Posizione Home: Apertura 8
Prv 8, 22-31
Dal libro dei Proverbi.
Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».
Sal 8
RIT: O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?
RIT: O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.
RIT: O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.
RIT: O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Rm 5, 1-5
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Gv 16, 12-15
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
Il libro dei Proverbi al capitolo 8 da cui è tratta la prima lettura, ci presenta il volto di un Dio Creatore, il Dio “Sapiente” che pensa il mondo come “creato”, e guardando il mondo, il “sapiente biblico” si accorge che ogni cosa vive all’interno di un ordine di relazione con l’altra, creature con Creatore e creature tra loro.
Opposti e complementari: sole e luna, cielo e terra, acqua e asciutto.
Dio non è stato mai solo, dal primo momento della sua opera di creazione e fino alla fine: Egli è un Creatore che si lascia aiutare dalla donna Sapienza nella costruzione e nell’intelligenza di tutte le cose.
Il Creatore biblico non è un Dio onnipotente solitario, la sua immagine è fatta di “relazione”, di “scambio di amore”, di assonanze, di voce in duetto, di corrispondenza con la donna Sapienza presente come principio in ogni azione creativa.
E la Sapienza guida, sorregge, fissa i limiti, un mondo da essere “messo a disposizione” per l’uomo: “Io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo”.
L’uomo.
Lo abbiamo studiato Blaise Pascal: “L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutte in natura; ma è una canna pensante” (Pensieri 264).
E S. Ireneo di Lione affermava: “La gloria di Dio è l’uomo vivente”, riprendendo il testo di 1Cor 11,7: “L’uomo è immagine e gloria di Dio”.
Scriveva Sofocle nel 442 in Grecia, nel primo stasimo dell’Antigone “πολύ θαυμαστόν ἐστιν ἀνὴρ, καὶ πολὺ δεινόν”: tradotto per molto tempo con “Molte cose sono mirabili, ma nessuna è più mirabile è l’uomo”, la cui traduzione, forse potrebbe essere resa con: “l’uomo è una meraviglia che fa paura”, una “cosa terribile” tanto è meravigliosa.
L’ambiguità umana infatti, fa sì che tutto ciò che è ordinario diventi anche stra-ordinario o distruzione.
Il prodigio.
E il Salmo 8, tradizionalmente attribuito al re Davide (1010-970 a.C.) si pone la domanda: “Che cosa è l’uomo perché te ne curi?”.
Quell’essere vivente creato a “immagine e somiglianza” (Gen 1,27)
“Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”,
ed ancora:
“Il Signore Dio plasmò l’uomo [’adam] con polvere della terra [’adamah], soffiò nelle sue narici una nishmat-hajjîm e l’uomo [’adam] divenne una nefesh hajjah” (Gn 2,7)
quella creatura “Nella sua mano Dio stringe l’anima di ogni vivente e il respiro dell’uomo di carne” (Giobbe 12, 10), quel “prodigio” (Salmo 139,4).
L’uomo: espressione mirabile del Creatore.
“Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani”.
La creatura, uomo e donna, persona… La creatura oggetto della “cura” da parte di Dio.
Spazio e Tempo per quegli “attori”: Dio e uomo, Creatore e creatura, una “democratizzazione”: la regalità di Dio, la sua bellezza, la sua meraviglia nella fragilità dell’uomo: la Gloria di Dio che si svela (‘addir).
Non una “apoteosi” dell’uomo, ma una “celebrazione” della creatura unica e irripetibile, capace di “cose mirabili” perché riempito della “Grazia di Dio”.
Uomo che deve avere “cura” di quelle erbe, di quegli esseri, di quel creato… l’uomo a cui vengono “affidate” le cose nelle sue mani operose ma di peccatore, l’uomo che sarebbe “polvere” se non avesse ricevuto la “dignità di figlio”, la “dignità di fratello”, la gioia della salvezza grazie a quel “Signore Dio nostro” il cui “nome è mirabile su tutta la terra”.
