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Come i re di Roma, i nani di Biancaneve, per tacere dei vizi capitali (e chi ha più fantasia si attrippi pure anche in proprio, i parallelismi non mancano: ci sono anche, ad esempio, le sette spose per altrettanti fratelli e così via) saranno dunque sette i candidati alla fascia tricolore di Vercelli, gli aspiranti alla carica di Sindaco.
E’ pressochè certa, infatti, la discesa in campo del Primo Cittadino uscente, Andrea Corsaro che, incoraggiato a gran voce dai suoi supporters, avrebbe (condizionale d’obbligo perché, tutto sommato, il Pirata, almeno per il momento, non fa ancora quello che dice VercelliOggi.it) ormai deciso, rompendo gli indugi.
La lista dei candidati al Consiglio Comunale sarebbe quasi ultimata e tra poche ore dovrebbe arrivare il momento dell’ufficialità.
Sicchè la griglia di partenza per la grande corsa al ponte di comando di Palazzo Civico 2024 – 2029 sarà verosimilmente (in ordine di annuncio ufficiale) costituita da: Carlo Olmo (lista Civica), Fabrizio Finocchi (Azione di Carlo Calenda, Italia Viva di Matteo Renzi e Più Europa); Michelangelo Catricalà (Lista Civica); Valentina Bruson (Movimento 5Stelle), Gabriele Bagnasco (Pd), Roberto Scheda (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) e, appunto, Andrea Corsaro (Lista Civica).
D’obbligo ripescare l’immagine di apertura di VercelliOggi.it che, il 5 dicembre 2018, con largo anticipo sulle elezioni del maggio 2019, rappresentò la situazione.
Come finirà?
Persino ovvio dire: chi vivrà, vedrà.
Vercelli – Si è tenuta oggi, mercoledì 3 aprile 2024, alle ore 10.00 presso i locali dell’Ascom di Vercelli, in via Duchessa Jolanda 26, la conferenza di stampa di presentazione alla città della “Primavera di scherma 2024”, che il 20 e 21 aprile porterà a Vercelli circa 5.000 tra atleti, tecnici, addetti ai lavori, accompagnatori e semplici spettatori.
La Federazione Italiana Scherma, con cui il Comune di Vercelli ha da tempo siglato l’accordo di City Partner, ha infatti nuovamente deciso di assegnare alla sala d’armi di Via Massaua 9, l’organizzazione di due importanti gare liberamente aperte al pubblico:
Seconda Prova Nazionale Under 14 dispada – Grand Prix Kinder joy of moving (20-21 aprile)
56° Trofeo Marcello e Franco Bertinetti, torneo internazionale di spada a squadre miste (21 aprile)
Le fasi eliminatorie e le finali della 2a Prova Nazionale Grand Prix Kinder Joy of Moving si disputeranno presso VercelliFiere in Caresanablot (VC) il 20 e 21 aprile a partire dalle 8.30 del mattino e fino al tardo pomeriggio e vedranno impegnati i migliori spadisti e spadiste d’Italia U14.
Qualche numero sulla manifestazione:
1400-1500 atleti
50 pedane
60 tra arbitri-direttori di torneo e computeristi
200/300 tecnici
2000/3000 accompagnatori
I tiratori vercellesi in pedana saranno 8.
I maestri seguiranno con molto interesse soprattutto le gare maschili, considerato il risultato della prova a squadre di Bolzano, dove gli spadisti della Pro si sono classificati all’ottavo posto su 78 squadre.
Pur non partendo da favoriti, le sorprese potrebbero non mancare
Partner del Comitato Organizzatore saranno gli sponsor istituzionali dell’Associazione Scherma Pro Vercelli (Volvo AutoVar, Riso Ecorì, Erreà Play Vercelli) e i tanti commercianti locali che in diversa misura hanno voluto contribuire e che fin d’ora ringraziamo per il sostegno economico per affrontare l’organizzazione di queste manifestazioni e mantenere viva l’attività sportiva e promozionale sul territorio.
Prezioso il contributo degli Enti locali (Comune, Provincia, Ascom, Fondazione Cassa di Risparmio, Coni Provinciale) e dell’Istituto Ferraris che ogni anno collabora con noi facendo partecipare i propri studenti alle premiazioni.
Sabato 20 aprile dalle 11.00, inoltre, il Comitato organizzatore, in collaborazione con M&C Multisport School di Vercelli metterà a disposizione spazi e istruttori per tutti i giovani vercellesi per tutti gli U14, dai 5 anni in su, che vorranno avvicinarsi alla scherma e provare gratuitamente questo sport che da oltre 100 anni porta con orgoglio, tradizione e successo il nome della città in giro per l’Italia e per il mondo.
