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E’ probabilmente da ascriversi ad una mancata precedenza la collisione tra le due utilitarie che si vedono nella foto, verificatasi nel primo pomeriggio di oggi, 1 maggio, a Vercelli, all’incrocio tra Viale Rimembranza e Via Marco Polo.
La Polizia Locale, giunta tempestivamente sul posto, sta procedendo agli accertamenti.
L’incidente non ha causato danni a persone.
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Sono i giovani a portare altre medaglie d’oro da aggiungere alla bacheca per gli Arcieri del Sesia impegnati nelle gare interregionale Fitarco 3D disputate nelle scorse settimane.
Nella gara del 7 marzo presso il Salgari Campus di Torino vittoria per Davide Bozzo Rolando nell’arco nudo under 20 maschile con 134 punti.
Nella gara organizzata dal Vercelli Archery Team disputata a Salussola (BI) domenica 21 aprile a vincere invece è stata Ambra Traglio nell’arco nudo under 20 femminile con 205 punti.
A Vercelli è salita sul podio anche la squadra maschile composta da Claudio Termignoni, Massimo Galizzi e Roberto Tirelli con 1022 punti.
Ottimi piazzamenti nella difficile gara di Vercelli per gli altri atleti della compagine valsesiana che hanno anche solo sfiorato il podio.
Inoltre sabato 11 maggio inizieranno i corsi dedicato ai neofiti che vogliono provare il tiro con l’arco.
Per informazioni contattare il presidente Massimo Galizzi al 329.7244795 oppure via mail ad arcieridelsesia@gmail.com
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Redazione di Vercelli
Aggiornamento 21 aprile –
Mentre si moltiplicano le espressioni di cordoglio e di affetto per la scomparsa di Barbara Baraldo, sono state diffuse le informazioni che riguardano la preghiera del Santo Rosario e la celebrazione del rito esequiale.
Il Santo Rosario si pregherà domani, lunedì 22 aprile, ad ore 17, presso la Chiesa di Sant’Antonio al Rione Isola.
Sempre qui all’Isola l’ultimo saluto a Barbara, il successivo martedì 23 aprile, con inizio della S.Messa alle ore 10,30.
Tutta la città si stringe in un dolente abbraccio alla mamma Anna Maria ed al papà Alberto.
***
Sanità vercellese in lutto per la prematura scomparsa di Barbara Baraldo, 57 anni, Infermiera presso il Reparto di Chirurgia Generale dell’Ospedale S.Andrea di Vercelli.
Barbara è mancata questa sera, 20 aprile, proprio nel “suo” Reparto, dove da qualche tempo era ricoverata per un male impietoso.
Lascia un grande vuoto in tutto il mondo della Sanità, dove era benvoluta e stimata da tutti.
Aggiornamenti nelle prossime ore.
(elisabetta acide) – Lourdes: una cittadina ai piedi dei Pirenei, freddo pioggia… forse nessuno ci sarebbe passato o si sarebbe fermato se nel 1858 un rumore di vento tra i pioppi e “la signora vestita di bianco”, non avesse cambiato le sorti del piccolo villaggio francese.
E’ l’ 11 febbraio quando Bernardette Soubirous, con la sorella ed un’ amica, esce per andare a cercare legna alle rive del fiume Gave nella zona di Massabielle.
Bernardette è una ragazzina dalla salute precaria (soffriva di asma grave) che vive in condizioni di estrema povertà con la famiglia, in quel Cachot nel quale si sono trasferiti dopo aver perso casa e mulino.
Luogo umido e malsano… fatica ad imparare le cose elementari, eppure … la scelta per la preghiera.
Da febbraio a luglio in diciotto apparizioni, la “signora” rivela il suo nome e chiede preghiera.
Da quell’ anno ogni giorno si rinnova la preghiera del rosario, la processione, la celebrazione dell’ Eucaristia e Lourdes ormai, è forse la meta più nota ai fedeli pellegrini.
