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Puntuali alle 9 di questa mattina, 23 aprile, sono partiti gli 800 partecipanti a questa edizione della “Gran Fondo Mangiaebevi”, che ormai è una “classica” ciclistica del territorio.
Uno sciame che si snoderà tra risaie e colline, baciato dal sole di una bella giornata finalmente primaverile, di cui si sentiva il bisogno.
Ci sarà un ordine di arrivo, ci sarà una classifica, ma c’è già un numero Uno.

Il numero Uno di Samantha Profumo che ritorna oggi a pieno titolo all’attività sportiva: è stata il numero Uno per tenacia, coraggio, speranza, fiducia nel futuro, capacità di lottare.
Un esempio e, ora, di nuovo in sella per indicare la strada.
La gara ha visto il concorso nell’organizzazione dell’Amministrazione Comunale di Vercelli, che ha assicurato questa nuova “location” per la partenza (Via Massaua, in direzione Via Trino e poi verso la periferia) sicuramente più idonea di quella precedente, forse più suggestiva (il compendio della Basilica di Sant’Andrea) ma più problematica dal punto di vista delle operazioni di gara e dei parcheggi.
Resterà la logistica presso l’Istituto Suore Fma del Sacro Cuore in Corso Italia.
Nel portare il saluto del Comune l’Assessore Mimmo Sabatino è subito arrivato “al sodo”, invitando i partecipanti e le loro famiglie al seguito: non perdetevi le bellezze di Vercelli; la città vi accoglie a braccia aperte.
Lecco 0
Pro Vercelli 0
Lecco (3-5-2): Melgrati; Bianconi, Enrici, Battistini; Giudici, Galli (22’ st Ardizzone), Ilari, Girelli, Zambataro (30’ st Tordini); Buso, Bunino (18’ st Mangni). A disp.: Stucchi, Maffi, Celjak, Maldini, Lakti, Scapuzzi, Stanga, Martorelli, Cusumano. All. Foschi.
Pro Vercelli (4-2-3-1): Valentini; Iezzi, Cristini, Perrotta, Rizzo N. (17’ st Clemente); Calvano (48’ st Corradini), Saco; Vergara (32’ st Gatto), Laribi, Iotti; Arrighini (48’ st Rojas). A disp.: Rizzo M., Lancellotti, Vaccarezza, Emmanuello, Costanzo, Gheza, Macanthony, Guindo, Contaldo. All. Gardano.
Arbitro: Mucera di Palermo.
Guardalinee: Santarossa di Pordenone e Pelosi di Ercolano.
Quarto uomo: Andrea Mazzer di Conegliano.
Ammoniti: Cristini (PV), Iezzi (PV), Ilari (L)
Espulso: 33’ Girelli
Recupero: 4’ pt – 5’ st
Basta 1 punto alla Pro Vercelli per centrare la salvezza in Serie C.
A Lecco succede poco ma la sconfitta interna del Mantova in concomitanza regala una gioia ai leoni.
La gara non decolla, le emozion latitano.
Il gioco si sviluppa per lo più a centrocampo con le formazioni che manovrano senza trovare sbocchi offensivi.
A vincere è la noia che contraddistingue la prima frazione di gioco.
Dopo le proteste lombarde per un tocco di mano in area vercellese, l’unico sussulto arriva in pieno recupero quando Calvano impegna Melgrati senza successo.
La seconda frazione di gioco non vede cambiare il canovaccio con una gara sostanzialmente bloccata.
La svolta potrebbe arrivare al 33’ con l espulsione di Girelli che per fallo su Clemente lascia i suoi in 10.
Con l’uomo in più la Pro cerca di gestire il risultato e riesce a chiudere con un pareggio che le permette di mantenere la categoria senza passare dai play out.