Ricordiamo le parole di San Giovanni Paolo II nella Redemptor hominis:
“ Chissà quale valore deve avere l’uomo davanti agli occhi del creatore, se ha meritato di avere un tanto nobile e grande redentore, se Dio ha dato il suo Figlio, affinché egli, l’uomo, non muoia ma abbia la vita eterna? In realtà, quel profondo stupore riguardo al valore e alla dignità dell’uomo si chiama Vangelo, cioè la buona novella. Si chiama anche cristianesimo”.
L’uomo.
E Gesù ha delicatezza per l’uomo:
“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso” (Vangelo).
E la raffinatezza dei versetti di Giovanni ci aiuta ad entrare nel Mistero della Trinità.
Prendo a prestito una frase che credo possa essere chiarificatrice di questo brano:
“uguaglianza delle tre divine persone, come dire che tutto ciò che è del Padre è del Figlio, che tutto ciò che è del Figlio è del Padre, come lo Spirito Santo ha tutto ciò che il Padre e il Figlio hanno in comune, cioè l’essenza divina”.
“Lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”: lo Spirito Santo che guida la comprensione, che sostiene nella Verità. Lo Spirito Santo che sostiene la conoscenza di Cristo.
Le “grandi cose”, per comprenderle, forse, vanno guardate da lontano… come le stelle, i pianeti, le montagne, l’oceano… se sei troppo vicino forse non riesci a scorgerne i contorni, la grandezza… così gli apostoli, i discepoli, che hanno vissuto vicini a Lui, hanno bisogno del dono dello Spirito per “guardare da lontano”, per essere illuminati a “vedere” dopo la Risurrezione.
Anche noi, Chiesa, abbiamo bisogno dello Spirito Santo per essere condotti al Mistero della comprensione di Cristo, della Verità.
Approfondire la Verità con il sostegno dello Spirito è comprendere il Vangelo, è leggere le Parole e le opere ed accettare “l’ansia di sentirvi sospesi e incompleti” (Pierre Teilhard de Chardin).
Gesù ama l’uomo e sa che non tutto può essere subito compreso: fragilità e grandezza… e Gesù sa che occorre “dare tempo” all’uomo.
Accogliere e seguire Gesù è “avere tempo” e affidarsi allo Spirito, per essere riempiti di quell’Amore che a tutto dona un senso.
Quella comunione incessante di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ci sarà annunciata come Amore.
Amore dall’Amore.
E la Verità non basta ascoltarla, non basta riceverla, occorre “portarla”.
Gesù sa che il “peso” da portare forse non è così “leggero”, ma sa che ogni uomo, illuminato, può portarlo.
Non solo messaggio affidato e compreso, ma annunciato e “illuminato”, rivelato perché diventi parola viva.
La Trinità che ama, che comunica, che crea relazione, che si rivela perché la nostra vita diventi annuncio del Mistero.
Se Gesù ri-entra nel silenzio della Trinità, Mistero di Amore, a noi è dato l’amore, è data la Parola nella storia, compimento del Mistero d’Amore.
E non siamo più soli.
Invisibile, ma Presente.
Silenzio Presente che non abbandona, ma che salva.
Il silenzio di chi Ama: il Luogo dello Spirito nell’uomo, nel mondo, per l’uomo, per il mondo.
Azione di Dio nella Chiesa.
Azione di pace e di speranza (seconda lettura), quella speranza che “non delude, perché l’Amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è dato”.
Pace, speranza, Grazia: quell’Amore di Dio che ci viene dalla speranza e dalla certezza nella Risurrezione.
“Ecco allora perché la speranza cristiana è solida, ecco perché non delude. Mai, delude. La speranza non delude! Non è fondata su quello che noi possiamo fare o essere, e nemmeno su ciò in cui noi possiamo credere. Il suo fondamento, cioè il fondamento della speranza cristiana, è ciò che di più fedele e sicuro possa esserci, vale a dire l’amore che Dio stesso nutre per ciascuno di noi.” (Papa Francesco Udienza Generale, Sala Paolo VI, 15 febbraio 2017).
