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(marilisa frison) – Sabato 10 febbraio 2024, a Trino, nella chiesa parrocchiale San Bartolomeo, con un giorno di anticipo sulla data della Memoria liturgica che è oggi, 11 febbraio, è stato ricordato il 166.mo anniversario (11 febbraio 1858) dalla prima delle 18 apparizioni della Vergine Maria, alla 14enne Bernadette Subirous, nella grotta di Massabielle, tra i Pirenei francesi.

L’incontro di preghiera si è tenuto alle 11, durante l’esposizione del Santissimo, da don Riccardo Leone, che ha così esordito:

“Spiritualmente ci portiamo a Lourdes, ci uniamo con la nostra preghiera a tutti coloro che sono giunti a Lourdes in questi giorni, a pregare la Vergine Santa. Noi la preghiamo quì, nella nostra comunità. Abbiamo la Cappella, la Grotta di Lourdes, ci sono le spoglie del fondatore dell’Oftal, ci sentiamo veramente a casa nostra.”

E davanti al Santissimo Sacramento abbiamo accolto l’invito della Vergine Santa, che ci esorta alla preghiera del Santo Rosario, così come un giorno invitò Santa Bernadette.

Insieme a don Riccardo sono stati meditati i “Misteri della gioia”.

La recita delle decine è stata guidata, a turno, dalle dame Oftal.

Si è pregato per la nostra comunità, per tutti coloro che sono impegnati a portare il Vangelo nel mondo, per le famiglie affinché sia accolta la vita, per consolidare le famiglie al Signore e affinché Maria continui a parlarci di Gesù.

È stata invocata la preghiera del malato, in occasione della XXXII Giornata Mondiale del Malato, istituita da San Giovanni Paolo II nel 1992, proprio nel giorno della prima apparizione della Madonna alla grotta di Massabielle.

Al termine, la numerosa assemblea si è trasferita nella attigua Cappella di Lourdes per la supplica alla Vergine.

Nonostante il tempo infausto tante le persone intervenute a portare il saluto filiale alla Bella Signora.

Le Dame dell’Oftal hanno offerto mentine e immagini della Madonna di Lourdes benedette.

Trino è sede generale dell’Oftal (che si occupa del trasporto degli ammalati a Lourdes), fondata nel 1932 da Mons. Alessandro Rastelli.

Altro co-fondatore fu Giannino Ferrario, il quale investì per tale causa gran parte del suo cospicuo patrimonio.

Lo stesso Rastelli fece costruire nella chiesa parrocchiale San Bartolomeo la splendida cappella con all’interno riprodotta la grotta di Lourdes con la splendida e radiosa Signora.

Mons. Paolo Angelino Presidente dell’Oftal, prima di recarsi a Lourdes per accogliere i fedeli, provenienti da ogni dove, ha fatto finemente addobbare la grotta con splendide rose in omaggio a Maria.

All’interno della cappella di Lourdes, a Trino, come ha ricordato don Leone, riposa don Rastelli.

Buona conversione e buona preghiera a noi tutti, anche nell’imminenza della orami prossima Quaresima; questo è quanto la Vergine chiedeva e chiede, pregando altresì per la guarigione a tutti i malati.

Posted in Pagine di Fede

Rocambolesco, ma privo di conseguenze per le persone coinvolte, il sinistro stradale verificatosi attorno alle 18 di oggi, 6 febbraio, in Via Rocciamelone (zona Regina Pacis) a Vercelli.

Proveniente da Via Ivrea, l’utilitaria grigia condotta da una giovane alle prime armi (sul parabrezza della vettura ben visibile il cartello che segnala un principiante alla guida), ha tentato (risulterebbe così da prime sommarie informazioni) una curva a gomito, finita con un ribaltamento del mezzo.

Nessun’ altra auto coinvolta in collisioni di sorta, la Polizia Locale di Vercelli sta procedendo ai rilievi ed all’accertamento dell’esatta dinamica dei fatti.

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Posted in Cronaca

Grande successo per l’appuntamento clou del Carnevale di Valduggia.

Oggi, sabato 27 gennaio, è andata in scena la sfilata per le vie del paese.

Il corteo ha accolto maschere ed è stato animato da divertenti coreografie.

Un paese in festa che ha dato ristoro ai numerosi partecipanti con soste golose, offerte dagli esercizi commerciali e da privati.

Sei i gruppi presenti: Majorettes, Invozio, Scuole elementari, Aigule, Arci Simone e I Tiratardi.

La kermesse si è conclusa con i balli e gli spettacoli dei gruppi partecipanti.