Redazione di Vercelli
Il Duomo di Vercelli gremito di tanta gente, questa mattina, 19 aprile, per l’ultimo saluto al
in servizio presso l’Urologia (vedremo presto, tra poche righe: la “famiglia urologica”) dell’Ospedale S.Andrea dice tutto il bene che questo Medico, marito e padre esemplare aveva saputo fare e trasmettere, nel pur breve periodo in cui ha lavorato e vissuto nella nostra città.
Tanta gente che ha voluto, soprattutto, dire ai suoi familiari, provati da un dolore incommensurabile, che non sono soli.
Con loro ci sono tanti amici, c’è tutta, unita oggi in un abbraccio forte e, certamente, anche nel futuro, quella che il Primario, il “suo” Primario, Dott. Giovanni Cipollone, ha chiamato, appunto la grande “famiglia urologica” del S. Andrea.
Una famiglia che lo stesso Marco aveva, con le proprie qualità umane, oltre che professionali, saputo costruire, con tutti i Colleghi, con tutto il Personale.
Non saranno soli, dunque, né la sua Sposa, né i suoi tre bellissimi ragazzi, appena adolescenti: sanno di poter contare su questa famiglia allargata.
Le mirabili parole che, al termine della Liturgia, il Primario Dott. Cipollone ha voluto rivolgere (affidandone le lettura al Dott. Luigi Apice) ai presenti, un dialogo ideale e ancora reale con Marco, sono integralmente riportate, per gentile concessione dell’Autore, al termine di queste righe.
Dicono tutto di un incontro, tratteggiano i profili essenziali di una personalità luminosa e non banale.
Sono altresì, per la seconda parte, quella più direttamente evocativa della “genesi” di questo approdo del giovane Medico nella nostra città, la “storia” di questi ultimi anni, dal 2008 ad oggi, riprese in video.
Ma i familiari del Dott. Iannucci non sono soli – lo ricorda Don Massimo Bracchi, nell’omelia, anch’essa in repertorio video – perché sappiamo che Marco sarà sempre con loro, non li perderà di vista un minuto, intercederà per loro presso il Padre, ora che è ammesso a contemplarne il volto.
Accade, talvolta che la Fede si faccia interrogativa, anche la Fede che si crede salda, offerta alla dimensione contemplativa della preghiera; anche questa Fede, autentica ed umile, non riesce a rintuzzare la domanda antica, quella fatta di una sola parola, radicale, esigente, severa: perché?
Domande destinata a restare senza risposta, ma anche priva di una deriva deludente.
Riconoscere il nostro limite, la nostra minorità che non sa dare una spiegazione a ciò che solo Dio può conoscere del suo stesso progetto, sempre misericordioso, anche quando misterioso.
E così, se non si può sapere “perché”, certo si può essere certi che Marco ora sia ammesso alla contemplazione del volto di Dio, sia e sarà sempre a fianco della sua famiglia, che mai sarà abbandonata da un amore ora entrato in quello immenso del Padre.
***
Ma ora lasciamo che siano le parole del Dott. Giovanni Cipollone (lette dal Dott. Luigi Apice, che a sua volta ha interpretato i sentimenti di tutta Struttura di Urologia), qui integrali, a parlarci di Marco Iannucci
“Ciao Marco,
in questo momento di dolore non servono tante parole per esprimere quanto sei stato importante per noi.
Non solo un collega, ma un amico.
Anche stavolta sei riuscito a stravolgere tutti i nostri piani, a sconvolgere la nostra visione del mondo, a stupirci.
Stavolta ci hai chiesto di crescere più velocemente del dovuto.
Ci hai messo alla prova.
La più dura.
Qualcuno ti ha conosciuto da più tempo, altri da meno ma in realtà con la tua simpatia e ironia riuscivi a creare un bel legame da subito, amalgamavi il gruppo.
Adesso invece ci hai lasciati cosi, senza salutare, senza spiegare.
Tu che ci dicevi “Aspe’ vieni di là ti devo dire una cosa” e chiarivi le tue impressioni, per migliorarci, per liberarti di un peso, per ritrovare l’armonia e l’equilibrio che sembrava perso o semplicemente per una chiacchiera in confidenza.
