Posizione Home: Apertura 3
Chisola 1
Borgosesia 2
Marcatori: 31’ pt Vecchi, 4’ st Coccolo, 36’ st Frana.
Chisola (4-3-1-2): Cultraro; Montenegro (25’ st Haidara), Antolini, Degrassi, Dagasso; Rosano, Bove, Morleo (25’ st Gironda); Rizq, Granado, Coccolo.
A disp.: Montiglio, Zeni, Viano, Fregnan, Paulic, Bolla, Bellucca, Haidara, Gironda.
All.: Nisticò.
Borgosesia (3-4-3): V. Gilli; Iannacone (38’ st Pierantozzi), Giraudo, Rekkab (38’ st Giacona); Monteleone, Lauciello (17’ st Mirarchi), Areco (42′ st Colombo), Vecchi (1’ st Frana); Favale; Fossati, Donadio.
A disp.: Gavioli, Pierantozzi, Pecci, D’Ambrosio, Tobia, Giacona.
All.: Lunardon.
Arbitro: Tassano di Chiavari.
Guardalinee: Damato di Milano e D’Orto di Busto Arsizio.
Note: cielo sereno. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 250 circa. Ammoniti: Iannacone, Montenegro, Degrassi, Gilli. Angoli: 3-2.
Recupero: 0’ pt – 5’ st.
Sfida salvezza ad alta tensione in quel di Vinovo dove si sfidano Chisola e Borgosesia.
Quattro i punti di vantaggio dei valsesiani nei confronti dei torinesi che vedono la salvezza diretta a tre lunghezze di distanza.
Dal canto loro, i valsesiani mirano a mantenere il buon andamento esterno con quattro risultati utili centrati nelle ultime cinque trasferte.
La prima occasione capita sui piedi di Vecchi (7’), l’esterno granata indirizza in porta ma la difesa di casa respinge davanti alla porta.
I granata si fanno rivedere in avanti al 25’ con una bella percussione di Iannacone che conclude a lato.
Cinque minuti dopo, Gilli anticipa Rizq, la palla arriva a Granado che di testa non inquadra lo specchio della porta.
Borgosesia in avanti al 31’.
Monteleone dalla destra crossa sul secondo palo dove l’accorrente Vecchi insacca.
E’ il 37’ quando Favale da lontano mette fuori.
L’ultimo sussulto prima del riposo lo crea Granado con un colpo di testa perentorio ma impreciso.
Doccia gelata per i valsesiani al rientro in campo.
Quattro minuti e Coccolo con una zampata trasforma nel pareggio un cross dalla destra.
Al quarto d’ora Granado ha sulla testa la palla del sorpasso ma non ha la mira giusta.
Il Borgosesia si rende pericoloso al 24’ con una conclusione di Monteleone parata in due tempi da Cultraro.
Al 36’ Frana, sul secondo palo, indirizza in rete, Cultraro respinge ma la palla è dentro e l’arbitro assegna la rete.
Nel recupero Colombo colpisce la traversa e sull’altro fronte Gilli dice di no a Rizq.
Poi il tempo scorre senza altre emozioni e la gara termina con la vittoria granata.
Redazione di Vercelli
Oggi, lunedì 27 marzo, si inizia la terza settimana di permanenza di questo materasso (con altri detriti) sul sedime ove i cassonetti sono installati, in Corso Italia.
Si tratta di quella porzione di Viale a due passi dai grandi plessi scolastici di Scuole Superiori: dal Comprensivo Lagrangia al Cavour.
Una sorta di “Asm Iren educational”, dunque.
I ragazzi e gli insegnanti che frequentano gli Istituti tutti i giorni sono in buona parte pendolari.
Provengono, così, da tanti Comuni, della provincia di Vercelli, ma anche dalla Lomellina e, per quanto riguarda il Liceo Musicale, vanto della città e della regione, anche da Torino.
Nelle loro città, da anni ormai non vedono una situazione del genere, anche dove la raccolta rifiuti è attuata mediante contenitori stradali: i cassonetti.
Perché a Vercelli siamo più incivili che altrove?
Per esempio, se si transita per tutti comuni lomellini da Palestro in poi, non si vede una carta per terra: i cassonetti tutti in fila, senza rifiuti vicino.
Solo a Vercelli siamo incivili?
Qualsiasi persona che frequenti altre città e paesi, conclude da sé che siamo civili o incivili né più né meno (forse molto meno) che in tanti altri posti.
Ma, in quei tanti altri posti, l’Azienda che prende i soldi per il servizio di nettezza urbana forse passa a ritirarli.
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Da noi, invece, oltre a non passare, ci insegnano pure a stare al mondo, con il consenso dei Pubblici Amministratori, tempo per tempo in carica.
Non è una novità.
Questi articoli dicono – leggi qui –
che l’idea di addossare al cittadino – leggi qui –
scaricare la responsabilità del disservizio è sempre stata il chiodo fisso – leggi qui -.
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E’ utile, poi, leggere cosa il contratto “madre” tra Atena – Asm ed il Comune dicesse a proposito delle “pulizia esterna dell’area di pertinenza dei contenitori”.

Era tra i doveri, contrattualmente previsti, del Gestore.
Pulizia da cosa, di un’area che si chiama “di pertinenza dei contenitori”?
Forse pulizia da un guscio di noce caduto incidentalmente lì?
Lo spirito del contratto pare chiaro: bisogna pulire quello che c’è nell’area “di pertinenza” dei contenitori.
