VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Sono sempre un momento di autentica festa ed un’occasione per riflettere sulla nostra storia e sul futuro possibile, le Celebrazioni per la Festa del 2 Giugno, l’anniversario dal Referendum che, chiamando gli italiani a scegliere tra la Monarchia e la Repubblica, sancì il passaggio del nostro Paese alla democrazia repubblicana.

Ma, come si ricorda con non minore attenzione e passione storica in questi giorni, in quella data gli italiani e, per la prima volta con diritto di voto in una consultazione nazionale, “le” italiane, elessero anche l’Assemblea Costituente, che alla fine dell’anno successivo, a dicembre 1947, completò il lavoro preparatorio della Costituzione della Repubblica Italiana.

I 139 articoli che compongono la Carta Costituzionale (oltre alle norme transitorie) si devono a quelli che siamo abituati a chiamare i “Padri” Costituenti, dimenticando però, ancora troppo spesso, che vi furono, tra i 556 “Padri”, 21 “Madri”, ad indicare una finalmente piena e pienamente riconosciuta partecipazione femminile alla vita democratica dell’Italia che tornava a traguardare il proprio futuro.

Questa mattina, in Piazza Cesare Battisti a Vercelli, la cerimonia celebrativa organizzata dalla Prefettura di Vercelli.

 

Dopo i discorsi ufficiali (letto quello che il Capo dello Stato, Sergio Matterella, ha inviato ai Prefetti), delle Autorità locali e del Prefetto di Vercelli, Lucio Parente, la parola è passata al Prof. Massimo Cavino, Docente di Istituzioni di Diritto Pubblico presso la nostra Università del Piemonte Orientale e Costituzionalista di fama, che ha pronunciato un’allocuzione veramente (sia permessa un’opinione) bella e molto pertinente, data anche la contingenza storica, che abbiamo avuto il piacere di mettere a repertorio e che riproponiamo integralmente nel filmato che apre questo servizio.

Sempre nel filmato, altri scampoli di una commemorazione sobria, ma densa di contenuti, che ha visto anche quest’anno una presenza discreta di studenti.

Come tradizione, nel corso della cerimonia sono state conferite dal Prefetto le Onorificenze dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” a cittadini della provincia di Vercelli che si sono distinti per meriti: ecco l’elenco dei nostri illustri concittadini, ora Cavalieri, Ufficiali e Commendatori.

Vi lasciamo, al termine della pagina, con la gallery che ritrae molti tra i protagonisti della giornata.

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ONORIFICENZE  AL MERITO DELLA REPUBBLICA –   2 GIUGNO 2023

Commendatore OMRI – prof. Angelo FRAGONARA- motuproprio da parte del Presidente della Repubblica

Laureato in Lettere e Filosofia presso Università degli Studi di Torino, è stato docente di lettere e filosofia presso l’Istituto Lagrangia di Vercelli e successivamente docente di letteratura latina del presso la Facoltà di Lettere dell’Università del Piemonte Orientale. Ha curato, nella prima metà degli anni Ottanta, la pubblicazione di due manuali di Latino per i Licei e I’Istituto Magistrale, e precisamente “Linguaggi della prosa Latina” e Humanitatis Magistra”.Dal febbraio 2023 ricopre l’incarico di Presidente dell’Associazione di Volontariato   “Vercelli Viva”

Ufficiale OMRI Dott. Roberto VIAZZO –   

Laureato in medicina e chirurgia ha svolto la sua carriera principalmente negli ospedali di Gattinara, Borgosesia, Santhià e Vercelli. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerose benemerenze del Sovrano Militare Ordine di Malta, tra le quali Cavaliere di Grazia Magistrale, Cavaliere professore di Giustizia, membro del Gran Priorato e Capitolare Gran Priorato Lombardia e Venezia, dal 2007 ad oggi membro del Gran Priorato e Capitolare Gran Priorato di Roma. Nel 2017 ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal Comune di Borgosesia per la professionalità, passione, dedizione e cura dei malati della Valsesia.

Cavaliere OMRI – sig. Romano LAVARINO –

Al termine del ciclo di istruzione biennale come operatore della gestione aziendale, ha frequentato il corso per Marescialli dell’Arma dei Carabinieri. Divenuto Luogotenente ha ricoperto l’incarico di Comandante del Nucleo e Responsabile di Aliquota. Dal 2013 al 2018 è stato Comandante del Nucleo Informativo del Comando Provinciale Carabinieri di Vercelli. Ha ricevuto le seguenti benemerenze dal Ministero della Difesa: Croce d’Argento, Croce d’Oro e Medaglia di Bronzo al merito. Attualmente è il Presidente del Consiglio Comunale di Vercelli.

Cavaliere OMRI rag. Dario COLANGELO –

Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere e perito commerciale ha lavorato presso la Banca Unicredit, ricoprendo il ruolo di Direttore della filiale di Gattinara e successivamente Vice Direttore della filiale di Vercelli fino al 2021. Nel 1999 è stato chiamato a far parte della neonata Consulta Provinciale di Protezione Civile, ruolo che mantiene a tutt’oggi all’interno del Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile. Ha preso parte attivamente a tutte le emergenze locali e nazionali, fra le quali l’alluvione che ha colpito il Piemonte nel 2000, ricevendo diplomi di benemerenza dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Regione Piemonte. Da oltre 25 anni offre il proprio contributo economico alla crescita di uno dei bambini della Missione di Isiolo.

Cavaliere OMRI Lgt. Agostino GIACOMANTONIO –

Luogotenente Cariche Speciali della Guardia di Finanza in congedo. Nella sua pluriennale carriere nella Guardia di Finanza ha partecipato a numerose operazioni volte alla repressione di illeciti di natura penale, tributaria ed economico-finanziaria, palesando notevoli doti investigative, non comune senso di dedizione ed elevato spirito di appartenenza al Corpo, per le quali gli sono state tributate diverse ricompense di ordine morale per lodevole comportamento in servizio.

Cavaliere m.llo Luigi RACCOMANDATO –

Nel 1988 si è arruolato nell’Arma dei Carabinieri, ed è attualmente il Comandante della Stazione Carabinieri di Varallo. Nel corso della sua carriera ha ricevuto i seguenti encomi: Medaglia d’oro al Merito di Lungo Comando, Medaglia Mauriziana per 10 lustri di carriera, e Croce d’Oro con Torre per anzianità di servizio militare conferiti dal Ministero della Difesa. Nell’anno 2021 Diploma di Benemerenza conferito dal Ministro dell’Interno per l’impegno prestato nelle attività commesse all’emergenza degli eventi alluvionali che hanno colpito il Piemonte nell’anno 2000.

Cavaliere OMRI Dott. Corrado BUSNELLI – motu proprio da parte del Presidente Repubblica

Dal 1994 fa parte del Corpo Volontari Antincendi Boschivi del Piemonte dove, accanto al ruolo amministrativo svolto all’interno della Direzione Regionale

Ha partecipato ad alcune grandi emergenze che hanno colpito l’Italia, quali il terremoto in Abruzzo e in Umbria. Anche durante la pandemia Covid ha dato prova di spirito solidaristico e, come volontario, ha partecipato ad azioni dirette ad affrontare il momento emergenziale, partecipando alla campagna vaccinale e la distribuzione di mascherine alla popolazione.