Fu proclamata santa da Pio XI l’ 8 dicembre del 1933,
“Aquerò” , “quella la’” , la “bella signora”, la “ piccola signora giovane”, la “ signora vestita di bianco”, che con lei recitava il santo Rosario e che alla sedicesima apparizione rivela il suo nome: Que soy era Immaculada Councepciou (Io sono L’ Immacolata Concezione). Quanta delicatezza materna: pronunciata in occitano, la lingua che Bernardette conosceva, in modo che non ci fosse alcun dubbio o errore.
Solo quattro anni prima il Papa aveva proclamato il dogma di Maria concepita senza peccato di origine .
In una delle apparizioni, il 7 aprile, avvenne un fatto straordinario: durante una visione Bernadette teneva fra le mani un cero che bruciò del tutto, lambendo le sue mani, per 15 minuti, senza tuttavia procurarle alcuna ustione o dolore .
Presente all’ evento, il medico Pierre Romaine Dozous, che cronometrò e documentò il fatto, seppur con il suo scetticismo di fondo e si convertì.
Maria parla, ha richieste specifiche, semplici, che coinvolgono non sono la giovane francese ma l’ intera comunità, la Chiesa, il mondo:
“Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell’altro. Volete avere la grazia di venire qui per quindici giorni?”;
«Penitenza! Penitenza! Penitenza! Pregate Dio per i peccatori! Andate a baciare la terra in penitenza per i peccatori!»;
“Andate a dire ai sacerdoti che si venga qui in processione e che si costruisca una cappella”.
Il messaggio di Maria è chiaro, per tutti i tempi: il messaggio di chi, con cuore di madre, si china ed accompagna i figli a lei consegnati ed affidati.
La conversione che nasce dalla preghiera per volgere il cuore a Dio ed ai fratelli, la carità, la “ costruzione della cappella”, “chiesa” che va “costruita”, ovunque noi siamo.
Quel nome rivelato alla ragazza di Lourdes ci racconta la “vocazione” di Maria: essere la madre del Figlio di Dio, di Dio che sceglie di farsi uomo, di abitare il mondo di carne e lo fa attraverso la bellezza della maternità; una maternità che ha cura dei poveri, deboli, indifesi e che mette in atto quella “Rivelazione” di cui leggiamo nel Vangelo i Matteo: “Grazie o Padre perché non hai rivelato queste cose ai sapienti ed intelligenti ma le hai rivelate ai piccoli”.
Bernardette è la donna che porta al mondo la voce della madre, che porta al mondo l’ annuncio del Figlio.
Donna libera e considerata un po’ “ribelle”; la vita non le ha risparmiato dolori e sofferenze, anche nel convento dove spesso, come in gioventù, era bersaglio di ironie ed esclusioni.
Il mondo dei “piccoli” del Vangelo, è il mondo della santità, la testimonianza, la preghiera, l’ obbedienza.
Muore a Saint-Gildard, casa madre della Congregazione delle Suore della Carità di Nevers, a 35 anni.
Dal 3 agosto del 1925 il suo corpo è esposto in una teca proprio in quel convento, a circa 250 Km da Parigi.
La Chiesa la ricorda il 16 aprile, giorno della sua nascita al Cielo (1879), nel calendario liturgico.
In lei ancora una volta trova realizzazione il “piano di Dio”: ciò che è scartato dagli uomini è gradito a Dio (1 Cor 1,27).
Che cosa ci lascia questa santa?
Forse l’ esempio di come la “ fragilità “possa diventare una forza, un esempio… lei che ha sofferto nel corpo oggi e’ ricordata in quel luogo “esempio” di devozione e di fiducia: molti i miracoli, molte le conversioni, molti i pellegrini…
In quel luogo dove Maria “conduce a Dio”, dove Bernardette ha pregato con la recita del rosario, dove tanti sono stati in processione …
Non solo richiesta di Grazie per sè di guarigione nel corpo, soprattutto per lo “spirito” per sè e per il mondo. Desiderio di una vita cristiana, di una vita di preghiera, di una vita di carità.
***
Da santa Bernardette forse, dovremmo imparare la fede e l’ umiltà, la “missione” anche a costo della derisione, delle difficoltà fisiche, del dubbio, della “messa in discussione” come i molti interrogatori a cui è stata sottoposta per verificare le eventuali contraddizioni
Da Bernardette forse, dovremmo imparare il “cammino interiore”, quello spirituale, l’ itinerario quotidiano del credente e del fedele, non privo di solitudine, di dubbio, di forza interiore.
