata per stimolare fantasia e conoscenza del mondo animale.

Sabato 31 maggio – Il Museo Naturalistico di Carcoforo (VC), Parco Naturale Alta Valsesia e Alta Val Strona, apre le sue porte con una giornata ricca di iniziative per grandi e piccoli, pensata per avvicinare il pubblico alla natura e ai suoi segreti.

La giornata si aprirà con l’attività “Acqua Detective – Scienziati per un giorno”, lungo il torrente Egua. Guidati dalla Guida Ufficiale Marco Farina, i partecipanti potranno osservare da vicino l’acqua attraverso semplici esperimenti, scoprendo le meraviglie nascoste di questo prezioso elemento.

Nel primo pomeriggio, sempre in compagnia della Guida, si partirà per una passeggiata rilassante lungo il “Sentiero Natura”, immersi nella splendida conca verde di Carcoforo, per conoscere flora, fauna e curiosità dell’ambiente alpino.

Presso il Museo, si terrà l’incontro divulgativo “La fauna del Parco”, a cura dei Guardiaparco.

Un momento dedicato alla scoperta degli animali che popolano l’area protetta, tra testimonianze e approfondimenti. Ente di gestione delle aree protette della Valsesia | C.so Roma 35 – 13019 Varallo (VC) – Italy.

Alle 16.30 si terrà l’incontro con la stampa “Il Parco si presenta: relazione dell’attività svolta nel 2024” a cura della Direttrice Lucia Pompilio.

Per tutta la giornata, il Centro Visita accoglierà anche i più piccoli con “Il vestito del lupo”, un’attività creativa per stimolare fantasia e attenzione verso il mondo naturale.

Sabato 7 giugno – La Casa del Parco all’Alpe Fum Bitz, Alagna Valsesia (Vc), Parco Naturale Alta Valsesia e Alta Val Strona, apre le sue porte con una giornata ricca di iniziative per grandi e piccoli, pensata per avvicinare il pubblico alla natura e ai suoi segreti.

La giornata si aprirà con l’attività “Acqua Detective – Scienziati per un giorno”, lungo il fiume Sesia. Guidati dalla Guida Ufficiale Marco Farina, i partecipanti potranno osservare da vicino l’acqua attraverso semplici esperimenti, scoprendo le meraviglie nascoste di questo prezioso elemento.

Nel pomeriggio si potrà visitare l’Orto botanico adiacente alla Casa del Parco e a seguire sempre presso la Casa del Parco si terrà un interessante incontro divulgativo condotto dalla direttrice Lucia Pompilio, “Il ruolo delle aree protette e la tutela della biodiversità”, importante per conoscere il lavoro condotto all’interno dei parchi e l’importanza di conservare la biodiversità delle specie in un territorio.

Per tutta la giornata, il Centro Visita accoglierà anche i più piccoli con “Il vestito del lupo”, un’attività creativa per stimolare fantasia e attenzione verso il mondo naturale.

Tutte le iniziative sono a partecipazione gratuita e si svolgono nell’ambito del progetto “Next Generation You”, promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.

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Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume

Bambine e bambini, ragazze e ragazzi, insieme tra musica, canto e danza per lo spettacolo del 16 maggio a Borgosesia dedicato alla ricerca scientifica promossa dall’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma.

Significativa la presenza di pubblico al Cinema Lux: pezzi di comunità che con la loro partecipazione hanno contribuito ad aiutare l’associazione non profit con sede operativa e radici storiche in Valsesia.

Tra i vari filoni di ricerca promossi e sostenuti dall’associazione anche per via di iniziative come questa a Borgosesia, rientrano il progetto PREME, volto a migliorare le terapie personalizzate per ogni piccolo ammalato e l’immunoterapia con cellule CAR-T, ovvero con procedure particolari che rendono i linfociti essi stessi farmaci contro il neuroblastoma e a breve anche contro i tumori cerebrali.

Per incoraggiare la missione dell’associazione presieduta dalla valsesiana Sara Costa, centrale l’apporto di chi ha portato in dono sul palco varie forme d’arte: il coro dell’Istituto comprensivo di Borgosesia diretto dal Maestro Paola Beggino, una rappresentanza di giovani che hanno frequentato o frequentano la scuola media a indirizzo musicale di Borgosesia, e poi Massimo Zanetti al violino, Paolo Fiandaca alla chitarra, e la scuola di danza “Danzarte” per la direzione artistica di Jula Cagnoli.

La serata, con la partecipazione del parroco di Borgosesia, don Enzo Sala, è stata condotta da Mauro Campora e Camilla Marone Bianco, insegnante di pianoforte alla scuola media musicale di Borgosesia presente anche in veste di pianista ad accompagnare il coro.

L’evento rientra fra le iniziative dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma caratterizzate dal patrocinio morale del Comune di Borgosesia.