Redazione di Vercelli

 

 

 

 

Posted in Società e Costume

(marilisa frison) – Anche nell’appena trascorso mercoledì 17 gennaio 2024, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, la fede, le tradizioni e l’amore per gli animali si incontrano a Trino nel cortile della parrocchia.

Dopo la Santa messa delle 18, numerosi gli amici a quattro zampe che si sono radunati e hanno fatto sentire la loro voce, la loro presenza, in attesa della benedizione per intercessione di Sant’Antonio Abate del parroco, don Patrizio Maggioni, che non si è fatta attendere ed è scesa sugli animali e sui loro padroni, a cui è stata donata un’immaginetta del Santo, con sul retro una preghiera, che è stata recitata dai presenti.

Ma perché si festeggia e chi è Sant’Antonio Abate?

Antonio era di origine Egiziana, al tempo una delle nazioni più ricche e potenti al mondo, figlio di una famiglia benestante cristiana, nacque nel 251 d.c.

A 19 anni rimase orfano e per amore del precetto evangelico “vendi tutto e dona ai poveri”, si spogliò di tutti i suoi averi e andò a vivere come eremita in un fortino nel deserto della Tebaide, pregando e lavorando, in solitudine, con la sola compagnia di uccelli e altri animali.

Dedicò la sua vita alla preghiera e all’aiuto verso i bisognosi e rifugiato nelle preghiere, osservando digiuni e privazioni superò le “tentazioni”, prove diaboliche che lo tormentavano.

Fu chiamato il padre e fondatore del monachesimo perché molti altri vollero seguire il suo esempio e si venne a formare una numerosa comunità di eremiti.

Visse fino a 105 anni e morì il 17 gennaio del 357d.C., solo, tra i suoi animali e il suo orto, per questo è noto per essere il protettore degli animali domestici, patrono dei maiali e della stalla, dei salumai e dei macellai, inoltre è legato a festività del mondo contadino.

C’è anche una leggenda che narra che nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, quando il Santo era in vita, gli animali attorno a lui acquisirono la capacità di parlare.

Tante le storie sul Santo, che viene raffigurato con un maiale e altre con il fuoco.

L’Anacoreta, così venivano chiamati gli eremiti al tempo, fu anche taumaturgo, molti uomini si rivolgevano a lui per chiedere il miracolo della guarigione da malattie e possessioni demoniache.

È invocato anche contro l’herpes.

Un Santo che si è consumato nella preghiera, ha donato molto amore e ci invita alla preghiera e a donare amore.

Un buon rientro a casa agli animali che ormai sono parte della famiglia e ai loro proprietari.

Posted in Pagine di Fede

(marilisa frison) – In questa gelida seconda domenica del Tempo Ordinario, 14 Gennaio 2024, riprende anche il Catechismo e alle 10 la parrocchiale San Bartolomeo, di Trino, è gremita.

Tanti i bambini che hanno portato la loro gioia in chiesa e hanno animato la Santa messa intonando i canti con il coro, diretti dalla brava e paziente Elisabetta Palazzi.

Una grande gioia ed emozione per tutti i presenti e, certamente, cosa molto apprezzato da Gesù, che è gioia e amore.

Nell’omelia, don Patrizio Maggioni si è rivolto ai ragazzi dicendo loro:

Cari ragazzi, nel Vangelo di oggi, Andrea fratello di Pietro, prende per mano voi ragazzi del catechismo, vi dovete sentire presi per mano. Andrea prende per mano ciascuno di voi, per accompagnarvi a capire cosa vuol dire essere cristiani. L’altro Apostolo di cui parla il Vangelo è senza nome, perché sulla figura di quell’apostolo anonimo, ognuno ci deve mettere il suo nome. E insieme ad Andrea si inizia a camminare dietro a Gesù, indicato da Giovanni Battista “Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”.  – prosegue il sacerdote – La prima cosa da fare per essere Cristiani, è desiderare di esserlo, e desiderare di essere Cristiani è dire quell’eccomi ribadito tre volte dal profeta Samuele nella prima lettura. E il vostro essere qui, spontaneamente, ragazzi, con la vostra presenza è proprio dire quell’eccomi. Ragazzi per essere buoni Cristiani dovete vivere contro corrente, quindi, non dovrebbero fare breccia su di voi gli influencer, che fanno massa, quella massa di pecoroni che vanno tutti dalla stessa parte. Essere Cristiani significa sapere che l’unica guerra che noi dobbiamo sostenere, è quella contro il peccato, darsi da fare per rendere migliore il mondo, decidere di impegnarsi per una vita nuova, essere pronti a ripartire, se son Cristiano devo coinvolgere, contagiare, se ho incontrato qualcosa di bello non posso tenerlo solo per me e capire che tutti abbiamo una vocazione a cui corrisponde. – poi don Pato spiega questi punti ai ragazzi – In un mondo di belve, qual è il nostro, Dio non viene come la belva più feroce di tutte, per far star zitti tutti, come noi ci aspetteremo, ma come Agnello con destino segnato da una strada altra, completamente diversa, più forte più eterna più valida…”

Bello vedere tanti giovani apprestarsi a ricevere Gesù Eucarestia, mentre la corale intonava: “Eccomi Gesù”.