Da Bernardette (evidente nei suoi scritti) forse, dovremmo imparare la sua generosità, la sua attenzione ai bisogni degli altri, ai fatti più che alle parole, la sua “empatia” con i bambini, con i piccoli…
Tutti dovremmo seguire “la via a Dio”.
Le sue parole, vergate con una calligrafia sicura sono “illuminanti”:
“Non scoraggiarsi mai, vedere la santa volontà di Dio in tutto ciò che mi accadrà, ringraziarLo per ogni cosa, pensando che è per il mio maggior bene che Egli la permette”.
Tra i suoi testi trascritti, compaiono le parole di una lettera composta da Santa Giovanna di Chantal a San Francesco di Sales:
«O Signore Gesù, non voglio più scegliere, suona sulla corda del mio liuto ciò che Ti piace; sempre, e per sempre, suonerà solo questa unica armonia: Sì, Signore Gesù, senza se, senza ma, senza eccezione… Fiat in tutto e in me».
Che anche questo sia il nostro Fiat, sul modello di Maria che lei ha tanto seguito, modello di abbandono fiducioso all’ Amore di Colui che ha “ scelto” l’ uomo per salvare il mondo.
***
(elisa moro) – “La prima (donna) aperse la via al peccato; la seconda favorì l’ingresso alla giustificazione. Quella seguì il consiglio del serpente; questa presentò l’uccisore del serpente e generò l’autore della luce. Quella, mediante l’albero, introdusse il peccato; questa, al contrario, sempre mediante l’albero, introdusse il bene” (Gregorio Magno, Omelia sul Natale).
La stupenda pagina evangelica dell’annuncio dell’angelo Gabriele ha trovato, fin dal sec. II d. C., una precisa espressione nelle formule del Credo e nell’arte cristiana.
Ricerche storiche hanno stabilito che, già nella prima metà del VI secolo, la Chiesa di Costantinopoli celebrava in modo solenne l’Annunciazione chiamata l’Euaggelismòs nella data del 25 marzo.
Questa festa era sorta nell’ambito della celebrazione del Natale, come conseguenza o come preparazione.
Giunta a Roma e poi in Spagna, la solennità dell’Annunciazione con il concilio di Toledo, del 656, era stata spostata al 18 dicembre.
Nel Medioevo fu riportata nuovamente al 25 marzo e veniva fatta approssimativamente coincidere con più o meno l’equinozio di Primavera, così da simboleggiare l’inizio della vita nuova.
In quel periodo la data segnava anche l’inizio dell’anno civile, per molte comunità.
Nel 1972 Paolo IV nel Messale nomina la festa come Annunciazione del Signore e la associa ad un ricco formulario.
Successivamente, nell’esortazione apostolica Marialis Cultus del 1974 la definisce come “festività di Cristo e insieme della Vergine”.
Festa mariana e, al contempo, cristologica, pone al centro dell’entrata del Messia nella storia attraverso l’azione dello Spirito Santo.
La figura della Madonna è paradigma della fede incondizionata e quindi esemplare.
San Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptoris Mater ha scritto: “nell’Annunciazione, infatti, Maria si è abbandonata a Dio completamente, manifestando l’obbedienza della fede a Colui che le parlava mediante il messaggero e prestando “il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà”.
Si tratta però di una cosiddetta “festa mobile” e quest’anno, poiché il 25 marzo cadeva nella Settimana Santa, la Chiesa ha scelto di spostare la memoria al lunedì della seconda settimana di Pasqua.
Le letture di questa solennità del Signore ci orientano verso il mistero della Pasqua.
Il primo, l’unico «si» del Figlio che facendo il suo ingresso nel mondo ha detto: “Ecco, io vengo per fare la tua volontà” (Sal 39,8-9; Eb 10,4-10), riceve la risposta del Padre, il quale, dopo l’offerta dolorosa della passione, sigillerà nello Spirito, con la risurrezione di Gesù, la salvezza per tutti nella Chiesa.
Anche le orazioni e il prefazio sottolineano il mistero dell’Annunciazione come compimento della promessa e invitano a riviverlo “nella fede”.