Ma la fantasia di Iren Asm è sempre stata fervida, sicchè hanno cercato, già con la precedente Amministrazione, di chiamare quei rifiuti vicini ai cassonetti come “discariche abusive”.
Per la cui rimozione il pagamento è a parte.
Questioni, tanto per cambiare, di soldi.
Con la precedente Amministrazione ci hanno provato e con questa pare ci siano riusciti.
E va bene: purchè puliscano, effettivamente; tra l’altro, anche al profano pare una fatica di Sisifo andare a cercare il confine interpretativo tra rifiuti normalmente conferiti, sia pure irregolarmente, ma posti nell’area attorno al cassonetto, e quelli che corrispondono, invece, alla definizione più “pacifica” di discarica abusiva (tipo quelle che si vedono purtroppo lungo l’argine della Sesia).
Sicchè, se la rimozione di questi rifiuti si ottiene con un modesto sovrapprezzo, crediamo di non sbagliare nell’interpretare il giudizio del cittadino medio (anche civilissimo): si può fare.
Quello che non si può vedere sono i materassi che incominciano la terza settimana di permanenza vicino all’ormai “loro” cassonetto.
Al termine di questo testo l’estratto delle pagine contrattuali interessate anche ad adempimenti come la frequenza del lavaggio dei cassonetti e la sostituzione di quelli rotti.
Se qualcosa è cambiato da allora, perchè e con quale eventuale contropartita i cambiamenti?
Se, a livello contrattuale, non è cambiato niente, perché la roba resta in strada?
E’ sempre vero che la guerra tra incivili ed inadempienti la perdono soltanto le persone perbene.
Violenta collisione questa mattina, 25 marzo, attorno alle ore 12, tra due vetture all’incrocio semaforico tra Corso Randaccio e Via Trento.

La dinamica del sinistro e l’accertamento delle responsabilità è a cura della Polizia Locale del Comune di Vercelli, giunta tempestivamente sul posto, insieme al Servizio 118 che ha ricoverato i due conducenti dei veicoli, una Signora sulla Ford grigia, mentre al volante della Jeep c’era un uomo.
Entrambi, da primi sommari accertamenti, sono parsi in condizioni non gravi.
(elisa moro) – Icona per i padri e i lavoratori, modello di obbedienza e silenzio, “illustre per meriti, quasi padre del Re – come canta la liturgia nel giorno della sua festa – padrone della sua casa e procuratore della Chiesa di Dio”, San Giuseppe rappresenta un compendio dell’immagine del “giusto” biblico, fedele a Dio, pronto a rispondere alla Sua Parola e al Suo disegno imperscrutabile.

Nel mosaico della Cappella Palatina di Palermo, terminata nel 1130 e consacrata nel 1140, si trova una splendida rappresentazione della “fuga in Egitto”, accanto al non meno celebre secondo “sogno di Giuseppe”. Nonostante la scena segua uno schema classico, che vede Maria seduta come Madre di Dio in trono (simboleggiato in questo caso dall’asino), il colore preponderante nell’intera opera è il bianco, segno di purezza, omaggio al padre putativo di Gesù.
L’artista ha voluto infatti mettere in risalto la figura di questo silenzioso uomo, mettendo proprio sulle sue spalle il Figlio, legandolo così al mistero della Croce e della Passione, anch’essa portata con obbedienza sulle spalle, rendendo così Giuseppe immagine dell’uomo che dona la sua vita senza riserve, nella totale verginità.
A partire da quest’opera si può allora guardare a San Giuseppe traguardandone la figura attraverso l’immagine di due piante: il giglio – che nel mosaico compare tra le mani dell’angelo in sogno – e la palma, quella indicata dal Figlio, e che da sempre identifica il giusto patriarca davidico.
“Florete flores quasi lilium – fiorite fiori come il giglio” (Sir. 39, 14): nella tradizionale iconografia che caratterizza la figura di San Giuseppe, il giglio, fiore biblico, legato da sempre alla purezza, compare con particolare frequenza, quasi a rimarcare questa caratteristica, facendola diventare fondamentale.
San Giuseppe vergine, uomo casto: sembra un controsenso nel mondo attuale, dove il corpo e l’intera esistenza diventano icona tangibile di una “società fluida”, per citare il sociologo Zygmunt Bauman, di un’attenzione quasi morbosa a ciò che è effimero, momentaneo, trascurando il senso della preziosità della vita, di coltivare l’autenticità profonda e sincera, dimenticando le parole del Salmo che recita “l’uomo non è che un soffio, i suoi giorni come ombra che passa” (Sal. 144, 4).
Ecco la sfida della verginità, già intuita splendidamente da Don Luigi Giussani, che parlando a dei giovani, diceva che
“il vergine è figura del profeta per sua natura. È l’emblema della figura profetica che ognuno è chiamato ad essere ad immagine di Cristo; è affezione vera, generatrice nel mondo di punti sorgivi di verità e di gioia” (cfr. Giussani, Il tempo e il tempio).
Non è dunque una semplice rinuncia fisica quella della verginità, ma uno sguardo nuovo e limpido sulla realtà, capace di consumarsi di amore, di soffrire e gioire, sapendo di non possedere, di non trattenere nulla per sé, lasciando sprigionare liberamente il profumo della purezza; è il cuore del discepolo, di chi vuole conformarsi a Cristo,
“che ha scoperto che la rinuncia è la condizione della sua libertà, la solitudine dell’intimità con Dio, la povertà della sua carne il segno misterioso della sua ricca e impensata fecondità” (Amedeo Cencini, p. 43).