Speranza donata, perché anche noi ne facciamo dono.
Carissimi ragazzi,
è giunto il tempo dei saluti.
Avete ormai capito che le parole per me hanno un “peso” ed un “senso”.
Apparentemente “espansiva”, sono sempre “parca” di parole e “consigli”, ma “vicina” e partecipe”.
Le caratteristiche sono “innate” e a volte, “scelte”.
Ho deciso di “esserci” ma non di “apparire” e credo lo abbiate compreso bene…
Ora però il cuore mi suggerisce il saluto, quello che arriva dopo 5 anni…
Ci siamo conosciuti in un periodo davvero “difficile”, voi al primo anno… ed io con voi… eppure non ci siamo arresi, ci siamo “stati”, in presenza ed “a distanza”, in quel vivere l’ incertezza, abbiamo camminato, ci siamo avvicinati, magari con più “fatica” perché eravamo dietro ad uno schermo: ma non abbiamo mai rinunciato a guardarci, a parlare.
Siamo riusciti a “sostare” nell’ incertezza, insieme, e ne siamo usciti più “forti”.
Sono stati anni di impegno, di studio intenso, di fatica, di saluti e sorrisi, di incoraggiamenti e ricerche, di scoperta, di conoscenza reciproca…
E ci siamo “ trovati” in presenza, più desiderosi che mai di conoscere e comprendere, di “leggere” il mondo e le cose con “spirito critico”, alla luce di quei valori di cui il cristianesimo è portatore, di confrontarli con il mondo, con i sistemi di significato, con le idee di ciascuno , sempre con rispetto e con la “luce” della Libertà di tutti.
Abbiamo cercato di vivere insieme nel modo più sereno possibile, imparando a vicenda, raccontando e raccontandoci, provando a comprenderci ed a comprendere: qualche volta ci siamo riusciti, altre abbiamo fatto più fatica, ma ci abbiamo messo tutta la nostra buona volontà, il nostro Impegno e in fondo siamo stati felici.
Abbiamo “camminato” davvero molto (compresi i viaggi di istruzione).
Ora ci salutiamo: le vostre “ali” sono pronte, in grado di volare e sfidare ogni corrente gravitazionale, ogni tempesta, ogni brezza ed ogni bonaccia … vi saluto e lo faccio con la certezza e la speranza che ogni esperienza, ogni parola, ogni momento rimanga con voi, sarà parte di voi, così come lo sarà di me.
Nomi e volti… dicono gli insegnanti li dimenticano…
No, vi assicuro ricordo tutti i miei studenti (e sono 38 anni di insegnamento e tutti li porto “con me”).
Ogni passo è una conquista, ogni orma ci dice che abbiamo viaggiato, che continueremo a farlo e non saremo mai soli.
Di voi ricorderò sicuramente i volti, i sorrisi, gli occhi, le incertezze, le domande, le insicurezze e la gioia, il timore, l’ entusiasmo, i viaggi insieme e … ogni cosa sarà noi.
Non come nostalgia , ma come esperienza , come memoria , come ricordi.
Spero che abbiate compreso quello che ho cercato di aiutarvi a sperimentare: seguite sempre le vostre passioni, con coerenza, lealtà ed onestà.
Fatevi sempre “prossimi” con quelli che incontrerete, perché il vostro sguardo si posi sempre con limpidezza sulla vita .
Non rinunciate mai ad essere voi stessi.
Siate sempre padroni del vostro senso critico, e non abdicate mai ai valori importanti.
Non scegliete mai la via più semplice solo perché è facile; camminate, sbagliate, ritornate sui vostri passi, usate il discernimento, proseguite e la vostra strada sarà aperta, immensa, luminosa.
Siete capaci di camminare da soli a testa alta, perché tutti lo sapete fare.
Siate curiosi di quella curiosità che è interesse, ricerca, impegno per migliorare , di quella Curiosità che fa scoprire il bello, il vero , il bene in tutto e in tutti… e quando bene non è , sappiate riconoscerlo .
