Mese: Novembre 2025
(elisabetta acide) – Sono trascorsi 1.700 anni: 325-2025; Papa Leone XIV, con la
Lettera apostolica “In Unitate Fidei” – leggila integrale cliccando qui,
“lancia” un accorato appello volto ad “incoraggiare in tutta la Chiesa un rinnovato slancio nella professione della fede”.
Il Concilio ecumenico di Nicea ha scaturito quella “professione di fede”, che ancora dopo XVII Secoli proclamiamo, esempio di quel “dialogo” e trasmissione della fede che ha caratterizzato quel turbolento e travagliato periodo storico e che ha unito nella “condivisione” di quel “Gesù, Cristo, Figlio di Dio” di cui si parla nei Vangeli.
E Papa Leone, al paragrafo 2 sintetizza con grande chiarezza:
“annunciare il Vangelo di Dio sul suo Figlio morto e risorto per noi (cfr. Rm 1, 9), che è il “sì” definitivo di Dio alle promesse dei profeti (cfr. 2 Cor 1, 19-20).
In Gesù Cristo, il Verbo che era Dio prima dei tempi e per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte — recita il prologo del Vangelo di San Giovanni —, «si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). In Lui, Dio si è fatto nostro prossimo, così che tutto quello che noi facciamo ad ognuno dei nostri fratelli, l’abbiamo fatto a Lui (cfr. Mt 25, 40)”.
Nuovo “periodo storico” è stato definito il “tempo” del Concilo di Nicea, quasi 300 vescovi e “metodo sinodale”: radunarsi dei rappresentanti ufficiali delle chiese, stendere una professione di fede comune che è “momento di comunione” e Papa Leone, richiama proprio questo aspetto: a 1700 anni la concomitanza della ricorrenza con l’anno giubilare, in un tempo così travagliato come quello in ci stiamo vivendo: “il Simbolo Niceno-costantinopolitano, professione di fede che unisce tutti i cristiani. Essa ci dà speranza nei tempi difficili che viviamo, in mezzo a molte preoccupazioni e paure, minacce di guerra e di violenza, disastri naturali, gravi ingiustizie e squilibri, fame e miseria patita da milioni di nostri fratelli e sorelle”.
E la speranza è il “filo rosso” che ancora anima la Chiesa e che il Pontefice sottolinea:
“Dio non abbandona la sua Chiesa, suscitando sempre uomini e donne coraggiosi, testimoni nella fede e pastori che guidano il suo Popolo e gli indicano il cammino del Vangelo”.
Speranza che “anima” e deve “animare”, non dimentichiamo, come il Papa non ha mancato, nella sua lettera, di ricordare (nn.3-8) la “vicenda” storica e l’affermazione del Concilio:
“I Padri del Concilio testimoniarono la loro fedeltà alla Sacra Scrittura e alla Tradizione apostolica, come veniva professata durante il battesimo secondo il mandato di Gesù: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28, 19)… “Noi crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili e invisibili” (cfr. n.5).
Affermazioni che hanno sottolineato quella “rivoluzione” nella Chiesa: una “formula”, un “credo” come punto di arrivo delle acquisizioni teologiche della Chiesa dei primi tre secoli del cristianesimo, elaborata in un “sinodo ecumenico” (lo ricordiamo: la “formula” sarà arricchita, successivamente, dalle verità scaturite dal Concilio Ecumenico del 381 di Costantinopoli).

E quella “ousia del Padre”, la “stessa sostanza” del Padre, “generato, non creato” (della stessa sostanza” (homooúsios), viene sottolineata da Papa Leone con parole chiare che ribadiscono la fedeltà alla Scrittura ed al principio dell’Incarnazione.
Al paragrafo 7, poi Papa Leone, ricorda come il Credo di Nicea
“professa la fede nel Dio che ci ha redenti attraverso Gesù Cristo. Si tratta del Dio vivente: Egli vuole che abbiamo la vita e che l’abbiamo in abbondanza (cfr. Gv 10, 10)”.
“Vero Dio e vero uomo” che, ricorda il Pontefice, nel credo è ricordato con quel verbo “descendit, “discese”.
San Paolo descrive con espressioni forti questo movimento: «[Cristo] svuotò sé stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2, 7)” (n.7).
Un Dio che è “disceso”, che si è “fatto vicino” e dunque:
“Il Credo niceno non ci parla dunque del Dio lontano, irraggiungibile, immoto, che riposa in sé stesso, ma del Dio che è vicino a noi, che ci accompagna nel nostro cammino sulle strade del mondo e nei luoghi più oscuri della terra”.
“Il Credo di Nicea ci invita allora a un esame di coscienza”: papa Leone invita ad una riflessione personale sulla fede, sulla testimonianza, sulla coerenza… un vero “itinerario” fatto di domande, di quei “punti di domanda” che “artigliano”, che a volte facciamo finta di non vedere, di non sentire, perché interrogarsi è “faticoso”, mette in “discussione”, costringe a “pensare”.
Professione di fede in Gesù Cristo, dunque “centro” della vita cristiana.
Il “sentiero” della “vita nuova”, della “vita in Cristo”.