Domenica 21 aprile, a partire dalle 14 in VercelliFiere inizieranno anche gli incontri eliminatori del 56° Trofeo Bertinetti. L’assalto finale con protagonista l’Italia si svolgerà la stessa sera a partire dalle 21 presso il Teatro Civico di Vercelli, in via Monte di Pietà, con accesso libero a chiunque voglia assistere.
In questa edizione speciale, a soli tre mesi dall’inizio delle Olimpiadi di Parigi, saranno impegnate in pedana le selezioni delle squadre Nazionali di Italia, Romania, Svizzera e Ungheria.
C’è ancora molto riserbo sui nomi delle partecipanti, proprio perché ciascuna squadra deciderà solo a ridosso della competizione quali atlete schierare.
Tra le certezze, per l’Italia, guidata dal Maestro della Pro Vercelli Massimo Zenga Germano, sarà in pedana la vercellese Federica Isola, con Alessandra Bozza, Gaia Caforio e Carola Maccagno; l’Ungheria schiererà l’attuale prima squadra.
Aggiornamenti e informazioni su tutti gli eventi e sulle iniziative della scherma vercellese sono sempre disponibili sugli account social della sala d’armi.
Il Comitato Organizzatore/Associazione Scherma Pro Vercelli.
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Redazione di Vercelli
Si è svolta regolarmente, senza essere compromessa dal maltempo, la Processione delle Macchine a Vercelli, tradizionale appuntamento del Venerdì Santo, sempre capace di suscitare partecipazione e meditazione profonda.
Una per una le “macchine”, portate in spalla da tanti volontari, delle confraternite e dei corpi militari, si sono mosse, seguite dai fedeli lungo le vie del percorso, da via Guala Bicheri, piazza Sant’Eusebio, piazza D’Angennes, via Duomo, via Gioberti, piazza Cavour, con suggestive immagini proiettate sulle facciate dei palazzi che su questa si affacciano, via Galileo Ferraris fino al rientro in Sant’Andrea, dove l’Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo, assistito dal Vicario Generale Mons. Stefano Bedello, ha impartito la benedizione finale.
«Lasciamoci provocare dalla presenza di Maria ai piedi della Croce, in atteggiamento di sofferenza – ha detto l’arcivescovo di Vercelli mons. Marco Arnolfo – Maria ci insegna a mantenere la fede in Dio perché sa che quella scena tragica, della Crocefissione di Gesù, non è l’ultima parola.
Maria si apre al suo dolore, perché diventi germoglio.
Un dolore che trova sfogo nell’amore.
Impariamo da Maria ad uscire dai nostri dolori».
Al centro dei pensieri del Presule, la preoccupazione per la pace:
«Maria, che ha visto suo figlio umiliato, torturato e ucciso, ci invita a non cadere nella follia di avere guerre fratricide.
Questa Pasqua porti il dono della pace a questa umanità, che non conosce più il rispetto.
Gesù ha iniziato un’umanità nuova, che stenta però ad attecchire in noi».
Partecipata e composta, davvero animata da devozione sincera e corale, la processione è stata arricchita dalle meditazioni delle sorelle della Fraternità della Trasfigurazione e dai canti della Cappella Musicale Eusebiana diretta da mons. Denis Silano.
Grande raccoglimento a Borgosesia per le celebrazioni del Venerdì Santo.
Dopo la Via Crucis pomeridiana, in serata si è tenuta l’azione liturgica.
La funzione è stata celebrata dal parroco don Gianluigi Cerutti, affiancato da don Daniel Corrias e don Roberto Pollastro.
<<Tre i momenti della celebrazione – ha pronunciato don Gianluigi – . Il primo è quello della Parola, caratterizzato dal racconto della Passione secondo l’Evangelista Giovanni. A seguire una prolungata preghiera universale. Preghiera dei fedeli con una sequenza dei motivi di preghiera per cui intercedere. In tutto dieci motivi forti che abbracciano il Mondo. Un fiume di preghiera che scaturisce dalla Croce. Infine ci sarà l’adorazione della Croce>>.
Parlando del dramma della Passione, il sacerdote ha affermato: <<Ci troviamo di fronte a un effetto specchio. Infatti è un momento che costringe a prendere una posizione. Riascoltandolo, ognuno di noi è costretto a chiedersi in quale parte si ritrova. Un momento importante di avvicinamento e preparazione al Sacramento della Riconciliazione>>.
Redazione di Vercelli
Quarant’anni sono un traguardo che dice di una giovinezza.