La profezia della verginità, simboleggiata in San Giuseppe anche dai sogni, diventa allora emblema di uno stile di vita, che non diventa mai obsoleto, che non invecchia, prefigurando, invece, il destino futuro di ogni credente in Cristo:
“Quod futuri sumus, iam vos esse coepistis – Quello che noi saremo un giorno, voi già cominciate ad esserlo” (De habitu virginum, 22 PL 4); così Cipriano, un Padre della Chiesa, si rivolgeva alle vergini consacrate, considerandole come “profezia” vivente, anticipazione della Gerusalemme celeste.
Proprio così ha vissuto l’umile carpentiere di Nazareth, il giusto Giuseppe, anticipando, già nel suo pellegrinaggio terreno, quell’incontro definitivo con il Signore, che lui ha potuto stringere tra le braccia ed educare come uomo alla vita adulta.
“Iustus ut palma florebit – il giusto fiorirà come palma” (Sal. 92, 13): nel mosaico palermitano, Cristo non è seduto sulle gambe di Maria, ma si trova su una spalla di Giuseppe, mentre indica una palma, “smentendo” la profezia di Zaccaria che annunciava:
“Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile, in groppa a un asino, sopra un puledro, il piccolo dell’asina” (Za 9,9).
Questo particolare non è una semplice fantasia del mosaicista o non rimanda ad un preciso stile artistico del tempo: esso lega, in modo piuttosto preciso, la figura di Giuseppe al mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo.
Il Bambino Gesù indica un albero, la palma, prefigurazione del “dulce lignum” a cui sarà appeso, ma annuncia anche il giusto biblico, Giuseppe, curvo e affaticato, che sembra recare sulle spalle una pesante croce più che il corpicino del Figlio.
Non è però una scena di morte quella raffigurata perché l’albero della palma, con le sue foglie verdi e brillanti, richiama la vita, che niente può distruggere; la vittoria sulla morte, oltre ad essere segno di bellezza, eleganza, grazia e stabilità.
Ben radicato nel suolo, ancorato saldamente e tenacemente alla Parola di Dio, il giusto è quindi colui che, come la palma, si slancia verso il Cielo (Sal. 92, 13), aspirando “all’infinito e donando frutti di una continua giovinezza” (Turoldo – Ravasi, p. 442).
Nasce infatti dalla terra questo albero, come l’uomo che è tratto dalla polvere (cfr. Gen. 3,19), ma “la sua cima, che si staglia nel cielo e simboleggia l’altezza” (Sant’Agostino, Comm. Salmo 92), è preziosa, indicando la possibilità di elevarsi del cuore umano verso Dio (cfr. Lam. 3, 41).
Un cammino di ascesi, di salita verso la cima della palma, quello annunciato dal salmista, che Giuseppe ha percorso nel quotidiano, vivendo la propria personale passione nel compiere totalmente la volontà di Dio, conformandosi alla missione del Figlio con naturalezza e semplicità.
Lasciandoci plasmare da Cristo, sull’esempio di San Giuseppe, saremo davvero testimoni autentici e gioiosi dell’amore di Dio, permettendo, al fusto della nostra pianta, di crescere e produrre “molto frutto” (Gv. 15, 1) per la vita eterna.
Elly Schein a valanga a Vercelli, in tutta la provincia, come nel Capoluogo.
Le elezioni Primarie in vista del Congresso Nazionale del Pd che si sono tenute oggi in tutta Italia hanno fatto registrare, nella nostra provincia, una prevalenza netta della candidata outsider, che ha raccolto oltre i due terzi dei consensi, lasciandosi alle spalle di parecchie lunghezze il “favorito”, Stefano Bonaccini.
Ma vediamo in dettaglio i primi dati definitivi, dopo la chiusura dei Seggi, alle 20 di questa sera, 26 febbraio.
In città di Vercelli Elly Schlein ha raccolto complessivamente (due i seggi, uno presso la sede del partito in Corso Fiume, l’altro al gazebo, nonostante il tempo) 307 voti, contro i 168 di Bonaccini.
Nella foto sopra, il Seggio allestito a Trino
In tutta la provincia (quindi compreso il Capoluogo) a Schlein sono andati 884 voti il 65 per cento netto) contro i 487 del Presidente dell’Emilia Romagna.
Questi i dati ad urne appena chiuse, definitivi.
Ci sarà tempo nelle prossime ore per i commenti politici.
Ancora meglio della prima, la seconda sfilata del Carnevale benefico vercellese, che saluta e dà l’arrivederci al prossimo anno, è stata una bella prova di ottimismo e vitalità del Carvè.
Ottimi i carri, i gruppi mascherati, i costumi.
Il nostro video e la gallery di 180 immagini riprendono proprio tutti, senza lasciare indietro nessuno.

Tutto si può scaricare gratuitamente sia dal sito di vercellioggi.it, sia dei nostri due profili facebook,
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Come ogni anno, c’è una graduatoria, che è stata stilata dalla Giuria scelta dal Comitato Manifestazioni, immaginiamo davvero con l’imbarazzo della scelta, tanto è vero che si sono due posizioni a pari merito.
