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Sono arrivati a Vercelli soltanto questa mattina, 11 dicembre, ma già hanno avuto l’onore di una visita del Sindaco Avv. Roberto Scheda e del Vice Presidente del Consiglio Comunale, Cav. Gianni Marino.

I “Presepi Ant ji süch” erano, del resto attesi.

Già al termine della S.Messa nella Solennità dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria, il parroco del Sacro Cuore al Belvedere li aveva annunciati, in un momento certo capace di suscitare l’attenzione più viva dei cuori: sappiamo come sia tradizione della parrocchia affidata ai Salesiani sin dai tempi di San Giovanni Bosco, al termine della S.Messa dell’8 dicembre, riunirsi nel grande cortile del compendio (che comprende anche il Centro di formazione professionale e l’oratorio), proprio di fronte alla sacra effige della Vergine, per pregare la preghiera dell’Ave Maria.

Così è stato anche quest’anno: i fedeli hanno composto un grande cerchio e, tenendosi per mano, hanno pregato con la preghiera che attinge le parole dal Vangelo di San Luca e secondo la formula definitiva che sarebbe poi stata consegnata al popolo di Dio da Papa San Pio V, nel 1568.

Prima della benedizione finale, il Parroco Don Claudio Giovannini ha annunciato l’imminente arrivo di questi singolari presepi, nati da un’intuizione di Piero Carrera (originario di Cuceglio, ma da tempo residente ad Agliè, in Canavese) e così, in questi giorni, in tanti hanno chiesto informazioni.

Informazioni che sono sintetizzate in questa presentazione:

Presepi ant ji süch – Presentazione

ma torneremo presto sull’argomento ed

è possibile visitare il sito dell’associazione

che da ormai 20 anni si cura di fare conoscere queste opere in tutta Italia ed ora, dopo l’esposizione di Cracovia, nel Mondo.

Anche il Santo Padre Francesco ha potuto ammirarli.

I presepi nei süch (nei ceppi) resteranno a Vercelli fino all’Epifania.

Perchè anche a Vercelli, dopo Arezzo, Roma, Cracovia, il Trentino, l’esposizione torinese in Maria Ausiliatrice?

Perchè a Cuceglio – sede dell’Associazione – hanno avuto un’idea di grande valore dal punto di vista spirituale, storico e pastorale: Cuceglio è una delle tre Parrocchie della Diocesi di Ivrea che sia intitolata a Sant’Eusebio (le altre sono Montalto Dora e Bollengo), sicchè si accarezza l’idea di promuovere sempre più, cogliendo questa sintonia, i legami (quasi un “gemellaggio”) tra i luoghi eusebiani.

Ne parlammo già qualche tempo fa

Oggi, si diceva, il Sindaco in persona, insieme al vice presidente del Consiglio Comunale, è riuscito a ritagliarsi uno spazio, pur nel corso di una mattinata densa di appuntamenti per una visita ed anche per un saluto cordiale a Don Claudio.

L’iniziativa è stata possibile grazie a Piero Carrera ed alla sua gentile Signora.

Del Parroco – che ha accolto subito con disponibilità e generosità la proposta – si è già detto.

Prezioso l’aiuto del Sagrestano Giovanni Bergo; ai sussidi ha pensato la Dott.ssa Silvia Colombano.

Grazie a tutti e “stay tuned” per i prossimi appuntamenti.

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(g.g.)VercelliOggi.it era on line da pochi mesi e si cercava la strada di una comunicazione di prossimità affidata ad Internet,

ma subito parve giusto dedicare attenzione, in quel novembre 2009 che oggi pare appartenere ad un’altra epoca,  alla ricorrenza della “Virgo Fidelis”,

La Madonna, Madre di Dio e dell’umanità, dunque, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, dell’Arma percepita come il presidio di legalità e sicurezza, non meno che di ascolto, più vicina al cittadino, alle municipalità, anche per la sua vasta articolazione territoriale.

La ricorrenza fu istituita da Papa Pio XII l’11 novembre 1949.