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Provincia di Vercelli

Taglio del nastro, questa mattina, 31 maggio, di questa diciassettesima edizione della Fattoria in Città.

Sotto lo sguardo vigile dei due dinosauri di Parco Kennedy, la novità del 2023, ha preso il via la kermesse più amata dai bambini, ma che sa sempre studiarsi spunti di interesse anche per i grandi.

Cliccando qui il programma completo, fino al 4 giugno, di questi giorni di economia, intrattenimento, enograstronomia, cultura.

E, a proposito di momenti di riflessione che parlino del domani ai protagonisti dell’economia di oggi, ha sicuramente rappresentato un passo nella direzione giusta il convegno che si è svolto, subito dopo l’inaugurazione, al vicino Salone Dugentesco, moderato da Andrea Giambruno.

Ne parliamo tra poche righe: certamente per un giorno Vercelli è stata al centro delle attenzioni di personalità di primo piano nel panorama nazionale ed europeo.

Se nei prossimi giorni non mancheranno le occasioni per un tour tra i padiglioni e stand, ascoltando anche le esibizioni dei gruppi musicali ospiti della rassegna, la gallery che ora, insieme al breve video, offriamo ai Lettori, raccoglie qualche immagine della mattinata.

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VERCELLI SPALANCA LE PORTE ALLA SOSTENIBILITÀ CON:

“ROAD TO ESG, STRATEGIE E POLITICHE PER UN FUTURO SOSTENIBILE

Cliccando qui rivedi tutto il convegno nel repertorio di oltre due ore della diretta streaming –

Si è da poco concluso “ROAD TO ESG, strategie e politiche per un futuro sostenibile”.

L’iniziativa voluta da ASCOM Confcommercio Vercelli, Biver Banca, COMTUR, in collaborazione con ASACERT Assessment & Certification, con il patrocinio di Green Building Council Italia, Città di Vercelli e Provincia di Vercelli. Hanno partecipato all’evento relatori di primo piano istituzionale nazionale ed europeo, del mondo delle Associazioni e delle Imprese, dell’Università e della cultura.

Agire, per rendere i princìpi di sostenibilità efficaci in tutti gli ambiti di vita è stato il focus dell’evento.

La complessità e l’urgenza dei temi trattati, sono stati inseriti in un contesto di consapevolezza del territorio, nell’ambito dell’inaugurazione di “Fattoria in Cittá”.

La manifestazione da 17 anni rappresenta il più importante e partecipato momento di animazione economica dell’intera provincia.

La salvaguardia dell’ecosistema, il benessere dei cittadini, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e di tutela del Pianeta, sono stati i temi che hanno coinvolto una platea gremita nel Salone Dugentesco del capoluogo piemontese.

Più di 1200 i collegamenti in diretta streaming sulla pagina Facebook di Asacert e sulle altre in cross-posting collegate.

Angelo Santarella, Presidente Ascom Confcommercio Vercelli ha espresso grande soddisfazione per l’evento: “Abbiamo pensato, insieme alla banca del territorio, di organizzare proprio nel contesto de La Fattoria in Città questo evento, che vuole essere un primo appuntamento di approfondimento e riflessione per supportare le nostre imprese in questo cambio culturale che dovrà aver luogo negli anni a venire, ma che è già di stringente attualità“.

“Come banca abbiamo il compito di sensibilizzare le imprese verso un cambiamento culturale che possa facilitare la transizione in chiave green e consentire loro di progredire nella propria attività. È necessario che le aziende abbiamo un approccio consapevole per poter cogliere tutte le opportunità che questo percorso di sostenibilità farà emergere”. Le parole di Carlo Demartini, Direttore Generale e AD Banca di Asti.

Un evento in cui ASACERT ha potuto esprimere a pieno la sua vocazione nei confronti di temi che quotidianamente accompagnano le nostre attività di risk management della sostenibilità. Sappiamo che dal 2008 il sistema bancario ha deciso di incrementare dei nuovi sistemi utili che sono a garanzia degli utenti, per i cittadini e per le imprese stesse” – il commento di Fabrizio Capaccioli AD di ASACERT e Vicepresidente del Green Building Council Italia –

Il tema ESG è un tema di assoluta attualità, un tema di cui le imprese purtroppo ancora sanno poco, un tema su cui bisogna lavorare per trasferire conoscenze e competenze, proprio per eludere il fenomeno di greenwashing. Anche il tema del sociale è ancora poco trattato, dove le fonti rinnovabili, per esempio, impattano positivamente sulle comunità locali e sui cittadini e il focus per noi è riuscire a diffonderlo nelle città italiane in modo estremamente positivo”.

Un incontro concreto e, allo stesso tempo di alto profilo, che ha visto l’intervento con un video-messaggio del Ministro dell’Agricoltura della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha posto l’accento sul ruolo strategico del mondo agroalimentare nel percorso verso la Sostenibilità:

“Il Governo è vicino agli imprenditori e al futuro della Nazione, che passa anche per la Sostenibilità. La sensibilità verso l’ambiente deve essere coniugata con una prospettiva economica solida ed è per questo motivo che abbiamo assunto il concetto di Sovranità Alimentare a sostegno dell’intera filiera agroalimentare e delle eccellenze nazionali. Il mondo agricolo italiano è un modello virtuoso di sostenibilità ambientale. Nell’ultima legge di bilancio abbiamo dedicato 225 milioni di euro alla innovazione tecnologica in agricoltura – continua – Contrastiamo le produzioni e la distribuzione di prodotti alimentari sintetici, perché crediamo nella qualità dei prodotti e nel nostro modello agricolo – conclude – abbiamo il dovere di garantire cibo di qualità per tutti”.

La Sottosegretaria al Ministero delle Finanze, Lucia Albano, è intervenuta sottolineando il lavoro che il Ministero sta facendo sui temi della sostenibilità:

“Grazie alla delega conferitami dal Ministro Giorgetti sulla valorizzazione del patrimonio pubblico e sciolti i vincoli dettati dalla pandemia, c’è un bisogno di socialità che richiama la necessità di ripensare gli spazi e modalità di gestione per garantire un nuovo benessere. Stiamo lavorando al MEF con una serie di attori che possono valorizzare il patrimonio pubblico, per rilanciare l’economia ma soprattutto per creare valore aggiunto per l’ambiente. Lavoriamo per rendere gli immobili pubblici green e per razionalizzare le funzioni dei cespiti. Ci sta a cuore la parte Social, ritengo in questo contesto sia imperante agire secondo criteri ESG per fornire possibilità abitative diverse, creando la possibilità che benessere e qualità di vita possano coesistere per un numero sempre maggiore di persone. Sono certa che i risultati di questo importante convegno saranno in passo avanti su questa strada”.