Sei stato una presenza importante e solida del nostro quotidiano. Imponente.
Saranno giorni difficili, intensi, di riflessione.
Sembra impossibile invece che da ora in poi non farai più parte della quotidianità…
È strano arrivare in Studio e non trovarti li seduto a controllare gli esami.
Non ci saranno più i tuoi messaggi “Andiamo in mensa?” a battere il tempo di una mattinata infinita.
Lasci un vuoto, dovremo imparare a non averti più al nostro fianco nel riflettere sui casi, non avere il tuo punto di vista.
Non ti avremo più vicino con la soluzione sempre pronta e sempre più originale della nostra ai dilemmi quotidiani.
Sarà strano perfino non sentire le tue battute, pronte a cogliere le nostre piccole insicurezze e i nostri malumori e a convertirli in un sorriso.
Avevi una personalità ricca, complessa, abbondante, strabordante.
Mai invadente, ma sensibile.
Una sensibilità mascherata di ironia, che centrava sempre il “dunque” della situazione.
Abbiamo condiviso ogni momento della giornata.
In realtà, Marco, tu ci sarai sempre, con le tue frasi, le tue espressioni, le tue intuizioni.
Spetta ora a noi continuare nel tuo ricordo quel percorso di lavoro e di vita che abbiamo intrapreso insieme.
Adesso nei momenti difficili, quando dovremo prendere una decisione, con il pensiero ti cercheremo cercando di riflettere a modo tuo e cercando il tuo punto di vista, il tuo confronto, ci sarà sempre un “Marco avrebbe fatto così…”
Il nostro gruppo, la nostra equipe, perde un tassello importante, un pezzo di Noi.
Ci sentiremo abbandonati perché oggi perdiamo un collega ma anche un amico, che con la sua sensibilità ed intelligenza sapeva sempre cogliere le inflessioni del nostro umore e sdrammatizzare o spronare a fare meglio, superare gli ostacoli nonostante le insicurezze e le stanchezze.
Marco lasci un vuoto che ci impegneremo a riempire di tutti i ricordi che ravviveremo all’occorrenza pensando “Marco in questo momento avrebbe…fatto/detto/ci avrebbe presi scherzosamente in giro”
Marco pensaci da lassù, noi ti porteremo nei nostri pensieri e nei nostri cuori, vivrai ogni giorno al nostro fianco. Continueremo a viaggiare e crescere insieme. Porteremo avanti il percorso iniziato insieme”.
***
Ciao Marco
Avrei tante cose da dire per il collaboratore che sei stato, ma oggi voglio solo far conoscere a tutti la persona.
Voglio in particolare ricordare due episodi che per me sono stati fondamentali e rimarranno sempre nel mio cuore:
– La telefonata che ti feci nel lontano 2008 dall’aeroporto di Catania durante il mio rientro a Vercelli per proporti di venire a lavorare da noi e tu subito accettasti, a scatola chiusa, ma rimarcando la fiducia nei miei confronti
– La tua risposta alla notizia della mia nomina a Direttore FF dell’Urologia: “a Giovà tu devi diventare il mio primario” e poi “noi dobbiamo creare una famiglia”
Ebbene con orgoglio oggi posso confermare che, grazie alla tua preziosa collaborazione, l’Urologia della ASL VC è una vera famiglia.
Siamo riusciti insieme a renderla tale.
Certo non come la tua splendida famiglia reale, non come tutte le nostre famiglie, ma comunque una famiglia.
Una famiglia urologica allargata che comprende oltre noi medici soprattutto il personale del comparto, ovvero “gli infermieri” come ti piaceva chiamarli.
Una famiglia riconosciuta tale da tutta l’Azienda.
Una “famiglia urologica” spesso con tanti problemi ma che tu hai saputo gestire in autonomia, a volte senza neanche dirmi niente.