Al termine il parroco ha messo al corrente l’assemblea di tutti gli appuntamenti prossimi venturi: mercoledì 17 gennaio, in occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, alle 18,40 dopo la Santa messa delle 18 avrà luogo la benedizione degli animali, ognuno è invitato a portare i propri animali d’affezione nel cortile della parrocchia, mentre alle 21 nelle Cappella di Lourdes, si terrà il primo incontro del Cammino Comunitario Preghiera e Formazione “Alla scuola dell’Amore”; sabato 27 gennaio, a Trino, sotto l’atrio comunale, verranno vendute le arance della salute Airc, per sostenere la ricerca sul cancro; domenica 4 febbraio, si festeggerà alla grande don Bosco, una super festa con messa, parata, pranzo condiviso, arti oratoriane, giochi e tanto, tanto divertimento. Il tutto organizzato dagli Animatori con la partecipazione e l’aiuto di tutti gli amici dell’oratorio. Per il pranzo condiviso prenotare presso Valeria 371 1901095; mentre nel pomeriggio di questa domenica alle 16, ha avuto luogo l’Adunanza Terz’ordine O.P. con la partecipazione Fra Pio Marcato e l’estrazione a sorte del Santo protettore.

Dopo la benedizione, i bambini del Catechismo si sono recati nelle loro aule di catechismo ben calde, accompagnati e seguiti dalle loro Catechiste.

Dio chiama sempre, chiama alla vita, alla fede, ogni chiamata è una chiamata individuale perché Dio non fa le cose in serie. Dio chiama sempre in modo diverso per i suoi progetti in ciascuno di noi, che è sempre un disegno d’amore, la gioia più grande per ogni credente è rispondere a questa chiamata, offrire tutto se stesso al servizio di Dio e dei fratelli.

Posted in Pagine di Fede

Borgosesia 0

Asti 1

Marcatore: 33′ st Favale.

Borgosesia (4-2-3-1): Uva; Peritore (27′ st Giacona), Gilli, Derbali, Rekkab (37′ st El Achkaoui); De Angelis (17′ st Bertoni), Tunesi; Monteleone (40′ st Tobia), Lauciello (27′ st Soldi), Henin; Manara.

A disp.: Vittoni, Iannacone, Colombo, Del Barba.

All: Moretti.

Asti (4-4-2): Brustolin; Gjura, Della Giovanna (32′ st Darini), Sow,  Meloni (38′ st Chianese); Ghiardelli (9′ st Nobile), Toma (30′ st Plado), Azizi, Favale; Valenti, Padovan (44′ st Mazzucco).

A disp.: Dosio, Filipi, Paolin.

All.: Sesia.

Arbitro: Iheukwumere de L’Aquila.

Guardalinee: Severini di Seregno e Corbetta di Como.

Note: giornata soleggiata. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 250 circa. Ammoniti: Derbali, Bertoni. Angoli: 4-3. Recupero: 1′ pt – 5′ st.

Si apre con una sconfitta il 2024 casalingo del Borgosesia.

Contro l’Asti va in scena una gara equilibrata.

A dirla tutta sono i granata a manovrare di più.

Gli spazi però sono pochi e la partita si sblocca alla mezz’ora della ripresa.

È l’ex Favale ad andare in rete, costringendo le aquile al ko.

Partono meglio i locali.

Dopo 7 minuti di gioco, uno scambio Manara-Lauciello, porta alla ribattuta in angolo.

Poco dopo Manara chiama Brustolin alla parata in due tempi.

Sull’altro fronte, Gjura imbeccato da Favale conclude alto.

Minuto 31, contatto in area astigiana tra Sow e Monteleone, il direttore di gara lascia proseguire.

Prima del riposo, Henin suggerisce per Lauciello; la palla è fuori.

La ripresa si apre con Brustolin che dice di no a Lauciello, mandando alto sulla traversa.

Dall’altra parte, Uva interviene sul diagonale di Padovan.

Minuto 20, l’estremo difensore ospite si supera su Manara.

Un minuto dopo Manara va in rete ma l’arbitro annulla per fuorigioco.

Superata la mezzora, Favale in mischia porta avanti i suoi.

Al 39′ Giacona conduce un contropiede ma inciampa al momento decisivo.