Ma la cosa più importante è che hanno vinto tutti, perché ha vinto il Carnevale, che si è ormai lasciato alle spalle i momenti difficili. Del resto, i primi a decretare il successo della manifestazione sono i principali destinatari di tutto questo impegno: i bambini. Anche oggi i loro occhi, che raccontavano di tanta gioia, parlavano più di mille parole.
Dunque, i risultati:
primi a pari merito, Bellaria e Caresana;
secondi a pari merito, Prarolo con Stroppiana ed il carro del Canadà;
terzo Asigliano Vercellese.
In conclusione non si può mancare di ringraziare, insieme agli organizzatori, in particolare Enrico Rampazzo e Sharon Basiricò, Bicciolano e Bèla Maijn veramente all’altezza del compito.
Buona visione di video e gallery.
Rispetto al nostro articolo di otto giorni fa
è cambiata una cosa: sono arrivate davvero le bollette energetiche in tante case ed imprese.
Quelle spedite dal Fornitore Atena Trading recano importi maggiori anche del triplo rispetto allo stesso periodo della stagione termica 2021 – 2022.
Non è, dunque, sufficiente parlare ancora del problema, perché è il problema che parla a noi, ci interpella ponendo soprattutto una domanda: ce la farete, voi consumatori, a pagare?
Le questioni conseguenti mettono i brividi: cosa accadrebbe in caso di morosità incolpevole, ma “di massa”?
Come reagirebbe una famiglia messa alle strette: se non pago il gas mi staccano il contatore; ho bambini piccoli, oppure anziani in casa?
A cosa si potrebbe rinunciare ancora?
Alle vacanze? Già fatto.
All’auto? Già fatto.
Alle piccole evasioni come andare in pizzeria? Ci siamo quasi.
La pizzeria, poi, come farà a pagare certe bollette senza aumentare i prezzi, anche della ‘margherita’, non parliamo della pizza prosciutto e funghi.
Bando, però, alle facezie, perché c’è ben poco da scherzare: inutile elencare quali saranno, a cascata, le conseguenze di una bolletta energetica moltiplicata per tre, emergenza alla quale si deve, ovviamente, accostare anche il tema parallelo rappresentato dal costo dei carburanti per autotrazione.
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Poi, può darsi che qualcuno tra i politici si sia accorto che, quando si compra un chilo di pasta al Supermercato, non si spende mai meno (se va bene) di un euro e 50 centesimi, mentre l’anno scorso si trovavano ancora tante marche al di sotto di un euro al chilo, quanto meno in occasione delle promozioni, ma non solo.
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Come abbiamo visto, la decisione di muovere guerra alla Russia, magari gongolando per quanto potranno nuocere all’economia di Mosca le sanzioni comminate da Europa e Stati Uniti, incomincia a fare i conti con i costi che tutto ciò rappresenta e rappresenterà per la gente, soprattutto in Italia.
L’equazione è semplice, introdotta dell’interrogativo retorico efficacemente illustrato l’ex Primo Ministro Mario Draghi: volete il riscaldamento, i termosifoni accesi, oppure la pace?
Le aree di crisi dove sono in corso conflitti locali – leggi qui –
Ma noi, in Italia, ci stiamo impegnando per la pace tra Ucraina e Russia, incominciando ad inviare armamenti a Kiev almeno ancora per tutto il 2023: così ha confermato, proprio nelle scorse ore, il Parlamento.
Vogliamo la pace ed inviamo le armi, secondo categorie che richiamano l’eterogenesi dei fini e linguaggi “disnomici””, per la verità comuni a tutti coloro che hanno, dal secondo Dopoguerra ad oggi, deciso le ricorrenti interferenze tra Stati sovrani: il Patto di Varsavia portava la pace in Cecoslovacchia (1968), con i carri armati; la Nato liberava e pacificava Baghdad (2003), soprattutto per disinfestarla da un arsenale di ordigni nucleari, in verità mai scovati da nessuna parte.
Questione di scelte e priorità: in Afghanistan gli Stati Uniti hanno, al contrario, deciso che i conflitti interni fossero (ritornassero) fatti loro, andandosene dal Paese e lasciando, così, campo libero a quei liberali dei talebani.
E, nell’Estate scorsa, diligente, la Ue ha riallacciato relazioni con Kabul.
Senza dimenticare che il ventennio di pacificazione Nato (2001 – 2021) era stato preceduto da un altrettanto generoso tentativo di portare pace al canto gioioso e marziale del kalasnikov, da parte dell’Unione Sovietica: che ci ha provato per tutto il decennio tra il 1979 ed il 1989.
Insomma, nulla di nuovo sotto il sole.
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Come si vede, ci sono molti motivi per pensare.
Pensare qualcosa.
Dallo scenario internazionale al forno a legna della pizzeria che amiamo frequentare, fino alla scelta che in tanti potrebbero essere chiamati a compiere: pago la bolletta di Atena o pago l’affitto?
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Di fronte a questa cascata di problemi, che irrompono (pre)potentemente nelle case e nei luoghi di lavoro delle persone, i Consiglieri Comunali di Vercelli non hanno perso l’abitudine di pensare.
E’ una cosa che conforta.
Abbiamo eletto persone che – forse non paghe di un’azione amministrativa comunale consistente soprattutto nei minuetti da una festicciola all’altra, di Mimmo Sabatino; consistente nell’inchino profondo alla Camerata Ducale e addirittura piegato ad acutangolo nei confronti di Iren – ancora pensano.