L’Incarnazione è anche il mistero della collaborazione solerte di Maria alla salvezza ricevuta in dono.
Svela il metodo di Dio per attuare la salvezza: passare attraverso la creatura, per redimerla: “…e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi… e noi vedemmo la sua gloria”. (Gv 1,14).
Può essere utile meditare questo mistero attraverso la lettura di un’opera d’arte, l’Annunciazione di Leonardo da Vinci.
Dipinta dal genio del Rinascimento, allora ventenne, è oggi conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Originariamente l’opera era ospitata nella chiesa di San Bartolomeo a Monteoliveto sulle colline a sud di Firenze. Ci si può soffermare su due aspetti di questa opera straordinaria.
Hortus Conclusus: a differenza di molte versioni precedenti dell’Annunciazione Da Vinci ne colloca l’ambientazione in un giardino recintato (“hortus conclusus”), chiaro riferimento al Cristo e alla sua sposa dal Cantico dei Cantici (cf. Cantico dei Cantici 4:12), da cui il suo significato.
In Cantico dei Cantici il giardino è un simbolo del corpo della Sposa, chiuso e chiuso al mondo esterno e tuttavia fecondo.
A sua volta è anche simbolo di Maria stessa, pura e protetta dal mondo esterno, ma anche feconda e portatrice del Figlio di Dio.
La Bibbia si inizia proprio con la visione di un giardino, il giardino piantato da Dio nell’Eden (cfr Gen 2,8), e termina con l’evocazione di una città – giardino, la Gerusalemme celeste: “in mezzo alla pianta della città, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni” (Ap 22,2).
La Bibbia ci parla anche di un altro giardino, quello del Cantico dei Cantici, dove i due amanti – sposi si incontrano, attraverso metafore e immagini dei fiori e dei frutti.
Il giardino fiorito è segno di rinascita, prefigurazione del giardino pasquale, quello della tomba vuota, dove la Maddalena incontra l’amato Signore risorto dalla morte.
Maria accoglie l’annuncio dell’angelo in un giardino: come l’uomo aveva perso il suo accesso al cielo in un giardino, così ora, per mezzo della Vergine, può nuovamente tornare.
Viene alla mente la splendida pagina di San Bernardo di Chiaravalle: “Te ne supplica …O Vergine, da’ presto la risposta. Rispondi sollecitamente all’angelo, anzi, attraverso l’angelo, al Signore” (Dalle omelie sulla Madonna).
La montagna e l’acqua: il sublime scenario dipinto, esempio perfetto di prospettiva aerea rinascimentale, nasconde una serie di allegorie e simbologie.
L’acqua rappresenta la purezza di Maria, riproposta anche nel simbolo di “guida dei naviganti“, vista la città portuale dipinta sul fondo. Quasi accennata, a completamento dell’opera, una montagna, dalle tinte chiare e non ben definite. Il monte è luogo inospitale ma fecondo, non “lavorato dalle mani dell’uomo”, puro e immacolato, come Maria, ma vicino alla realtà celeste.
Certamente Leonardo, che si reputava “omo sanza lettere”, era a conoscenza del testo dantesco e della visione del Purgatorio, come monte spuntato dal corrugamento della crosta terrestre.
Il monte è quello di Sion, citato in Isaia (2, 1-5): “alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti… verranno molti popoli… non si eserciteranno più nell’arte della guerra”.
Il monte è il luogo della pace, del sogno che Dio ha per l’umanità, che si incontra e si riunisce in Sion, nella nuova civiltà dell’amore che scaturisce proprio dal sì di Maria.
Nell’Eccomi di Maria, vera chiave d’accesso all’Incarnazione del Verbo, vi è il vero modello della fede fiduciosa e, verso una realtà che è ancora non definita; questo è l’esempio per ogni credente, che può rivolgerle la preghiera con cui Dante conclude il Paradiso: “Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo Fattore non disdegnò di farsi sua fattura” (XXXIII Paradiso).
Tragico incidente sul raccordo A4-A5, nella zona di Alice Castello per un uomo di 65 anni che è stato stroncato da un malore.
La vittima era alla guida dell’auto è riuscito ad accostare ma il malore gli è stato fatale.
