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Sembra impossibile pensare di non rivederlo più sulla sua panchina di Piazza Vittorio, nella quotidianità di un caffè al bar Moka, intento a commentare le vetrine della Biblioteca, alle conferenze, sempre seduto in fondo, attento a non perdere nemmeno una sillaba: puntualmente interveniva nel dibattito con osservazioni mirate, rivendicando con orgoglio di avere costruito da sé la sua formazione culturale.

L’epigrafe firmata: “Tutti i tuoi cari amici e compagni” ne tratteggiava efficacemente l’alto profilo morale: “Uomo buono, onesto e generoso, ha dedicato l’intera vita all’ideale politico lottando contro ogni forma di oppressione”.

Dopo gli studi obbligatori aveva intrapreso un percorso di autoformazione culturale ammirevole, anzi straordinario, se consideriamo il punto di partenza.

Suo padre dalla Toscana era venuto a fare il minatore ad Alagna, mentre sua madre, originaria della Calabria, era rimasta avvolta in un bozzolo di consuetudini e di pensieri, legati a una società molto diversa da quella valsesiana.

Francesco li curò entrambi nella malattia e serbò sempre per loro un grande rispetto.

Nel 1978 Francesco lavorò come tipografo compositore presso la Tipografia Zanfa: una fotografia conservata da Sara Manzetti, nipote di Lino Magnani, lo ritrae al Pranzo dei Tipografi.

Successivamente lavorò presso la Tipografia Capelli.

Intelligente, acuto osservatore, volitivo, seppe costruirsi anche una professionalità come legatore presso la Cooperativa Le due Valli, dove lavorò per anni: gli era rimasto quell’imprinting, infatti a casa sua i libri erano disposti ordinatamente impilati fronte/verso per non piegarsi.

Dopo il fallimento della Cooperativa il Sindaco di Varallo, Gianluca Buonanno, gli offrì la possibilità di entrare alla Rimeco.

Francesco seppe adattarsi alle mansioni di operatore ecologico, perché, come scrisse Giorgio Crevaroli nel suo diario: “Quando prenderemo coscienza del nostro compito, per quanto sia poco vistoso, solo allora potremo vivere in pace e morire in pace, perché ciò che dà un senso alla Vita, dà un senso alla morte”.

La Rimeco Ambiente s.r.l., ditta per cui lavorava, in sua memoria ha donato cinquecento euro all’Istorbive, mentre i compagni di lavoro hanno raccolto una somma da devolvere all’ANPI. Gli Amici stanno raccogliendo offerte per ricordarlo.

A che serve leggere tanti libri? Serve ad avere qualcosa da DARE agli altri”: Francesco era un lettore forte e onnivoro, non nel senso che leggeva tutto, ma di apertura a tanti cieli.

Non si tirava mai indietro, non si trincerava dietro verità pre-confezionate.

Ogni giorno leggeva avidamente più quotidiani, da quelli più vicini a lui, a cominciare dal Il Manifesto, ad altre testate di orientamento diverso: “Per contrastare dialetticamente gli avversari devi sapere su quali basi fondano i loro convincimenti”.

Non si limitava a sfogliare i giornali, li leggeva avidamente ed era in grado di fare sintesi.

Viveva in una casa proprio accanto alla biblioteca, piena zeppa di libri, impilati in muraglie, collocati dappertutto: quel labirinto di carta era il suo modo di testimoniare l’impegno non verso una generica società, ma verso l’Uomo, quello che passa accanto, ma anche quello che muore in una guerra assurda.

Questo importante patrimonio bibliografico, per precisa volontà di Francesco, sarà presto reso pubblico, essendo stato destinato all’Istituto Storico e alla Biblioteca Civica

Ha vissuto ed è morto da Uomo Libero, come soleva ripetere orgogliosamente: “Non ho portato il cervello all’ammasso”.

Ha profuso il suo impegno nella società e nella politica: si era speso per la difesa della sanità varallese quando chiusero l’ospedale, era sempre in prima fila quando si trattava di condurre buone battaglie. Sarebbe ingiusto cercare di classificarlo incasellandolo: il suo sentire e il suo agire erano vicini al Comunismo delle origini, quello idealista del primo Novecento. Non si sentiva parte di nessuna chiesa, laica o religiosa che fosse.

