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Ancora un appuntamento all’ Istituto di Istruzione Superiore “Lagrangia” di Vercelli, presso la sede di Via Duomo, per le classi 3 A e AB Liceo classico, 3 A e 3B Liceo Economico e Sociale.

Ospiti graditi dell’Istituto la Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta della Compagnia di Vercelli del Nucleo Operativo Radiomobile, nelle figure del comandate maresciallo capo Luigi Cascardo del tenente Veronica Talluto comandante del nucleo investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Vercelli, il maresciallo Aulicino, il vice-brigandiere Dordoni.

La “Cultura della legalità”: tema importante e necessario, in un contesto educativo e formativo, come quello scolastico, che grazie alla collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, intesse una rete di relazioni importanti, volte alla prevenzione e promozione della cultura della legalità.

E si è parlato di bulllismo, cyberbullismo, uso improprio dei social network, abuso di alcol, rischi derivanti dal consumo di sostanze stupefacenti, sicurezza stradale, educazione alla legalità ambientale, violenza, stalking, “codice rosso” …. questa mattina, 24 febbraio, presso l’Aula Magna dell’ Istituto.

L’ iniziativa rientra nel protocollo di intesa denominato “Contributi dell’Arma dei Carabinieri alla formazione della cultura della legalità” che il Comando Generale dell’Arma ha concordato con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, finalizzato a promuovere un programma di attività a favore degli studenti.

L’intento è di far maturare e sviluppare la consapevolezza del valore della cultura della legalità, realizzare percorsi di riflessione e di consapevolezza.

L’incontro ha preso avvio con il saluto della docente che ha curato l’iniziativa prof.ssa Acide Elisabetta, che nel ringraziare i presenti, sottolinea come la scuola è luogo di azione sinergica con le Istituzioni e il territorio.

L’Istituto, da sempre, grazie all’attenzione del Dirigente Dott. Giuseppe Graziano che ha accolto i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri in Aula Magna, ringraziando per la disponibilità e l’attenzione e dei docenti, avvia azioni volte alla promozione e sensibilizzazione della cultura della legalità e del convivere sereno, pacifico, solidale, per far maturare e sviluppare consapevolezza.

Linguaggio semplice ed efficace, esempi e racconti specifici, hanno aiutato gli studenti a rifletterei sui comportamenti, sui rischi, sulle azioni da porre in essere, per contrastare comportamenti contrari alla legalità.

La scuola, diventa “luogo di confronto”, di dialogo, di riflessione, oltre che con i docenti, anche con le Istituzioni, con il territorio, con la vita, con le difficoltà, in dialogo con le forze dell’ordine, per un impegno che va oltre la semplice tutela del territorio e l’Arma dei carabinieri si conferma un pilastro fondamentale della crescita civica dei giovani.

Con l’ausilio di un video esplicativo, i ragazzi hanno altresì compreso l’importanza del ruolo dell’Arma dei Carabinieri sia nella prevenzione che del rispetto della legge, dello sviluppo di un’etica della responsabilità e sull’importanza della fiducia nelle Istituzioni dello Stato.

Non si è trattato di una semplice lezione, ma di un confronto vivo e stimolante atto a proteggere la salute nella sua totalità e combattere l’illegalità; un messaggio di vicinanza e dedizione, oltre che un contributo educativo per un’azione propositiva, impegnata a formare la generazione dei cittadini consapevoli.

 

Posted in Scuola e Università

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Dopo il giubileo per il 125° anniversario di fondazione nel 2024, la congregazione delle suore Figlie di Sant’Eusebio, sorta nel 1899 per ispirazione di padre Dario Bognetti e madre Eusebia Arrigoni, vive un altro evento di grazia.

Nella Casa generalizia di Vercelli si sta celebrando il XVI Capitolo generale ordinario, dal tema “Portare nel mondo la tenerezza di Dio”.

L’assemblea capitolare si è aperta il 1° febbraio e si concluderà il 15.