Dunque, una festa “giovane”, donata dalla Chiesa nell’immediato Dopoguerra, cogliendo una viva sintonia con il sentire del popolo di Dio, ancora tormentato dal ricordo, tutt’altro che elaborato ed ancor meno “metabolizzato” dalla memoria, della tragedia della guerra.

E, nella Seconda Guerra Mondiale, illustrarono doti di eroismo i Carabinieri, nell’ epica Battaglia di Culqualber conclusasi, dopo tre mesi di combattimenti (ci ritorneremo tra poche righe), proprio il 21 novembre 1941.

***

E’ sempre la pietà popolare ad inverare una sorta di “magistero” che nasce dal cuore (meglio dir così che “dal basso”) quando avverte – così nel corso dei secoli – come propria una ricorrenza la cui radice, comunque permeata di fede autentica, non attinge dalla Sacra Scrittura, bensì da narrazioni evangeliche “apocrife”, ma non per questo giudicate dalla Chiesa come falsa dottrina.

Si tratta, come sappiamo, della Presentazione di Maria al Tempio.

Invero, le numerose iridescenze che richiamano alla nostra devozione la figura di “Maria Bambina”, altro non fanno che aiutarci a meditare il mistero di una umanità che è tale in tutte le sue fasi (dalla Natività, fino alla “dormitio Virginis Mariae) e, tuttavia, Lei sola nell’umanità, preservata dal peccato originale in previsione di quella maternità divina che ci avrebbe reso fratelli del Salvatore e – anche se dimostriamo così spesso di non comprenderlo – fratelli tra noi: figli di un unico Padre.

Nel giorno del 21 novembre, dunque, convergono tre canoni di riflessione e memoria: l’istituzione del patronato di Maria per l’Arma dei Carabinieri, la festa della presentazione di Maria al tempio e la fine di quella battaglia di Culqualber in Etiopia che, pur nell’esito infausto, illustrò l’eroismo dei Carabinieri. Eroismo che fu subito riconosciuto anche dal nemico vincitore.

Una festa, ancora, profondamente legata alla nostra terra, il Piemonte, che in fondo è anche al culla dell’ Arma dei Carabinieri, di cui la Vergine è Patrona.

Fu, infatti, un Ordinario Militare originario di Cavallerleone, in provincia di Cuneo, l’Arcivescovo Carlo Alberto Ferrero, a comporre la “Preghiera del Carabiniere”, lettura immancabile nella Liturgia che consacra questo giorno all’impegno ed al sacrificio dei Militi dell’Arma, la Benemerita.

Nel video che accompagna queste note possiamo ascoltarla, declamata (non letta), insieme all’omelia, integrale, dettata dall’Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo, che ha presieduto la celebrazione in Sant’Agnese, concelebrante Mons. Giuseppe Cavallone.

Nel successivo intervento di saluto il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Vercelli, Col. Pier Enrico Burri, ha sottolineato in particolare come a questo patrimonio di valori tutti i Militi dell’Arma possano attingere quotidianamente per trovare la necessaria motivazione ad affrontare ogni giorno il compito difficile di assicurare sicurezza e giustizia, non disgiunte da umanità e capacità di ascolto.

E’ proprio l’illustrazione di questi valori che – possiamo ascoltare in video – poco prima aveva costituito il messaggio centrale nell’insegnamento dell’Arcivescovo.

Se la ricorrenza si richiama al convergere di tre momenti costitutivi, è altrettanto vero che il Carabiniere è riconosciuto dalla gente come capace di una “triplice fedeltà”: alla Legge, a Dio, all’uomo, alla sua centralità.

La Lettura del brano evangelico (Mt 12, 46-50) che la Liturgia del giorno ha provvidenzialmente posto alla nostra meditazione, ispira l’incipit della riflessione dell’Arcivescovo: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Ma ora vi lasciamo con una piccola gallery di questa mattina in Sant’Agnese e con il video che propone l’omelia dell’Arcivescovo e la preghiera del Carabiniere.

LUVA è giunta al termine con un risultato che si racchiude in una parola: “successo”.

Ieri sera, domenica 7 settembre, si è conclusa la manifestazione che per tre giorni ha portato in città migliaia di visitatori che hanno partecipato ad uno degli eventi più attesi che celebra il re dei vini rossi piemontesi il Gattinara DOCG., la cultura, le tradizioni e le eccellenze enogastronomiche di Gattinara e del territorio.