Sempre pronto a trovare una soluzione, a dare consigli, a trovare parole appropriate.
Mancherà a tutti noi la tua capacità di essere un collante, un riferimento, una persona su cui contare.
Mancherà a me in particolare poter rispondere ai Capisala della Sala Operatoria, del Reparto, della Day Surgery o agli Infermieri dell’ambulatorio: “Chiamate il dr lannucci”
Mancherai.. maledettamente mancherai!!!!
Il tuo Primario”
Aggiornamento ore 19 –
Mentre in Vercelli sono sempre più numerose le manifestazioni di cordoglio per la scomparsa del Dott. Marco Iannucci, sono state definite date ed orari delle Esequie e del Santo Rosario.
Il Rosario si pregherà domani, martedì 18 aprile, ad ore 17,30 nella Cattedrale del Duomo di Vercelli dove, il giorno seguente, mercoledì 19 aprile, ad ore 9,30, saranno celebrate le Esequie.
La salma sarà quindi traslata al Cimitero di Bolognano, provincia di Pescara –
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Vercelli e, in particolare, il mondo della Sanità, sono sgomenti per la scomparsa improvvisa, questa mattina, dell’Urologo Dott. Marco Iannucci, 48 anni compiuti a gennaio scorso.
Arrivato a Vercelli dall’Abruzzo, di cui era originario, è stato colpito nella prima mattina di oggi, 17 aprile, da un infarto fulminante.
Lascia la moglie e tre figli adolescenti.
In queste ore si moltiplicano le espressioni di sconcerto e cordoglio che ne richiamano le straordinarie qualità umane e professionali.
Aggiornamenti nelle prossime ore.
Sono 12 i Comuni della provincia di Vercelli che andranno alle urne, i prossimi 14 e 15 maggio, per eleggere il Sindaco ed il Consiglio Comunale.
Ma soltanto in sei di questi la sfida sarà tra concorrenti in carne ed ossa.
In altri centri l’avversario da battere sarà il quorum: corsa in solitaria per il candidato unico alla fascia tricolore, con una sola lista di aspiranti alla posizione di Consigliere Comunale.
I recenti aumenti (e altri sostanziosi sono annunciati a breve) delle indennità di carica (stipendi) per gli Amministratori Locali pare non siano stati sufficienti a superare la “crisi di vocazioni” per posizioni che possono dare molte soddisfazioni morali, certo costituire una voce prestigiosa in un curriculum, ma davvero gravate di tante responsabilità e chiamate a misurarsi e lavorare con Organici del Personale sempre più ridotti.
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Ieri, dopo il termine per la presentazione delle candidature, fissato dal Ministero dell’Interno alle ore 12 del 15 aprile, si sono iniziati i lavori delle Commissioni e sottocommissioni mandamentali (gli Organismi diretti dalla Prefettura, che hanno il compito di procedere alla verifica di regolarità delle liste di candidati,
secondo il complesso compendio di norme – leggi qui – ).
In giornata di domani si potranno conoscere i nomi di tutti i candidati di tutte le liste.
Questi i candidati alla carica di Sindaco, incominciando dai Comuni ove il confronto sarà tra più di un aspirante.
Trino: Alessandro Demichelis contenderà la fascia di Primo Cittadino all’uscente Daniele Pane.
Livorno Ferraris: annunciato duello tra Matteo Capizzi ed il Vice Sindaco uscente, Franco Sandra.
Lenta: anche in questo caso, sfida annunciata tra l’uscente Pino Rizzi ed il rappresentante di coloro che hanno salvato il paese dalla tentata fusione con Gattinara, Sergio Parini.
A Lignana la corsa è a tre: Antimo Pedata (si presenta con buona parte dell’Amministrazione uscente, già guidata da Emilio Chiocchetti) dovrà vedersela con Christian Socco e Giovanni Perinotti.
Pila: unico comune Valsesiano dove siano due i candidati concorrenti.
Massimo Gatti contro Omar Cucciola.
