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Il Carnevale di Sabbia ha ufficialmente preso il via con la tradizionale Cena del Bollito, svoltasi il 5 gennaio presso l’Albergo Italia di Varallo.

Un evento che, come ogni anno, segna il ritorno delle maschere della frazione sabbiese, il Re Tognu e la Regina Menga, e che è ormai diventato un appuntamento immancabile per il nostro comitato e per tutta la comunità.

La serata ha visto una partecipazione straordinaria di maschere provenienti da diversi comitati carnevaleschi della Valsesia e non solo, tra cui BorgosesiaPrayCartiglia e Campertogno.

Un ringraziamento speciale va a tutti loro per aver condiviso con noi questa serata di festa e tradizione.

Anche quest’anno il Re Tognu è interpretato con simpatia e passione da Nicolas Bertolini, mentre la Regina Menga ha preso vita grazie al carisma di Ingrid Stragiotti. Ad accompagnare le due maschere il seguito formato da Carlo Stragiotti, Francesco Nai, Mirco Nai, Silvia Zanolo, Valentina Di Pietro e Sabrina Marcianò.

All’evento ha partecipato anche il Sindaco di Varallo, Pietro Bondetti.

Il presidente del Carnevale di Sabbia, Bruno Stragiotti, ha voluto ringraziare tutti gli intervenuti, lo staff dell’Albergo Italia di Varallo per l’ospitalità e ha augurato, insieme ai Regnanti, un felice Carnevale 2025, ricco di allegria e condivisione.

Il Carnevale di Sabbia prosegue con la Paniccia d’n Sabia di Domenica 2 marzo e la Cena della lotteria di venerdì 14 marzo, che segnerà la fine del Carnevale sabbiese, rinnovando lo spirito di unione e divertimento che da sempre contraddistingue queste ricorrenze.

Buon Carnevale a tutti!

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Redazione di Vercelli

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“Si vanno così a scovare ricordi di tempi passati, di quando si correva di meno, per stare un po’ di più insieme.

Di quando, la domenica era ‘la domenica’.

Di quando si cercava di aggiustare le cose che si rompevano, piuttosto che gettarle via e comprarne altre.

Tempi in cui non era necessario affermare che la famiglia fosse un valore, perché lo si viveva e basta, autenticamente: in casa, con i parenti, con gli amici.

In queste ore anche il mio pensiero torna là, a quegli istanti lontani, ma vividi, ad incontrare volti di persone care, ciascuna di esse a suo modo significativa: volti di persone che non ci sono più, ma il colore del loro ricordo non è affatto sbiadito (…).

Intrecciato tra questi mille volti, tra infanzia, adolescenza, giovinezza e l’oltre che sto vivendo, incontro sempre il volto di mia madre.

Una madre presente, esigente, generosa, fedele.

Una donna fedele alla sua vocazione di sposa e di madre, nel servizio umile e concreto verso la famiglia e il lavoro e, più profondamente, fedele alla sua vocazione cristiana.

Capace di accogliere la volontà di Dio anche quando, in certi momenti della vita, è sembrata troppo esigente

Cinquant’anni di vita insieme (Mons. Stefano Bedello è nato nel 1974, ndr) in questi momenti sembrano un istante che svanisce.

Mi sovviene il ricordo di una poesia che alle scuole elementari il Maestro Silvio Massa ci aveva fatto imparare a memoria.

Il brano in questione è del poeta ligure Francesco Pastonchi.

Il maestro Silvio aveva scovato questa poesia intitolate semplicemente ‘Che cos’è una mamma’…”.

La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo in Trino è gremita di fedeli come non l’abbiamo mai vista, oggi 2 dicembre, quando si celebrano le

esequie della Signora Stefania Gaggion, mamma di Don Stefano, deceduta venerdì scorso – leggi qui – .

Tante le Autorità civili e militari, ma tantissima la gente, soprattutto di Trino, ma non solo, che ha voluto stringersi attorno a questa famiglia che è nella prova, ma che vive la certezza di come la loro mamma sia ora ammessa a contemplare il volto di Dio.

Il Presbiterio numeroso come qualche volta l’abbiamo visto nella Solennità di Sant’Eusebio, in Cattedrale a Vercelli: presenti anche Sacerdoti di altre Diocesi, uniti in una concelebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, presente il Cardinale Giuseppe Versaldi.