Tutto sommato, con un po’ di buona volontà, anche i 50 che si compiranno il prossimo anno: mezzo secolo di vita per il Moto Club Vercelli, guidato (pilotato) dall’inossidabile Guido Favalli, che da 40 anni vive la bella tradizione di questa Benedizione delle moto, punto di riferimento per i Centauri di tante provincie del Nord Italia.

Oggi, 17 marzo, dopo due rinvii causa maltempo, finalmente il ritrovo davanti alla Basilica di Sant’Andrea di Vercelli.
Come sempre, un’occasione per lustrarsi gli occhi ammirando tante due ruote davvero eccezionali.
Ed anche qualche pezzo di storia della mobilità, se pensiamo, ad esempio, ma non è l’unico (la gallery ne riprende tanti) alla Vespa con fanale basso, del 1949.

Il Vespa Club Vercelli, sodalizio benemerito “parente” del Moto Club, ha voluto essere presente, gradito ospite, a condividere questo bel momento.
Tanta gente, contenta soprattutto di stare insieme a condividere il primo appuntamento della Stagione motociclistica, per poi gustare l’immancabile panissa: con molti “forestieri” curiosi di assaggiare il nostro piatto più famoso.

La Benedizione è stata impartita da Mons. Giuseppe Cavallone, che ha salutato tutti, suggerendo prudenza ed attenzione, perché la moto sia sempre la splendida compagna di lavoro e di svago, capace di farci vivere belle emozioni.
Vi lasciamo con il video e la gallery.
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La domanda circola da bocca a orecchio e forse merita sdoganarla e porla all’attenzione del pubblico.
L’argomento è, naturalmente, la ormai imminente tornata elettorale amministrativa, quando – il primo turno sarà l’8 e 9 giugno prossimi – si eleggeranno il Consiglio Comunale ed Sindaco di Vercelli.
Si tratta di una domanda semplice: se andassero al ballottaggio Andrea Corsaro (se si candidasse Sindaco, se lo candidassero, se…, ma non è questo, oggi, il punto: è chiaro che sono soltanto ipotesi) e Carlo Olmo, come andrebbe a finire?
Insomma, Pirata Vs. Lupo Bianco.
Un bel match, non c’è che dire.
Un match, il cui esito può essere argomento di riflessione per i Lettori di VercelliOggi.it.
La nuova funzione del Portale, appunto quella dei “sondaggi”, permette di esprimersi con queste caratteristiche: un solo voto (anonimo) per ogni indirizzo iP.
Naturalmente, nessuna pretesa di fare concorrenza ai vari Mannheimer, Piepoli e Ipsos, non foss’altro perché la base consultata si esprime se vuole e non perché raggiunta (su basi di segmentazione dell’ “universo” statistico tecnicamente determinate) da Rilevatori che pongono le domande.
Poco più di un gioco, dunque, ma forse qualcosa di utile a capire come tiri il vento.
Buon voto.
***
La chiesa di San Pietro Apostolo all’Aravecchia di Vercelli non è riuscita a contenere tutte le persone che si sono trovate, questa mattina, 6 marzo, per l’ultimo saluto a Grazia Cavezzale, spirata il 4 marzo scorso
– leggi qui – vinta da una grave malattia.
Ma era stata lei stessa a chiedere che il commiato fosse qui, il rito esequiale celebrato qui, dove, insieme a Don Luigi Longhi, apostolo degli ultimi e degli emarginati di una società opulenta e triste, aveva costruito una realtà di solidarietà attiva, di accoglienza, capace di proporre percorsi di integrazione e di reinserimento, spesso con il lavoro.

Ma, soprattutto, con il recupero di condizioni di vita dignitose.
Così, tutto è parso, a suo modo, naturale.
Oggi lasciamo che di Grazia parli non solo o non tanto chi l’ha conosciuta, chè non sarebbe possibile contenere tutti i contributi; nel video che abbiamo messo a repertorio parleranno i rappresentanti dei “mondi” dove lei ha lavorato e servito: mondi diversi tra loro, uniti dal comun denominatore del suo impegno, intelligente e senza afasie.

Riascolteremo la testimonianza di Mons. Gian Franco Brusa (già Parroco all’Aravecchia, ed anche Assistente di molti pellegrinaggi a Lourdes: il marito di Grazia, Enrico Gastaldi, è presidente vercellese dell’Oftal, l’Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes).

Poi, quella di Gian Luca Aldone, che è stato sempre suo collaboratore intelligente e generoso nella conduzione delle iniziative assistenziali dell’Aravecchia.
Particolarmente toccante il saluto, a nome dei Dipendenti dello Studio di Via Galileo Ferraris, della Signora Elisa Pescatori.
Infine, il ricordo di Pietro Policante, Presidente della Federazione tra gli Editori di Giornali locali.