Non avrebbe voluto cerimonie, ma in un silenzioso passa parola, amici, compagni, persone che l’avevano conosciuto, si sono ritrovati sabato in un luogo doppiamente simbolico, davanti al Muro dei fucilati, che è anche il muro del Camposanto, dove torneranno le ceneri di Francesco, che riposeranno accanto a quelle dei suoi genitori.

Il Prevosto di Varallo, Don Roberto Collarini, lo ha omaggiato con un mazzo di garofani.

Enrico Pagano, Direttore dell’Istorbive, storico, ma soprattutto persona estremamente saggia e ponderata, lo ha ricordato inquadrandolo nel suo ampio orizzonte ideale, partendo proprio dalla sua ragione di vita, la libertà: “La compagna più amata, sia nella dimensione esistenziale individuale, sia nella sua dimensione pubblica. Ha vissuto da spirito libero, ma sempre attento a non offendere la libertà di chi lo circondava, con il massimo rispetto per le persone che la pensavano come lui, ma anche per quelle che avevano sentimenti e opinioni contrastanti con la sua… Francesco si spostava in rare occasioni da Varallo, ma aveva una conoscenza del mondo molto più intensa di quella di molti viaggiatori abituali, perché la sua curiosità intellettuale lo portava ad informarsi, ad acquisire elementi utili per le sue rielaborazioni politiche: raramente trovava nella comunità interlocutori altrettanto consapevoli e il dialogo era destinato a rarefarsi. Ma questo avveniva per limiti nostri, non certo suoi: è bene ribadirlo per chi ha guardato a lui con sufficienza”.

Paolo Picchianti, amico di Francesco per cinquant’anni, con il quale condivideva la stessa fede politica, l’ha ricordato come militante attivo, fin dai tempi della gioventù: “E’ sempre stato un comunista marxista leninista, uomo e compagno che portava avanti gli ideali della lotta di classe, preparato, informato, sapeva dialogare con tutti, teneva rapporti con Padre Zanotelli di Nigrizia, con i Padri saveriani di Missione Oggi, il teologo Chiavacci e Don Renato Sacco di Pax Christi. Era una persona molto generosa, anche con chi non lo meritava”.

Franco Camosso lo ha descritto come un uomo libero.

Al termine è intervenuto lo storico Roberto Gremmo, amico personale di Francesco cui inviava sempre i suoi libri appena usciti.

Valsesia magica e misteriosa” è stata proprio l’ultima lettura di Francesco, commentata e discussa con Sara Manzetti e Gigi Carrara.

Gremmo ha ricordato come il padre di Francesco, fosse originario di Arcidosso il paese del predicatore Davide Lazzaretti, che per il suo visionarismo e la sua tragica fine, è stato chiamato il Cristo dell’Amiata: “Francesco era per me come un fratello che mi ha aiutato e incoraggiato per cinquant’anni”.

Le note di Bella Ciao, un manifesto per la libertà, dai valori comprensibili a tutti, dal ritornello accattivante facile da cantare, nella versione ritmata dei Modena City Ramblers, hanno accompagnato Francesco nel suo ultimo viaggio: ha lasciato una grande eredità d’affetti, la sua memoria vivrà a lungo, insieme agli ideali di giustizia, uguaglianza e libertà che ha coltivato, sarà per sempre nell’aria di questa Città, coerente con se stesso, la sua vita e i suoi Valori.

Francesco conosceva il senso profondo dell’Amicizia, sapeva condividere in modo autentico: lo conobbi tanti anni fa, in occasione di un film del cineforum di Varallo: “La notte delle matite spezzate” diretto da Héctor Olivera, che racconta la vera storia di un gruppo di giovani attivisti argentini durante la dittatura militare degli anni Settanta.

Allora era anche rappresentante dell’Unicef, come lo fu dell’Associazione italiana Amici di Raoul Follereau, una organizzazione non governativa per la lotta alla lebbra e alle forme di ingiustizia ed emarginazione ad essa connesse.

Fu un donatore regolare dell’AVIS per moltissimi anni: anche questo faceva parte della sua generosità.