Molto ricco il programma con degustazioni guidate, spettacoli musicali, diverse proposte di intrattenimento nelle piazze e nelle vie del centro storico che hanno coinvolto adulti e bambini.

Tante curiosità tra le bancarelle degli hobbisti e degli artigiani.

I chioschi e le taverne hanno proposto menù con i piatti tipici della tradizione accompagnati dal Gattinara D.O.C.G..

Tra gli eventi culturali molto apprezzata è stata la quinta edizione della Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea.

Ora cala il sipario sulla manifestazione ma l’eccellente risultato è una soddisfazioni per tutti coloro che hanno contribuito per la sua riuscita.

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Redazione di Vercelli

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Prosegue la manifestazione LUVA uno degli eventi più importanti della zona che si concluderà oggi, domenica 7 settembre.

Le vie cittadine sono teatro di numerosi appuntamenti ed eventi dedicati ad adulti e bambini.

Gruppi  musicali e band itineranti regalano tanta allegria.

All’interno della manifestazione molto apprezzate le degustazioni abbinate ai vini dell’Alto Piemonte.

Numerose le visite alla quinta edizione della Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea a Villa Paolotti con opere di grandi maestri come Julio GalánRenato GuttusoAmilcare RambelliSalvador Aulestia e opere di talenti locali.

Alle tabine e ai chioschi le lunghe code non spaventano gli avventori che si apprestano a degustare menù con piatti tradizionali accompagnati dall’ottimo Gattinara DOCG..

In programma oggi “Iron Grape”, il concorso enologico dedicato al grande rosso Gattinara D.O.C.G. , una giuria di sommelier ed esperti decreterà il Miglior Gattinara dell’annata con degustazioni alla cieca.

In palio il trofeo “Iron Grape” firmato dall’artista gattinarese Ruben Bertoldo.

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Redazione di Vercelli

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Inizio col botto per LUVA.

Inaugurata ieri pomeriggio, venerdì 5 settembre, LUVA, la manifestazione che vedrà la città protagonista di uno degli eventi più importanti della zona.

La Fanfara Bersaglieri di Biella ha aperto la sfilata seguita dalle Autorità locali e le numerose dei paesi limitrofi e come da tradizione ha attraversato le vie del centro cittadino regalando un’atmosfera ricca di colori, musica e spettacoli dedicati ad adulti e bambini.

Diverse le band che si sono esibite nelle postazioni allestite lungo le vie e quelle itineranti che hanno trasmesso tanta voglia di divertimento.

Grande interesse ha riscosso la quinta edizione della Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea allestita nello spazio G’Art di Villa Paolotti con opere di grandi maestri come Julio GalánRenato GuttusoAmilcare RambelliSalvador Aulestia, insieme a stimati talenti locali.

Tabine e chioschi prese d’assalto per degustare i menù con piatti tradizionali accompagnati dall’ottimo Gattinara DOCG..

Non sono mancate degustazioni e abbinamenti nello stand di fronte alla sede dell’Enoteca Regionale con risotti d’autore abbinati ai vini dell’Alto Piemonte

L’evento prosegue e avrà la capacità di coinvolgere grandi e bambini.

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Redazione di Vercelli

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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte, Vercelli Città

Entra subito nel vivo l’omelia dettata oggi, 1 agosto in Cattedrale a Vercelli, da Mons. Marco Brunetti, Vescovo di Alba e profondo studioso del magistero e della figura storica di Sant’Eusebio.

Il momento è atteso perché la fama di Mons. Brunetti va ben oltre quella della pur importante diocesi delle Langhe.

L’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, l’ha invitato a presiedere la S.Messa Pontificale, ben sapendo di dare al popolo di Dio che è in Vercelli una bella opportunità di spiritualità e conoscenza.

Ed il Presule non delude certo le attese, offrendo spunti di riflessione sui quali meriterà certamente tornare, riascoltandoli.

Sant’Eusebio ci insegna l’importanza della verità

In un tempo in cui le eresie insidiavano la vera fede, egli non esitò a proclamare la divinità di Cristo

Anche oggi siamo chiamati a testimoniare la verità, a testimoniare il Vangelo, anche quando questo può comportare sfide o opposizioni.