Tra sabato 8 e domenica 9, le suore capitolari provenienti dall’Italia, dal Brasile e dal Perù, hanno eletto la superiora generale e le quattro consigliere:

suor Mara Lolato, superiora generale (confermata)

originaria di Ca’ Onorai di Cittadella (Padova), ha emesso la prima professione nel 1993. Dopo essere stata inserita per diversi anni nella comunità di Milano – quartiere Olmi, nel 2018 è stata eletta madre generale;

suor Gabriella Marchiorello, vicaria generale

originaria di Laghi di Cittadella (Padova), ha emesso la prima professione nel 1984. Negli ultimi due sessenni ha svolto il servizio di segretaria generale;

suor Martina Bonamin, consigliera

originaria di Laghi di Cittadella (Padova), è religiosa dal 2001. Si trova attualmente in missione in Perù, nella nuova comunità di Chihuampata, arroccata sulle Ande;

suor Fiorenza Marchiorello, consigliera

originaria di Laghi di Cittadella (Padova), ha emesso la prima professione nel 1977. Da più di trent’anni si trova a Malhada dos Bois, nello stato brasiliano del Sergipe;

suor Elsa Dartizio, consigliera e segretaria

originaria di Grassano (Matera), ha emesso la prima professione nel 1968. Si trova attualmente nella comunità a servizio della parrocchia milanese di Gesù-Maria-Giuseppe.

Nel pomeriggio di domenica 9, il nuovo consiglio e le suore capitolari hanno vissuto un pellegrinaggio carismatico a Confienza (provincia di Pavia e arcidiocesi di Vercelli).

In quella comunità il fondatore padre Dario Bognetti fu vice parroco dal 1893 al 1900.

Accolte dal parroco don Gianmario Isacco e da una rappresentanza dei parrocchiani, le religiose hanno recitato i vespri e si sono raccolte in preghiera al confessionale in cui il fondatore esercitava il ministero della riconciliazione.

Da quella guida spirituale nacquero le prime vocazioni dell’istituto, tra cui madre Agnese Bezzi, prima successora della fondatrice come superiora generale.

 

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Il Carnevale di Sabbia ha ufficialmente preso il via con la tradizionale Cena del Bollito, svoltasi il 5 gennaio presso l’Albergo Italia di Varallo.

Un evento che, come ogni anno, segna il ritorno delle maschere della frazione sabbiese, il Re Tognu e la Regina Menga, e che è ormai diventato un appuntamento immancabile per il nostro comitato e per tutta la comunità.

La serata ha visto una partecipazione straordinaria di maschere provenienti da diversi comitati carnevaleschi della Valsesia e non solo, tra cui BorgosesiaPrayCartiglia e Campertogno.

Un ringraziamento speciale va a tutti loro per aver condiviso con noi questa serata di festa e tradizione.

Anche quest’anno il Re Tognu è interpretato con simpatia e passione da Nicolas Bertolini, mentre la Regina Menga ha preso vita grazie al carisma di Ingrid Stragiotti. Ad accompagnare le due maschere il seguito formato da Carlo Stragiotti, Francesco Nai, Mirco Nai, Silvia Zanolo, Valentina Di Pietro e Sabrina Marcianò.

All’evento ha partecipato anche il Sindaco di Varallo, Pietro Bondetti.

Il presidente del Carnevale di Sabbia, Bruno Stragiotti, ha voluto ringraziare tutti gli intervenuti, lo staff dell’Albergo Italia di Varallo per l’ospitalità e ha augurato, insieme ai Regnanti, un felice Carnevale 2025, ricco di allegria e condivisione.

Il Carnevale di Sabbia prosegue con la Paniccia d’n Sabia di Domenica 2 marzo e la Cena della lotteria di venerdì 14 marzo, che segnerà la fine del Carnevale sabbiese, rinnovando lo spirito di unione e divertimento che da sempre contraddistingue queste ricorrenze.

Buon Carnevale a tutti!

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“Si vanno così a scovare ricordi di tempi passati, di quando si correva di meno, per stare un po’ di più insieme.

Di quando, la domenica era ‘la domenica’.

Di quando si cercava di aggiustare le cose che si rompevano, piuttosto che gettarle via e comprarne altre.

Tempi in cui non era necessario affermare che la famiglia fosse un valore, perché lo si viveva e basta, autenticamente: in casa, con i parenti, con gli amici.

In queste ore anche il mio pensiero torna là, a quegli istanti lontani, ma vividi, ad incontrare volti di persone care, ciascuna di esse a suo modo significativa: volti di persone che non ci sono più, ma il colore del loro ricordo non è affatto sbiadito (…).