Davvero lodevole l’animazione della Liturgia da parte della Cantoria parrocchiale.

Ma soprattutto – desideriamo ritornarci un momento – stupefacente la presenza del popolo di Dio, in tutte le sue varie espressioni, rappresentando tutti quei “mondi vitali” che concorrono a dire di una pluralità di carismi, convergenti nella risposta che asseconda la vocazione alla sequela di Cristo, al servizio non solo “alla” Chiesa, ma “nella” Chiesa; al servizio, secondo molteplici saperi e indirizzi e con l’impiego di tanti e diversi talenti, dei fratelli che più hanno bisogno.

Spesso non si tratta soltanto del bisogno di cose materiali (che c’è, c’è davvero e “morde” sempre di più, non va dimenticato), ma è anche il bisogno di non essere soli.

Una realtà composita, plurale, che pare cresciuta come quelle tre misure di farina entro le quali una donna aveva mescolato il lievito, come abbiamo udito nella declamazione del Vangelo.

Sicchè ora si vede come il tempo abbia permesso al lievito “nascosto” da Stefania di preparare quella farina ad essere pasta che diventa pane, pane di vita, che diventa Corpo di Cristo.

Abbiamo iniziato riportando le prime parole dell’omelia dettata oggi da Don Stefano nel giorno dell’ultimo saluto alla sua mamma.

Ma abbiamo lasciato in sospeso una cosa, che ora va compiuta.

E’ bene che la leggiamo questa poesia di Francesco Pastonchi, che quel sapiente e intelligente Maestro elementare ha insegnato ai fratelli Stefano ed Andrea Bedello ed a generazioni di bambini trinesi come furono loro.

Eccola.

Si intitola: Che cos’è una mamma.

“Una mamma è come un albero grande

che tutti i suoi frutti ti dà.

Per quanti gliene domandi,

sempre uno ne troverà.

Ti dà il frutto, il fiore, la foglia.

Per te di tutto si spoglia.

Anche i rami si taglierà.

Una mamma è come un albero grande”.

***

La poesia è una piccola parabola dell’amore materno nella quale vedo descritta – dice Don Stefano – la dedizione instancabile di una madre, che non dà la vita alla sua creatura soltanto nel momento generativo, ma è chiamata a donarla tutti i giorni, in quella “esagerazione d’amore” che solo un cuore di madre può concepire.

***

Ecco, se è vero che questi momenti, i momenti del commiato, paiono essere – come ebbe a dire una persona saggia – “il loro modo per tenerci uniti”, davvero oggi tutti siamo stati più uniti, nella nostra comune condizioni di figli.

Posted in Pagine di Fede

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Lo sappiamo, la Scuola insegna, “lascia il segno” e prova a farlo anche attraverso esperienze e attività che possano fornire agli studenti occasioni di educazione e formazione.

Lo sanno bene all’ Istituto Superiore “Lagrangia” di Vercelli, eccellenza della formazione umanistica piemontese, che con i suoi indirizzi di corsi innovativi e percorsi specifici, ogni anno cerca di integrare il curricolo degli studenti, con occasioni di conoscenza e ricchezza di opportunità, per consentire agli studenti di crescere e accrescere la loro cultura e il loro sapere con esperienze significative.

Sappiamo che il Dirigente Scolastico Prof. Giuseppe Graziano plaude a queste iniziative, sollecita i docenti a percorrere strade per offrire agli studenti sempre occasioni di scoperta, approfondimento, ricerca.

In questa occasione, due classi quinte, nell’ ambito dei percorsi di orientamento ed educazione civica, hanno condotto a Roma, un interessante e ricco percorso istituzionale.

Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministro dell’ Istruzione e del Merito , Corte di Cassazione, Tribunale e Biblioteca centrale giudica.

Non è mancato nulla e gli studenti hanno, accompagnati dalle docenti prof.ssa Acide, prof.ssa Vinci, prof.ssa  Galella e prof.ssa  Nosetti, potuto “avvicinare” le Istituzioni alla loro vita di giovani proiettati al futuro personale, professionale e lavorativo.