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Ora i comuni nei quali la corsa sarà solitaria, nella speranza che sia raggiunto e superato il quorum: in caso contrario si andrà al commissariamento del Comune.
Incominciamo da Serravalle Sesia, dove Massimo Basso correrà da solo “a sua insaputa”: la lista concorrente pare abbia fatto una imbarazzante cilecca, riuscendo a presentarsi fuori termine, che era da venerdì (non giovedì) alle 12 di sabato.
A Scopello,
come anticipato da VercelliOggi.it – leggi qui –
si presenta l’ex Sindaco di Balmuccia, Antonella De Regis.
Alto Semenza: corre da solo Roberto Sacchi.
Cellio con Breia: Daniele Todaro, unico candidato alla carica di Sindaco.
A Balocco solo contro il quorum anche Gianmario Morello.
A Caresana nessun avversario per Claudio Tembornino, che si ripresenta.
A Collobiano l’uscente Claudia Mognato sarà in concorrenza con l’outsider Lucia Scrima.
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Aggiornamenti nelle prossime ore.
(marilisa frison) – Tante sono state le celebrazioni nell’appena trascorsa Settimana Santa, preludio di questa splendida e soleggiata domenica di Pasqua, 9 Aprile 2023.
Ancora una volta si celebra la vita che ha vinto sulla morte, ma è l’amore a vincere sulla morte ed è questo che ha voluto dirci nell’omelia della messa il parroco di Trino, don Patrizio Maggioni:
“Forte come la morte è l’amore, quell’amore che unendosi ad altri amori diventa tenace e supera ogni controversia, ogni gelosia, ogni rimpianto, ogni limite e si illumina d’immenso, di intensità, di profondità e vastità, generando un cuore a misura di universo”.

Una Pasqua speciale per i trinesi, alla funzione delle 10, è stato celebrato il Santo Battesimo di Maria Sole Di Rubba, una bimba davvero bella come il sole che, in questo giorno in cui trionfa la vita e l’amore, è diventata figlia di Dio, il re dei re, quindi, principessa.
Un momento di grande emozione per tutti, che don Maggioni, con grande spiritualità ha saputo rendere solenne.
La bimba all’altare con i genitori, padrino e madrina, dormiva come un angelo e il sacerdote le ha detto:
“Ora Maria Sole ti devo svegliare per il tuo Battesimo”, mentre ai genitori ha detto: “di non dimenticare il Vangelo negli insegnamenti alla figlia”.
Al termine del rito, grande applauso da parte della numerosissima assemblea per Maria Sole e i bravi genitori, che l’hanno consacrata a Dio.
La solenne benedizione ai genitori della bimba e poi a tutta l’assemblea, con l’ausilio della corale, ha chiuso la celebrazione della domenica più importante dell’anno.
I più sinceri auguri di buona nuova vita a Maria Sole, a mamma Francesca, a papà Nino e ai nonni.
Gesù è risorto, è risorto veramente!
L’eternità non è una terra senza volti e senza nomi, i nostri morti fanno della morte un luogo abitato.
Buona Pasqua a tutti!
Nella splendida cornice del centro storico cittadino, venerdì 8 aprile, si è celebrata l’azione liturgica da secoli conosciuta come “Processione delle Macchine”, caratterizzata anche quest’anno da una moltitudine di persone che hanno voluto partecipare con devozione, accompagnando le sacre effigi lignee policrome, rappresentative di Persone e momenti della Passione di Cristo.

Questa antica liturgia ha preso le mosse dalla Basilica di Sant’Andrea per compiere un percorso che ha attraversato anche Piazza Cavour, abbellita per l’occasione da fari colorati e animata da immagini delle Chiese cittadine e dalle riprese della stessa processione che hanno reso il contesto particolarmente suggestivo.
Erano, come sempre, presenti i rappresentanti delle Istituzioni locali tra i quali il Sindaco e il Viceprefetto vicario Cristina Lanini.