Affrontate l’ esame con serenità e ricordate qualsiasi valutazione raggiungerete voi siete anche altro rispetto al “voto”.
Non dimenticatelo mai.
Ricordate la lezione dell’ “elogio del fallimento”: siamo umani, sbagliamo, ci rialziamo e continuiamo… ed impariamo, sempre.
Non siamo i nostri errori, siamo la nostra bellezza.
Lo avete capito… non vi cercherò (ormai ci siamo abituati alla “presenza silenziosa”) ma sarò sempre “qui” e ci sarò “sempre” per ciascuno di voi.
Vi abbraccio con affetto.
(elisabetta acide) – “Io sarò con te” con queste parole prende avvio la celebrazione in Duomo.
“Il Signore sia con te”: è il saluto e la benedizione più bella che riconosce Dio “presente”, con noi.
E il dialogo di saluto con la risposta del popolo, è l’ augurio più bello. E certi della presenza, ci apprestiamo a condividere la gioia della Chiesa radunata.

Questo pomeriggio, 30 maggio, alle ore 17,30, il Duomo di Vercelli ha visto protagonisti gli studenti, in particolare quelli degli ultimi anni dei corsi delle scuole di primo e secondo grado, che si sono ritrovati per la tradizionale “Messa degli Esami” presieduta dall’ arcivescovo SER Mons. Marco Arnolfo.

La “Messa degli esami” è una tradizione bella e significativa, organizzata dall’ Ufficio Scuola della Diocesi Vercellese in collaborazione con UCIIM, celebrata prima degli esami di “fine corso”, per offrire agli studenti un momento di riflessione spirituale e una speciale benedizione per affrontare la prova finale al termine di quel “momento” che conclude, per gli studenti delle Scuole superiori la parentesi scolastica e per i ragazzi delle Scuole secondarie di secondo grado il “passaggio” a quella “prima scelta” importante nel loro percorso.

Concludere l’ anno scolastico con la S. Messa riveste proprio per l’ importanza del Sacramento: è preghiera “concreta”, è incontro con il Signore, è dialogo e relazione, è il memoriale del Mistero Pasquale che ci fa partecipare e vivere intorno alla mensa.
La Santa Messa è un momento di preghiera e riflessione, ma anche di gioia e di ringraziamento per il percorso di studi; è comunione e condividere con tutti (docenti, studenti e genitori), è sperimentare la “comunione”.
Gioia e preoccupazione, trepidazione, stanchezza, ma anche sorrisi e attese; sui volti di quei ragazzi e di quelle ragazze, di quei giovani, ci sono espressi tanti sentimenti ed emozioni, pronte ad essere offerte ed affidate al Signore in questo momento importante della vita.

Affidare al Signore la vita è gesto di fiducia ed abbandono, in tutti i momenti, ed accompagnare come docenti e genitori la loro preghiera, è chiedere allo Spirito di Sapienza di “illuminare” e guidare le loro scelte.
Mons. Arnolfo, nel corso dell’ omelia, con la passione dell’ educatore, regala ai presenti queste parole : “Vivete una vita non fatta di ipocrisia”, ma fatta di un “amore autentico” e ripetendo le parole della lettura scelta per la Liturgia, tratta dalle Lettera di Paolo ai Romani al capitolo 12, invita a vivere il “programma di vita proposto”: “ detestate il male e attaccatevi al bene” e “amatevi l’ un l’ altro con affetto fraterno”, “gareggiate nello stimarvi a vicenda”.

“Cercate e volete il bene”.
L’ augurio di Mons. Marco è l’ augurio del bene e del bello.
La meravigliosa pagina del Vangelo di Luca, che ha scandito la lettura del brano del Vangelo (Luca, 1,26-56), è stata commentata da Sua Eccellenza con una delicatezza di padre: la giovane donna ha “superato” l’ esame; alla vista dell’ angelo, messaggero divino, ha risposto con “testa e cuore”, ha espresso il suo Sì con una fiducia “ragionevole”: sarà madre del Figlio di Dio. Per mezzo di lei, il mondo ha conosciuto l’Incarnazione.