Le classi 5 ab del liceo classico e 5 B del liceo linguistico hanno “visitato” le Istituzioni, ma soprattutto hanno potuto “vivere” l’ istituzione.

Avvicinare i giovani alle istituzioni” afferma la docente prof.ssa Acide Elisabetta referente del Progetto, “è importante per avvicinate ed accostare, giovani, politica e società civile: far visitare loro i luoghi delle istituzioni, non è solo conoscere i meccanismi, è prendere contezza dei luoghi della politica come luoghi del  futuro, per divenirne protagonisti attivi”.

Al Ministero dell’Istruzione e del Merito ed alla Corte Suprema di Cassazione gli studenti, hanno raccolto l’ eredità della storia e della cultura italiana e d’ Italia, non solo per i luoghi legati alle tematiche, soprattutto per le ragioni storiche e culturali degli artisti che vi hanno progetto le costruzioni, per i tempi relativi all’ unità d’ Italia, e per l’ alto valore che ancora oggi i due organi e ministeri esercitano nella vita pubblica del Paese.

Nella visita alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica gli studenti, accompagnati dai commessi parlamentari, hanno provato l’emozione della partecipazione alla seduta d’Aula.

Accolti dal saluto dei Vice-presidenti della Camera e del Senato, hanno assistito alle votazioni in aula al Senato ed al alcune interpellanze parlamentari al Sottosegretario all’ambiente e salute alla Camera dei Deputati.

Conoscere il funzionamento dell’Istituzione parlamentare ed avvicinare i giovani alle tematiche istituzionali e politiche integra ed amplia l’insegnamento introdotto recentemente nelle scuole, della disciplina Educazione civica e di approfondire alcune tematiche specifiche sul funzionamento dei meccanismi della democrazia in linea con la Costituzione della Repubblica.

Prosegue nelle considerazioni la prof.ssa Vinci Giovanna collaboratrice del Dirigente: “La visita nella città di Roma è stata, per gli alunni che hanno partecipato, un’esperienza significativa, sia perché alcuni non avevano mai visitato la città, sia perché l’ingresso in alcune sedi Istituzionali, è stata un’esperienza emozionante, che ha permesso loro di acquisire conoscenza sul funzionamento delle strutture.

Il personale che ha accolto i ragazzi, in particolare la Dottoressa Susanna Ranucci (docente universitario) alla Suprema Corte di Cassazione, e la dott.ssa Di Marino Antonella al MIM, si è distinto per preparazione, competenza e capacità di coinvolgimento che hanno reso partecipi docenti e studenti”.

Particolare interessa ha suscitato il progetto e il viaggio tra Istituzioni, tribunale e ministero: aprire le porte del Parlamento, delle Sedi Istituzionali, delle Aule della giustizia, a studenti e docenti, consente un percorso integrato di apprendimento e conoscenza “sperimentate” e “vissute”.

Diventare cittadini partecipi e responsabili a cominciare dalla scuola che allarga gli orizzonti del sapere alla dimensione della cittadinanza.

Una cittadinanza vissuta a “tutto tondo”, sperimentata, dove i valori della nostra Costituzione e quelli dell’integrazione europea rappresentano la piattaforma comune dell’esperienza scolastica e di quella istituzionale.

Soddisfatti gli studenti che hanno apprezzato anche la visita della città e dei suoi monumenti, della tradizione culturale e urbana di una metropoli che continua ancora a stupire tra arte, storia, cultura.

 

Posted in Scuola e Università

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Posted in Lo Sport
Provincia di Vercelli, Vercelli Città

Sono importanti gli Angeli?

Per avere un indizio del posto che occupano nella Storia della salvezza, basti pensare che la Sacra Scrittura, nel Vecchio e Nuovo Testamento, li nomina quasi 400 volte.

E se il Padre si preoccupa di presentarceli (Serafini, Cherubini e Troni, poi Dominazioni, Virtù, Potestà; infine, l’ultima delle tre Gerarchie: Principati, Arcangeli, Angeli), con tanta premura, pensiamo sia un segno del ruolo che i “messaggeri” occupano nel progetto di Dio.

In questo periodo dell’anno liturgico tornano, in un “range” temporale assai breve, dal 29 settembre, festa di San Michele, San Gabriele, San Raffaele fino al 2 ottobre, quando si fa memoria degli Angeli Custodi, a ricordarci quanto siano necessari.