Sicchè è venuto in mente alle Opposizioni di riunirsi nella Prima Commissione del Consiglio Comunale di Vercelli.
Quella che si occupa di Bilancio ed Aziende Partecipate.
Per cosa?
Per confrontarsi.
Per parlare tra persone ragionevoli, per cercare di capire cosa stia succedendo e cosa potrebbe capitare tra poche settimane, al massimo tra qualche mese.
Insomma: i Consiglieri Comunali pensano e desiderano mettere in comune i pensieri e le idee; cosa indispensabile, se si intende cercare e si spera di trovare qualche soluzione.
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LUCI E OMBRE, DALLA RIUNIONE DELLA PRIMA COMMISSIONE
E qui sono incominciate le sorprese e deve ora iniziarsi la cronaca della riunione tenutasi, appunto, il 18 gennaio scorso, convocata dal Presidente della Commissione, Paolo Campominosi (Lista Voltiamo Pagina, di Roberto Scheda).
Andiamo, dunque, con ordine, incominciando proprio dall’inizio: dall’appello.
Che ci mette di fronte ad un primo dato, confortante.
Erano presenti tutti i Commissari.
Consiglieri componenti la Commissione, sia di maggioranza, sia di Opposizione: il plenum.
Forse – almeno, a memoria nostra – non era mai capitato, in tre anni e più.
Appena giusto, dunque, che il Lettore sappia chi siano stati, sicchè, se vorrà, potrà in futuro farne memoria.

(L’immagine è parziale perchè erano presenti, oltre a Consiglieri e Funzionari comunali, anche privati cittadini, uditori)
***
Dapprima i Consiglieri che fanno parte della Commissione: oltre al Presidente Campominosi, Carlo Riva Vercellotti, Donatella Demichelis e Stefano Pasquino (FdI); Giorgio Malinverni (FI), Vice Presidente di Commissione; Alberto Pipitone (Lega); Maura Forte (Pd); Pier Giuseppe Raviglione (SiAmoVercelli).
Ma – il Regolamento lo consente – hanno voluto prendere parte a questo “think tank” anche Consiglieri Comunali che non sono stati nominati in quella Commissione: però interessati al confronto.
Eccoli: Alessandro Stecco (Lega), Michelangelo Catricalà (Gruppo Misto), Renata Torazzo (SiAmoVercelli), Gianni Marino (FI), Alberto Fragapane (Pd).
Per la Giunta era presente il solo (anche se, ad onor del vero, è quello competente per materia) Assessore al Bilancio e Partecipate, Luigi Michelini.
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Della buffa assenza, (apparentemente) giustificata con ancor più buffi motivi dei tre (quanto utili lo sanno loro) Amministratori di Asm Vercelli spa si è già detto nell’articolo della scorsa settimana, inutile intrattenersi ancora sul nulla.

Da sinistra, Baglione, D’Addesio, Prencipe
Le motivazioni per (tentare di) giustificare in qualche modo un’assenza parsa a qualcuno evocare la arcinota locuzione attribuita al Marchese del Grillo sulla considerazione che si può avere degli interlocutori, hanno però motivato un primo intervento, da registrarsi a futura memoria, del Presidente Campominosi.
Il Consigliere di Voltiamo Pagina, nel commentare l’annunciata assenza di Angelo D’Addesio, Antonio Prencipe, Daniele Baglione, ha chiosato: una prova in più di quanto, ormai, siano utili ben tre Consiglieri di nomina comunale per amministrare l’azienda di Corso Palestro.
Tre di nomina comunale e quattro di nomina Iren: una cura dimagrante del (costoso) consesso è più che mai opportuna.
Ne bastano e (forse) avanzano tre in tutto: due di Iren, uno del Comune. Finchè Palazzo Civico resta socio (ma questa sarà argomento del secondo argomento, che vedremo poco oltre).
Anche perché i tre costano qualcosa come 30 mila euro l’anno per Angelo D’Addesio e 20 mila ciascuno per Baglione e Prencipe.
Soldi che si potrebbero risparmiare senza danni per niente e nessuno e che, certo non direttamente, sono pagati dagli Utenti.
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Ma andiamo oltre.
Perché, se si devono registrare assenze, va, al contrario, detto che Atena Trading, cioè l’azienda più direttamente interessata all’argomento, era adeguatamente e costruttivamente rappresentata dall’Amministratore Delegato Paolo Echino (Iren), in carica da pochi mesi e dal Consigliere Franco Pauna, di nomina comunale.
Con loro uno Staff attento e motivato.
Né Pauna, né, soprattutto, Echino, si sono sottratti al confronto cui, anzi, hanno partecipato con particolare disponibilità.
Sicchè, cerchiamo di riassumerne qualche passaggio, almeno quelli cruciali emersi nella discussione: procediamo, nel tentativo di semplificare una dialettica complessa, isolando i singoli argomenti; hanno partecipato alla discussione tutti i Consiglieri presenti.
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Primo argomento: è vero o no che gli aumenti tariffari sono dell’entità temuta, cioè anche di tre volte rispetto all’anno scorso, con punte (per alcuni contratti giunti a rinnovo, di sette volte).
La conferma è giunta proprio da Echino.
Varie le motivazioni e, soprattutto, una: le aziende che “vendono” gas, lo devono a loro volta acquistare in certi e precedenti momenti dell’anno.