E “superato l’ esame” si mette subito in viaggio, “coinvolta” in una “missione”: parte, si reca nella regione montuosa dalla cugina.
E nel brano assistiamo ad un altro “esame”: quello di Elisabetta: non esista, riconosce in quel “sussulto del suo grembo” ciò che la farà esclamare: “la madre del mio Signore viene a me”.
Che belli questi “esami”, sono le “prove” che ci raccontano l’azione di Dio nella vita delle persone, così come nella vita di tutti , “Chiamati” ed “amati”.
Attraverso la celebrazione eucaristica lo Spirito Santo ci rende partecipi della vita divina che è capace di trasfigurare tutto il nostro essere, e pregare insieme è vivere l’ esperienza di essere figli figlie e fratelli, di condividere e vivere il sacrifico della redenzione.
La preghiera allora, è che lo Spirito Santo possa donare a tutti i giovani che si apprestano a concludere il ciclo di studi, incoraggiamento, fiducia e serenità, per giungere al percorso della progressiva maturazione, alla crescita in “sapienza” ed in “umanità”, con la gioia del servizio ed attenzione al prossimo , con l’ impegno per se stessi e per il mondo, per fare quanto san Giovanni Paolo II auspicava per i giovani: “prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”.
Li abbiamo accompagnati come docenti, come genitori , li affidiamo al Signore, affinché sappiano “rendere ragione della speranza”, affinché vivano la gioia della bellezza della vita, dell’ amicizia, della Parola, perché le loro parole diventino linguaggio di pace, di speranza, di vita, e dal loro percorso scolastico traggano elementi che coniugati con la loro dimensione spirituale e religiosa vissuta in pienezza , sappiano condurre scelte di vita fondamentali per il loro futuro.
E con la benedizione finale gli studenti e tutti i docenti e genitori presenti, si portano nel cuore le parole dell’Arcivescovo: “avete una missione, un compito: portate speranza nel mondo, siate operatori di bene, in cammino verso gli altri, portatori della pace di Cristo”.
Al termine alcuni studenti dei licei vercellesi si sono avvicinati a Mons. Arnolfo ed hanno chiesto la ”benedizione” delle loro penne, quelle che scriveranno sui fogli bianchi, alla prova dell’ esame di Stato.
A loro un abbraccio perché possano, oltre ai fogli bianchi, riempire di parole “belle e buone” tutta la loro vita.
Strage di Borgo D’Ale – 30 aprile 1945/2025
Borgo d’Ale non dimentica e ieri, 30 aprile, come ogni anno ha commemorato i propri caduti civili vittime della tragedia di quella infausta sera del 1945.
L’Amministrazione ringrazia tutti i partecipanti: bambini e ragazzi delle scuole, con i loro insegnanti e le famiglie, giovani e meno giovani, tutte le associazioni di volontariato tra le quali Alpini, A.I.B., Croce Bianca, Pro Loco, Banda musicale, Coro alpino quadrifoglio, alla cittadinanza tutta e, ovviamente, al Parroco Don Thierry ed il celebrante Don Alberto.
In occasione dell’80°, con grande partecipazione di popolo, è stata celebrata la S. Messa “al campo” nel rione S. Antonio, epicentro in cui si consumò la tragedia.
Dopo la commemorazione civile e la funzione religiosa, organizzato dal Gruppo Alpini, nella “Casa Don Orione” sede dell’oratorio, si è tenuto un cordiale intrattenimento.
Il 1° maggio del 1945 i Borgodalesi di allora si ritrovarono nella tragica situazione di devastazione, provocata dal “bombardamento”, ovvero dal mitragliamento ed esplosione di una colonna di mezzi militari tedeschi, in ritirata da Torino verso Milano alla fine del 2° conflitto mondiale (30 aprile 1945 ore 19:30), che distrusse il rione di S. Antonio e provocò 13 vittime civili (e altre di militari Tedeschi) nonché la distruzione del rione S. Antonio ed ingenti danni alla maggior parte dei fabbricati del paese.