Il neuroblastoma

Il neuroblastoma è un tumore solido extra-cranico prima causa di morte per malattia in età prescolare e il tumore pediatrico più comune dopo le leucemie e i tumori cerebrali. Ogni anno in Italia si registrano 130-140 nuove diagnosi e ad oggi la possibilità di cura si aggira nel complesso intorno al 70% dei casi. Ma c’è ancora da fare soprattutto per le forme più gravi: la sopravvivenza nel caso di malattia metastatica resta ancora inferiore al 50% dei casi.

L’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma

L’associazione è una organizzazione non profit nata il 23 luglio del 1993 con sede legale all’istituto “Gaslini” di Genova e con radici storiche in Valsesia e basi operative a Serravalle Sesia.

Le sue origini si legano alla volontà di madri e padri che hanno vissuto l’esperienza di malattia delle proprie figlie e dei propri figli, ma anche su impulso di oncologi frustrati dagli scarsi successi terapeutici ottenibili in quegli anni.

Dal 1996, l’associazione è presieduta da Sara Costa, socia fondatrice e mamma di Luca, bambino non sopravvissuto al neuroblastoma.

Nel 1998, sempre con sede legale al “Gaslini”, nasce invece la Fondazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma, ramo scientifico dell’associazione deputato a selezionare e a finanziare i progetti di ricerca approvati.

L’associazione si propone di promuovere progetti scientifici per la cura del neuroblastoma e dei tumori cerebrali pediatrici. Le sue iniziative sono inoltre caratterizzate dal marchio “Donare con fiducia”, conferito dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) secondo percorsi di certificazione annuale attestanti trasparenza, efficacia e correttezza.

Il “Bambino con l’imbuto” contraddistingue il logo dell’associazione: un’immagine di gioia nonostante il dolore; la gioia dell’infanzia da incoraggiare anche attraverso la ricerca.

Altre informazioni sull’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma e la Fondazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma si possono trovare sul sito web www.neuroblastoma.org, e sui loro canali Facebook, Instagram, X, Linkedin e YouTube.

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Salute & Persona
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

(elisabetta acide) – E nell’ anno giubilare non poteva mancare il “Giubileo del Mondo Educativo”, che si svolgerà dal 27 ottobre al 2 novembre 2025.

Un momento importante all’ interno dell’ anno giubilare che ha come tema il “cammino della speranza”, quel cammino così “umano” e così intrecciato con l’ umanità “pellegrina”, certa che “la speranza non delude” (cfr.Rm 5,5).

Lo ha ricordato la Presidenza della  Conferenza Episcopale Italiana con la nota del 15 novembre 2024, nel messaggio rivolto ai genitori e studenti che si apprestavano a iscrivere i propri figli al primo anno della scuola e dunque in procinto di effettuare quella scelta di avvalersi o meno dell’ insegnamento della Religione Cattolica (IdRC):

Testimoni di speranza sono infatti i docenti di Religione, che uniscono alla competenza professionale l’attenzione ai singoli alunni e alle loro domande più profonde. Siamo molto grati a tutti gli insegnanti che, mentre offrono le ragioni della speranza che li muove, accompagnano coloro che stanno crescendo a scoprire la bellezza e il senso della vita, senza cedere alle tentazioni dell’individualismo e della rassegnazione, che soffocano il cuore e spengono i sogni.”

Perché, come ha affermato Papa Francesco, occorre:

“Un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine” (Spes non confundit, 9).

E allora il tema della speranza scuote e provoca il mondo dell’educazione e della scuola, i docenti tutti ed in particolare i docenti di Religione Cattolica, chiamati a offrire opportunità formative in dialogo con la cultura, con l’ umano, con le istanze etiche e sociali

E a scuola l’ insegnamento della Religione Cattolica offre uno “spazio” di dialogo, apre strade di speranza, costruisce ponti tra competenza professionale e pedagogica professionalità e momenti di umanità in dialogo.

Nel mondo della scuola la disciplina IRC può offrire speciali “alleanze” tra le componenti diverse della scuola e del territorio, per percorrere, attraverso le strade di speranza, alleanze sociali e inclusive.

L’ IdRC può costruire percorsi di “lettura” , provare a fornire risposte alle istanze di senso, essere l’opportunità di progetti civici e orientativi, che aprono a riflessioni in un mondo complesso, sfilacciato e frammentato.

Può diventare importante questo “dialogo” del e nel mondo educativo che il giubileo ci offre.

Spesso non si comprende l’ importanza dell’ insegnamento (facoltativo e non obbligatorio ma neppure opzionale) e non è solo in riferimento al suo “contenuto”, il cui valore  storico-culturale e educativo-morale della religione cattolica, è indiscusso, della  lettura della dimensione religiosa, dell’ importanza della riflessione antropologica, esistenziali, umana delle domande di senso e di bisogno del dialogo, di confronto interpersonale e interculturale… ma della possibilità di essere un “laboratorio di speranza” per i giovani studenti.