Il tema della sostenibilità, in merito agli interventi del Governo è stato oggetto della riflessione di Alessandro Morelli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri:

“Dobbiamo ripartire dal nostro territorio. Tuttavia, per portare avanti il tema della transizione dobbiamo essere all’interno di un grande gioco globale, in cui dobbiamo far valere i nostri valori: il tema della sovranità alimentare e della tutela e delle nostre aziende. Questo è uno dei territori colpiti dalla crisi siccitosa, oggi il Governo si occupa concretamente di sostenibilità, attraverso la cabina di regia per il controllo prima della siccità e poi delle acque, visti gli ultimi tragici eventi climatici”.

L’Europa è particolarmente vicina ai temi della Sostenibilità, come ha avuto modo di confermare Angelo Ciocca, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale della Comunità Europea:

“Applicare le politiche ESG può trasformarsi in una grande leva di sviluppo, una vera forza. Sappiamo tutti che se l’Italia non sarà in grado di trasformare le proprie produzioni secondo le direttive europee, rischieremo di perdere le produzioni che saranno geolocalizzate in continenti dove si inquina di più. Mi rivolgo soprattutto ai giovani presenti: dobbiamo trasformare quello che può essere una minaccia per il nostro territorio in opportunità per una ripartenza nella salvaguardia di un territorio che ha tutte le conoscenze per integrare i temi ESG nelle politiche produttive e sociali locali e di una Governance al passo coi tempi”.

Anche il Presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, Marco Osnato, ha portato la sua testimonianza sulla necessità che i temi economici siano permeati dal concetto di innovazione e sostenibilità:

“Il tema che oggi si affronta è un tema molto presente nel dibattito politico-economico e sociale di questi ultimi tempi. Addirittura, con la modifica dell’articolo 9 della costituzione, si inserisce l’ambiente nella legge più importante che il nostro ordinamento prevede. Si parla di sostenibilità ambientale, ma anche economica: le banche considerano lo sviluppo sostenibile come prerogativa per erogare finanziamenti. Credo che tutto debba essere fatto in un’ottica di transizione, come sostenere le aziende innovative che abbracciano questi temi: ci sono molte realtà italiane che su questi temi stanno lavorando bene ed è giusto che il credito venga erogato nel modo più mirato possibile. Attività formative e informative come queste sono molto importanti per far conoscere le opportunità che le ESG offrono a imprese e artigiani”.

La Commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici e innovazione tecnologica del Senato della Repubblica, è stata rappresentata da Nicola Irto, secondo il quale:

“Siamo tutti convinti che dobbiamo puntare sulla sostenibilità ambientale. Serve da parte del Paese una programmazione attenta. Approveremo il Decreto siccità, anche se superato a causa del disastro climatico avvenuto in Emilia-Romagna, e attraverso questo decreto programmeremo e svilupperemo una strategia per un futuro sostenibile”.

L’ex Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha ricordato che:

“I Goals delle Nazioni Unite sono essenziali per evitare che il cambiamento climatico porti con sé conseguenze catastrofiche. Alluvioni e siccità sono temi della crisi climatica che ho lanciato con la conferenza sul clima già dal 2007. Ora è il momento di coinvolgere imprenditori, istituzioni locali e cittadini ai quali va data una sana informazione”.

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Mentre si attende il taglio del nastro della Fattoria in Città 2023

– leggi cliccando qui il programma completo della kermesse più amata dai bambini –

domani alle 9.15 nell’area della Basilica di S.Andrea (in caso di pioggia nel Chiostro) un’anticipazione per gli intenditori di buona musica.

L’appuntamento è quello del 2 giugno, sera, in Piazza Cavour, con il duo CrazyForEver.

Il Duo nasce dalla grande passione per la buona musica di Davide Boroni, eclettico chitarrista, affermato imprenditore vercellese nel campo informatico, alla ricerca continua del “sapere e conoscere” la musica.

Dopo aver conosciuto Alessia Cogliati, Diplomata all’Accademia musicale, (al suo attivo anche diversi Master di specializzazione), bellissima voce dal talento naturale, dai toni caldi e coinvolgenti, Davide decide di intraprendere con lei (consenziente) una nuova avventura musicale.

Miscelando vari stili, hanno creato un duo musicale che propone i grandi successi internazionali, completamente in chiave unplugged, cioè senza l’ausilio di sequenze, arranger, midi e campionamenti.

Amy Winehouse, Ed Sheeran, Vasco Rossi, Queen, sono solo alcuni degli artisti che Alessia canta con grande passionalità e professionalità, accompagnata dalle magiche note della chitarra di Davide.

Appuntamento, dunque, il 2 giugno in Piazza Cavour, alle ore 21,30, nell’ambito degli eventi della Fattoria in Città.

 

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Vercelli Città

Clicca qui per il programma completo della Fattoria in Città 2023

Ci ricordiamo bene della “svolta” impressa l’anno scorso, 16.ma edizione della “Fattoria in Città” a questa manifestazione, sempre amata soprattutto dai più piccoli, ma capace di fare vivere emozioni e momenti di festa anche ai grandi.

Ripercorriamo cliccando qui qualcuno di quei momenti,

ascoltando dalla voce di Angelo Santarella, Presidente Ascom,  la filosofia sottesa a questo cambio di passo.

 

Si tentava per la prima volta un’innovazione importante: la “Fattoria” diffusa.

Cioè capace di rendere plurale e distribuito in tutta la città, non soltanto nel consueto quadrante a ridosso della Basilica di S.Andrea (che non è abbandonato, ovviamente) il richiamo di eventi ed attrazioni.

Non soltanto un cambio di “location” per cambiare un po’, ma una vera e propria strategia di promozione commerciale: eventi e pubblico più vicini agli esercizi, alla distribuzione e, soprattutto, street food che sia “a chilometro zero”, cioè tutta “farina del nostro sacco”, tutta attività offerta dai nostri bar, ristoranti, pizzerie, che si propongono ed offrono tutta la propria professionalità, fantasia, accoglienza: davvero una “rivoluzione copernicana”. Non più aziende forestiere che vengono a fare “scalping” per un giorno o due nel mercato vercellese, ma una opportunità in più di conoscersi e apprezzarsi tra pubblico vercellese e operatori vercellesi. Entrambi aperti all’incontro con il pubblico che viene da fuori città, attirato dalle attrazioni.

Quest’anno sono davvero tante: dai dinosauri giganti, all’incontro con ben 30 diverse specie animali. Poi i più tradizionali giochi.

L’elenco continua, ma è meglio leggerlo direttamente qui e memorizzare questo link, che farà da “agenda”,

dal 31 di questo mese in poi, per la Fattoria 2023, edizione numero 17, anno secondo dell’era nuova, della Fattoria diffusa.

Oggi, 24 maggio, in Comune di Vercelli la conferenza stampa di presentazione.

Conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti del Consiglio Comunale dei Ragazzi, sicuri di rappresentare i tanti loro coetanei che non vedono l’ora che arrivi il 31 maggio, quando si taglierà il nastro della Fattoria.

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Sono giovani, ma già i “numeri uno” di un comparto particolare del Turismo: l’organizzazione di viaggi e visite di gruppi e delegazioni straniere in Italia. Sia per motivi di lavoro, sia per visite tematiche, dall’arte, ai grandi eventi culturali, allo Show Cooking (lo dice la parola stessa: andare oltre la nozione classica di enogastronomia, per conoscere i segreti delle haute cuisine, svelati in diretta dai grandi Chef).