Fu per tutti un profondo dolore e sconforto.
Nel 1985 in occasione della 40^ ricorrenza l’Amministrazione comunale come segno tangibile fece erigere un monumento in memoria delle vittime, nella cui lapide è riportato il monito di Papa Pio XII “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”.
Il dovere di tutti è quello di ricordare e trasmettere la memoria ai giovani e alle generazioni future.
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Redazione di Vercelli
LA QUESTURA DI VERCELLI CELEBRA IL 173° ANNIVERSARIO
DELLA FONDAZIONE DELLA POLIZIA DI STATO
Oggi la Polizia di Stato ha celebrato il 173° anniversario dalla sua fondazione con una solenne cerimonia nazionale che si è tenuta nell’incantevole cornice di Piazza del Popolo, alla presenza del Presidente del Senato Ignazio La Russa, del Presidente della Camera Lorenzo Fontana, del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani e di altre cariche istituzionali.
La giornata ha avuto inizio alle ore 9.00 presso la Scuola Superiore di Polizia con la tradizionale deposizione da parte del Ministro dell’Interno di una corona d’alloro al Sacrario dei Caduti, alla presenza del Capo della Polizia
Alle ore 11.00 si è tenuta la cerimonia istituzionale in Piazza del Popolo, durante la quale sarà conferita dal Presidente della Repubblica la Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Bandiera della Polizia di Stato per “gli appartenenti alla Pubblica Sicurezza con diversi gradi, ruoli e responsabilità che dal ’43 al ’45 si opposero al regime di occupazione ed alla legislazione razziale”.
A Vercelli, alle ore 9.00, presso la Lapide posta nel cortile della Questura, sono stati resi gli onori ai Caduti della Polizia di Stato. Il Questore Giuseppina Suma ha onorato la loro memoria, deponendo una corona di alloro.
Successivamente, alle ore 11.00, presso il Teatro Civico, si è svolta la cerimonia celebrativa, con uno schieramento di uomini e donne della Polizia di Stato e la partecipazione di una rappresentanza dell’Istituto Comprensivo “Ferrari” –dell’Istituto Comprensivo “Ferraris” – dell’Istituto Comprensivo “Lanino” – dell’Istituto Comprensivo “Rosa Stampa” di Vercelli, nonché di alcune Associazioni vercellesi impegnate nel volontariato.
Dopo l’arrivo delle Autorità, dei familiari dei poliziotti e degli ospiti, sono stati resi gli onori al Questore, che ha aperto le celebrazioni passando in rassegna il reparto di formazione.
Nel corso della cerimonia, dopo aver dato lettura dei messaggi istituzionali del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del Capo della Polizia Vittorio Pisani,
il Questore ha rivolto ai presenti il proprio saluto (integrale cliccando qui),
illustrando le attività e gli esiti dell’anno appena trascorso, procedendo, poi, insieme alle altre Autorità presenti, alla consegna dei riconoscimenti premiali attribuiti ad operatori particolarmente distintisi per impegno e coraggio nelle attività istituzionali.
Inoltre, nella mattinata, in piazza Cavour, erano presenti donne, uomini e mezzi della Polizia di Stato per illustrare e condividere alcune delle attività che quotidianamente svolgono.