La gara si spegne con la rovescia di Bertoni che non inquadra lo specchio della porta.

Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport
PiemonteOggi, Regione Piemonte, Valsesia e Valsessera

Albenga 1

Borgosesia 1

Marcatori: 13’ pt Di Stefano su rigore, 15’ pt Manara

Albenga (3-5-2): Bisazza; Mukaj, Venneri, Legal; Nesci (1’ st Pellicanò), Berretta, Tesio (24’ pt Castiglione), Di Stefano (36’ st Birzò), Moscatelli; Jebbar, Vari (19’ st Colantonio -– 40’ st Massoni).

A disp.: Romano, Mulè, Nacci, Giudice..

All. Aiello.

Borgosesia (4-4-2): Uva; Peritore (42’ st Giacona), Gilli, Derbali, Rekkab; Monteleone (42’ st Soldi), De Angelis (22’ st Bertoni), Tunesi, Henin; Del Barba (32’ st Iannacone), Manara.

A disp.: Autoriello, El Achkouri, Colombo, Lauciello, Tobia.

All.: Moretti.

Arbitro: Franzò di Siracusa

Guardalinee: Bensorte di Trapani e Di Marco di Palermo

Note: giornata ventosa con cielo coperto. Terreno in erba sintetica. Spettatori 250 circa. Ammoniti: Tesio, Di Stefano, Del Barba, De Angelis. Angoli: 1-4. Recupero: 1’ pt – 5’ st

Parte dalla Liguria il 2024 del Borgosesia.

Avversario dei granata è un’Albenga terzo in classifica.

I valsesiani si presentano alla sfida con un inedito 4-4-2.

Oltre all’assente Duse, non è tra i titolari nemmeno Lauciello che non al meglio parte dalla panchina.

La gara si apre con il tentativo di Moscatelli che termina alto.

Al 5’ Di Stefano manda sull’esterno della rete.

E’ il 12’ quando i liguri beneficiano di un calcio di rigore per un  contatto Derbali-Di Stefano.

Dagli 11 metri Di Stefano non sbaglia e porta avanti i suoi.

Palla al centro il Borgosesia pareggia.

E’ il quarto d’ora e i granata calciano una punizione laterale.

Henin, fa sponda per Manara, che da due passi insacca.

Dopo la gara non regala altre emozioni offensive e si sviluppa per lo più a centrocampo.

Ne finale di tempo Di Stefano conclude centralmente.

La ripresa si apre con l’incornata di Manara, neutralizzata da Bisazza.

Il Borgosesia conduce le redini del gioco e sfiora il vantaggio al 25’.

Prima la conclusione di Manara è deviata in angolo e sugli sviluppi dello stesso, Gilli incorna a lato di poco.

Nel recupero il Borgosesia sfiora il gol con Bertoni e Henin che non hanno fortuna.

Dopo non succede altro e la gara termina in parità.

Redazione di Vercelli

 

 

Posted in Lo Sport
Vercelli Città

Sono gli amici di Fratelli d’Italia a fornire gli ingredienti per l’ultima (a meno di cose imprevedibili) Trippa del 2023, la 54.ma dell’anno che sta per concludersi.

Quindi, insieme a molti cari e sempre riconoscenti auguri ai Lettori, ecco che succede.

Andiamo, tanto per cambiare, con ordine.

***

Allora, pare proprio che il Pirata, con certi suoi atteggiamenti del tutto assonanti con quello noto e proprio del Marchese del Grillo, abbia stufato pure loro.

Quei Fratelli che tanto lo hanno amato.

Possibile?

Possibile.

Ma  – osserva il povero omarino – la candidatura del Pirata non era stata, a suo tempo, battezzata da un brindisi con l’Arneis da estemporanei king makers, nel 2019?

Di quel brindisi, pare proprio che ora restino soltanto i rutti.

Sicchè, la fatwa: gli Assessori di Fratelli d’Italia non andranno più in Giunta.

Ecchecavoli.

Sentenza, peraltro, generica o, almeno, eccedente la realtà.

Anche in quanto, “gli” Assessori di Fratelli d’Italia non reggono il plurale.

Uno si è dimesso da sé, nella scorsa Primavera, per andare a Roma (l’On. Emanuele Pozzolo) e la sua sedia è rimasta vuota; la Giunta del Niente è, da allora, a ranghi un po’ ridotti, ma poco cambia:  niente meno niente fa sempre niente.

L’altro, Mimmo Sabatino, pare proprio che accetterà, sia pure obtorto collo, l’indicazione di partito.

***

Forse continuerà nell’occhiuta vigilanza su ogni flatus vocis di Facebook, magari in tandem con l’altro fratello d’Italia, il Presidente del Consiglio Comunale, il meloniano convertito Romano Lavarino.