Hanno partecipato gli esponenti della autorità civili e militari della città e alcune realtà associative tra le quali l’Associazione nazionale alpini, la Protezione civile, l’associazione nazionale bersaglieri, l’associazione nazionale carabinieri e quella della polizia di stato che hanno condotto in processione alcune Macchine.
Le sorelle della “Fraternità della Trasfigurazione” hanno apportato il loro prezioso contributo con i canti e guidando la preghiera collettiva; si è creata così quella mistica atmosfera spirituale che ha favorito l’espressione di un autentico e vivo popolare di amore cristiano e di immedesimazione nelle sofferenze di Cristo: un itinerario che si snoda tra dolore e speranza per dire a tutta l’umanità che l’oltraggio della Croce sarà definitivamente vinto dalla signorìa delle Pasqua.
L’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, nella sua omelia ha messo in evidenza l’opera e l’insegnamento fondamentale di Gesù per noi:
“il Vangelo di oggi rivela la regalità di Gesù che lava i piedi agli apostoli e che chiede loro di fare la stessa cosa con il prossimo: voi mi chiamate Maestro, ma io vi ho lavato i piedi affinché lo facciate anche voi. Con questa azione Lui, il Re dei Cieli, il Signore dell’universo, il Figlio di Dio ci insegna l’umiltà; noi lo contempliamo nella sua azione suprema quando accetta di essere perseguitato e flagellato morendo sulla croce per noi. La nostra preghiera è rivolta quindi a chi ha dato la vita per noi, a Dio che ci dimostra quanto ci ama”. Un altro atteggiamento che dobbiamo mettere in pratica consiste: “nel mettersi all’ascolto di Gesù quando dice ‘come ho fatto io così fate anche voi: amatevi l’un l’atro, come io ho amato voi’. Mettiamoci dunque in ascolto questa sera, seguendo le macchine e il Cristo crocifisso, seguendo Maria e coloro che hanno manifestato l’amore per il Signore; cerchiamo anche noi di sprigionare nel nostro cuore questa passione che però dobbiamo dimostrare concretamente con l’amore fraterno per gli altri”. Solo attraverso questa via: “saremo chiamati cristiani e veri discepoli; i cristiani infatti dimostrano la loro vera identità nel volersi bene”.
Padre Marco Arnolfo, in conclusione, ha voluto ringraziare tutti i partecipanti impartendo una benedizione alla città, all’Amministrazione, alle associazioni cittadine e alle Confraternite che: “da secoli supportano l’organizzazione di questo evento e che sono importanti perché portatori di valori come la solidarietà, l’aiuto reciproco e la fratellanza”.
Non uno.
Raramente è capitato che, in occasione di qualsiasi incontro pubblico, per parlare di qualsiasi argomento, non si sia visto nemmeno un Consigliere Comunale.
Non parliamo, poi, di esponenti della Giunta del Niente: ogni occasione è buona per saltellare da un’inaugurazione ad una commemorazione, mutando espressione del volto, da lieto a triste:
“Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto”.
Sarà che sono tutti apostoli dell’Apostolo.
O, forse, sono soltanto “come tu mi vuoi”: amministrativamente non mi si nota molto; se mi si nota è per le Opere pubbliche eterne.
La città pare eterna anche per i ritmi (si veda altro articolo in pagina) della raccolta rifiuti.
***
Ma l’altro giorno, lunedì 3 aprile, è successo.
E’ successo che al Modo Hotel, dove Carlo Olmo aveva invitato i cittadini che ne avessero avuto piacere per parlare della bollette di Atena Iren, bollette che, “semplicemente”, in tanti non potranno pagare, non si sia presentato nemmeno uno dei 32 componenti il Consiglio Comunale.
Nemmeno uno dei dieci (Sindaco e Assessori) che amministrano Palazzo Civico.
Costano ciascuno (il Primo Cittadino ed i suoi “delegati”) stipendi che sono, rispettivamente, di oltre 6 mila euro al mese per il Sindaco ed il 60 per cento di seimila per gli Assessori.