***
I PREMIATI PER MERITI DI SERVIZIO
“PROMOZIONE PER MERITO STRAORDINARIO ALL’AGENTE SCELTO ANDREA COLANGELO, IN SERVIZIO PRESSO L’UFFICIO PREVENZIONE GENERALE E SOCCORSO PUBBLICO DELLA QUESTURA DI VERCELLI”
CON LA SEGUENTE MOTIVAZIONE: “EVIDENZIANDO STRAORDINARIE CAPACITA’ PROFESSIONALI E SPIRITO DI SACRIFICIO, ESPLETAVA UN’ATTIVITA’ DI SOCCORSO PUBBLICO CHE CONSENTIVA DI TRARRE IN SALVO UNA GIOVANE RAGAZZA DI ANNI 13 CHE, CON PROPOSITI SUICIDI, SI ERA GETTATA NELLE ACQUE DEL FIUME ADIGE; NELLA CIRCOSTANZA IL DIPENDENTE, CON GENEROSO ALTRUISMO, SI IMMERGEVA NELLE ACQUE, NONOSTANTE L’INTENSA CORRENTE, PER AFFERRARE E TRARRE IN SALVO LA GIOVANE.
CHIARO ESEMPIO DI ALTO SENSO DEL DOVERE E CORAGGIO.
TRENTO, 12 MARZO 2022”
———–
“ENCOMIO SOLENNE AL SOVRINTENDENTE LORIS MAGNAGO E ALL’ASSISTENTE CAPO GIOVANNI ESPOSITO, IN SERVIZIO PRESSO LA SQUADRA MOBILE, LODE ALL’ASSISTENTE CAPO MARCO SCALA, IN SERVIZIO PRESSO IL GABINETTO PROVINCIALE POLIZIA SCIENTIFICA DELLA QUESTURA DI VERCELLI”
“EVIDENZIANDO SPICCATE QUALITA’ PROFESSIONALI E NON COMUNE DETERMINAZIONE OPERATIVA ESPLETAVANO UNA COMPLESSA ATTIVITA’ DI POLIZIA GIUDIZIARIA CHE PERMETTEVA L’ARRESTO IN OLANDA E LA SUCCESSIVA ESTRADIZIONE DI UN CITTADINO STRANIERO, EVASO DAL CARCERE DI VERCELLI, E DI QUATTRO SUOI COMPLICI, IN ORDINE ALLA PIANIFICAZIONE E ALLA PROCURATA EVASIONE.
LINATE AEROPORTO (MI), 29 APRILE 2022
———
“ENCOMIO SOLENNE ALL’ASSISTENTE CAPO COORDINATORE NICOLA DURANTE, ALL’AGENTE SCELTO ALESSIO IMPAGLIAZZO E ALL’AGENTE SCELTO GIULIO MASTROIANNI, IN SERVIZIO PRESSO LA SQUADRA MOBILE DELLA QUESTURA DI VERCELLI”
CON LA SEGUENTE MOTIVAZIONE: “EVIDENZIANDO ELEVATE CAPACITA’ PROFESSIONALI ED OPERATIVE, ESPLETAVANO UN INTERVENTO DI POLIZIA GIUDIZIARIA CHE SI CONCLUDEVA CON L’ARRESTO DI UN CITTADINO EXTRACOMUNITARIO, RESPONSABILE DEI REATI DI RESISTENZA E MINACCIA AGGRAVATA A PUBBLICO UFFICIALE E CON IL DEFERIMENTO DI UN ALTRO INDIVIDUO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI.
VERCELLI, 13 LUGLIO 2020”.
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“ENCOMIO SOLENNE ALL’AGENTE ANNIBALE BENTIVOGLIO, IN SERVIZIO PRESSO LA SQUADRA MOBILE E ALL’AGENTE IVAN COCIMANO, IN SERVIZIO PRESSO L’UFFICIO PREVENZIONE GENERALE E SOCCORSO PUBBLICO, INSIEME AD ALTRI OPERATORI DELLA QUESTURA DI VERCELLI”
CON LA SEGUENTE MOTIVAZIONE: “EVIDENZIANDO SPICCATE QUALITA’ PROFESSIONALI E NON COMUNE DETERMINAZIONE OPERATIVA, ESPLETAVANO UN’ARTICOLATA ATTIVITA’ DI SOCCORSO PUBBLICO IN OCCASIONE DI UN INCENDIO CHE INTERESSAVA UN APPARTAMENTO E CHE CONSENTIVA DI CONDURRE IN SALVO UN UOMO, CHE AVEVA TENTATO IL SUICIDIO.