Atena Trading è stata compratore sul mercato delle “molecola”, come si dice nel gergo tecnico, nel corso dei mesi estivi, quando la tensione internazionale (e commerciale) era al massimo livello, sicchè il trend delle quotazioni ha risentito di pesanti condizionamenti portati anche da fattori emotivi.
Ciò non cambia, però, le cose: Atena ha comprato pagando certi costi che ora (se nessuno dice niente) non può che ribaltare sugli utenti.
Quindi ora si parla di tariffe unitarie al metro cubo, a carico dei contatori, che oscillano tra 2,20 e 2,80 euro, a seconda che si tratti di mercato libero o tutelato.
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Nel corso degli ultimi giorni non sono mancate informazioni circa le tariffe praticate da altre municipalizzate; ad esempio il gruppo Amc Casale è riuscita a contenere a 1,80 euro circa per metro cubo.
Ciò vale per i rinnovi contrattuali.
Che mettono a disposizione dati concreti preoccupanti: si è udito in Commissione che, nell’occasione di qualche rinnovo, nel corso delle ultime settimane, l’utente si è visto cambiare il prezzo del gas da 0,39 euro a 2,80 euro al metro cubo: sette volte tanto.
Se prima pagava mille euro, ora ne dovrebbe pagare settemila.
Inutile dire che il risultato sia stata la fuga da Atena verso altri fornitori.
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Evidenza che prepara al secondo argomento: la gente pagherà?
Superfluo dire che molti non potranno pagare, né in presenza di un delta così macroscopico, né se il differenziale tra stagione termica 2021 – 2022 e quella 2022 – 2023 fosse anche minore, appunto (anche in questo caso, già verificato) tre volte tanto.
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Il terzo argomento risuona come la domanda posta a suo tempo da Lenin, nel saggio: Che fare (problemi scottanti del nostro movimento)?
Perché la difficoltà per famiglie ed imprese nel sostenere questi costi può dare luogo a diversi comportamenti nella dialettica tra cliente e fornitore.
Abbiamo visto che uno di quelli temuti è la morosità incolpevole, a sua volta, almeno potenzialmente, generativa di “ripieghi” derivati dal fatto che nessuna famiglia può rinunciare al gas ed all’elettricità.
A farne le spese, quindi ed inevitabilmente, altre voci di costo: lo scenario è quello di un vero e proprio dramma sociale che si profila, se nessuno si fa venire in mente idee e soluzioni.
Anche perché, qualora (stiamo parlando della ipotesi peggiore, ovviamente) la morosità fosse, come anticipato, “di massa”, difficilmente Atena potrebbe procedere a stacchi anch’essi di massa.
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Ma, almeno per ora, il modo per difendersi dagli aumenti praticati da Atena Trading è quello che molti utenti stanno mettendo in pratica spontaneamente ed alla ricerca, ormai molto dinamica, di fornitori alternativi.
Che non mancano, del resto, anche se il trend in aumento delle tariffe riguarda un po’ tutti.
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E ciò basta perché alcuni Consiglieri introducano il quarto argomento: Atena Trading è preparata ad una migrazione dei propri utenti, a perdere clienti?
Questa emorragia è già in corso? E, nel caso, di quale entità?
E’ questo l’unico argomento sul quale Echino appare, se non in difficoltà, quanto meno tradire un certo imbarazzo.
Anzitutto, niente numeri, che invece erano stati a profusione diffusi quando si parlava dei trend nazionali sui corsi tariffari.
Atena sta perdendo clienti?
Risposta: mah, non ci sono dati, però pare di no, quanto meno non in modo consistente.
A molti è parso singolare che, a consuntivo 2022, non fossero disponibili dati precisi sul saldo positivo o negativo della platea di contatori gestiti da Corso Palestro.
***
Si ritorna, come ad una sorta di gioco del Monopoli, all’assunto di base.
Pare che Mario Draghi abbia tratteggiato e vaghegghiato una situazione per cui, riassumendo:
facciamo la guerra al maggiore fornitore di gas.
Questo interrompe le forniture.
Allora lo prenderemo da altre parti, a maggior prezzo.
Ma preferiamo la pace o il termosifone acceso?
Però: se preferiamo la “pace”, cioè la guerra alla Russia, i costi sono a carico dei cittadini.
Perché, invece, gli utili delle grandi multiutilities (da Iren a A2A, e via enumerando) quelli sono sacri, almeno quanto la pace e non si possono toccare.
I bilanci di famiglie e imprese possono andare in frantumi, ma non quelli di Iren e compagnie consorelle.
I costi della guerra tutti scaricati sui cittadini consumatori: famiglie, imprese, gli stessi Enti pubblici e quelli locali in particolare.
Non è che, invece, almeno per una fase temporanea, si potrebbe rinunciare agli utili o (almeno in ipotesi) mettere in preventivo un esercizio anche in perdita, da recuperarsi poi in quelli successivi?
***
Rispetto a queste considerazioni, Echino non può, evidentemente, che fare il pesce in barile, perché non decide, in ogni caso, lui cosa fa o non fa Iren, questo è ovvio e sarebbe stato inutile ed anche poco costruttivo tentare di estorcergli altro.
Anche perché, come detto, la discussione è sempre stata caratterizzata da un clima di rispetto e cordialità molto costruttivi.
***
Ma è proprio su questo versante che i Consiglieri interpellano la Giunta comunale di Vercelli (come detto, presente in persona dell’Assessore Michelini), per presentare il vero e proprio cubo di Rubik con il quale ci si deve cimentare.