A loro sono stati, nel tempo, affidati patronati importanti ed il 29 settembre, in particolare, si rinnova la devozione a San Michele Patrono della Polizia di Stato.

Ricorrenza che non si è mancato di celebrare anche a Vercelli dove, presso l’omonima Cappellania, l’Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo ha accolto uomini e donne della Polizia che hanno partecipato alla Celebrazione Eucaristica.

Con loro, le massime Autorità civili e militari della città e della provincia, unite nell’omaggio a quella Forza di polizia che si riconosce nella felice intuizione che si traduce nel così significativo motto “esserci sempre”.

Nel video che, insieme alla gallery, abbiamo messo a repertorio, è in particolare l’omelia di Mons. Arnolfo ad offrire l’occasione per una riflessione a tutto campo sul valore dell’impegno della Polizia, non senza averci offerto un’inedita lettura di qualche dato interessante, che prende a paradigma il singolare “unicum” rappresentato da quella sorta di “allineamento” geografico tra i Santuari di Mont Saint Michel, San Michele nel Gargano e la Sacra di San Michele, idoneo a suggerire l’idea di una “rettitudine” intrinsecamente connaturata con l’equilibrio del creato, se è vero – ed è il secondo parallelismo – che i tre simbolici elementi nei quali paiono essere “immersi” i tre luoghi di culto, richiamano Terra, Aria, Acqua, per compiersi nella quarta (Fuoco, fiamma viva d’amore), escatologica dimensione, di Gerusalemme.

Insomma, un’omelia dalla quale si impara veramente molto e che ci fa piacere offrire integralmente ai Lettori.

Sempre nel filmato, la preghiera a San Michele, declamata dalla Dottoressa Marialba Giangregorio, Capo di Gabinetto del Questore. Ancora, il Dott. Gonario Antonio Rainone, Vice Questore Vicario, ha rappresentato il Questore Dott. Giuseppe Mariani, nell’impossibilità di partecipare a causa di un’indisposizione che gli ha impedito di congedarsi di persona dalla nostra provincia: da oggi, 2 ottobre, assume, infatti, l’incarico di Questore di Savona e da noi è arrivata (sarà argomento di altro articolo) la neo promossa Questore, Dottoressa Giuseppina Suma,

della quale annunciammo la nomina – leggi qui – nelle scorse settimane.

Buona visione.

 

Posted in Cronaca, Società e Costume
Vercelli Città

E’ il terzo di Vercelli e l’apertura di questo nuovo negozio Reverchon, in Via Tasso, in quella “Zona Ospedale” che è rimasta una delle poche a difendere una apprezzabile vivacità commerciale, è sicuramente un segnale positivo.

Nel nostro video, che abbiamo messo a repertorio sabato, in occasione dell’inaugurazione, è lo stesso Paolo Reverchon, “timoniere” del gruppo che ormai è una realtà nazionale, a raccontare come l’azienda abbia mantenuto una forte identità familiare, che l’ha sempre connotata, sin da quando, quasi 50 anni fa, il nonno Vincenzo arrivò a Casale Monferrato dove trovò la compagna della sua vita, Giovanna Melotti, figlia di Carlo, con cui, negli Anni Settanta, condivise l’intuizione che avrebbe avuto successo: convertire l’attività di fotografo (peraltro ai massimi livelli) in quella, contigua, di ottica.

Intuizione che i loro figli, Paolo ed Enrico, seppero sviluppare, anche grazie ad innovative strategie di marketing.

E, a proposito di marketing, oggi se n’è avuta una prova concreta, con la premiazione dei due protagonisti di “Panduma”, il viaggio di oltre 17 mila chilometri in Panda, da Vercelli a Tokyo.

Iniziativa sponsorizzata – ma di più: supportata, come sentiremo dai protagonisti Salvatore Morabito e Fabrizio Carrubba – da Reverchon.

Una sponsorizzazione, certo, ma sempre con un occhio di riguardo alle finalità sociali, così come è nel Dna dell’Azienda, che ha saputo portare gli occhiali, un bene “primario”, alla portata di tutti.

Buon lavoro alla nuova attività e buona visione ai nostri Lettori.

 

Posted in Economia