Al IV Congresso della Cisl del Piemonte Orientale che si è svolto a Novarello (Granozzo con Monticello) nei giorni 8 e 9 aprile, è stato allestito uno spazio espositivo dedicato alle tavole realizzate dagli studenti del Liceo artistico Lagrangia di Vercelli, in preparazione del manifesto ufficiale del congresso stesso.

Prosegue la collaborazione tra la Cisl territoriale e l’istituto superiore, che ogni volta ha risposto con grande entusiasmo alle proposte del sindacato.
Un ringraziamento speciale al Dirigente scolastico prof. Giuseppe Graziano, ai docenti e, naturalmente, alle studentesse e agli studenti che, nel corso degli anni, hanno realizzato progetti di grande valenza artistica e culturale.
Ricordiamo ad esempio i bellissimi pannelli realizzati in occasione del convegno di studi su Giulio Pastore del dicembre 2022 al Teatro Civico.
Nella foto: a destra Elena Ugazio, confermata alla Segreteria Generale, affiancata da Romina Baccaglio e Iginio Maletti. A sinistra la prof. Elisabetta Ronco, dirigente Cisl.
«Ha servito la comunità. Il settore più difficile quello a lei affidato: le Politiche sociali. Un settore in cui si è impegnata con passione sapendo di trovarsi davanti persone, vite e storie che dovevano essere supportate e che avevano bisogno di essere ridotate di dignità».
Con queste parole il vicario generale dell’arcidiocesi eusebiana, mons. Stefano Bedello, ha tratteggiato il ritratto di Ketty Politi nell’omelia pronunciata, nella mattina di oggi, mercoledì 26 marzo, in occasione del funerale dell’ex assessore morta domenica scorsa al termine di una lunga malattia ad appena 66 anni.
Il duomo di Vercelli era stracolmo di gente che ha voluto dare l’ultimo saluto a Ketty Politi così come la Croce rossa, di cui era volontaria, che ha approntato per lei un picchetto d’onore.
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Redazione di Vercelli
Vercelli sgomenta per la prematura scomparsa di Ketty Politi, 66 anni, unanimemente stimata e benvoluta, conosciutissima in città e non solo per le sue molteplici attività.
Da circa due mesi la malattia che l’aveva colpita si era aggravata e da alcune settimane era ricoverata in Ospedale a Novara.
Nel pomeriggio di oggi, 23 marzo, la fine.
Ketty Politi era stata un’Imprenditrice capace ed affermata, Pubblico Amministratore nelle Giunte Comunali guidate dal Sindaco Andrea Corsaro, Presidente del Soroptimist e da qualche tempo era impegnata nella Croce Rossa, sia come Soccorritore, sia coma “Monitore”, cioè incaricata della formazione dei nuovi Volontari.
Alla famiglia le nostre vivissime condoglianze.
Aggiornamenti nelle prossime ore.
Numeri che parlano da soli: 20 quintali di fagioli, 10 di salami, 20 mila porzioni distribuite alla gente che ha affollato la piazza Zappelloni di Santhià: certo per assicurarsi una congrua razione del piatto tradizionale e simbolo del Carnevale, ma soprattutto per dire, anche in questo modo, che il Carnevale Storico, il più antico del Piemonte, è davvero nel Dna della gente, iridescenza identitaria vissuta con apertura di cuore verso tutti.
Abbiamo anche quest’anno atteso, insieme a tanti amici – oggi, 3 marzo – il doppio colpo di fucile che, alle 12 in punto, dà il via alla distribuzione, attingendo dalle caldaie poste sulla fiamma viva sin dalle 6 di questa mattina, con una preparazione iniziatasi due ore prima.
Ascoltiamo le voci dei protagonisti nel nostro video e tutti li vediamo nella gallery che completa queste righe.
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Redazione di Vercelli


