In secondo luogo, sant’eusebio ci offre un esempio di pastore e di guida.

Dedicò la sua vita ad ascoltare e guidare, confortare il proprio gregge.

Ci si immerge poi nel commento alla lettura del Vangelo di Giovanni (10,1-17), il Vangelo del Buon Pastore.

Essenziale, definitivo, radicale: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore”.

Chiaro anche nella prospettiva esigente, concreta, che non può legittimare equivoci: ”ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore”.

Ma – come si diceva – è certamente meglio ascoltare direttamente le parole del Vescovo Mons. Marco Brunetti, come le riprende il nostro video che offre l’omelia integrale.

Merita forse sottolineare ancora che Mons. Brunetti sia uno degli studiosi più informati sulla figura di Sant’Eusebio, che lo affascinò sin dagli anni giovanili – lo ricorda lo stesso presule nell’intervento di commiato, prima della benedizione – e fu per questa ragione che, giovanissimo, imparò a conoscere Vercelli, per frequentare la biblioteca agnesiana.

Una Liturgia, quella odierna, dove non si  è mancato di ricordare – anche dal punto di vista eminentemente storico – come S.Eusebio abbia avuto un ruolo ulteriore rispetto a quello fondamentale, pastorale, contribuendo a sostenere la nascita di Chiese locali quali furono Tortona, Novara e la stessa Ivrea, di quest’ultima il primo Vescovo fu Sant’Eulogio, di estrazione eusebiana.

Una grande presenza di popolo ha confortato i tanti sforzi per preparare una Liturgia semplice, pur nella sua solennità e perfetta (sia permesso rilevarlo) da ogni punto di vista: certamente un lavoro di squadra con la “regìa” del Vicario Generale Mons. Stefano Bedello, Liturgista diocesano.

Mons. Arnolfo non manca di ricordare tutti coloro che si sono prodigati con un lavoro intelligente e operoso, prima della benedizione finale ed anche questo scampolo è ripreso nel video.

Oltre al popolo, una rappresentanza davvero numerosa del Presbiterio diocesano, molte anche le Consacrate delle varie Congregazioni che vivono e pregano in Diocesi.

Lusinghiera anche la partecipazione di Vescovi emeriti provenienti da Diocesi piemontesi.

Come di consueto, unanime il consenso per l’animazione liturgica affidata alla Cappella Musicale Eusebiana diretta da Mons. Denis Silano.

Non ci resta che lasciare il Lettore al filmato ed alla gallery per rivivere qualche momento di questa bella giornata di fede e condivisione fraterna, augurando una buona e santa festa di Sant’Eusebio.

Provincia di Vercelli, Vercelli Città

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Posted in Società e Costume, Vercelli Oggi
Crescentinese, Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

(elisabetta acide) – Un successo davvero meritato l’iniziativa che ha visto protagonista lo JOFC (Juventus Official Fan Club) di Crescentino e il Gruppo filatelico della città, tanto che l’Amministrazione comunale ed in particolare il Sindaco Vittorio Ferrero, sempre attento alle manifestazioni di interesse culturale sul territorio, ha proposto agli organizzatori, di prolungare l’apertura della mostra dedicata alla memoria della tragedia dell’Heysel del 29 maggio 1985, fino alla festa patronale che si celebrerà nei giorni 30 maggio – 3 giugno, in onore di S. Crescentino,  di cui la cittadina porta il nome, in un caso raro di toponimo seguente alla sua creazione.

(l’intervento introduttivo del Presidente del JOFC di Crescentino, Antonio Ginipro)

***

Ma andiamo con ordine: avevamo annunciato

dalle pagine di VercelliOggi.it – leggi qui –

proprio l’importanza dell’evento, che avrebbe visto la partecipazione di numerosi ospiti ed autorità, in ricordo di quel tragico evento, ma anche a sollecitazione dell’importanza della memoria quale veicolo per i valori dello sport, della solidarietà, della lealtà, all’insegna del gioco e della cooperazione, oltre i colori e le “casacche”.