Tanti gruppi, provenienti soprattutto dagli Stati Uniti, hanno imparato a conoscere l’Italia grazie a questa agenzia, nata dieci anni fa dal coraggio, dall’intraprendenza e dalla competenza di tre giovani: Manuel Salvatore, Alessandro Bellaguardia, Roberta Fiore, che a Tronzano Vercellese hanno fondato “La Boutique dei Viaggi – I Go Travel”.

Oggi, dopo dieci anni, sono sempre giovani, seppure non più giovanissimi come agli esordi e sono ben decisi ad offrire anche al pubblico nazionale, della provincia di Vercelli in particolare, i loro servizi di alta qualità, in senso che potremmo dire “speculare”.

Cioè una vacanza, un’escursione, un turismo esperienziale, capace di arricchire davvero chi lo pratica, con le categorie, anche emotive, che sempre la scoperta di nuovi orizzonti permette. Senza dimenticare, peraltro, svago, relax e divertimento.

La nuova sede, accogliente e funzionale, aperta a Santhià al civico 112 di Corso Nuova Italia (un elemento sicuramente di buon auspicio: la porta accanto è quella della casa dove nacque Sant’Ignazio da Santhià), se è, dunque, un ulteriore atto di fiducia nel futuro, non rappresenta sicuramente una sfida priva dei presupposti tecnici, economici e di know how necessari per “fare la differenza” in un settore in cui è ancora possibile trovare attori e players che si muovono limitandosi a vendere “pacchetti”.

Non c’è che sperimentare le capacità di questi giovani, che, al taglio del nastro, hanno avuto il saluto e l’incoraggiamento del Sindaco di Santhià Signora Angela Ariotti, intervenuta con l’Assessore Agatino Manuella: per un Primo Cittadino, vedere una nuova attività economica è di sicuro un premio.

Li troviamo anche alla loro pagina Facebook – clicca qui –

ed al telefono 0161 209615.

Li ascoltiamo – i titolari ed il Sindaco – nel video in cui ci parlano dell’attività.

Posted in Economia

E’ stata ricoverata in Ospedale a Vercelli in Codice rosso la Signora anziana (classe 1938) investita nel pomeriggio di oggi, 15 maggio, nei pressi della propria abitazione in Corso Magenta.

Da prime sommarie informazioni pare che la pensionata stesse attraversando la strada quando è stata urtata dall’utilitaria grigia, la Panda che si vede nella foto, impegnata in una manovra di retromarcia.

La dinamica dei sinistro, come ogni altro accertamento, è al vaglio della Polizia Locale del Comune di Vercelli, accorsa prontamente sul posto, che si avvale della collaborazione della Polizia di Stato.

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Conoscere la Mafia per contrastarla.

Con questo scopo è nata la giornata che ha coinvolto gli studenti del Liceo Ferrari di Borgosesia nell’evento “Canta contro la Mafia”, tenutosi al Teatro Pro loco di Borgosesia.

Per la prima volta nel vercellese, è stato realizzato un evento dal taglio culturale e musicale ideato, organizzato e diretto dalla professoressa Viviana Finotti, referente d’istituto di educazione alla legalità e alla salute del Liceo Ferrari di Borgosesia.

L’idea è nata da una specifica richiesta da parte di alcune docenti che le hanno chiesto di organizzare un incontro formativo rivolto agli studenti che parlasse della lotta contro la Mafia – spiega Finotti – , sensibilizzandoli sul tema e facendoli riflettere sui fatti di cronaca avvenuti in passato, come ad esempio la strage di Capaci e la morte di Peppino Impastato”.

La professoressa Finotti ha accolto la richiesta delle docenti e ha organizzato interamente l’evento, con l’appoggio della scuola e del Dirigente Scolastico.

La docente ha curato l’evento in ogni minimo dettaglio, provvedendo a tutta la gestione e organizzazione (scelta della location, dei relatori, degli ospiti, del programma della mattinata etc) in accordo con l’istituto scolastico.

Il Dirigente Scolastico, professor Mauro Faina, ha fin da subito approvato e affidato la gestione dell’evento alla docente che da mesi si è occupata dell’organizzazione, ottenendo il supporto degli studenti nella realizzazione della locandina, nella preparazione delle domande ai relatori e nella supervisione di monologhi sulle stragi di mafia interpretate da alcuni alunni che frequentano il corso di teatro organizzato dalla scuola.

La professoressa ritiene che i giovani d’oggi debbano essere informati sull’impegno che numerose associazioni stanno svolgendo contro la mafia e ha pensato ad un connubio perfetto di abbracciare cultura e musica in un unico evento. Tra un intervento e l’altro del relatore Ryan Coretta referente provinciale dell’ass. Libera della sede di Novara, sulla mafia del Nord e Sud Italia e il ruolo della donna del boss, si alternavano esibizioni dal vivo della cantautrice Cance e della rapper Sugar che hanno interpretato alcune canzoni del nostro repertorio musicale italiano, tra cui “Cuore” di Jovanotti, “Per la bandiera” degli Stadio, “Signor Tenente” di Giorgio Faletti e alcuni loro inediti di cui erano state vincitrici al concorso canoro dell’Ass. Musica Contro le Mafie. Cance nel 2019 è stata vincitrice con il singolo “Conosci?” il premio under 35 in Musica Contro le Mafie; Sugar aveva ricevuto in passato una menzione speciale in Musica Contro le Mafie con l’inedito “Regarde-moi”.

La giornata è partita con la visione di un documentario che parlava della Strage di Capaci.

Poi c’è stato spazio per il dibattito e le esibizioni canore delle artiste Cance e Sugar.

Momento ricco di spunti e riflessioni – illustra Finotti – . Sono stati trattati diversi temi come a esempio il ruolo della donna del boss. Le canzoni sono state utili a trasmettere emozioni e a rendere la cosa ancora più intensa. Tra un brano e l’altro non sono mancate le domande dei ragazzi”.

Un evento che ha coinvolto anche l’Associazione Musica contro le Mafie il cui presidente Gennaro De Rosa dichiara:

Da anni la nostra Associazione si occupa di diffondere buone idee e buone prassi attraverso la musica e l’arte in generale. Il premio Music for Change nasce 14 anni fa a Casalecchio di Reno. Iniziammo lì con un piccolo contest e poi dopo due anni tornammo a Sud, in Calabria, e una volta tornati a casa tutto, paradossalmente, assunse e sviluppò una vocazione nazionale e europea. Ci occupiamo di formazione nelle scuole, di progetti di rigenerazione urbana e tanto altro ma la nostra attività principale è “Music for Change”, un premio che mette in equilibrio capacità artistiche e desiderio di riscatto. È uno strumento culturale nel quale si rispecchiano concretamente i valori espressi nell’articolo 3 della Costituzione. Crediamo fortemente nel potere del cambiamento come grande opportunità per l’uomo di poter vivere più vite in una sola. Nell’ultima edizione si sono iscritti al premio più di 800 artisti e in questo periodo sono aperte le iscrizioni per la 14^ edizione”.