Spesso donava alla Biblioteca libri importanti, o segnalava articoli, motivando sempre le sue scelte. In Francesco conviveva un sincretismo inclusivo, l’incontro fra culture diverse che genera mescolanze, interazioni e fusioni fra elementi culturali eterogenei e apparentemente inconciliabili, per ragioni pratiche.

Conservo i suoi doni di Natale, quasi sempre libri, scelti ad hoc, con le dediche scritte a matita, a caratteri grandi, in stampatello, firmate: “Il tuo Amico Francesco”.

Grazie Francesco per il Tuo rispetto della vita e delle diversità: raccoglievi spazzatura, ramazzavi strade e piazze nei giorni in cui tutti si divertivano e facevano festa, ma in realtà trasformavi il mondo in qualcosa di migliore e certamente lo hai lasciato più pulito.

Piera e tutti i Tuoi Amici e Compagni

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Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca

In vista della prossima edizione del Carnevale di Ivrea, è stato effettuato un attento riesame del Piano Sicurezza, con l’obiettivo di migliorare la gestione degli accessi e dei flussi, garantendo la sicurezza dei cittadini e dei turisti.

Questo riesame è stato realizzato alla luce dell’esperienza maturata durante il Carnevale 2024, tenendo conto dei punti critici emersi e degli interventi migliorativi che è stato possibile adottare, nel rispetto delle normative vigenti e dei limiti di capienza del Centro Storico e del Borghetto. Anche per questa edizione, la Fondazione si è avvalsa del team GaE, guidato dall’Ing. Giuseppe Amaro, per gestire gli aspetti che riguardano la sicurezza per tutte le giornate in calendario.

Il piano si articola su tre principali linee di azione, che verranno attuate per migliorare l’efficienza e la sicurezza durante l’evento:

Fluidificazione degli accessi e deflussi

È stato previsto un intervento mirato a semplificare e rendere più fluidi i flussi di ingresso e uscita dal Centro Storico.

Gli ingressi principali per i visitatori saranno ubicati sulle vie designate sul lato nord della città, inclusa Porta Vercelli, mentre le uscite saranno orientate verso il lato sud, attraverso le vie designate.

Un intervento particolare riguarda il varco di via Corte d’Assise, che quest’anno sarà adibito esclusivamente all’uscita.

Questo cambiamento è stato pensato per facilitare il deflusso delle persone dopo il passaggio da piazza Ottinetti e decongestionare il tratto di via Palestro verso Piazza di Città.

Inoltre, sarà possibile accedere più facilmente a corso Re Umberto per assistere alla sfilata del Corteo Storico, che includerà i gruppi storici e folkloristici la domenica e il martedì. Domenica, i visitatori potranno godere di uno spettacolo di sbandieratori che si esibiranno in corso Massimo D’Azeglio, in una zona meno affollata, per offrire una visione diversa della tradizione carnevalesca.

Miglioramento della comunicazione attraverso il rifacimento della cartellonistica

È stato predisposto un intervento di riedizione completa della cartellonistica di indirizzo e informazione per i giorni di Carnevale.

La grafica e il posizionamento dei segnali sono stati rivisitati per migliorarne la leggibilità e la visibilità.

Saranno installati nuovi pannelli informativi lungo le vie principali di accesso alla città, con una mappa semplificata dei luoghi principali del Carnevale.

La mappa sarà distribuita gratuitamente in formato cartaceo presso i punti di accesso a pagamento la domenica e presso i punti vendita merchandising della Fondazione durante tutte le giornate della festa e sarà consultabile tramite il sito ufficiale storicocarnevaleivrea.it

Questo permetterà sia ai cittadini che ai turisti di orientarsi facilmente tra i luoghi chiave della manifestazione.

Formazione degli addetti alla sicurezza

Un altro punto fondamentale del Piano Sicurezza riguarda la formazione e la comunicazione con i referenti degli steward che si occupano della sicurezza durante le manifestazioni.

Lo staff sarà adeguatamente informato riguardo alle modalità di controllo dei varchi e alle direttive riguardanti gli spostamenti e la gestione dei flussi. Inoltre, gli steward saranno formati per fornire informazioni aggiuntive a cittadini e turisti, migliorando la loro capacità di supportare i partecipanti e guidarli nei vari punti della città.