Ultima, ma non certo per importanza, l’omelia dettata da Mons. Massimo Bracchi, Amministratore parrocchiale all’Aravecchia, che ha concelebrato la Liturgia esequiale con Mons. Brusa e Mons. Ettore Esposito.
***
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Cara Grazia,
per quanto fossimo preparati a questa notizia, la morte ci coglie sempre di sorpresa; sicchè, stamane, il colpo è stato di quelli duri.
Ci hai dato tanto: è la prima cosa che si deve dire.
Prima di tutto, a me, un’amicizia sincera, mai incrinata da nulla, nata in quel remoto 1988 quando, nello Studio di tuo padre Piero, che poi avresti abitato tu, ci siamo conosciuti.
“Ti presento mia figlia – disse – che è più brava di me”.
Era difficile crederlo, ma era vero.
Io che per certe cose mi trovavo abbastanza a digiuno, stavo cercando di capire come applicare il metodo “Lifo” (last in, first out) alla gestione del magazzino e ricordo la tua pazienza nella spiegazione.
So bene che queste cose magari non interessano a nessuno, ma mi va di dirti, almeno ora, che per me sei stata come una sorella maggiore e ti ringrazio per la confidenza che tra noi c’è sempre stata.
Quella confidenza che ci permetteva di commentare un po’ tutto di quanto accade in tanti “mondi”.
***
Ricordo bene che, una mattina d’Estate, mentre mi dirigevo verso il Cavalcavia Tournon dalla direzione Biella, ti vidi arrivare sulla tua Mini Cabrio, in senso opposto, verosimilmente diretta verso Buronzo e ti fermasti al semaforo, quello all’incrocio con Via Trento, che era rosso: non ti accorgesti di essere “osservata”.
E, quando, qualche giorno più tardi, te lo raccontai, aggiunsi, celiando: non avrei immaginato che la vista di un semaforo rosso ti potesse dare tanta felicità.
Avevi, infatti, un’espressione raggiante perché stavi recandoti dalle nipotine.
Le tue quattro nipotine hanno riempito la tua vita di tutta la gioia che ti sei meritata.
***
Come in ogni rapporto, c’è il rischio di qualche rimorso e di qualche rimpianto: insomma, un esame di coscienza non guasta.
Di rimorsi, sinceramente, non ne ho. Il rimpianto c’è, per un commiato arrivato troppo presto.
Ma c’è, se permetti, anche una soddisfazione che mi porto come un riconoscimento: credo che nessuno – o pochi – ti abbia fatto ridere come ho fatto io.
***
Di te ho sempre ammirato la tua intelligenza: viva, analitica, penetrante.
Più che analizzare una situazione, facevi un Tac e soppesavi ogni fattore che potesse avere influenza nel giudizio.
Intelligenza viva, analitica, penetrante ed anche misericordiosa: la bontà – ci dicevamo – non è virtù degli inesperti.
Facevi il bene concretamente e senza ostentazione, come le realtà assistenziali che lasci testimonieranno a lungo; proprio come insegna il Vangelo che richiama: “Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli”.
Nei prossimi giorni tanti ricorderanno la Commercialista preparatissima, l’Editore coraggioso, la protagonista di opere meritorie nel Volontariato sociale.
Sappiamo che la tua famiglia piangerà la moglie, madre e nonna affettuosa e premurosa e ad Enrico, Lorenzo, Gabriele e Federico va un abbraccio fraterno.
***
Avresti potuto fare ancora molto, ma credo che tu avessi messo in conto anche la caducità delle nostre vite; sapevi che le nostre stagioni si consumano incompiute, così come conoscevi il sapore che ha il sale della libertà: sempre indipendente, sempre libera; mite, ma senza condizionamenti.
Perciò sapevi che le nostre storie, come la Storia, non evolvono secondo un nitido segno euclideo; ma sapevi bene che, un giorno, la Storia si arrenderà ed il Mistero si illuminerà della sua propria luce.
Che ora tu contempli.
***
Poco dopo l’una di questa notte, tra 3 e 4 marzo 2024 è morta all’Ospedale di Novara, dove da qualche tempo era ricoverata, la Dottoressa Grazia Cavezzale.
Era nata il 13 ottobre 1950.
Il Santo Rosario in suffragio di Grazia Cavezzale si pregherà domani, 5 marzo, ad ore 17, presso la Casa funeraria di Caresanablot.
Il rito esequiale sarà celebrato il giorno seguente, ad ore 10,30, presso la Chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo all’Aravecchia.
Nella foto di apertura la vediamo, seconda da sinistra, nella prima fila, in una bella immagine che la ritrae con i familiari ed i Collaboratori.
(g.g.)