Alcuni amici li hanno affettuosamente ribattezzati il

Gianni e Pinotto del social di Mark Zuckerberg.

Basta che un privato cittadino qualsiasi si permetta di anche solo garbatamente accennare ad una delle varie magagne comunali e quelli – come fossero le velociraptor gi Jurassik Park – gli piombano addosso.

 

L’ultima battuta di caccia della coppia militante della GdN è delle scorse ore, a proposito delle zone blu davanti all’Ospedale.

Un navigante di Fb si lamenta: ma bravi, voi del Comune, date le multe a chi sfora e va a trovare i parenti ricoverati, proprio nelle Feste di Natale.

Giunge in tempo reale l’Assessore, sostenendo qualcosa del genere: ma guardi, caro Signore, che le zone blu sono a favore del popolo, altrimenti ci sarebbe (chissà perché, poi) chi potrebbe occuparle tutto il giorno, sottraendo posto agli altri.

Insomma, favorirebbero la rotazione.

Una bella battuta, che pare dimenticare del tutto la funzione delle zone disco.

Forse incoraggiato dal fatto che, intanto, ormai la gente non sta più nemmeno a sentire cosa dicono, ecco a dargli manforte il Convertito: attenti che, se ci fossero le zone disco, si potrebbe, al termine dell’orario, spostare la lancetta più avanti, di nuovo precludendo la rotazione.

Insomma, benefattori del popolo.

Con questo, forse, siamo arrivati a lumeggiare le fascinose atmosfere del varietà.

Anche perchè il Presidente interventista del Consiglio Comunale (magari in vita sua mai addetto alla direzione del traffico veicolare) sembra trascurare una leggina come il Codice della Strada laddove prevede, al termine dell’ora indicata, che si sposti la macchina, non la lancetta.

Altrimenti, di nuovo, multa.

Chissà come sarà dura, per il tandem, osservare e, soprattutto, spiegare al popolo di Facebook la disposizione di partito:

almeno per qualche tempo il Pirata è nel mirino degli stessi Fratelli.

Ma, in sostanza, cosa sarebbe successo per determinare una così dura presa di posizione, come la sedia vuota, utile, del resto come quella occupate dalle nobili terga?

***

LA RIUNIONE PRE CONSILIARE DEL 15 DICEMBRE SCORSO

Un breve flash back ci fa tornare alla riunione dei 10 Consiglieri Comunali di Fratelli d’Italia, in preparazione dell’ultimo Consiglio Comunale dell’anno. Siamo al 15 dicembre.

Erano partiti, nel 2019, in quattro gatti e ora sono in dieci.

E’ in quella sede che qualcuno incomincia, timidamente e con il dovuto rispetto, ad esporre qualche perplessità: chiedo venia, illustrissimo signor Pirata, ma non Le pare che il popolo non abbia tutti i torti quando leva (se con bel garbo, sottomissione, prudenza) lo sguardo interrogativo, soprattutto a proposito di certi argomenti?

In quel giorno di dicembre, le allusioni sono soprattutto in ordine a quello che ormai ad alcuno pare come un incipiente monopolio, in campo culturale, degli illustrissimi Musici della Camerata Ducale.

Così come alle tariffe della Scuola Vallotti: qui il discorso si fa un po’ tecnico, perché gli appunti si riferiscono al fatto che molti allievi sono residenti in altri comuni, sicchè Palazzo Civico di fatto sostiene costi per cittadini che non sono di Vercelli.

Argomento, peraltro, non nuovo, né facile e, del resto, intrinseco a servizi di rango sovracomunale.

E che ‘tte devo di’, come dicono a Roma.

***

Ma i severi mali di pancia dei 10 (nonché dei capataz di partito) accusati in quella, oppure in altre occasioni, vanno ben oltre.

Tanti i dubbi sul piano Chìparo, sui lavori pubblici eterni.

Leziose le repliche: ma, intanto, la gente è contenta se vede lavori in corso.

Ma quando si parla di parcheggi, torna la solfa: i parcheggi ci sono, è il popolo che non sa usarli.

E poi, perché non fanno cento metri a piedi?

Il popolo risponde, di solito, che la gente fa molto di più di 100 metri a piedi e che simili espedienti verbali non risolvono certo i problemi, tanto più che i 100 metri, incominciassero a farseli lorsignori, che hanno i parcheggi riservati nel cortile comunale, così come in Via Quintino Sella.

Insomma, fanno i virtuosi con i 100 metri degli altri.

***

Le fitte continuano, come gli argomenti, che ricorrono.