Monitoraggio costante durante l’evento

Il Piano Sicurezza prevede un monitoraggio continuo della gestione degli accessi e della sicurezza generale durante il Carnevale 2025, per verificare la validità degli interventi e ottimizzare la gestione delle situazioni impreviste. La sala operativa presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza, sarà attiva per garantire il coordinamento tra tutte le forze di sicurezza e monitorare l’andamento delle operazioni.

Davide Marchegiano e Franco Rosso, responsabili del Piano Sicurezza, hanno sottolineato l’importanza di un attento riesame della sicurezza per il Carnevale di Ivrea, al fine di garantire la protezione di tutti i partecipanti senza compromettere la bellezza e la tradizione della festa.

Abbiamo lavorato per rendere l’esperienza carnevalesca più sicura, fluidificando i flussi e migliorando la comunicazione e l’organizzazione degli steward, con l’obiettivo di assicurare un Carnevale in totale sicurezza, anche in un contesto affollato come quello del nostro Centro Storico”. ha dichiarato Marchegiano.

Franco Rosso ha aggiunto: “Il Carnevale di Ivrea è un evento che richiama migliaia di persone, e con queste azioni intendiamo far sì che la festa possa essere vissuta in tranquillità, permettendo a tutti di godere della tradizione nel pieno rispetto delle norme di sicurezza”.

Come sempre si ricordano le Prescrizioni Generali:

L’evento si svolge in aree pubbliche del centro storico di Ivrea, liberamente accessibili.

Durante gli eventi, l’accesso alle aree sarà esclusivamente pedonale e la viabilità sarà regolata da interruzioni temporanee gestite dal servizio di Polizia Municipale.

Per una migliore circolazione pedonale, sono previsti percorsi alternativi e aree con accesso controllato.

Le aree di parcheggio saranno indicate.

Rivolgiti al personale per qualsiasi necessità.

Si ricorda inoltre che è vietato l’accesso alle aree della Battaglia delle Arance con passeggini e carrozzine: via Palestro, Piazza Ottinetti, Piazza di Città, Borghetto.

Non è consentito introdurre:

Valigie, trolley o carrelli, salvo per chi ha una prenotazione presso strutture ricettive.

Oggetti pericolosi come armi, materiali pericolosi, spray, fuochi d’artificio, oggetti appuntiti o taglienti, bastoni (eccetto ombrelli o dispositivi sanitari).

Biciclette (eccetto per persone con disabilità).

Bevande in contenitori di vetro o lattine.

Si raccomanda di non salire su balaustre o altre strutture e di non ostruire i percorsi di deflusso.

Comportamenti consigliati durante l’evento

Per la sicurezza di tutti e il rispetto della manifestazione, si invita a seguire i seguenti accorgimenti:

Indossare sempre il Berretto Frigio.

Non attraversare il Corteo Storico.

Mantenere una distanza di sicurezza dai cavalli.

Non avvicinarsi al cocchio della Mugnaia.

Non entrare nelle aree della Battaglia delle Arance e proteggere il viso con un braccio alzato.

Non appoggiarti alle reti di protezione.

Non lanciare arance né ai cavalli né ai cavalieri.

Indossare abbigliamento sportivo e scarpe antiscivolo.

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Redazione di Vercelli

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Lungosesia Ovest e Baraggia, Provincia di Vercelli, Regione Piemonte, Vercelli Città

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Oggi accanto al calcio, al basket e alla pallavolo ora l’interesse sportivo ha un nuovo protagonista: il tennis.

A riportare il focus verso lo sport con la racchetta sono stati nomi prestigiosi di campioni quali l’imbattibile Jannik Sinner, Matteo Berrettini o il talentuoso  Novak Djokovic.

Se da una parte il simbolo non può che essere l’iconica pallina gialla accompagnata dalla racchetta, dobbiamo evidenziare in che modo la disciplina preveda set su diverse tipologie di suolo. Terra battuta, erba e cemento si rivelano le tre principali opzioni, ognuna delle quali si adatta ad un determinato stile di gioco con pregi e difetti. Proviamo ad approfondire il tema.