Stessa musica per il Presidente del Consiglio Comunale (questa volta davvero rappresentativo dell’Aula: tutti assenti).
Altri tremila euro al mese.
Nessuno.
In poche altre occasioni la frattura, la separazione, tra Paese reale e Paese politico istituzionale è stata così radicale, di evidenza plastica.
Nessuno anche in rappresentanza di Atena Iren.
Corso Palestro non ha mandato né il Presidente di Asm spa, Angelo D’Addesio (gettone annuo di 30 mila euro), né i Consiglieri di Amministrazione di nomina comunale: Daniele Baglione (che c’entra? E’ di Gattinara, ma quando è ora di prendere il gettone è vercellese più del Bicciolano) ed Antonio Prencipe: per ciascuno il gettone annuo è di “soli” 20 mila euro.
Nessuno.
Atena, però, manda in campo i “riservisti”, i pensionati.
Prende la parola un volenteroso Ing. Gilberto Girardi, 42 anni di servizio in Azienda e, da ultimo, anche componente il Consiglio di Amministrazione di Atena Trading in quota comunale.
Forse non è nemmeno stato mandato: la sua può essere stata una scelta (coraggiosa) spontanea.
In ogni caso, il suo intervento non si discosta dalla linea sempre tenuta nei 42 anni di lavoro in Azienda: cerca di stare ai dati ed alle norme; sicuramente una manifestazione di onestà intellettuale.
Che, però, in questo caso è drammaticamente insufficiente.
Perché alla gente convenuta al Modo Hotel non interessa tanto sapere, avere la conferma (uno dei temi più scottanti) che in Italia, con le nuove Leggi ed ancor più con le nuove leggine, se uno manda una lettera ad un altro ed il Portalettere invia un certo messaggio telematico di avvenuta consegna in casella, il destinatario è praticamente fottuto in partenza: dopo 10 giorni il plico si dà per ricevuto.
Così, chi non si è dato subito da fare, ricevuta la famosa (una delle varie versioni poi variate) lettera di preavviso di cambio delle tariffe del gas, è stato un povero fesso.
E adesso di che si lamenta?!
Il “povero” Ing. Girardi pare non rendersi conto che il perimetro del campo di gioco non è più questo.
Perché il banco sta saltando.
Atena ha comprato il gas a prezzi troppo alti e ribalta sugli Utenti la conseguenza di scelte sbagliate.
Che le lettere siano state effettivamente consegnate, virtualmente recapitate e, se recapitate, lette e, se lette, comprese da tutti coloro che rappresentano l’Utente medio in una città media, come fossero pecore da tosare e via discorrendo.
Il problema non sta più qui.
Il problema, per la gente e per Atena è che, chi può, cambia fornitore.
E chi non può (non ha i mezzi: culturali, organizzativi, la rete di sostegni familiari o sociali) nemmeno cambiare fornitore, si vedrà se riuscirà a pagare la bolletta.
E, se e quando ci si troverà a fare i conti con una morosità incolpevole di massa, allora si vedrà chi avrà ancora il coraggio di andare ad argomentare che, in Italia quando sono trascorsi 10 giorni dall’inoltro del messaggio telematico del Portalettere, allora il plico si dà per consegnato (e letto? E compreso? E quella lettura ci trova nelle condizioni di reagire in qualche modo?) e che, comunque, sono cavoli tuoi.
***
Presenti un centinaio di cittadini, con tante domande da porre a chi non c’è ed a chi c’è.
Al termine della riunione Carlo Olmo conclude:
“Questo incontro pubblico ha risvegliato le nostre aride coscienze. Tutti insieme abbiamo dimostrato che le coscienze di Vercelli si sono finalmente risvegliate”.
Nei giorni scorsi il Lupo Bianco, tramite la sua pagina Facebook che ha oltre 12.100 followers, aveva denunciato la drammatica situazione in cui vivono tantissime famiglie dopo l’esponenziale aumento delle bollette di Iren/Atena.