Ne avevamo parlato in tempi non sospetti e nel modo più diretto, cioè facendo “parlare” direttamente lui, l’Architetto Andreas Kipar, chiamato a Vercelli (in anni lontani) dall’Amministrazione del Sindaco Gabriele Bagnasco e, di recente, come sappiamo, dalla terza Amministrazione Corsaro, eletta nel 2019.
Poi ancora nell’Estate scorsa quando era già divampata la discussione su questa iniziativa.
Leggi qui il secondo articolo, che propone il video integrale.
Discussione che ha visto intrecciarsi, almeno per ora, due ordini di questioni.
Il primo è il “metodo” adottato dal Comune che, a detta di molti, non avrebbe condiviso, nella fase di studio e decisionale, l’idea con chi si sarebbe ritenuto in diritto di essere consultato preventivamente.
Il secondo è di merito e su questo ci soffermiamo nel sondaggio.
Cioè: lasciando al momento sullo sfondo la procedura seguita al fine di pervenire alla decisione su “cosa” fare, cerchiamo di capire (ora che i cantieri sono aperti) come la pensino i vercellesi sulla “sostanza”.
Quindi, ecco le possibili opzioni di questa consultazione on line.
La prima: il piano Kipar è valido, è stato giusto realizzarlo ora, farà bene a Vercelli.
La seconda: il piano Kipar è valido, ma non sarebbe stata una priorità; i problemi più urgenti di Vercelli sono altri. Quindi sbagliato realizzarlo ora.
La terza: il Piano Kipar non è valido, non porterà miglioramenti apprezzabili a Vercelli ed è sbagliato realizzarlo ora.
La quarta: non ho abbastanza informazioni per esprimere ora un’opinione.
La quinta: non mi interessa.
***
Questo sondaggio è il primo che proponiamo utilizzando la nuova funzionalità del Portale www.vercellioggi.it .
Altri ne seguiranno e, come sempre, saranno benvenuti i suggerimenti dei Lettori.
Tra le varie opzioni tecniche possibili, abbiamo scelto quella di limitare l’espressione di voto (che è anonimo, a differenza dei sondaggi di Facebook) ad un solo indirizzo iP.
Sappiamo che, così facendo, si sconta qualche limitazione.
Ad esempio, se in un Ufficio ci sono 10 posizioni di lavoro con altrettanti Pc, ma c’è un solo indirizzo iP, almeno 9 persone non possono partecipare al sondaggio: le stesse, peraltro, hanno la facoltà di farlo da altri dispositivi che possono avere in dotazione personale, mobili oppure a casa.
Anche questa è una scelta sulla quale saranno gradite le opinioni dei Lettori di VercelliOggi.it .
Allora, grazie per aiutarci a sperimentare la nuova funzionalità, incominciando proprio da un tema attualissimo.
Occhi puntati sulla Corea (forse quella del Sud, a differenza di ciò che suggerisce la licenza poetica dell’immagine di apertura) dove si trovano, in questi giorni, due pezzi da novanta della Pubblica Amministrazione, della politica e, soprattutto, del partito di Fratelli d’Italia, quello che governa da Roma in giù e anche un po’ oltre.
Parliamo del viaggio di lavoro che vede peregrinare in Asia Orientale il Sindaco di Casale Monferrato, Federico Riboldi e quello di Trino, Daniele Pane.
Ma sui risultati politico amministrativi della trasferta, un po’ tutti ce la fanno a trattenere la curiosità.
Ciò che interessa gli appassionati di gossip politico è qualcosa di – a suo modo – quaresimale.
Una conversione, un possibile ravvedimento, conseguente ad una “correzione fraterna”, che più meloniana non si potrebbe.
Come in una sorta di ritiro spirituale – pratica devozionale provvidenzialmente utile, soprattutto quale preparazione alla Pasqua – si sceglie un luogo appartato (appartatissimo, se si pensa che sono volati a oltre 8.800 chilometri di distanza, valicando otto ore di fuso orario) e ci si raccoglie in preghiera e meditazione.
Magari secondo le categorie condensate nel pensiero di Guigo II il Certosino: Lectio, meditatio, oratio, contemplatio.
Ma andiamo con ordine.
***
Sappiamo che l’autocandidatura avanzata dal Comune di Trino per ospitare il Deposito unico nazionale di scorie nucleari, abbia scatenato un putiferio quale (forse) nemmeno seguì a quello vissuto in anni ormai lontani (1976 – 1977), quando l’Enel voleva costruire sulle rive del Po, sempre in territorio comunale di Trino, una seconda centrale nucleare.