Importante l’impegno sociale come sottolinea De Rosa:

Giriamo moltissimo per le scuole di tutta Italia per incontri, progetti più approfonditi e tanto altro. In ogni incontro ci sono ospiti e artisti differenti che incontrano i ragazzi. L’incontro di Borgosesia, nonostante io lo abbia vissuto a distanza in collegamento streaming è sicuramente un seme importante in una parte d’Italia che deve costruire consapevolezza del livello di infiltrazione delle Mafie al Nord che sparano meno ma sono sempre più forti. Le Mafie sono presenti nel Nord Italia da oltre 50 anni. Nessuna Regione può ritenersi esente. Non ci si può e deve stupire di questo dato”.

I giovani sono da sensibilizzare; queste le conclusioni del presidente De Rosa:

Tantissimi giovani, dopo essere entrati in contatto con la nostra realtà, si sono avvicinati all’impegno civile, alla cittadinanza attiva e alla resistenza antimafia; cose che ognuno di noi può fare nel suo piccolo attraverso le sue scelte quotidiane. C’è un importantissimo esperto di criminalità organizzata, il prof. Antonio Nicaso che quando scrive le dediche sui suoi libri scrive spesso “Ci sono loro ma ci siamo anche NOI” ed è proprio sulla crescita esponenziale di quel NOI che si basa la nostra attività. Noi siamo soltanto dei cittadini che contribuiscono a mettere in azione un processo di cambiamento. I giovani hanno anticorpi e determinazione che noi non immaginiamo, basterebbe essere capaci di dargli lo spazio per mettere la loro energia positiva in azione. Ed è quello che noi proviamo a fare da dieci anni con risultati importanti. L’obiettivo è altissimo da raggiungere e per far si che accada la politica deve tornare alla sua radice, con responsabilità e consapevolezza, smettendola di lavorare solo per il consenso che non può che portare a scelte scellerate che non contribuiscono alla costruzione di un futuro per i ragazzi come quelli che abbiamo incontrato ieri. Hanno tutto il diritto di immaginare e costruire il loro futuro”.

Giulia Cancedda in arte Cance afferma:

Ho partecipato all’evento con il brano “Conosci?” con il quale ho vinto nel 2019 l’edizione di Music for Change nella sezione under 35.  Lo scopo è far riflettere i giovani attraverso la musica e il messaggio che si vuole portare è quello che non bisogna mai affliggersi davanti ai problemi, non ci si deve fermare, non cerchiamo la strada più facile, quella a esempio dei compromessi per raggiungere i nostri obiettivi, è necessario invece cercare di costruire il proprio futuro su solidi valori e basandosi sulle proprie capacità”.

Sul palco anche Sugar al secolo Anna Olivieri che dichiara:

E’ stata una bella esperienza. Nella vita sono anche educatrice e affiancare educazione, musica, cultura e arte mi piace moltissimo soprattutto con i ragazzi con cui lavoro. E’ importantissimo spiegare questa realtà ai giovani perché Mafia non è solo il concetto basilare che la gente ha della Mafia, ma sono tanti tipi di atteggiamenti che sono molto pericolosi e che possono portare a discriminazioni piuttosto che situazioni pericolose se non vengono spiegati in modo semplice e chiaro ai ragazzi. La musica è un buon modo per fare questo, perchè la musica ai ragazzi piace. Come musicista faccio principalmente rap da sempre ma anche cantautorato e unisco musicalmente il rap con il pop e il pop punk e principalmente il tema che ho scelto io all’interno del Music for Change è la parità di genere e i diritti LGBT, fondamentalmente sulla parità di genere anche le discriminazioni che le donne devono subire legate ad una società di concetti a delle cose sociali e storiche che non funzionavano e che continuano a non funzionare. E’ importante parlarne per insegnare e far capire alle ragazze e ai ragazzi l’importanza di trattarsi in modo paritario anche se la società spesso non ci porta questa visione, quindi c’è ancora tanta strada da fare però va fatto perchè i ragazzi sono gli adulti di domani e facendoli ragionare magari un giorno le cose cambieranno in modo più positivo”.

Il coordinatore provinciale Libera Novara, Ryan Coletta ha evidenziato:

Qui nel vercellese non esiste un coordinamento di Libera, quindi sarebbe bello che questo evento fosse lo sprone per dare il là a una nuova realtà. Il nostro impegno è costante e puntiamo molto nel sensibilizzare sull’importanze della legalità e della cittadinanza democratica”.

La professoressa Finotti durante il suo intervento come cappello introduttivo afferma: “Siamo qui stamattina per ricordare il sacrificio di chi è stato vittima di mafia, per non dimenticare e soprattutto per acquisire maggiore consapevolezza sugli avvenimenti di cronaca, ponendo una riflessione sulla penetrazione delle mafie all’interno della nostra società e unendo le nostre forze affinchè non accada più. Quest’oggi siete qui ad assistere per la prima volta ad un evento formativo che è un perfetto connubio tra cultura e musica, la musica non è solo divertimento ma è anche una riflessione su temi profondi, se pensiamo ai nostri artisti italiani, tramite le loro canzoni, hanno portato come tema dei loro brani la mafia come un pericolo da non sottovalutare, da rimuovere, riflettendo sull’operatività quotidiana di questi criminali, tra le canzoni che riaffiorano nel nostro repertorio musicale italiano abbiamo Cuore di Jovanotti, Per la bandiera degli Stadio e Signor Tenente di Giorgio Faletti”.

Le conclusioni della docente sono state: “Cantiamo contro la mafia”, pensiamo a quanto sia straordinario il potere della musica, quanto sia importante la libertà, la democrazia, l’essere un cittadino responsabile che rispetta le regole e gli altri. Ma questi altri…?! Quante volte vengono ignorati, maltrattati nella nostra società? Riflettiamo su quanto sia difficile nascere in una famiglia a stampo mafioso… come liberarsi dalla mafia che circonda il nostro territorio? Perché tacere? Ognuno di noi, oltre a mantenere vivo il ricordo dei fatti accaduti delle stragi di cui abbiamo parlato, DEVE REAGIRE! Non abbiate paura di combattere contro la mafia, l’impegno sociale di ognuno di noi può essere un aiuto per creare una società unita! Il mio obiettivo è stato quello di creare un evento formativo dedicato ai giovani, credo sia andato a buon fine, perché quest’oggi voi studenti avete potuto conoscere più a fondo il fenomeno, arricchendo il vostro bagaglio culturale di cultura e musica. Provate a riflettere…. Quanto possa essere interessante analizzare il testo di una canzone, ascoltarlo e commentarlo…oggi la musica vi ha permesso di sperimentare un nuovo studio…perché attraverso le canzoni si possono conoscere i temi sociali facendoci ragionare sui fatti accaduti!”.

Al termine dell’evento, per far conoscere il territorio della Valsesia e i suoi artisti, i relatori e le cantanti sono state omaggiati dagli studenti rappresentanti d’istituto con il libro “I Bordiga”.

 

Redazione di Vercelli

Provincia di Vercelli, Vercelli Città

Giunta alla seconda edizione, la “Corsa giovanile Mezzofondo Città di Vercelli” ha mostrato, oggi 7 maggio 2023, di avere già tutti i requisiti per diventare una classica dell’Atletica del territorio provinciale di Vercelli.