Intrecciato tra questi mille volti, tra infanzia, adolescenza, giovinezza e l’oltre che sto vivendo, incontro sempre il volto di mia madre.

Una madre presente, esigente, generosa, fedele.

Una donna fedele alla sua vocazione di sposa e di madre, nel servizio umile e concreto verso la famiglia e il lavoro e, più profondamente, fedele alla sua vocazione cristiana.

Capace di accogliere la volontà di Dio anche quando, in certi momenti della vita, è sembrata troppo esigente

Cinquant’anni di vita insieme (Mons. Stefano Bedello è nato nel 1974, ndr) in questi momenti sembrano un istante che svanisce.

Mi sovviene il ricordo di una poesia che alle scuole elementari il Maestro Silvio Massa ci aveva fatto imparare a memoria.

Il brano in questione è del poeta ligure Francesco Pastonchi.

Il maestro Silvio aveva scovato questa poesia intitolate semplicemente ‘Che cos’è una mamma’…”.

La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo in Trino è gremita di fedeli come non l’abbiamo mai vista, oggi 2 dicembre, quando si celebrano le

esequie della Signora Stefania Gaggion, mamma di Don Stefano, deceduta venerdì scorso – leggi qui – .

Tante le Autorità civili e militari, ma tantissima la gente, soprattutto di Trino, ma non solo, che ha voluto stringersi attorno a questa famiglia che è nella prova, ma che vive la certezza di come la loro mamma sia ora ammessa a contemplare il volto di Dio.

Il Presbiterio numeroso come qualche volta l’abbiamo visto nella Solennità di Sant’Eusebio, in Cattedrale a Vercelli: presenti anche Sacerdoti di altre Diocesi, uniti in una concelebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, presente il Cardinale Giuseppe Versaldi.

Davvero lodevole l’animazione della Liturgia da parte della Cantoria parrocchiale.

Ma soprattutto – desideriamo ritornarci un momento – stupefacente la presenza del popolo di Dio, in tutte le sue varie espressioni, rappresentando tutti quei “mondi vitali” che concorrono a dire di una pluralità di carismi, convergenti nella risposta che asseconda la vocazione alla sequela di Cristo, al servizio non solo “alla” Chiesa, ma “nella” Chiesa; al servizio, secondo molteplici saperi e indirizzi e con l’impiego di tanti e diversi talenti, dei fratelli che più hanno bisogno.

Spesso non si tratta soltanto del bisogno di cose materiali (che c’è, c’è davvero e “morde” sempre di più, non va dimenticato), ma è anche il bisogno di non essere soli.

Una realtà composita, plurale, che pare cresciuta come quelle tre misure di farina entro le quali una donna aveva mescolato il lievito, come abbiamo udito nella declamazione del Vangelo.

Sicchè ora si vede come il tempo abbia permesso al lievito “nascosto” da Stefania di preparare quella farina ad essere pasta che diventa pane, pane di vita, che diventa Corpo di Cristo.

Abbiamo iniziato riportando le prime parole dell’omelia dettata oggi da Don Stefano nel giorno dell’ultimo saluto alla sua mamma.

Ma abbiamo lasciato in sospeso una cosa, che ora va compiuta.

E’ bene che la leggiamo questa poesia di Francesco Pastonchi, che quel sapiente e intelligente Maestro elementare ha insegnato ai fratelli Stefano ed Andrea Bedello ed a generazioni di bambini trinesi come furono loro.

Eccola.

Si intitola: Che cos’è una mamma.

“Una mamma è come un albero grande

che tutti i suoi frutti ti dà.

Per quanti gliene domandi,

sempre uno ne troverà.

Ti dà il frutto, il fiore, la foglia.

Per te di tutto si spoglia.

Anche i rami si taglierà.

Una mamma è come un albero grande”.

***

La poesia è una piccola parabola dell’amore materno nella quale vedo descritta – dice Don Stefano – la dedizione instancabile di una madre, che non dà la vita alla sua creatura soltanto nel momento generativo, ma è chiamata a donarla tutti i giorni, in quella “esagerazione d’amore” che solo un cuore di madre può concepire.

***

Ecco, se è vero che questi momenti, i momenti del commiato, paiono essere – come ebbe a dire una persona saggia – “il loro modo per tenerci uniti”, davvero oggi tutti siamo stati più uniti, nella nostra comune condizioni di figli.

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