***
Si pensava possibile attingere – per il raffreddamento delle torri – acqua dal regale fiume che dà il nome alla Pianura Padana, così prosciugando il bacino irriguo necessario per la produzione agricola, risicola in particolare.
Si costituì un Comitato per il “no”, presieduto dall’Ing. Luigi Vecco, che lavorava in “tandem” con un’altra eminente personalità dell’economia agricola del tempo, l’Ing. Giuseppe Viazzo, Direttore Generale di Ovest Sesia.
Ne riparleremo in altro articolo, perché anche quelli furono tempi che non devono cadere nell’oblio.
Fine della (prima) digressione.
***
Sull’autocandidatura di Trino e sulla cronistoria di questa vicenda, guadagniamo un po’ tutti tempo se ci affidiamo alla completa ricostruzione offerta da Vittorio Pasteris su
“Quotidiano Piemontese” – leggi qui – obbiettiva e documentata.
***
Vediamo, invece, come sono oggi interpretate le parti in commedia: una commedia che potrebbe scritturare anche un Leopoldo Fregoli redivivo.
E, così, torniamo a Seoul, cioè al cuore del percorso della possibile conversione di Daniele Pane.
Con lui è in cammino, come abbiamo visto, Federico Riboldi.
Che di politica ne capisce.
Infatti, ha promosso per il prossimo 6 aprile ad Alessandria una grande manifestazione di tutti coloro che si oppongono alla realizzazione, a Trino, del Deposito unico nazionale.
Una cosa grossa: l’incontro è preceduto e conclude un percorso che si snoda in
ben 13 tappe, presso altrettanti comuni della provincia – leggi qui – .
***
Dunque, in Corea oggi convivono e si confrontano due anime, di uno stesso partito.
Proprio perché Fratelli d’Italia è l’imprescindibile crocevia dal quale sono già passate ed, eventualmente, passeranno, le future decisioni.
Una decisione – si è appena detto – ovviamente già assunta.
Come si legge nella sintesi di QP, poco sopra linkata, non soltanto Governo e – soprattutto – Parlamento non hanno accolto gli appelli locali, il grido di dolore levatosi da Vercelli, ma pare proprio che, con (almeno due) delle lettere vergate dai rappresentanti, a vario titolo, del territorio provinciale,
si siano proprio “puliti”,
inutile indagare cosa o quali quadranti anatomici.
E’ ben vero che, non appena conosciute le intenzioni del Comune di Trino (autoproporsi come sede del deposito nazionale) il territorio sia subito intervenuto ad intimare al Primo Cittadino ed alla sua maggioranza: fermatevi!
Unanimi le Associazioni di Categoria agricole, unanimi i Movimenti ambientalisti.
DAVIDE GILARDINO ED I 40 COMUNI MENO UNO
Praticamente unanimi anche i Comuni che – così individuati dalla Provincia di Vercelli – insistono in un raggio di 25 chilometri dall’epicentro, il luogo dell’ipotizzato deposito unico nazionale.
Li vediamo in questa grafica:

***
Ebbene, un bel giorno, il Presidente della Provincia, Davide Gilardino, li convoca (a porte rigorosamente chiuse, ecchecavoli!) in Sala Tarsie a Vercelli affinchè si esprimano, ponendo loro una domanda che pare richiamare – siamo sempre in Quaresima – quella udita a proposito dell’informale referendum che vide prevalere Barabba.
I criteri di una siffatta segmentazione del territorio (così definendo i destinatari della domanda) sono, infatti, evidentemente parziali.
Se si considerano, ad esempio, gli aspetti idrogeologici, 25 chilometri di raggio significano pressochè nulla: le falde acquifere non conoscono il limite di confini amministrativi rappresentati da una serie di righe sulla carta geografica.
Così come, ad ulteriore esempio, Morano Po non è certamente meno coinvolto di Casanova Elvo nello share di possibile influenza della decisione, solo che quel Comune non è stato invitato in quanto è in provincia di Alessandria e non in quella di Vercelli.
Ma, a parte queste inevitabili parzialità nella scelta del “campione”, l’istanza di fondo rappresentata dai Sindaci (in questo senso la consultazione promossa dalla Provincia) ed espressa nella lettera che tra poche righe linkiamo, appare più che plausibile.
Ed intende comunicare a “Roma”, cioè ai centri decisori veri e propri un principio difficilmente contestabile: guardate, Signori cari, che una scelta ad impatto territoriale così invasivo, non può essere avocata a sé da un solo Comune, quello destinato / desideroso / autocandidato ad ospitare l’insediamento.
Perché, ad essere potentemente coinvolti siamo anche tutti noi, le nostre popolazioni amministrate, le nostre economie locali, le nostre speranze di attrazione turistica, non meno che l’immagine sociale di una area (sia pure “interna”) molto più vasta e portatrice di interessi leciti e trasparenti, che non possono essere messi sotto i piedi.