Anche questa Giunta non è riuscita a fare nulla per ridurre i doppi e tripli incarichi dei Dirigenti: Silvano Ardizzone ha sempre i suoi tre incarichi e sta (ringraziando il Signore) benone con tutto quello che guadagna.

Del resto, sarebbe stato difficile credere che, a contrastare il fenomeno, potesse essere lo stesso Sindaco che, in qualche modo, nelle Giunte Pirata I e Pirata II l’ha elevato a sistema.

Il tasto Dirigenti duole: di fatto, sono i veri referenti del Sindaco, che – come i suoi predecessori – pare preferisca rischiare il posto lui, piuttosto che rimuovere qualcuno tra loro.

Repertorio collaudato e sempreverde, anche quello che fornisce le risposte preconfezionate a chi si permette di muovere critiche all’operato di Liliana Patriarca: ma stiamo attenti che ce la portano via, ha ricevuto offerte, speriamo che non si stufi.

Cose fritte e rifritte; la presunta partenza di Tripla I (Infallibile, Indispensabile, Insostituibile) è una favola che attraversa i cicli amministrativi con la regolarità della risacca sulla battigia.

***

Poi, c’è il problema numero uno.

Si tratta di nominare l’Assessore che sostituisce Emanuele Pozzolo.

Anche perché – sono le ragioni dei Fratelli – ormai, in Consiglio Comunale, i meloniani hanno 10 Consiglieri.

Li ricordiamo alla veloce a beneficio del Lettore eventualmente interessato: Pasquino, Miazzone, Boglietti, Riva Vercellotti, Maris, Demichelis, Lavarino, Candeli, Locca, Babudro.

Sono il 47 per cento e oltre, se la calcolatrice non inganna, della maggioranza che sostiene il frutto dell’Arneis.

Ma hanno un solo Assessore e, a voler concedere, il Presidente del Consiglio Comunale: è noto, infatti, che Lavarino lasciò la Lega, ma non la carica.

Dopo di lui, anche il Sagacissimo.

Ma, in Giunta, contano comunque solo per il 12 per cento e poco più.

Al contrario, Lega e Forza Italia, soprattutto dopo la cooptazione tra i berlusconiani del Sagacissimo (Vice Sindaco) hanno il 37 per cento e oltre del peso politico.

Fino a un certo punto perché, come abbiamo visto, il Pirata non è che tanto conceda all’altrui peso politico.

Ad esempio, si domandano, nel foro interno, i Fratelli ormai demotivati: ma perché non ci dice niente sull’arrivo o meno di ARaymond in Area Pip roggia Molinara?

Arrivano davvero?

Perché se ne è parlato tanto, ma, almeno per ora, nemmeno una palina di cantiere è piantata.

Poi, sempre in Area Pip, c’è qualcosa che pare il remake della vicenda Aprc – Karim.

Questa benedetta Azienda colossale straniera, arriva o non arriva?

Al momento pare il Colombre di Dino Buzzati.

Perché – così sembra ai Fratelli – non ne sappiamo né punto né poco (la locuzione è assai più colorita, ma non è questo il punto).

Ma, tornando al punto, l’istanza che rivolgono al Pirata è anche questa:

nomina, finalmente, almeno il secondo nostro Assessore.

E pare proprio che, da questo orecchio,

il Sindaco battezzato con quella fatale bottiglia di Arneis, non ci voglia sentire.

Ecchecavoli.

***

Sicchè, come abbiamo visto, i Fratelli non manderanno (manderebbero?) più il loro e unico rappresentante in Giunta.

E se decidessero, quando sarà in discussione il Bilancio preventivo (per la prima volta non sarà all’Ordine del Giorno entro dicembre) di non presentarsi in Consiglio Comunale?

Videant consules, ne quid res publica detrimenti capiat.

***

Per una sorta di paradosso solo apparente e mutatis mutandis

(nota a beneficio del simpatico Dante: non è in discussione la buona pratica di cambiare con la necessaria frequenza la biancheria intima) questa situazione potrebbe suonare come un “tana libera tutti” proprio per la Lega.

Perché, se il Pirata ha stufato persino i Fratelli, figuriamoci loro.

Invece la Lega in Giunta ci va eccome: tre su tre Assessori.

***

Come finirà?

Chi vivrà, vedrà.

Buon 2024 a tutti.

Posted in Trippa per i gatti
Vercelli Città

Oltre a quello dedicato alla memoria dell’anniversario dalla nascita di Sant’Agostino d’Ippona (13 novembre) qualche settimana fa rimase un po’ di tempo per alcuni “dubia” avanzati nel

nostro precedente articolo – leggi qui – a proposito della fabbrica dei

pallet, articolo che è, appunto di un mese addietro: allora come oggi raccogliemmo le perplessità di Operatori di questo Mercato.