Dunque: se Atena tiene questi prezzi, queste tariffe al metro cubo: 1) rischia una morosità di massa e 2) rischia di perdere clienti.
In entrambi i casi, il bilancio non potrebbe essere brillante, sicchè, i famosi “utili” e, quindi, “dividendi”, sperati tanto da Iren, quanto dal Comune di Vercelli, rischierebbero seriamente di svanire.
E, inoltre, bisognerebbe poi fare i conti con un’emergenza sociale quale non è difficile pre-vedere.
Quindi: non sarebbe meglio che il Socio Comune di Vercelli prendesse il toro per le corna, chiedendo all’altro Socio (Iren, maggioritario al 60 per cento) di dare un’indirizzo agli Amministratori dell’Azienda affinchè pilotassero una strategia di “dumping” (prendiamo a prestito una parola che va, evidentemente, oltre il segno) cioè rinunciassero a parte degli aumenti, anche se ciò dovesse nuocere al bilancio?
Si può rinunciare agli utili per un anno?
Anche perché – ricorda Campominosi – il Comune fondò a suo tempo la “municipalizzata” Aasm e resta socio in Asm Vercelli spa, non per fare l’industriale, ma per erogare servizi ai cittadini, pareggiando i costi, non certo per guadagnarci.
Al Comune è stato chiesto, in sostanza, cosa pensi del futuro, se abbia strategie, almeno in embrione, per prevenire un’emergenza tutt’altro che fantasiosa, ipotetica, lontana.
Minimizzando ancora di più: la Giunta ha questo argomento, almeno all’ordine del giorno?
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SE L’EMERGENZA E’ REALE, IL VUOTO DI IDEE E’ DRAMMATICO
Quale non è stata la sorpresa di molti tra i presenti nel prendere nozione del vuoto pneumatico che pare la dominante della proposta offerta dalla Giunta del Niente.
Sicuro l’Assessore Michelini, che ha detto qualcosa suonato così; primo: quelli di Atena Iren sanno fare il proprio lavoro molto meglio di tutti i presenti. Quindi non impicciamoci, velleitariamente quanto inutilmente.
Secondo: quando ci sarà il Bilancio di previsione del Comune vedremo se e come si potrà mettere a disposizione risorse per sovvenire alle necessità delle “famiglie più bisognose”.
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Sarà per il ricorso al lessico caro al pauperismo ottocentesco (famiglie più bisognose), sarà per l’idea (apparsa singolare) che un Socio (ad esempio, il Comune) non possa dare indirizzi di gestione all’Amministrazione di una Srl, che qualche Consigliere di maggioranza, all’udire il pensiero (modi di dire) della Giunta del Niente, si guardava mestamente ed imbarazzato la punta delle scarpe, non osando nemmeno levare lo sguardo.
Se l’Assessore ha correttamente interpretato il pensiero della Giunta, pare che questo sia il grado di consapevolezza del problema: vedremo, quando sarà ora, che fare per le “famiglie più bisognose”.
Forse senza avvedersi che, già ora, ad essere “bisognose” sono tante le famiglie, sono tante le imprese, qualcuna più, qualcuna meno e che, se dovesse prepararsi una fuga di massa degli utenti da Corso Palestro, finirebbe per diventare “bisognosa” la stessa Atena Trading.
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Alla fine la riunione si è sciolta, non senza che il Presidente Campominosi potesse concludere con la seconda osservazione (la prima, come abbiamo visto, sul pletorico CdA di Asm Vercelli) sul rapporto tra Iren e Comune, in seno a questa “partecipata”: ha ancora senso tenere quel 40 per cento di azioni in Asm – Atena – Minerva (Minerva è la newco di cui diremo meglio in un prossimo articolo)?
Non è meglio vendere, recuperare, da parte del Comune, quel che si può recuperare (sulla carta, 48 milioni di euro, tanto, sempre sulla carta, varrebbe il portafoglio comunale) e poi ognuno potrebbe fare la propria strada con maggior soddisfazione per tutti?
Certo, non sfugge a nessuno e di sicuro non può sfuggire all’Assessore Michelini che, ove si mettesse in vendita il 40 per cento di azioni che il Comune detiene in Asm – Atena – Minerva, il più probabile valore di mercato sarebbe, assai verosimilmente, ben lontano dai 48 milioni che tengono su (a livello di carta) lo stato patrimoniale del Comune di Vercelli.
Se – una mera ipotesi – invece di 48 milioni di euro, il mercato dovesse dire che la partecipazione di Palazzo Civico in Corso Palestro vale la metà, diventerebbe “bisognoso” improvvisamente, quanto realisticamente, anche lo stesso Comune di Vercelli.
E, se così fosse, se questo dovesse ritenersi uno scenario plausibile, magari un’operazione verità non guasterebbe.
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Ma questa sarà materia, come è appena ovvio, non tanto per decisioni da prendersi in questo deprimente crepuscolo della Giunta del Niente, quanto per i programmi e le proposte dei futuri candidati Sindaco.
Importante momento di aggiornamento per i Docenti delle Scuole vercellesi, questa mattina, 23 gennaio.
Organizzato dal Provveditorato agli Studi (ora, come sappiamo, Ufficio Scolastico Regionale e Territoriale d’Ambito di Vercelli) il corso di aggiornamento in materia di Educazione alla sicurezza stradale ed alla legalità.