Diciamo pure che l’adesione unanime (ovviamente, ad eccezione di Trino, che non è stato invitato) a questa iniziativa non stupisce.
Comune e Provincia di Vercelli ambientalisti a singhiozzo?
Non stupisce, tranne per quel che riguarda la firma, in calce ad una così giudiziosa lettera, del Sindaco del Capoluogo.
Il Comune di Vercelli, infatti, solo un paio d’anni orsono, aderì in modo non soltanto entusiasta, ma altresì bollando come retrogradi tutti coloro che vi si opponessero, alla realizzazione, in comune di Vercelli ed a un chilometro di distanza in linea d’aria dall’abitato,
del maxi insediamento per la lavorazione del legno di scarto intriso di formaldeide volto alla produzione di pallets, voluto da Iren spa.
Con una ulteriore e nota particolarità.
In questo caso, in città di Vercelli sono recapitate oltre 100 mila tonnellate l’anno di rifiuto legnoso da lavorare, raccolto da Iren spa in tutta la Pianura Padana: la sola provincia di Vercelli, infatti, produce “in proprio” non oltre 2.700 tonnellate l’anno di questi scarti legnosi.
Anche per l’Amministrazione Provinciale, in quel caso, tutto bene: l’impianto di pallet era ok.
***
Ma oggi tanto all’ex Convento dei Domenicani, quanto all’ex Convento dei Barnabiti e sulle scorie di Trino e Saluggia, pare non abbiano esitazioni: l’autocandidatura di Trino non va bene.
Non vogliamo portare a Trino anche quel che resta dei rifiuti nucleari sul territorio nazionale.
Quanti sono e dove sono i reliquati nucleari ora stoccati in Italia?
Perché è vero che abbiamo accettato sulla città Vercelli il 90 per cento ogni anno dei rifiuti legnosi della Pianura Padana.
Ma a Trino diciamo no.
E’ ancora ben viva nella memoria collettiva l’altra colossale e costosa (per le casse pubbliche) gaffe, che vide unite, dal comun denominatore dell’adesione ai piani di Iren (che allora non si chiamava ancora così) tanto il Capoluogo, quanto la Provincia di Vercelli.
Il Comune (Giunta Pirata II) accettò, con una convinzione tetragona a qualsiasi suggerimento del buon senso, il revamping dell’Inceneritore di Via Asigliano, fortemente voluto da Iren, peraltro allora ancora Socio di minoranza di Atena spa (revamping che incenerì tre milioni di euro e poco altro).
Manco a dirlo, la riaccensione del termovalorizzatore di Atena spa fu autorizzata, a suo tempo, dalla Provincia.
***
Bando, di nuovo, alle divagazioni e torniamo alla lettera inviata dai Sindaci, che si può aprire grazie al link posto poco più in alto.
I firmatari Chiedevano soprattutto una cosa: in sede di conversione in Legge del Decreto che consente ai Comuni anche l’autocandidatura, emendate, Signori Parlamentari, proprio quel passaggio.
Che pare un po’ come una clausola di door-opening, per il giovane Sindaco di Trino.
Anche in questo caso, sui vari passaggi dell’iter che ha portato alla Legge del 2 febbraio scorso, rimandiamo al già linkato articolo di QP.
Anche per dire che, di questo invito a ripensarci, la maggioranza parlamentare meloniana se n’è stropicciata alla grande.
E l’opposizione non ha fatto mancare importanti aiuti.
Anche perché, dove lo trovano un altro Comune (compresi i 51 ritenuti già ora “idonei” distribuiti un po’ in tutta Italia) che voglia prendersi una simile patata bollente?!
Nessuno, a partire da quelli, come si è visto, “idonei” (e Trino non è tra questi) che saranno pure idonei, ma non fessi.
Insomma, un conto è che uno mi dia dell’idoneo, un altro che mi spari, io da me stesso, una revolverata (senza allusioni a certe prodezze di meloniani a Capodanno) al basso ventre.
***
LE AMBASCE IN FRATELLI D’ITALIA
Dunque, come abbiamo visto, la Legge ora è passata, il Comune di Trino si è avvalso del termine concesso (dapprima, entro gennaio scorso) per proporre la propria candidatura ed
ora i problemi sono tutti del Centrodestra.
A livello locale: perchè a livello nazionale da Fratelli d’Italia alla Lega, per non parlare di Forza Italia che è il partito del Ministro pro-Pane, Gilberto Pichetto Fratin, di ambasce non ne hanno affatto.
Va bene quello che ha deciso Trino.
