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Il “Giubileo del Mondo Educativo” si svolgerà dal 27 ottobre al 2 novembre 2025.

GIUBILEO DEL MONDO EDUCATIVO - L'ora di Religione, "laboratorio di Speranza" - “Testimoni di speranza sono infatti i docenti di Religione, che uniscono alla competenza professionale l’attenzione ai singoli alunni e alle loro domande più profonde" -

chiamati a offrire opportunità formative in dialogo con la cultura, con l’ umano, con le istanze etiche e sociali

(elisabetta acide) – E nell’ anno giubilare non poteva mancare il “Giubileo del Mondo Educativo”, che si svolgerà dal 27 ottobre al 2 novembre 2025.

Un momento importante all’ interno dell’ anno giubilare che ha come tema il “cammino della speranza”, quel cammino così “umano” e così intrecciato con l’ umanità “pellegrina”, certa che “la speranza non delude” (cfr.Rm 5,5).

Lo ha ricordato la Presidenza della  Conferenza Episcopale Italiana con la nota del 15 novembre 2024, nel messaggio rivolto ai genitori e studenti che si apprestavano a iscrivere i propri figli al primo anno della scuola e dunque in procinto di effettuare quella scelta di avvalersi o meno dell’ insegnamento della Religione Cattolica (IdRC):

Testimoni di speranza sono infatti i docenti di Religione, che uniscono alla competenza professionale l’attenzione ai singoli alunni e alle loro domande più profonde. Siamo molto grati a tutti gli insegnanti che, mentre offrono le ragioni della speranza che li muove, accompagnano coloro che stanno crescendo a scoprire la bellezza e il senso della vita, senza cedere alle tentazioni dell’individualismo e della rassegnazione, che soffocano il cuore e spengono i sogni.”

Perché, come ha affermato Papa Francesco, occorre:

“Un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine” (Spes non confundit, 9).

E allora il tema della speranza scuote e provoca il mondo dell’educazione e della scuola, i docenti tutti ed in particolare i docenti di Religione Cattolica, chiamati a offrire opportunità formative in dialogo con la cultura, con l’ umano, con le istanze etiche e sociali

E a scuola l’ insegnamento della Religione Cattolica offre uno “spazio” di dialogo, apre strade di speranza, costruisce ponti tra competenza professionale e pedagogica professionalità e momenti di umanità in dialogo.

Nel mondo della scuola la disciplina IRC può offrire speciali “alleanze” tra le componenti diverse della scuola e del territorio, per percorrere, attraverso le strade di speranza, alleanze sociali e inclusive.

L’ IdRC può costruire percorsi di “lettura” , provare a fornire risposte alle istanze di senso, essere l’opportunità di progetti civici e orientativi, che aprono a riflessioni in un mondo complesso, sfilacciato e frammentato.

Può diventare importante questo “dialogo” del e nel mondo educativo che il giubileo ci offre.

Spesso non si comprende l’ importanza dell’ insegnamento (facoltativo e non obbligatorio ma neppure opzionale) e non è solo in riferimento al suo “contenuto”, il cui valore  storico-culturale e educativo-morale della religione cattolica, è indiscusso, della  lettura della dimensione religiosa, dell’ importanza della riflessione antropologica, esistenziali, umana delle domande di senso e di bisogno del dialogo, di confronto interpersonale e interculturale… ma della possibilità di essere un “laboratorio di speranza” per i giovani studenti.

La ricchezza, a scuola, della molteplicità dei docenti in dialogo è un “esempio” importante per gli studenti, di convivenza civile e democratica.

Avere la possibilità di esercitare l’ alleanza educativa con un confronto aperto, diretto e sincero, è gettare “semi di speranza” negli ambienti e nelle persone, nei giovani che si aprono al futuro, negli adulti che a volte sono scoraggiati e delusi, nei genitori che a volte hanno bisogno di confronto e dialogo sincero e aperto, negli operatori della scuola che contribuiscono sempre in diverso luogo e modo, a creare le “condizioni” per un cammino comune.

Perché siamo “camminatori”, “pellegrini”, bella umanità in cammino, variegata e complementare, in dialogo e in ricerca…

L’ alleanza educativa è un bene prezioso, la scuola è una risorsa per il futuro e il presente.