Le superfici utilizzate nei campi da tennis

Come accennato ad inizio articolo, sono tre le superfici di gioco principali utilizzate nei tornei:

–       Terra battuta. Qui i rimbalzi risultano alti, le partite tendono ad allungarsi e vengono favoriti i giocatori con ottima resistenza e grande capacità di scambio prolungato;

–       Erba. Veloce, i rimbalzi diventano bassi e scivolosi. Vengono premiati i giocatori con un ottimo servizio e un gioco aggressivo;

–       Cemento. Intermedia tra le due opzioni precedenti. I rimbalzi si fanno regolari e c’è un maggiore controllo in equilibrio con la velocità.

Ogni campione ha il suo stile di gioco e quando si prova a tentare la sorte bisogna comprendere le attitudini di ciascuno, magari provando ad approfondire i topic prima di fare una puntata.

Un esempio? Jannik Sinner è il re indiscusso dei campi in cemento: proprio qui si contano i trionfi più importanti come il Melbourne di New York, le ATM Finals e il doppio trionfo in Davis. Un’idea maggiore si può fare valutando le quote: osservando le opzioni per le scommesse tennis NetBet è possibile studiare chi sono i favoriti su un determinato terreno in base alle performance precedenti.

Ma proviamo ad entrare più nel dettaglio di ogni opzione.

Come si gioca sulla terra battuta

Gli specialisti amano le performance della terra battuta: è qui che si alza l’asticella. La superficie rallenta il gioco e aumenta la durata degli scambi. Viene preferita da chi ha una strategia di difesa, un’ottima resistenza e tanta pazienza. Uno dei nomi più prestigiosi riconoscibili su questa tipologia di campo? Rafael Nadal. Basti pensare che lui ha conquistato tantissimi titoli al Roland Garros, dove, appunto si disputano i match su terra battuta.

Come si gioca sull’erba

Seconda opzione è quella del campo con fondo erboso. Il regno dei giocatori dal servizio potente, fuoriclasse con una dinamica offensiva. A vincere sono i campioni che gestiscono palle veloci e basso rimbalzo specialmente se abili in movimenti imprevedibili e repentini. Il talento di Roger Federer ne è un esempio lampante.

Come si gioca sul cemento

Un compromesso tra erba e terra battuta è quello del cemento. La velocità e il controllo della palla si muovono in perfetto equilibrio e qui il talento di Sinner ha saputo offuscare quello di Djokovic noto per dominare questa tipologia di superficie.

Appare chiaro che le superfici di gioco nel tennis influenzano in modo diretto quelle che sono le prestazioni dei giocatori, mettendo in luce stile, punti di forza e debolezze. I giovani talenti, per spiccare devono trovare la capacità di evolversi e migliorarsi.

Posted in Società e Costume

Con Salveremo il mondo prima dell’alba, Carrozzeria Orfeo racconta con uno sguardo lucido e disincantato la realtà contemporanea, ambientando lo spettacolo in una clinica per super ricchi nello Spazio.

Le tre repliche (4 marzo a Cuneo, 5 marzo a Novi Ligure e 7 marzo ad Asti) sono audiodescritte nell’ambito del progetto Teatro No Limits.

Davide Enia, drammaturgo, attore, regista e romanziere palermitano, porta in Piemonte due spettacoli del suo repertorio.

In Autoritratto (11 marzo a Tortona, 12 marzo a Mondovì,13 marzo a Vigone e 14 marzo ad Asti) scava nella memoria personale e collettiva a partire dalla cronaca degli anni Ottanta e dalle bombe del ‘92; con L’abisso (15 marzo ad Alessandria) affronta la tragedia contemporanea degli sbarchi a Lampedusa tra gesto, canto e teatro.

Dopo aver ricevuto il Premio UBU 2024 come miglior spettacolo dell’anno arriva in regione (20 marzo a Savigliano, 21 marzo ad Asti, 22 marzo a Novi Ligure e 23 marzo a Pinerolo) La ferocia, adattamento teatrale del romanzo di Nicola Lagioia già insignito del Premio Strega.

In scena una saga familiare in cui le colpe dei padri si specchiano nelle debolezze dei figli.

La semplicità ingannata l’artista friulana Marta Cuscunà porta in scena (20 marzo a Saluzzo e 22 marzo a Piossasco) il destino collettivo di generazioni di donne e la possibilità di farsi coro per cambiarlo.