Si tratta, come sappiamo, della

geniale intuizione industriale regalata a Vercelli da Iren Spa, per il tramite della controllata Asm Vercelli spa.

Intuizione che ha conquistato molti, se non tutti, sia prima, sia dopo il giugno 2019.

Dapprima, elemento caratterizzante del piano industriale di Corso Palestro, quando era Sindaco Maura Forte.

Poi, riguardato come risorsa preziosa anche dall’attuale maggioranza di Centrodestra.

Al punto che le opinioni e prese di posizione dei cittadini (e dei loro rappresentanti in Consiglio Comunale) dubbiosi o contrari al progetto,

venivano bollate come viziate da ignoranza o ottusità – leggi qui –

E leggi qui .

***

Dunque, gli illuminati da una parte e, dall’altra parte… come chiamarli?

Oscurantisti come quelli, sempre insofferenti al moderno,  già visti ai tempi del Ballo excelsior?

***

Oggi, a sei mesi dall’inaugurazione del geniale progetto coltivato con

tenacia e capacità di persuasione

(forse anche vera a propria “conversione” degli increduli, al tempo)

soprattutto dall’ex Ad di Asm Vercelli, Roberto Conte, ancora dubbi.

Perché al Mercato non è che bastino le invettive del Pirata in sede di inaugurazione per esimersi dall’onere del pensiero.

Ci sono operatori economici che qualche domanda incominciano a porsela.

Peraltro (ed almeno per ora) solo evidenze empiriche.

A distanza di un mese dalle fotografie a corredo del precedente servizio, i bancali di pallet impilati nell’area cortilizia di Via Libano pare non si siano mossi e ad essi, anzi, se ne siano aggiunti altri.

Come se i flussi in uscita, le vendite, non fossero stati particolarmente dinamici.

C’è sempre la pila di prodotti imballati contrassegnati dalla dicitura “da controllare”.

E va bene: un controllo in più non guasta certamente.

Oggi i Lettori ci segnalano un cartello nuovo, su altri bancali che si sono accumulati ai precedenti.

Una scritta rossa su fondo bianco “KO”.

Vorrà forse – a proposito di economia circolare – indicare qualcosa come “chilometri zero”?

***

Ma, in fondo, la domanda cui sarebbe facile rispondere, al di là di come sia utilizzato o non utilizzato il piazzale, è semplice: come vanno le vendite dei pallet?

Si vendono?

L’attività va bene?

A queste domande potrebbe avere dato una risposta la riunione di Consiglio di Amministrazione di Asm Vercelli spa in calendario per oggi, 15 dicembre.

Non si chieda a noi se al mattino o al pomeriggio: non è che ci mandino le convocazioni per conoscenza.

Oggi è sempre oggi.

***

Di fatto, i cittadini vercellesi si trovano “comproprietari” al 40 per cento, tramite il Comune di Vercelli, di un’azienda che ha “in pancia” uno stabilimento industriale costato, in luogo dei circa 40 previsti, almeno 58 milioni di euro:

oggi in Cda la somma esatta?

Che assicura – a fronte di un investimento di 58 milioni di euro – occupazione a (dicono) 40 Addetti.

E sarebbe l’unico saldo occupazione attivo in Asm Vercelli spa dal 2015 (quando gli occupati erano 200) ad oggi (i 216 dichiarati in Bilancio comprendono l’annessione delle nuove maestranze migrate con l’appalto della raccolta rifiuti in area Covevar: insomma, c’erano già, non sarebbe occupazione aggiuntiva).

Il dato reale si saprà leggendo il Bilancio dell’esercizio 2023.

Si vedrà.

Non ci vuole una memoria da elefante per ricordare i tempi in cui anche l’Inceneritore di Via Asigliano era difeso a spada tratta (anche) perché “dava lavoro”.

L’avventura del revamping costò qualcosa come tre milioni di euro.

***

Uno dei misteri di questa mirabile iniziativa imperniata sul valore “aggiunto” dell’economia circolare, capace di folgorare, affascinare e sedurre menti aperte come quelle degli Illuminati di Baviera, pare essere proprio questo.

Cioè: come funziona il rapporto tra costi e ricavi?

Una cosa non facile da sapere, al punto che, in ben due occasioni, una nel corso della riunione della Prima Commissione Consiliare del Comune, l’altra in Consiglio Comunale, l’Assessore al Bilancio e Partecipate (significa alle Aziende, in primis Asm spa) Luigi Michelini affermò di non avere mai visto il piano industriale dell’iniziativa.

Ma amen.

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Dunque: chi fornisce il legno di scarto (intriso di formaldeide) alla fabbrica di Via Libano?