Il percorso si è rivelato più che soddisfacente, sia per scorrevolezza, sia per sicurezza.

Occasione di verifica importante, proprio mentre la preparazione entra in una fase cruciale.

I ragazzi, infatti, hanno corso sulle distanza che andavano dal 400 e fino ai 3 mila metri.

La partenza stamane in Corso Salamano, dove si sono presentati ben 85 giovani e giovanissimi atleti, portacolori di otto Società sportive della provincia.

Cliccando qui la classifica finale completa, per categoria e società di appartenenza.

Più che motivata la soddisfazione di dirigenti e tecnici della Atletica Vercelli ’78, società sportiva che ha ottimamente organizzato in collaborazione con la Fidal (la Federazione di settore).

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E’ il Como ad aggiudicarsi il Memorial Gianluca Buonanno.

Festa del calcio giovanile a Borgosesia dove come da tradizione è stata organizzato un torneo per ricordare la figura dell’Europarlamentare valsesiano, scomparso nel 2016.

La formazione di casa è scesa in campo con la propria Under15 contro i ragazzi di un anno più giovani delle formazioni professionistiche.

Un ricco parterre che ha visto oltre ai granata sfidarsi: Hellas Verona, Spezia, Como, Lecco e Pro Vercelli.

Nonostante la giornata di pioggia non sono mancati emozioni e divertimento, derivanti dalle belle giocate degli atleti protagonisti.

Un torneo che ha brillato per la propria organizzazione, curata dal dirigente borgosesiano David Blanco.

Il presidente del Borgosesia Calcio, Michele Pizzi ha effettuato le premiazioni, ricordando Gianluca Buonanno che fu uno degli artefici per rendere possibile la nascita del campo sportivo in erba sintetica.

Durante la cerimonia è intervenuta anche un’emozionata signora Lina Mazzone, mamma di Buonanno.

La classifica ha visto vincere il torneo dal Como che ha battuto in finale il Lecco.

Terza posizione per l’Hellas Verona vincitrice ai rigori contro lo Spezia.

Quinta posizione per il Borgosesia che ha avuto la meglio per 2 reti a 0 contro la Pro Vercelli.

I premi singoli sono andati a: Tommaso Altemura (miglior portiere), Tommaso Ledri (miglior giocatore) e Christian Pizzuto (autore del gol più bello).

Questi i risultati del Memorial Gianluca Buonanno.

Girone giallo:

Borgosesia-Como 0-2

Como-Hellas Verona 1-0

Borgosesia-Hellas Verona 0-1

Classifica girone giallo:

6 Como

3 Hellas Verona

0 Borgosesia

Girone rosso:

Pro Vercelli-Lecco 0-3

Spezia-Lecco 0-1

Pro Vercelli-Spezia 0-1

Classifica girone rosso:

6 Lecco

3 Spezia

0 Pro Vercelli

Finale 5°-6° posto

Borgosesia-Pro Vercelli 2-0

Finale 3°-4° posto

Hellas Verona-Spezia 6-5 dopo i calci di rigore

Finale 1°-2° posto

Lecco-Como 0-1

Redazione di Vercelli

 

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Valsesia e Valsessera

Una cerimonia per non dimenticare il passato e proiettarsi verso il futuro.

Questa è stata la celebrazione della Festa della Liberazione, in occasione del 25 aprile a Borgosesia.

In prima mattinata, Autorità, Partigiani, Associazioni combattentistiche e d’arma e cittadinanza si sono dati appuntamento davanti al Municipio.

Da lì, accompagnato dalla Banda Musicale cittadina, il corteo si è recato ad Aranco per la deposizione della corona d’alloro al Monumento dei Caduti.

Il gesto simbolico si è ripetuto davanti al Monumento della Torre campanaria e al quello dei giardini pubblici.

Il sindaco borgosesiano Fabrizio Bonaccio ha fatto gli onori di casa, sottolineando l’importante significato di questa data.

E’ seguita la toccante orazione della professoressa Elisabetta Dellavalle, consigliere dell’Istituto per la storia della Resistenza nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia.

Tante le persone intervenute per questo appuntamento.

La mattinata si è conclusa con la Santa Messa in Chiesa parrocchiale, celebrata da don Gianluigi Cerutti.

Si è così rinnovata una commemorazione che serve per ricordare e sensibilizzare i più giovani.

Di seguito: il video con alcuni scampoli dei brani musicali offerti dalla banda e, a seguire, tra poche righe, il testo dell’intervento integrale della Prof. Dellavalle.

***

Odio gli indifferenti.

Orazione ufficiale 25 aprile 2023

Città di Borgosesia
di Elisabetta Dellavalle

 

“Odio gli indifferenti.

Credo che vivere voglia dire essere partigiani.

Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano.

L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.

Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia.

L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.(…)

Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente.

Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti.(…)

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo.

E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini.

Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano.

Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

Nel febbraio del 1917 Antonio Gramsci si rivolge ai giovani con un numero unico del giornale socialista ‘La Città futura’.

E’ un testo profetico, nel quale con forza quasi disumana l’autore anticipa ciò che sarebbe accaduto di lì a poco, nel Ventennio fascista.

Rileggendo affermazioni come ‘La massa degli uomini abdica la sua volontà’ e ‘Lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare’ e ‘Lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare’ ci ritroviamo nella nostra piena attualità, contrassegnata da un pericoloso assenteismo elettorale, atteggiamento ‘indifferente’ che apre la strada alla realtà dell’oggi.

Gramsci, profetico, più di un secolo fa segnava la strada.

Noi poco attenti, indifferenti. Siamo ‘la massa che ignora, che non se ne preoccupa’. Pensiamo che ciò che è stato non possa tornare, crogiolandoci nei successi di chi ci ha preceduti. Nulla di più sbagliato, la Storia ci insegna quanto sia facile reiterare gli errori del passato, soprattutto quando ‘l’indifferenza strozza l’intelligenza’.

Invece la ‘città futura’ idealizzata da Gramsci è costruita da tutte e da tutti, è ‘intelligente opera dei cittadini’ che ‘non piagnucolano o bestemmiano’ e ‘non stanno alla finestra’ a guardare i ‘pochi che si sacrificano e che si svenano’ per il bene comune.

Ecco, oggi siamo qui proprio per questo.

Per ricordare e ringraziare chi non è stato alla finestra.

Ecco perchè mi onora nel profondo essere qui con voi, oggi, 25 aprile 2023 nel 78° anniversario della Liberazione. Per questo ringrazio tutte le autorità presenti, ecclesiastiche, militari e civili e soprattutto l’Anpi di Borgosesia, che mi ha gentilmente invitata. Ringrazio anche voi, per la partecipazione e la condivisione. Voi che appartenete a questa comunità tanto toccata dalla ferocia nazifascista e avete patito, tra l’inverno del 1943 e l’estate del ’44, stragi efferate compiute ai danni di partigiani e di civili. Commemoriamo quindi i martiri di Borgosesia: fucilati contro il muro della chiesa di Sant’Antonio il 22 dicembre 1943, in piazza Frascotti l’11 aprile del 1944 e l’18 luglio del 1944 presso il Cimitero di Borgosesia. I morti delle retate del 19 luglio 1944 a Rozzo, Lovario, Bastia, Marasco, e Borgosesia e quelli della ‘Battaglia di Romagnano’, che si svolse il 16 marzo del 1945 in 3 luoghi: Fara, Romagnano e Borgosesia.