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Redazione di Vercelli
Finalmente si parte.
Dopo il forzato rinvio causa maltempo, la manifestazione podistica “Vercelli in Rosa”, che in questo 2024 è giunta alla quarta edizione, si è svolta domenica scorsa, 17 marzo, sulla distanza classica di 7,3 chilometri.
Appuntamento di buon mattino in Piazza Cavour, tutti agli ordini della sempre vigile Laura Musazzo, che ha organizzato per il Coni, validamente supportata dalla Atletica Vercelli ’78 del Presidente Piero Volpiano: ormai una garanzia di regolarità per questo genere di iniziative.
Hanno condiviso l’onere dell’iniziativa il Soroptimst Club con la Presidente Lucia Ruzzante, mentre il Rotary Club è stato rappresentato da Milly Cometti.
Anche quest’anno molte Signore hanno indossato (nella parte non competitiva della mattinata) scarpe diverse: qualcosa che stride. Proprio come ciò che questa “diseguaglianza” vuole simboleggiare: la disparità di genere ancora troppo diffusa.
Due i gruppi, divisi tra chi ha scelto di cimentarsi con una buona camminata, ma senza correre ed il secondo, invece, riservato agli Atleti.
Tutti, comunque, vincitori morali perché lo scopo dell’iniziativa era di quelli veramente importanti: sostenere il Centro Antiviolenza comunale EOS. La classifica della frazione competitiva della manifestazione presenta questi risultati:
Sezione maschile, primo Riva Matteo; secondo Bosio Fabio e terzo Arseniato Diego.
Le Signore hanno visto tagliare per prima il traguardo Maria Villabruna, seguita da Barbara Sarasso; terza Manuela Piolotto.
La classifica delle Società: prima Sesia Running, seconda Bio Correndo e terza GP Trinese.
Complimenti a tutte e tutti: è sempre vero che chi fa sport ha già vinto.
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Tragedia lungo la Tangenziale di Buronzo nella tarda mattinata di oggi, 11 marzo: un autoarticolato ed una Mercedes sono entrati in violenta collisione (da prime sommarie informazioni, frontale) e l’impatto ha causato la morte del conducente della vettura, l‘ Imprenditore biellese Massimo Marchi, 68 anni, titolare della Marchi & Fildi spa, rinomata Azienda tessile con sede in Biella, Via Maestri del Lavoro. Marchi era stato anche Presidente dell’Unione Industriale Biellese, dal 1999 al 2001.
Le cause del sinistro sono ancora al vaglio degli Inquirenti, giunti tempestivamente sul posto, insieme all’elisoccorso del Servizio 118 che ha trasportato all’Ospedale di Borgosesia il conducente del mezzo pesante, ferito, ma – sempre da primi referti – non in pericolo di vita.
Aggiornamenti nelle prossime ore.
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Incidente stradale rocambolesco, stamane, 8 marzo attorno alle 8, che ha visto coinvolte tre autovetture, una di servizio alla Fidelitas, al confine tra Caresanablot e Quinto Vercellese.
Uno dei tre veicoli ha terminato la propria corsa nel campo attiguo alla massicciata stradale.
Nonostante il forte impatto, che ha determinato danni gravi ai mezzi, non si registrano conseguenze a carico delle persone.
La dinamica del sinistro è ancora al vaglio delle Forze dell’Ordine intervenute, sul posto i Carabinieri e la Polizia Stradale.
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Si conclude in bellezza il Carnevale di Borgosesia.
L’atto conclusivo è avvenuto con la 171esima edizione del Mercu Scurot.
Sono stati migliaia i cilindrati con cassù presenti in città sin dalla prima mattinata.
La giornata si è aperta con la fagiolata.
Nel pomeriggio spazio al corteo con la banda musicale.
Termina così un Carnevale rivelatosi un vero successone.
Tantissime le persone che hanno preso parte ai festeggiamenti.
Il Rione Cravo ha vinto il palio dei carri.
A trionfare nel minipalio è stata Agnona.
Ora per il Comitato Carnevale Borgosesia è tempo di riposo ma non troppo, infatti a breve si penserà già alla prossima edizione.
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Redazione di Vercelli