Il Centrodestra vercellese resta, dunque, con il cerino in mano, per tanti motivi, alcuni dei quali non sono sfuggiti al Commissario di Fratelli d’Italia per questa provincia, l’On. Sara Kelany.
Che – forse – inviata qui da posti ove le cose politiche sono magari più prevedibili, qualche volta potrebbe essersi sentita come se fosse una involontaria protagonista di “scherzi a parte”.
Perché, già ce ne vuole una bella dose (di fantasia) per pensare che sia possibile immaginare un Parlamentare, che ne va a trovare un altro a Capodanno, portando con sé una scacciacani, peraltro mostrandola a una serie di persone esperte nell’uso delle armi, proprio quando il padrone di casa è assente perché sta portando in auto gli avanzi del cenone.
Si vorrà ammettere che non siano emozioni di tutti i giorni.
E qui Parlamentari sono proprio di Fratelli d’Italia.
Poi, si ritrova con un Sindaco accreditato come fratello d’Italia emergente, che – senza essere cercato da nessuno – da solo si candida ad ospitare il deposito definitivo di una cosuccia come le scorie nucleari.
Che, è vero, in parte ha già in casa, ma sappiamo bene che è da almeno 40 anni che lì se ne stanno senza imbarazzare nessuno: a toccarle si rischia che partano metastasi politiche foriere di chissà quali esiti.
Insomma, la “povera” On. Kelany potrebbe anche essersi formata l’idea che, in provincia di Vercelli, i suoi fratelli meloniani siano tiratori scelti, adusi però a mirare per spararsi da sè: dove l’abbiamo già detto.
Potrebbe sentirsi come una sorta di Alice catapultata in un Paese delle Meraviglie dove il più normale fosse il Cappellaio Matto.
Siamo, peraltro, alla vigilia di importanti consultazioni elettorali, con la preoccupazione di vedere crollare il consenso di Fratelli d’Italia sia nel comune Capoluogo, sia a livello provinciale, sia, infine, per i riverberi sulle consultazioni europee e regionali.
Da qui la decisione – dicunt – di imporre il silenzio all’autocandidato Pane, a pena di espulsione dal partito.
A meno che…
A meno che Federico Riboldi non riesca nell’impresa, di indurre l’autocandidato a ri-convertirsi.
Sapran loro.
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IL MONDO AGRICOLO E’ TUTTO CONTRARIO
Se i Sindaci si sono espressi e se la politica è in affanno, è anche perché è ben chiaro che le scelte di Trino trovano un muro, compatto ed imponente, nel mondo economico: quello agricolo soprattutto, ma non solo.
Proprio come avvenne quasi 50 anni fa, con il comitato per il “no” di Vecco e Viazzo.
Oggi è di nuovo protagonista l’Ovest Sesia, di cui ha recentemente assunto la Presidenza Stefano Bondesan (che è anche Sindaco di Pezzana, oltre che Professionista del settore).
Anche Bondesan parla non (solo) a nome proprio, ma rappresentando il proprio Consiglio dei Delegati (l’assemblea dei rappresentanti dei vari distretti irrigui) convocato l’8 febbraio scorso.
Anche in questo caso, meglio leggere direttamente dalla lettera inviata a tante Personalità, dal Presidente Sergio Mattarella “in giù”, una posizione che vede (proprio per la rappresentatività del Consorzio Aios) unita da un comun denominatore tutta la “filiera” dell’agricoltura, a prescindere da sigle sindacali, specificità professionali, indirizzi produttivi.
Leggiamo la lettera – clicca qui – .
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IL “NODO” DEI BORGHI DELLE VIE D’ACQUA
Ultimo (perché più recente) ma non certo per importanza, solo che si abbia a mente il tema trattato, il problema sollevato dal Sindaco di Bianzè, Carlo Bailo.
Il Primo Cittadino – un po’ come quel bambino innocente nella fiaba di Andersen “I vestiti nuovi dell’Imperatore” – dice qualcosa che ricorda “Il re è nudo”.
Fuor di metafora, Bailo ha prese nei giorni scorsi carta e penna per porre una domanda:
come fa Daniele Pane a restare Presidente dei Borghi delle Via d’Acqua, avendo contro tutti i Sindaci del territorio?
Leggi cliccando qui la lettera di Bailo ai Borghi delle Vie d’Acqua.
La questione è aperta.
Il sasso è lanciato non soltanto nello stagno, ma pare proprio sul coppino del diretto interessato.
Che, però, potrebbe tornare dalla trasferta asiatica rinnovato nello spirito e convertito.
In fondo le idee sono tali e sono differenti dai dogmi proprio perché si possono cambiare.














