(elisabetta acide) – “Io sarò con te” con queste parole prende avvio la celebrazione in Duomo.
“Il Signore sia con te”: è il saluto e la benedizione più bella che riconosce Dio “presente”, con noi.
E il dialogo di saluto con la risposta del popolo, è l’ augurio più bello. E certi della presenza, ci apprestiamo a condividere la gioia della Chiesa radunata.
Questo pomeriggio, 30 maggio, alle ore 17,30, il Duomo di Vercelli ha visto protagonisti gli studenti, in particolare quelli degli ultimi anni dei corsi delle scuole di primo e secondo grado, che si sono ritrovati per la tradizionale “Messa degli Esami” presieduta dall’ arcivescovo SER Mons. Marco Arnolfo.
La “Messa degli esami” è una tradizione bella e significativa, organizzata dall’ Ufficio Scuola della Diocesi Vercellese in collaborazione con UCIIM, celebrata prima degli esami di “fine corso”, per offrire agli studenti un momento di riflessione spirituale e una speciale benedizione per affrontare la prova finale al termine di quel “momento” che conclude, per gli studenti delle Scuole superiori la parentesi scolastica e per i ragazzi delle Scuole secondarie di secondo grado il “passaggio” a quella “prima scelta” importante nel loro percorso.
Concludere l’ anno scolastico con la S. Messa riveste proprio per l’ importanza del Sacramento: è preghiera “concreta”, è incontro con il Signore, è dialogo e relazione, è il memoriale del Mistero Pasquale che ci fa partecipare e vivere intorno alla mensa.
La Santa Messa è un momento di preghiera e riflessione, ma anche di gioia e di ringraziamento per il percorso di studi; è comunione e condividere con tutti (docenti, studenti e genitori), è sperimentare la “comunione”.
Gioia e preoccupazione, trepidazione, stanchezza, ma anche sorrisi e attese; sui volti di quei ragazzi e di quelle ragazze, di quei giovani, ci sono espressi tanti sentimenti ed emozioni, pronte ad essere offerte ed affidate al Signore in questo momento importante della vita.
Affidare al Signore la vita è gesto di fiducia ed abbandono, in tutti i momenti, ed accompagnare come docenti e genitori la loro preghiera, è chiedere allo Spirito di Sapienza di “illuminare” e guidare le loro scelte.
Mons. Arnolfo, nel corso dell’ omelia, con la passione dell’ educatore, regala ai presenti queste parole : “Vivete una vita non fatta di ipocrisia”, ma fatta di un “amore autentico” e ripetendo le parole della lettura scelta per la Liturgia, tratta dalle Lettera di Paolo ai Romani al capitolo 12, invita a vivere il “programma di vita proposto”: “ detestate il male e attaccatevi al bene” e “amatevi l’ un l’ altro con affetto fraterno”, “gareggiate nello stimarvi a vicenda”.
“Cercate e volete il bene”.
L’ augurio di Mons. Marco è l’ augurio del bene e del bello.
La meravigliosa pagina del Vangelo di Luca, che ha scandito la lettura del brano del Vangelo (Luca, 1,26-56), è stata commentata da Sua Eccellenza con una delicatezza di padre: la giovane donna ha “superato” l’ esame; alla vista dell’ angelo, messaggero divino, ha risposto con “testa e cuore”, ha espresso il suo Sì con una fiducia “ragionevole”: sarà madre del Figlio di Dio. Per mezzo di lei, il mondo ha conosciuto l’Incarnazione.
E “superato l’ esame” si mette subito in viaggio, “coinvolta” in una “missione”: parte, si reca nella regione montuosa dalla cugina.
E nel brano assistiamo ad un altro “esame”: quello di Elisabetta: non esista, riconosce in quel “sussulto del suo grembo” ciò che la farà esclamare: “la madre del mio Signore viene a me”.
Che belli questi “esami”, sono le “prove” che ci raccontano l’azione di Dio nella vita delle persone, così come nella vita di tutti , “Chiamati” ed “amati”.
Attraverso la celebrazione eucaristica lo Spirito Santo ci rende partecipi della vita divina che è capace di trasfigurare tutto il nostro essere, e pregare insieme è vivere l’ esperienza di essere figli figlie e fratelli, di condividere e vivere il sacrifico della redenzione.
La preghiera allora, è che lo Spirito Santo possa donare a tutti i giovani che si apprestano a concludere il ciclo di studi, incoraggiamento, fiducia e serenità, per giungere al percorso della progressiva maturazione, alla crescita in “sapienza” ed in “umanità”, con la gioia del servizio ed attenzione al prossimo , con l’ impegno per se stessi e per il mondo, per fare quanto san Giovanni Paolo II auspicava per i giovani: “prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”.
Li abbiamo accompagnati come docenti, come genitori , li affidiamo al Signore, affinché sappiano “rendere ragione della speranza”, affinché vivano la gioia della bellezza della vita, dell’ amicizia, della Parola, perché le loro parole diventino linguaggio di pace, di speranza, di vita, e dal loro percorso scolastico traggano elementi che coniugati con la loro dimensione spirituale e religiosa vissuta in pienezza , sappiano condurre scelte di vita fondamentali per il loro futuro.
E con la benedizione finale gli studenti e tutti i docenti e genitori presenti, si portano nel cuore le parole dell’Arcivescovo: “avete una missione, un compito: portate speranza nel mondo, siate operatori di bene, in cammino verso gli altri, portatori della pace di Cristo”.
Al termine alcuni studenti dei licei vercellesi si sono avvicinati a Mons. Arnolfo ed hanno chiesto la ”benedizione” delle loro penne, quelle che scriveranno sui fogli bianchi, alla prova dell’ esame di Stato.
A loro un abbraccio perché possano, oltre ai fogli bianchi, riempire di parole “belle e buone” tutta la loro vita.