La ricchezza, a scuola, della molteplicità dei docenti in dialogo è un “esempio” importante per gli studenti, di convivenza civile e democratica.

Avere la possibilità di esercitare l’ alleanza educativa con un confronto aperto, diretto e sincero, è gettare “semi di speranza” negli ambienti e nelle persone, nei giovani che si aprono al futuro, negli adulti che a volte sono scoraggiati e delusi, nei genitori che a volte hanno bisogno di confronto e dialogo sincero e aperto, negli operatori della scuola che contribuiscono sempre in diverso luogo e modo, a creare le “condizioni” per un cammino comune.

Perché siamo “camminatori”, “pellegrini”, bella umanità in cammino, variegata e complementare, in dialogo e in ricerca…

L’ alleanza educativa è un bene prezioso, la scuola è una risorsa per il futuro e il presente.

E la scuola-laboratorio di speranza può “insegnare”, educando a “muovere i passi” della speranza e della gioia.

Non è una “disciplina di studio” , ma si può “imparare” vivendola, esercitandola, facendo esperienza di passi comuni.

La speranza diventa “lievito” per ogni percorso educativo, per ogni progetto, per la vita quotidiana … perché la di-sperazione non può e non deve essere “padrona” della quotidianità, avere quell’ “ultima parola”.

Andiamo a scuola per “il futuro”, non restiamo “studenti a vita”, ed allora questa “speranza” non è solo “essere promossi all’’Anno successivo“, non può essere solo “finire in fretta”, deve diventare il “motore” della nostra vita.

La speranza “alimenta” la passione, i sogni, i desideri … e aiuta a creare relazioni, ad “alzare lo sguardo”,  a “avere ali”, ad “ancorarci con radici solide e forti”.

La speranza a scuola “si può” agire e vivere e i docenti, la comunità educante, ha il dovere e la responsabilità  di “alimentare l’ attesa”, non il “vuoto ottimismo”, la forza di quella Virtù che crea “nuovi orizzonti”.

Creare “laboratori di speranza” è essere adulti “presenti”, ”autorevoli”, ma lasciare “spazi”, autonomia, aiutare ad esercitare quella “responsabilità” che non è fatica ma libertà,  bellezza, spontaneo slancio.

Perché le alleanze educative fanno quei “miracoli” quotidiani, fanno la “sacralità” di quel luogo che è scuola, quello “spazio” di “aula” che li prepara …li attrezza, gli dona quella fiducia di cui hanno bisogno, perché non sono “voti”, prestazioni, bocciature o promozioni… sono “camminatori di speranza”, con lo sguardo aperto e limpido verso il futuro.

E abbiamo grande responsabilità come docenti, dobbiamo lavorare insieme per una “scuola della speranza”.

Come docenti ma (permettete una parola per la “missione” che sento mia) come docenti di Religione Cattolica nella scuola, abbiamo una grande responsabilità: essere uomini e donne di speranza, di quella Speranza del Vangelo, che fa incontrare la persona, che fa aprire il cuore, che fa “indicare” e lascia liberi, che “lascia il segno” non con le parole, ma con quotidianità della vita, perché di fronte a noi abbiamo la meraviglia del valore che apre gli occhi alla speranza e noi possiamo “camminare con loro”.

Gli IdRC sono “nella scuola” e possono aiutare i ragazzi, “insegnando l’ ininsegnabile”, provando ad aiutare ad affrontare la vita come “persone di speranza”, con libertà e responsabilità.

Gli IdRC con gli altri docenti e con il mondo educativo che ruota intorno alla scuola, possono contribuire a creare una “nuova visione“ della logica della “competenza”, oltre la prestazione, oltre le difficoltà, per “lasciare tracce” che trasformino nel temo, per un coinvolgimento diretto di sé stessi nella propria educazione e formazione.

Camminare e vivere la “grammatica della speranza”, il linguaggio delle relazioni, la gioia dello sguardo di pace e rispettoso.

C’ è una parola che abbiamo imparato ad utilizzare e che ancora dobbiamo imparare ad agire: corresponsabilità, e l’ alleanza educativa deve essere agita con questa convinzione.

Corresponsabilità educativa è cooperare, è incontro e relazione, è costruzione della società e del mondo, è struttura e benessere sociale e individuale.

Cooperare è non confondere i ruoli, ma insieme, nella propria specificità, lavorare per un “bene” comune; è intersecare obiettivi e finalità per un cammino che costruisce futuro.

Approccio educativo integrato, attenzione e cura, conoscenze e competenze, perché il futuro passa attraverso la scuola.

Come adulti dobbiamo e possiamo consegnare una visione generale ed unitaria del mondo, possiamo consegnare autenticità e nella logica delle competenze, “rilanciare” l’ importanza di quel legame tra scuola e vita che aiuta i giovani a sperare, a “essere nel mondo” come “persone di speranza”.

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