Si è aperta così alle 18 di venerdì 2 maggio la mostra “minuto+39” per commemorare e per raccontare una pagina di storia che ancora una volta deve essere “impressa” nella memoria, non solo come ricordo, ma come vicenda, come quelle immagini che qualcuno non è riuscito a “guardare”, quei ricordi indelebili che ancora fanno affiorare le lacrime agli occhi di chi “c’era” e di chi “era presente”, di chi “è tornato”, di chi “non è più riuscito ad andare allo stadio”…

Ospite d’eccezione Salvatore Giglio, fotografo storico  di Juventus, che ha “raccontato” la partita, la morte, la vittoria, il dolore… perché quello era il suo “lavoro” e perché quello era il suo “dovere morale”; parco di parole, ha fatto “parlare” le immagini, sotto la guida di Franco Leonetti, conduttore e giornalista sportivo di Radio Bianconera, che ha curato l’ inaugurazione della mostra, sottolineando  l’importanza della cultura sportiva e della promozione dei valori dello sport.

E lo ha fatto alla presenza di molti giovani sportivi, rappresentanti delle società calcistiche del territorio Scuola calcio ASD Fonta 5, di rappresentanti della società Pro Vercelli calcio, della presidente Juliana Bodnari del Comitato “Per non dimenticare Heysel” di Reggio Emilia, qui con Nereo Ferlat presidente onorario, reduce proprio da quella curva Z e arrivati a Crescentino in un “gemellaggio” con lo Juventus Official Club, che  è nato proprio in concomitanza con la costituzione del gruppo crescentinese, ora a 5 anni dalla sua ri-fondazione; degli alunni delle scuole crescentinesi, in un clima particolare, quello dei “grandi eventi”, ma anche nella consapevolezza che tutti, possono contribuire a creare, anche da un tragico evento, una prospettiva di pace e di nuova visione per il futuro della società e dello sport.

Alla presenza delle autorità, dell’Amministrazione della Città di Crescentino, giunta in una delegazione cospicua, alla presenza del Sindaco Vittorio Ferrero e Vice-Sindaco Dispoto Nino, del Maresciallo  capo della locale caserma dei Carabinieri di Crescentino, del Presidente e soci del Gruppo Filatelico della città di Crescentino, che hanno curato la mostra e organizzato in collaborazione con il club bianco-nero l’annullo filatelico dedicato all’evento.

Significativa la presenza del vice-sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi, Pietro Aggio, che ha presieduto con il Sindaco l’apertura e il taglio del nastro dell’inaugurazione della mostra, al suono delle note di Ennio Morricone.

Alle 9 di sabato 3 maggio, con la delegazione  di Poste Italiane, nella rappresentanza dell’Ufficio Postale di Vercelli e di Alessandria, alla presenza dei due Presidenti Antonio Ginipro per JOFC e Dott. Giuseppe Malinverni per il Circolo Filatelico, l’annullo dei francobolli con il timbro su folder appositamente creati per l’evento e cartoline commemorative.

Una “mostra” che ha visto anche la storia di un pezzo di Italia, con i numerosi cimeli e materiali espositivi che raccontavano la Juventus, ma anche le storie nelle storia, quella di Capitan Scirea, quella degli scudetti vinti e mancati, quella delle coppe conquistate e dei sogni infranti, quella di che ormai non c’è più (e le immagini sono davvero tante, dalla famiglia Agnelli a Gian Luca Vialli così come le maglie dei giocatori, gli aneddoti narrati, i giornali sportivi e i numerosi francobolli emessi da Poste Italiane nelle diverse occasioni e nelle conquiste degli scudetti).

Ma anche quelle delle 39 vittime di cui 32 italiani: Rocco, Andrea, Bruno, Giovanni, Nino, Giuseppina, Dionisio, Eugenio, Claudio, Tarcisio, Alberto, Barbara… non solo nomi, volti e ricordi, perché di ognuno qualcosa rimane e molto insegna.

E da quei nomi… non solo volti, ma storia per il futuro.