Nello scorrere le biografie di questi nostri partigiani salta subito all’occhio la loro data di nascita, molti sono ragazzi: hanno 16, 17, 18 anni, e vengono fucilati da adulti senza vergogna.

Mi onora essere qui con voi a ricordarli stamattina. Mi onora come cittadina, come parte della comunità di queste belle montagne della Valsesia e come nipote di partigiano caduto in battaglia: i miei nonni Cristina e Flaminio Dellavalle erano di Civiasco e il loro primogenito, mio zio Antonio Dellavalle, è caduto in Istria, dov’è ancora sepolto, nel gennaio del 1944. Anche lui non aveva ancora compiuto 17 anni. Scappato dalla casa di Vercelli per non subire la chiamata dell’esercito repubblichino alla leva del ’27 e per partecipare alla costruzione di ‘un mondo migliore’, prende il nome di battaglia’ Enrico’ in onore di suo cugino, Enrico Dellavalle, poi caduto all’Alpe Fej.

“Cari genitori, dopo lungo preparamento e meditazione ho deciso di abbandonare per un dato tempo Vercelli, per motivi che vi spiegherò in seguito e a suo tempo, non preoccupatevi della mia indeterminata assenza e non pensate male di me.

“Avrete presto mie notizie, in quanto al mio impiego avvertite il mio principale che non ci vado più a lavorare, e vi prego di ritirare il mio libretto e di consegnare il distintivo e il lasciapassare diurno. Parto in compagnia e prego inoltre voi con tutto il cuore di non parlare con nessuno della mia partenza. Tanti saluti e arrivederci a presto. Antonio

P.S. Non avvertite la Questura che al giorno d’oggi è un Comando Tedesco e certo voi dubitate il posto della mia destinazione”.

La scomparsa da casa e poi la morte di Antonio, come tanti partigiani poco più che un bambino, fu la ferita aperta nel cuore della famiglia, l’assenza ‘acuta presenza’ che mi ha insegnato fin da bambina da che parte stare, senza se e senza ma.

Una piccola storia famigliare che, identica a quella di decine di migliaia di altre piccole storie famigliari, ha contribuito a creare l’Italia com’è oggi: Repubblicana, Democratica e soprattutto Libera.

Sono qui insieme a voi per ribadire fortemente che anche lui, come i 45.000 partigiani caduti in  battaglia, non è morto invano. Non è stato alla finestra. Sono usciti di casa ed hanno iniziato a Resistere.

Anche se, come sempre ci ricordava l’amato Pertini,“l’antifascismo nasce nel 1919 contro le prime malefatte dei Fasci di Combattimento”, è dall’8 settembre 1943, proprio come sperava Gramsci, che soprattutto i giovani prendono consapevolezza dell’importanza del  ‘fare’ e a credere nella Resistenza e nei suoi valori fondanti.

“Edda, mi hanno condannato alla morte, mi uccidono; però uccidono il mio corpo non l’idea che c’è in me. Muoio, muoio senza alcun rimpianto, anzi sono orgoglioso di sacrificare la mia vita per una causa, per una giusta causa e spero che il mio sacrificio non sia vano anzi sia di aiuto nella grande lotta. Di quella causa che fino a oggi ho servito senza nulla chiedere e sempre sperando che un giorno ogni sacrificio abbia il suo ricompenso. Per me la migliore ricompensa era quella di vedere fiorire l’idea che purtroppo per poco ho servito, ma sempre fedelmente”: quando Bruno Frittaion, nome di battaglia Attilio, scrive alla sua amata Edda ha 19 anni, dopo l’8 settembre lascia la scuola per le montagne e le SS italiane lo catturano e lo fucilano a Terceto, Udine, il 31 gennaio 1945. Pochi mesi ancora e ce l’avrebbe fatta: avrebbe visto, in quel 25 aprile del ‘45, ‘fiorire l’idea che ha servito fedelmente, purtroppo per poco’. Nel leggere e rileggere queste toccanti ‘Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana’ lascia sempre stupiti la forza e la speranza che da esse traspare: stanno per essere uccisi, hanno subito sofferenze e patimenti, eppure sono loro a consolare chi resta, a mandare messaggi di speranza per un futuro chiaro e luminoso, a dettare le regole di un Mondo migliore. ‘Non un libro ma un’Azione’, non a caso così lo definisce il poeta e saggista Franco Antonicelli.

A volte ci si sente un po’ in colpa nei loro confronti: non sempre siamo stati, o siamo, all’altezza delle loro aspettative. Non li abbiamo ascoltati a dovere.

“Una idea è una idea e nessuno la rompe. A morte il fascismo e viva la libertà dei popoli.”: anche Luigi Ciol, il partigiano ‘Resistere’, ha 19 anni come Bruno quando scrive questa iconica frase, sinossi totale di tutto l’antifascismo. Anche lui viene ucciso a pochi giorni dalla Liberazione, quando la ferocia nazifascista si fa più cupa, il 9 aprile del 1945. Trovo eccezionale la semplicità con la quale questo ragazzo dapprima scelga come nome di battaglia, che tra i partigiani è il simbolo di appartenenza e di identità talmente forte da sostituire quello di battesimo, l’essenza stessa della sua azione, il suo ‘Resistere’, e poi riesca a dire con tanta semplicità estrema l’unica, grande, verità: le idee buone, giuste, umane, non solo non muoino mai ma neppure si rompono. E la sua lettera termina con un gioioso ‘Viva la libertà dei popoli!’. Eccola qui, la vera Resistenza: non importa quanti ne ucciderai, la loro idea resta lì, nell’aria che tutti respiriamo, della quale tutti ci nutriamo. Un’idea dalla quale nasce la nostra Costituzione.

« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”: avrete riconosciuto questa frase, è Pietro Calamandrei che ricorda alle nuove generazioni la strada che devono percorrere: tornare alle radici della nostra Democrazia, la Resistenza, per studiare e rispettare la nostra Costituzione.

Mi piace ricordare che l’esigenza di una Costituzione nasce ancor prima dell’Italia repubblicana: il 16 ottobre 1943 il CLN, Comitato di liberazione nazionale, da poco costituito e ancora operante in clandestinità, la chiede con forza a Vittorio Emanuele III che si rifiuta. Nella seguente fase luogotenenziale grazie al nuovo Presidente del Consiglio Bonomi e i partiti del CLN da una parte, e il Re, dall’altra – mediazione di Enrico De Nicola – nasce la “Costituzione provvisoria” che all’art.1 reca un impegno a deferire le fondamentali scelte costituzionali al popolo italiano, “che a tal fine eleggerà, a suffragio universale diretto e segreto, una assemblea Costituente per deliberare la nuova Costituzione dello Stato”.