Da quel momento c’è stato un tam-tam mediatico che, nel breve, non si ricorda in città. Sono emerse storie drammatiche – una mamma con bambini malati senza soldi per mangiare, pensionati con 1.100 euro al mese e oltre 2.200 euro di bolletta – e c’è stata un’iniezione ancora più massiccia di aiuti nel tessuto cittadino: sia da parte del Lupo Bianco e della sua Tavola (donati circa 10.000 euro) sia da parte della Caritas (altri 10.000 euro).
“Dispiace – ha detto pubblicamente Olmo – che non abbiano partecipato né il sindaco, né i vertici dell’azienda.
Queste assenze pesano e non poco: perché non hanno voluto prendere parte a un libero, educato, democratico confronto pubblico?
Perché non hanno voluto confrontarsi con i loro cittadini?”.
Olmo ha aggiunto: “È a questa Vercelli, educata e di buon senso, operosa e sensibile, che noi tutti dobbiamo dare delle risposte: di vicinanza, di sostegno, di conforto, di soluzione dei problemi”.
Presenti, invece, i gestori di altre aziende che hanno spiegato le opportunità offerte dal libero mercato e l’Associazione Consumatori di Vercelli.
Ed ora cosa succederà?
“Sono già al lavoro – ha concluso Olmo – per trasformare le proposte raccolte in azioni concrete”.
E’ del pensionato 81enne Adelio Innocenti il
L’anziano è risultato deceduto da settimane.
Settimane nel corso delle quali nessuno l’aveva cercato, come forse anche in quelle precedenti.
Adelio, peraltro, era solito condurre una vita molto riservata: sempre presente a se stesso, era parso, negli ultimi tempi, accusare momenti di stanchezza. E, forse, proprio al sovraffaticamento fu da ascriversi un piccolo incidente automobilistico “autonomo” capitato il 18 gennaio di quest’anno qui a Vercelli, in Via Foscolo, dove aveva parcheggiato la sua Fiat 600: nulla comunque di grave.
I vicini di casa lo piangono come persona perbene, sempre rispettosa di tutti
Il 3 aprile 1988 Anna Maria Giorcelli moriva all’ Ospedale S. Andrea della nostra città.
Era il giorno di Pasqua e così piacque, allora come oggi, pensare che il Signore l’avesse chiamata, proprio in quel giorno, a “risorgere”, alla vita nuova e vera, dopo che ella aveva accettato e pazientemente sopportato, con le croci della vita, anche la croce di una lunga ed impietosa malattia, che l’aveva fatta soffrire per anni.
Anna Maria sarà oggi ricordata nel corso delle celebrazioni feriali nell’ambito della Vicaria urbana Vercelli Nord.
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Anna Maria era nata a Casale Monferrato il 15 settembre 1928 e fino all’ultimo ha illustrato l’esempio di una vita vissuta “con un po’ di dignità”, come amava ricordare – e come ci resta in un Suo scritto – nell’ amore per i suoi cari, confortata da una fede semplice, profonda, essenziale, mai ostentata e piuttosto praticata con il gusto per una talvolta difficile coerenza.
Chi le ha voluto bene ne farà memoria con la preghiera, nel ricordo sempre riconoscente, perché non ne sia dissipato l’esempio.
La ricordano i figli Guido, con Silvia e Annamaria e Marco Gabotto.
Con loro la cara e sempre in gamba Zia Tilde, sorella minore della Mamma, che ha felicemente “doppiato” il giro di boa dei 90 anni.
A trentacinque anni dalla morte di Anna Maria, ne resta vivo l’insegnamento nel cuore di tutti coloro che ebbero il privilegio di conoscerla, certi che Ella sia ammessa a contemplare il volto di Dio, nella grazia e nella gloria eterne.


