Lo spettacolo è liberamente ispirato alle vicende delle Clarisse di Udine, che nel Cinquecento trasformarono il loro convento in uno spazio di libertà e contestazione.

La rassegna di danza contemporanea We Speak Dance prosegue con Le sacre du printemps della compagnia Dewey Dell, che ispirandosi alle immagini della storia dell’arte e ai comportamenti del mondo animale si confronta con La sagra di primavera di Igor Stravinskij.

Entrambe le repliche dello spettacolo (28 marzo ad Asti e 30 marzo a Savigliano) sono audiodescritte nell’ambito del progetto Teatro No Limits.

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Posted in Cultura e Spettacolo
Santhiatese e Cavaglià

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Posted in Eventi e Fiere, Società e Costume

Ancora un appuntamento all’ Istituto di Istruzione Superiore “Lagrangia” di Vercelli, presso la sede di Via Duomo, per le classi 3 A e AB Liceo classico, 3 A e 3B Liceo Economico e Sociale.

Ospiti graditi dell’Istituto la Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta della Compagnia di Vercelli del Nucleo Operativo Radiomobile, nelle figure del comandate maresciallo capo Luigi Cascardo del tenente Veronica Talluto comandante del nucleo investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Vercelli, il maresciallo Aulicino, il vice-brigandiere Dordoni.

La “Cultura della legalità”: tema importante e necessario, in un contesto educativo e formativo, come quello scolastico, che grazie alla collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, intesse una rete di relazioni importanti, volte alla prevenzione e promozione della cultura della legalità.

E si è parlato di bulllismo, cyberbullismo, uso improprio dei social network, abuso di alcol, rischi derivanti dal consumo di sostanze stupefacenti, sicurezza stradale, educazione alla legalità ambientale, violenza, stalking, “codice rosso” …. questa mattina, 24 febbraio, presso l’Aula Magna dell’ Istituto.

L’ iniziativa rientra nel protocollo di intesa denominato “Contributi dell’Arma dei Carabinieri alla formazione della cultura della legalità” che il Comando Generale dell’Arma ha concordato con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, finalizzato a promuovere un programma di attività a favore degli studenti.

L’intento è di far maturare e sviluppare la consapevolezza del valore della cultura della legalità, realizzare percorsi di riflessione e di consapevolezza.

L’incontro ha preso avvio con il saluto della docente che ha curato l’iniziativa prof.ssa Acide Elisabetta, che nel ringraziare i presenti, sottolinea come la scuola è luogo di azione sinergica con le Istituzioni e il territorio.

L’Istituto, da sempre, grazie all’attenzione del Dirigente Dott. Giuseppe Graziano che ha accolto i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri in Aula Magna, ringraziando per la disponibilità e l’attenzione e dei docenti, avvia azioni volte alla promozione e sensibilizzazione della cultura della legalità e del convivere sereno, pacifico, solidale, per far maturare e sviluppare consapevolezza.

Linguaggio semplice ed efficace, esempi e racconti specifici, hanno aiutato gli studenti a rifletterei sui comportamenti, sui rischi, sulle azioni da porre in essere, per contrastare comportamenti contrari alla legalità.

La scuola, diventa “luogo di confronto”, di dialogo, di riflessione, oltre che con i docenti, anche con le Istituzioni, con il territorio, con la vita, con le difficoltà, in dialogo con le forze dell’ordine, per un impegno che va oltre la semplice tutela del territorio e l’Arma dei carabinieri si conferma un pilastro fondamentale della crescita civica dei giovani.

Con l’ausilio di un video esplicativo, i ragazzi hanno altresì compreso l’importanza del ruolo dell’Arma dei Carabinieri sia nella prevenzione che del rispetto della legge, dello sviluppo di un’etica della responsabilità e sull’importanza della fiducia nelle Istituzioni dello Stato.

Non si è trattato di una semplice lezione, ma di un confronto vivo e stimolante atto a proteggere la salute nella sua totalità e combattere l’illegalità; un messaggio di vicinanza e dedizione, oltre che un contributo educativo per un’azione propositiva, impegnata a formare la generazione dei cittadini consapevoli.

 

Posted in Scuola e Università

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Posted in Cronaca

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Posted in Pagine di Fede