La Costituzione, quindi, è la Madre della nostra Repubblica ma è la figlia, forse la figlia maggiore, la più salda e fedele, della Resistenza.

A scriverla, come sappiamo, i 556 membri eletti all’Assemblea nel corso del referendum del 2 giugno 1946: una data storica, la data fondante della nostra Nazione, perché quella data stabilisce una linea precisa tra il Prima e il Dopo.

La linea precisa tra Fascismo e Antifascismo, come ci ricorda il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky in merito all’assenza della parola “antifascismo” dalla Carta Costituzionale:”Se manca ‘antifascismo’ è ben presente la parola ‘fascismo’, legata al suo divieto radicale. La dodicesima disposizione transitoria della Costituzione fa divieto di ricostituzione del disciolto partito fascista, sotto qualunque forma. Richiamo l’attenzione su ‘sotto qualunque forma’: i nostri padri costituenti erano ben consapevoli che era una questione di sostanza, non di forma”.

Il 2 giugno 1946 è dunque la linea precisa tra Monarchia e Repubblica, la linea precisa tra Dittatura e Democrazia, la linea precisa tra Discriminazione e Uguaglianza: votano infatti, e per la prima volta con un ritardo storico vergognoso, anche le donne: molte di loro, soprattutto le giovani del centro nord, votano per la Repubblica ed hanno contribuito fattivamente alla guerra di Liberazione. Incuranti dei divieti ancestrali di padri, fratelli e mariti, le donne corrono alle urne con percentuali incredibili, la loro presenza fu altissima:  soprattutto al Sud e nelle Isole superò quella maschile.

Da non credere. Era la fine del Silenzio.

Donne che votano le Donne. Anche se le elette all’Assemblea Costituente, quelle che chiameremo le ‘madri della Repubblica’, sono solo 21 su 556 componenti, cioè il 3,78%, rappresentano, nelle giuste percentuali tutto il variegato mondo politico del tempo, il Partito Comunista e quello Socialista, la Democrazia Cristiana e il Partito dell’Uomo qualunque, e tutte le classi sociali e le professioni. Quattordici sono laureate e molte sono insegnanti, giornaliste, una è sindacalista, un’altra casalinga. Sono persone comuni diventate straordinarie, sbalzate anche loro nella Storia dalla ribellione morale al fascismo, dalla attività clandestina nei Gruppi di difesa della donna, nella Croce rossa o nel Soccorso rosso, nei gruppi partigiani combattenti. Per molte di loro scrivere la Costituzione è il giusto approdo di tante lotte e sacrifici. Molte di loro hanno fatto dell’antifascismo una regola morale di vita ben prima dell’inizio della guerra. Come Adele Bei che, condannata nel 1934 dal Tribunale speciale a 18 anni di carcere per attività antifascista, così risponde ai giudici del Tribunale fascista che la spingono a denunciare i compagni facendo leva sui suoi figli piccoli restati in Francia:“Non pensate alla mia famiglia, qualcuno provvederà, pensate invece ai milioni di bambini che, per colpa vostra, stanno soffrendo la fame in Italia”. Un coraggio che non si aspettano da una donna. E lei non parla. Partigiana combattente a Roma con il grado di capitano e Croce di guerra al valor militare. Lunga vita di impegno la sua, tra la politica con il PCI, unica donna nel primo Senato e due volte deputato, e la CGIL. Sempre in lotta per il bene dei lavoratori, delle famiglie e, con avveniristica visione, per una degna riforma del sistema carcerario. Partigiana fino all’ultimo, come tutte le altre. Come tutte queste donne che hanno portato nella nostra Costituzione la potenza e il coraggio delle loro idee. Anche nella Commissione dei 75, che ha il compito di redigere il testo finale, le donne sono pochissime: 5 su 75, appunto. Tre di loro sono partigiane combattenti: Teresa Noce, detta Estella,  Maria Federici e Nilde Jotti, che resterà in Parlamento 53 anni e sarà per ben tre volte rieletta Presidente della Camera. Le altre sono Angela Gotelli, che si batte per i diritti delle donne e Lina Merlin, che dona il suo nome alla Legge che abolisce la prostituzione legalizzata in Italia. Di lei mi piace raccontarvi anche, amica fedele di Giacomo Matteotti, dopo il suo brutale assassinio viene arrestata 5 volte in due anni e che nel 1926, l’anno delle Leggi Fascistissime, viene licenziata perché come insegnante si rifiuta di prestare il giuramento di fedeltà al regime, obbligatorio per gli impiegati pubblici. Atti di semplice e puro eroismo. Atti di chi sa da che parte stare.

Vi invito ad approfondire le biografie di ognuna di queste 21 donne con più calma, perché nelle loro storie personali, storie eroiche di donne comuni, possiamo ritrovare lo spirito stesso della Resistenza, tanto faticoso quanto femminile.

Nel concludere torniamo all’inizio: vent’anni dopo aver scritto ‘Citta Futura’, in una data nuovamente profetica, il 25 aprile 1937, proprio nel giorno in cui sarebbe stato scarcerato dopo anni di detenzione politica, Antonio Gramsci viene colpito da un’emorragia cerebrale. Muore due giorni più tardi, il 27 aprile e il giorno successivo, sotto una pioggia scrosciante, viene cremato al Verano, le ceneri portate al cimitero acattolico di Roma.

“Non posso, in ultimo, non ricordare i patrioti coi quali ho condiviso le galere del tribunale speciale, i rischi della lotta antifascista e della Resistenza. Non posso non ricordare che la mia coscienza di uomo libero si è formata guardando sempre ai luminosi esempi di Giacomo Matteotti, di Giovanni Amendola e Piero Gobetti, di Carlo Rosselli, di don Minzoni e di Antonio Gramsci, mio indimenticabile compagno di carcere. Ricordo questo con orgoglio, non per ridestare antichi risentimenti, perché sui risentimenti nulla di positivo si costruisce, né in morale, né in politica”:da queste parole resistenti del partigiano Sandro Pertini, alle parole partigiane del resistente Sergio Mattarella che, in visita a Birkenau lo scorso 18 aprile ha sottolineato come L’odio, il pregiudizio, il razzismo, l’estremismo e l’indifferenza, il delirio e la volontà di potenza sono in agguato, sfidano in permanenza la coscienza delle persone e dei popoli”.

Indifferenza, Costituzione, Repubblica eccole le parole, le pietre miliari di oggi: grazie alla Lotta partigiana contro l’Indifferenza l’Italia antifascista e libera ha saputo scrivere la Costituzione più bella del mondo e, grazie al sacrificio di chi non è stato alla finestra, è stata costruita questa nostra Repubblica: magari un po’ affaticata e smemorata ma per sempre Democratica, Libera e Antifascista!

Salutiamoci con le ultime parole del partigiano Mingo, Domenico Fiorani, fucilato dai fascisti a piazzale Loreto il 10 agosto del 1944.

Uno dei 45.000 che non stettero a guardare.

“Pochi istanti prima di

Morire a voi tutti gli ultimi

Palpiti del mio cuore

W l’Italia!”

Elisabetta Dellavalle

Borgosesia, 25 aprile 2023

Redazione di Vercelli

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