Potrebbe essere la stessa Iren spa o qualche sua società satellite, che lo raccoglie in giro per l’Italia?

Se così fosse, per questo servizio di raccolta, svolto in tutta Italia, Iren potrebbe anche ricevere un compenso.

Iren.

Poi, una volta raccolto il legname di scarto intriso di formaldeide, Iren dovrebbe smaltirlo in qualche modo, magari pagando qualcosa al sito di smaltimento.

Iren.

Invece ora (sempre Iren) ha l’alternativa: lo porta a Vercelli.

Circa 110 mila tonnellate l’anno.

Ben oltre la produzione di scarti legnosi del territorio provinciale, che è di circa 2.600 tonnellate l’anno.

Magari oggi in Consiglio di Amministrazione di Asm Vercelli spa avranno potuto toccare con mano qualche bella notizia: guardate, Signori cari, che Iren a noi il legno lo regala.

Così ci guadagna Iren che non paga lo smaltimento e noi abbiamo la materia prima gratis.

Forse.

Perché se, oltre a tutto il resto, Iren facesse anche pagare ad Asm (quindi, di riflesso, ai vercellesi) il legname di scarto, sarebbe una cosa su cui porre qualche domanda, anche senza essere ottusi o retrogradi.

Ed a quelli del ballo excelsior toccherebbero danze un po’ diverse.

Ma come potremmo saperlo noi?

Del resto, ci vorrebbe poco a dirlo:

guardate, Signori cari, Iren ci porta i rifiuti legnosi e noi non li paghiamo.

E amen.

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Poi c’è il processo di lavorazione.

E va bene, i 40 Addetti fanno tutto per bene.

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Poi, infine, arriva il momento in cui si è tutti contenti: il prodotto si vende.

E chi lo compra?

Per ora il popolo vercellese, anche se detiene il 40 per cento delle Azioni di Asm Vercelli spa, non lo sa.

Né quanto prodotto, né a che prezzo di vendita, né, soprattutto, chi se lo compra.

Si vede il piazzale pieno, con le scritte “da controllare” e “chilometro zero”.

Ma a qualcuno si venderà.

E, come abbiamo imparato alle elementari, ricavo, meno spesa, uguale guadagno.

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E se i Clienti non si trovassero?

A fronte di questo dubbio, la fantasia di un nostro amico, burlone, si inventa questa barzelletta: ma guarda, basterebbe che Iren si comprasse tutto il prodotto lavorato.

Ah, ok.

Economia circolare.

Alla faccia degli ignoranti ottusi.

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Ma basta con questi cronoprogrammi dei Lavori pubblici inutilmente pedanti.

Abbiamo, tanti anni fa, imparato a conoscerli; ci sono cartelli di cantiere che informano: i lavori hanno inizio il giorno tale e termine il giorno talaltro.

Acribia priva di costrutto e degna di miglior causa.

Ora la  Giunta del Niente  inaugura il cronoprogramma cadenzato sui cicli stagionali.

Circostanza che torna in mente proprio oggi, 7 dicembre, Sant’Ambrogio, terzo anniversario del trapasso a miglior vita del Cavalcavia di Corso Avogadro di Quaregna a Vercelli.

Tre anni giusti giusti: e poche settimane più tardi si udì il primo impegno calibrato sullo scorrere delle Stagioni.

Il Cavalcavia sarà abbattuto entro il prossimo Inverno.

Abbattuto.

Il Cavalcavia.

E uno normale, normalmente ingenuo, che ancora non avesse fatto il callo all’immaginifico lessico palatino, avrebbe potuto pensare: tutto quello che si vedeva prima non si vedrà più, abbattuto.

Giusto o sbagliato che fosse.

Perché, se, come insegnava Salvador de Madariaga, “asfaltar no es gubernar”, immaginiamoci se governare può essere sinonimo di “demolire”.

Ma si venne poi a sapere che, impegnandosi per la Stagione “Inverno”, si intendeva proprio, letteralmente, quello meteorologico.

Cioè fino al 21 marzo.

Per poi sforare ancora fino all’Autunno.

Anche perché ci si accorse che, un conto è il “cavalcavia”, un altro sono le rampe che lo sostengono.

Per le rampe ci volle ancora di più.

Basta intendersi.

Ora, 7 dicembre 2023, i burloni stagionali ci rassicurano: lavori finiti a “Primavera” 2024.

E, anche qui, è risaputo che la Primavera si estenda dal 21 marzo al 21 giugno.

Sarà marzo?

Sarà giugno?

Ma, soprattutto, perchè tanta curiosità?! La fine lavori arriva quando è ora, un po’ come la pubertà.

Chi vivrà, vedrà.

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