E la scuola-laboratorio di speranza può “insegnare”, educando a “muovere i passi” della speranza e della gioia.

Non è una “disciplina di studio” , ma si può “imparare” vivendola, esercitandola, facendo esperienza di passi comuni.

La speranza diventa “lievito” per ogni percorso educativo, per ogni progetto, per la vita quotidiana … perché la di-sperazione non può e non deve essere “padrona” della quotidianità, avere quell’ “ultima parola”.

Andiamo a scuola per “il futuro”, non restiamo “studenti a vita”, ed allora questa “speranza” non è solo “essere promossi all’’Anno successivo“, non può essere solo “finire in fretta”, deve diventare il “motore” della nostra vita.

La speranza “alimenta” la passione, i sogni, i desideri … e aiuta a creare relazioni, ad “alzare lo sguardo”,  a “avere ali”, ad “ancorarci con radici solide e forti”.

La speranza a scuola “si può” agire e vivere e i docenti, la comunità educante, ha il dovere e la responsabilità  di “alimentare l’ attesa”, non il “vuoto ottimismo”, la forza di quella Virtù che crea “nuovi orizzonti”.

Creare “laboratori di speranza” è essere adulti “presenti”, ”autorevoli”, ma lasciare “spazi”, autonomia, aiutare ad esercitare quella “responsabilità” che non è fatica ma libertà,  bellezza, spontaneo slancio.

Perché le alleanze educative fanno quei “miracoli” quotidiani, fanno la “sacralità” di quel luogo che è scuola, quello “spazio” di “aula” che li prepara …li attrezza, gli dona quella fiducia di cui hanno bisogno, perché non sono “voti”, prestazioni, bocciature o promozioni… sono “camminatori di speranza”, con lo sguardo aperto e limpido verso il futuro.

E abbiamo grande responsabilità come docenti, dobbiamo lavorare insieme per una “scuola della speranza”.

Come docenti ma (permettete una parola per la “missione” che sento mia) come docenti di Religione Cattolica nella scuola, abbiamo una grande responsabilità: essere uomini e donne di speranza, di quella Speranza del Vangelo, che fa incontrare la persona, che fa aprire il cuore, che fa “indicare” e lascia liberi, che “lascia il segno” non con le parole, ma con quotidianità della vita, perché di fronte a noi abbiamo la meraviglia del valore che apre gli occhi alla speranza e noi possiamo “camminare con loro”.

Gli IdRC sono “nella scuola” e possono aiutare i ragazzi, “insegnando l’ ininsegnabile”, provando ad aiutare ad affrontare la vita come “persone di speranza”, con libertà e responsabilità.

Gli IdRC con gli altri docenti e con il mondo educativo che ruota intorno alla scuola, possono contribuire a creare una “nuova visione“ della logica della “competenza”, oltre la prestazione, oltre le difficoltà, per “lasciare tracce” che trasformino nel temo, per un coinvolgimento diretto di sé stessi nella propria educazione e formazione.

Camminare e vivere la “grammatica della speranza”, il linguaggio delle relazioni, la gioia dello sguardo di pace e rispettoso.

C’ è una parola che abbiamo imparato ad utilizzare e che ancora dobbiamo imparare ad agire: corresponsabilità, e l’ alleanza educativa deve essere agita con questa convinzione.

Corresponsabilità educativa è cooperare, è incontro e relazione, è costruzione della società e del mondo, è struttura e benessere sociale e individuale.

Cooperare è non confondere i ruoli, ma insieme, nella propria specificità, lavorare per un “bene” comune; è intersecare obiettivi e finalità per un cammino che costruisce futuro.

Approccio educativo integrato, attenzione e cura, conoscenze e competenze, perché il futuro passa attraverso la scuola.

Come adulti dobbiamo e possiamo consegnare una visione generale ed unitaria del mondo, possiamo consegnare autenticità e nella logica delle competenze, “rilanciare” l’ importanza di quel legame tra scuola e vita che aiuta i giovani a sperare, a “essere nel mondo” come “persone di speranza”.

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