E gli ospiti sono stati molti nella tre giorni a Crescentino: Valerio Remino  storico massaggiatore della Juventus, diversi Presidenti da  numerosi Club Bianconeri tra i quali JOFC Groane, giornalisti sportivi (ricordiamo Maurizio Vermiglio), del Presidente del Museo del Grande Torino Domenico Beccaria, il prof. Gaudino ( per citarne alcuni)  e tutti avevano un ricordo da condividere, una storia da narrare, un amico da ricordare, un aneddoto da conservare e tramandare.

Significativa la presenza dei rappresentanti della Fondazione Jdentità Bianconera che hanno collaborato all’iniziativa e curato le immagini  della tre giorni con riprese e servizi di prossima condivisione.

Particolare la presenza domenica mattina, all’evento organizzato in concertazione con il Torino Club città di Crescentino, per ricordare la tragedia di Superga del 4 maggio 1949, dove alla presenza della società sportiva crescentinese, dei ragazzi e bambini della scuola calcio,  del Presidente del Torino Club Adriano Matta, dei sostenitori della squadra granata e di quella bianconera, si è vissuto un momento di “esempio” di come dalle “tragedie”, di qualsiasi dolore ed entità, si deve trarre  il “bene possibile”, perché come scrisse all’epoca del tragico evento che colpì la società granata, Indro Montanelli: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede”.

Rispetto e solidarietà sportiva.

Eroi… persone… accumunate dalla morte, ingiusta, inutile, improvvisa, fatalità, destino, inadeguatezza, eppure sempre inaspettata… da quelle morti granata o bianco-nere o di qualsiasi altro colore, la storia reca un messaggio di rispetto e di solidarietà, oltre le appartenenze e le “fedi”.

Rispetto, memoria, solidarietà… a quei giovani, a quei bambini, a tutti coloro che amano il calcio e che occorre educare a comportamenti civici e sociali, in ogni ambito e settore.

Nel pomeriggio, anche la visita alla mostra dei giovani atleti della società sportiva Crescentino calcio, accompagnati da Dirigenti ed allenatori, che ha avuto come “guide” d’eccezione Salvatore Giglio, il fotografo-curatore e Valerio Remino, che con i suoi aneddoti  ha intrattenuto grandi e piccini.

Quel “minuto+39” diventi allora non solo il ricordo e le lacrime commosse, ma sia l’impegno che nasce da quel “silenzio mortale” che ha accompagnato quel “giochiamo per voi”, pronunciato dal capitano Gaetano Scirea, che deve diventare oggi come allora, il “manifesto” dello sport sano e competitivo, all’insegna dell’impegno, del rispetto, della sicurezza, del divertimento per quei 39, ma per quei seicento feriti, per quelli che hanno ancora negli occhi le immagini, per quelli che non erano ancora nati, per quelli che coltivano il sogno del calcio e della coppa… perché di calcio non si deve morire e non si deve dimenticare chi di calcio è morto.

Un plauso agli organizzatori, al Direttivo dello Juventus Club, al gruppo Filatelico, alla Città di Crescentino, alla Regione Piemonte ed al Consiglio Regionale del Piemonte, alla Provincia di Vercelli che hanno patrocinato l’iniziativa, ai numerosi sostenitori e soci che hanno creduto e sostenuto l’iniziativa, a chi ha donato parole, ricordi, presenza, cimeli, tempo… perché questo non sia solo un “evento”, ma rimanga un “ricordo eterno”, perchè questo non si ripeta e non venga dimenticato.

Fare memoria è sentire ancora le urla seguite  dal silenzio, leggere la disperazione e il dolore, guardare quelle immagini e con fatica leggere l’atrocità della morte… ogni parola è vana e superflua… anche le lacrime, ma non l’impegno, quello che deve animare e partire proprio dal ricordo e dalle tragedie…

Proviamo a “raccontare” e “ricordare” per trovare ciò che unisce  e non divide, ciò che “insegna” e non “alimenta” odio o sospetto.

E quegli sguardi, quei volti, quelle immagini siano sempre a costante ricordo, perché “Nessuno muore sulla terra finchè vive nel cuore di chi resta” (Ugo Foscolo).

A perenne memoria e monito.

Informazioni  e orari di apertura e prolungamento  della mostra, saranno pubblicati nei prossimi giorni sui consueti canali del JOFC “Paolo Montero” di Crescentino e sulle pagine ufficiali della Città di Crescentino.