Persino superfluo richiamare la circostanza che vede gli Insegnanti essere “educatori” a tutto tondo di ragazzi adolescenti, di fatto impegnati a trasferire non solo nozioni inerenti alla sicurezza, ma soprattutto una sensibilità al tema, a porre le basi per una cultura della prevenzione e contrasto ai rischi, quanto della difesa della vita, di cui c’è davvero bisogno proprio quando i giovani accedono ad una mobilità indipendente.
Così oggi la Prof. Laura Musazzo ha invitato, se non “attorno al tavolo”, poichè il numero dei partecipanti è stato davvero notevole, come si vede anche dalla nostra illustrazione, quanto meno “in aula” (presso la Scuola Media Pertini) proprio i Docenti, che hanno potuto ascoltare e porre domande a relatori d’eccezione.
Relatori che, al di là di una riconosciuta competenza giuridica, di alto livello, hanno potuto mettere a disposizione la propria esperienza quotidiana come rappresentanti delle Forze dell’Ordine, ogni giorno impegnati in ruoli delicati quanto “immersi” nella realtà concreta, a contatto con la vita reale e vissuta.

Ha esordito, per il Comando di Polizia Locale di Vercelli, l’Ispettore Antonella Guerra, sul tema: ”Educazione alla Sicurezza stradale nella Scuola, i pericoli e l’incidentalità”. Per proseguire poi con la “lettura della strada e norme di comportamento”. Affrontando, infine, l’argomento quanto mai attuale, per non dire ‘emergente’, della “Circolazione dei pedoni, dei ciclisti e dei monopattini”.
A seguire, l’intervento della Polizia Stradale, con il Commissario Luca Roncarolo, che ha illustrato gli obbiettivi dell’educazione stradale, con riferimento alle principali cause di incidenti quali il consumo di alcol e di droghe, così come la velocità e la distrazione (si pensi, a quest’ultimo riguardo, a quanti “sinistri da smartphone” dobbiamo documentare praticamente ogni settimana).
Nella relazione del Commissario non è mancata una parte espressamente dedicata all’impiego delle cinture di sicurezza, pratica oggi fortunatamente più, ma non ancora abbastanza, accettata e diffusa.
Hanno fatto seguito gli interventi dedicati al tema di fondo, “Educazione alla Legalità”, affidati al Commissario Capo della Polizia di Stato, Deborah Cresciullo ed al Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Borgosesia, Capitano Annalisa Menga.
Ha concluso la Guardia di Finanza, ponendo l’accento sulla legalità economica e finanziaria, trattata dal Comandante Giuseppe Rizzo.
Borgosesia 0
Chieri 0
Borgosesia (3-4-3): V. Gilli; Pierantozzi, F. Gilli, Rekkab; Frana (16’ st Monteleone), Lauciello (16’ st Colombo), Mirarchi, Vecchi; Favale, Fossati (40’ st Tobia), Donadio.
A disp.: Gavioli, Iannacone, Pecci, Attolou, D’Ambrosio.
All.: Lunardon.
Chieri (4-3-1-2): Virano; Capra, Priola, De Letteriis, Ciccone; Balan (34’ st Varano), Bortoletti, Di Lernia; Ponsat; Emane (28’ st Lacava), Camilli (12’ pt Libertazzi).
A disp.: Ciquera, Calò, Bonelli, Papagno, Bellocchio, Biondo.
All.: Sorrentino.
Arbitro: Re Depaolini di Legnano.
Guardalinee: El Handoui di Novi Ligure e Cisafulli di Imperia.
Note: cielo sereno. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 200 circa. Ammoniti: Libertazzi, Di Lernia, Capra. Angoli: 4-3. Recupero: 1’ pt – 4’ st.
Sfida ad alta tensione quella che va in scena al Comunale di Borgosesia.
I granata ospitano il Chieri con le squadre appaiate a quota 23 punti.
I ragazzi di mister Manuel Lunardon, orfani dello squalificato Giraudo e degli infortunati Areco e Giacona, arrivano da due sconfitte e vogliono cambiare marcia.
I collinari non vincono dal 20 novembre e hanno raccolto 5 punti nelle ultime 7 gare disputate.
La prima emozione la genera Fossati che dopo 2 minuti con un diagonale manda a lato di poco.
Dopo è Lauciello a provarci ma la sua conclusione non inquadra lo specchio della porta.
Minuto 12; il Chieri è costretto al cambio; esce Camilli, entra Libertazzi.
Al quarto d’ora, Donadio stacca di testa ma la mira non è quella giusta.
Il Chieri si fa vivo al 24’ con un tiro sballato di Emane.
Passano tre minuti e Di Lernia colpisce la traversa; sulla ribattuta Gilli dice di no a Balan.
Prima del riposo, Pierantozzi si esibisce in una bella rovesciata che termina centrale.
Dopo una fase senza grosse emozione la ripresa si sviluppa a tinte granata.
Nel giro di un minuto, tra 17’ e 18’, i valsesiani sfiorano il vantaggio in un paio di occasioni.
Prima Favale impegna Virano che si salva in angolo.
Sugli sviluppi del corner, Mirarchi ci prova al volo, il numero 1 avversario respinge, ne nasce una mischia che la difesa torinese risolve.
Al 35’ Vecchi mira sul primo palo, la sfera termina a lato.
Dopo permane l’equilibrio e le squadre ottengono un punto a testa.
Redazione di Vercelli