Posted in Lo Sport, Società e Costume
Crescentinese

(Elisabetta Acide)  – Con un particolare ricordo lo Juventus Official Fan Club “Montero” di Crescentino, nei giorni 2 – 4 maggio 2025, si appresta a vivere un evento commemorativo in occasione della strage dell’Heysel.

Ventinove Maggio 1985: 39 vittime, per la maggioranza sostenitori del club piemontese  che era a Bruxelles per disputare la finale di Coppa dei campioni contro il Liverpool.

Il ricordo di quella notte e “i ricordi” di tutti coloro che erano in quello stadio, che erano ragazzi, uomini, papà, bambini, genitori che attendevano a casa i figli, o che erano proprio a Bruxelles con i figli, mamme, mogli, donne, ragazze “innamorate” della Juventus… il popolo bianconero e non solo.

E sono passati quarant’anni, ma i ricordi non sono cancellati, rimangono indelebili, come precisi fotogrammi. Ognuno ne ha uno in particolare che conserva con cura…

Storie umane e destini, nell’intrecciarsi di quei colori bianco-nero che forse, ancora una volta ricordano non solo una “bandiera”, ma come gli “opposti” possono convivere, stare vicini, rispettarsi, vivere insieme conservando la loro unicità e caratteristica.

Il ricordo non interrotto e le vite interrotte… ecco perché il titolo dell’evento “+39” riveste un particolare significato.

Quel segno + davanti, che vuole essere il valore ininterrotto della memoria come “memento” di tutti.

Preparato dallo JOFC da parecchi mesi e grazie alla preziosa collaborazione con il Comune di Crescentino, e le Associazioni del Territorio, ed in particolare con la presidente Juliana Bodnari del Comitato “Per non dimenticare Hysel” di Reggio Emilia, con il quale da anni il club crescentinese collabora e ha intessuto una preziosa interazione, che lo ha visto presente, proprio lo scorso anno, nella città emiliana, in occasione della commemorazione della strage, il 2 giugno 2024 (vedi immagini di repertorio nella gallery).

Lo ricordiamo, il Club di Cresentino, che vanta radici “storiche”, dopo un periodo di un “stasi” durato circa 30 anni, è stato “rifondato” nel 2020, con la scelta di caratterizzarsi con Club Ufficiale ( quindi con tutte le caratteristiche richieste dalla società di cui si porta il nome e che caratterizza l’appartenenza della passione calcistica), ma “radicato” sul territorio di appartenenza,  si è subito distinto per le iniziative benefiche sul territorio, per dimostrare la connessione importante tra valori dello sport e valori etici del convivere, in nome della solidarietà, dell’attenzione al sociale, alle situazioni territoriali, per divulgare la cultura dello sport come veicolo di pace e convivenza civile corretta.

Spiega il Presidente JOFC Antonio Ginipro, a nome del Direttivo di recente nomina:

“ L’iniziativa nasce da una preziosa collaborazione con il Comitato “Per non dimenticare Hejsel” di Reggio Emilia che da anni cura il ricordo delle vittime della strage e l’Associazione Filatelica Crescentinese. L’occasione è stata proprio l’annualità dei 40 anni dell’evento traumatico, e il desiderio di non solo ricordare, ma “rendere viva” la memoria

La scelta, dunque, è stata di creare un evento unico di collaborazioni, che prevede l’annullo filatelico sabato 3 maggio alle ore 10.00. 

La mostra, a cura di Salvatore Giglio, storico fotografo di Juventus, presente a Bruxelles e prezioso “occhio” capace di rendere “eterni” i sentimenti immortalati attraverso gli scatti fotografici in occasione dell’evento sportivo del 29 maggio 1985, ma anche di tutti quei “ragazzi” che nel corso degli anni si sono succeduti, hanno reso quella squadra modello per generazioni di sportivi”.

Alla mostra, allestita in Via S. Giuseppe 42, che sarà inaugurata venerdi 2 maggio alle ore 18.00 alla presenza delle autorità, del fotografo curatore, e con la partecipazione di importanti ospiti, saranno dunque presenti ricordi, oggetti, manufatti che “racconteranno” l’Italia attraverso lo sport, attraverso le vicende della Juventus, ma anche dei singoli protagonisti e delle cronache italiane sportive dell’epoca.

Accanto al materiale curato a più mani dal Direttivo dello JOFC di Crescentino e del curatore Salvatore Giglio, infatti, il Circolo Filatelico Crescentinese, metterà a disposizione materiale storico che racconta la storia della squadra attraverso la filatelia, raccolta di quotidiani e riviste storiche.

La mostra sarà aperta dalle ore 18 di venerdì 2 fino alle ore 22.00; sabato 3 e domenica 4 dalle ore 9.00 alle ore 22.00.

+39, allora, non vuole essere solo “ricordo”, non vuole essere solo “cronaca” di  quattrocento milioni di spettatori, che in tutto il mondo si erano sintonizzati sulla partita, appresero degli assalti degli hooligan, gli ultrà inglesi, agli spettatori del settore Z, che portarono a 39 vittime, schiacciate, calpestate… le due squadre più “forti” dell’epoca a confronto per una coppa… ragazzi in campo e persone sugli spalti… lì con loro…

+39 vuole essere l’impegno quotidiano di chi ama lo sport, quello vero, quello della gioia e della fatica, quello del “saper perdere con onore” e “rispettare gli avversari”, quello della condivisione della passione, anche se i “ colori” non sono gli stessi…

+39 vuole essere impegno di portare avanti quel “giocheremo per voi” che da quell’ altoparlante  proclamò il capitano bianconero Gaetano Scirea, a cui sarà riservato un angolo particolare all’interno della mostra, perché “giocare” nello sport non è solo abilità fisica, è impegno ed esempio che dal campo, qualsiasi esso sia, passa alla vita.

+39 per chi non c’era perché troppo giovane, ma innamorato e appassionato di quella squadra dai colori bianco-neri, perché è importante “leggere” la storia da tutte le prospettive, non per “cercare le colpe”, ma per trarne insegnamenti, per “afferrarne il senso”, per ricordare che il “calcio è il gioco più bello, ma è solo un gioco” (papa Francesco), ma attraverso lo sport e forse, in particolare il calcio, si possono apprendere e sperimentare valori come amicizia, solidarietà, lealtà, rispetto, disciplina e lavoro di squadra, contribuendo a formare individui più consapevoli e responsabili. E questi valori sono per la vita.

La tre giorni avrà uno speaker d’occasione Franco Leonetti giornalista sportivo, voce storica di RadioBianconera ( con la quale il club crescentinese da anni collabora  proficuamente in occasione di particolari eventi sul territorio), vedrà la partecipazione del Presidente del Comitato di Reggio Emilia Juliana Bodnari, il sostegno e la presenza della Fondazione Jdentità Bianconera. Ricordiamo i patrocini dell’evento del Comune di Crescentino, la cui amministrazione, lo ricodiamo, ha il riconoscimento di “comune europeo sportivo”, della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Provincia di Vercelli”.

Conclude il Presidente Ginipro:

Da ora ringrazio il Direttivo, i sostenitori dell’evento, gli associati, i simpatizzanti che in diversa misura hanno contribuito alla realizzazione della tre giorni. Aspettiamo tutti coloro che vorranno condividere con noi il ricordo, per far nascere memoria e consapevolezza di cui sempre abbiamo bisogno”.

 

Aggiornamento ore 10,30 –

Immediata l’espressione del cordoglio dell’arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo:

«Annunciamo con grande dolore la morte di papa Francesco che, ancora ieri, giorno di Pasqua, non ha voluto fare mancare la sua benedizione a tutti noi. Al Pontefice devo una riconoscenza particolare e personale essendo stato proprio papa Francesco a chiamarmi al ministero episcopale nel 2014».

 

ore 10,15 – Dall’Agenzia Ansa riportiamo:

Poco fa il card. Kevin Farrell ha annunciato con dolore la morte di Papa Francesco, con queste parole:

“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco.

Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.

Aggiornamenti nelle prossime ore –

Intanto, questo ultimo commovente ricordo:

 

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