Quel “sentiero” che dice il pontefice, è fatto di amore: “amore per Dio senza l’amore per il prossimo è ipocrisia; l’amore radicale per il prossimo, soprattutto l’amore per i nemici senza l’amore per Dio, è un eroismo che ci sovrasta e ci uccide”.
Una riflessione che ci sprona alla consapevolezza della testimonianza e della attualizzazione di quel “credo” di Nicea che dimostra tutta l’importanza per la Chiesa, in diversi aspetti: teologico, ecumenico, pastorale, storico, culturale… una unità di fede” professata e condivisa, una “parola” che viene “detta”, una fede “trasmessa e custodita”.
Una “fede” ed un “credo” che deve essere “raccontato”, “spiegato”, “messo” al centro della vita cristiana, che deve “entrare” in relazione con la vita.
Ricordiamo il Concilio di Nicea sicuramente per la formulazione del “credo”, ma non possiamo dimenticare quali altri apporti quel concilio ha dato per la datazione ed i canoni, per la Chiesa e la sua struttura,per la liturgia… dunque una “data” ed una “ricorenza” che dovrebbe interpellare i cristiani nella riflessione di quella “fede condivisa”, di quel “metodo sinodale” che apparentemente abbiamo riscoperto ma che ancora è “riservato” ad alcune piccole situazioni e che ancora facciamo fatica a condividere, al “contenuto” dell’evangelizzazione, della missione, del cammino consapevole, del contesto essenziale e necessario…

Papa Leone XIV con una accorta “supplica” che diventa una poesia-preghiera, invita a “riscoprire” il volto dell’ “ecumenismo”, la forza e vitalità santificante della Grazia dello Spirito Santo:
“Invochiamo dunque lo Spirito Santo, affinché ci accompagni e ci guidi in quest’opera.
Santo Spirito di Dio, tu guidi i credenti nel cammino della storia.
Ti ringraziamo perché hai ispirato i Simboli della fede e perché susciti nel cuore la gioia di professare la nostra salvezza in Gesù Cristo, Figlio di Dio, consostanziale al Padre. Senza di Lui nulla possiamo.
Tu, Spirito eterno di Dio, di epoca in epoca ringiovanisci la fede della Chiesa.
Aiutaci ad approfondirla e a tornare sempre all’essenziale per annunciarla”.
Spirito Santo, dunque, che anima e sorregge la comunità cristiana sulla via dell’unità della condivisione dell’anelito “universale” come
“segno di pace e strumento di riconciliazione contribuendo in modo decisivo a un impegno mondiale per la pace”.
E come lo stesso Pontefice ricorda in esordio della Lettera data al Mondo il 23 novembre, il suo secondo viaggio apostolico (Turchia e Libano), si svolgerà proprio tra qualche giorno (28 novembre) nella città turca di İznik, l’antica Nicea, in Turchia.
L’esortazione del Papa, dunque è quella di riflettere sulla propria fede e sulla fede delle comunità, su ciò che “unisce”, non puntare il dito su “ciò che divide”.
“In unitate fidei” sulla linea di “Ut unum sint” (Giovanni Paolo II) allora è un invito alla unità, per ritrovare, proprio in quel “credo” il “riferimento”.
Riflettiamo allora su quelle parole del pontefice: “un ecumenismo rivolto al futuro, di riconciliazione sulla via del dialogo, di scambio dei nostri doni e patrimoni spirituali” e lasciamoci interpellare da quella che il pontefice chiama: “sfida spirituale”, che “chiede pentimento e conversione da parte di tutti”.
Il Pontefice non manca altresì di ricordare il “volto di Dio”, quel “volto misericordioso” che deve essere annunciato a tutti.
Un volto che deve animare la speranza, un Dio che
“Attraverso l’opera della redenzione, Dio non solo ha restaurato la nostra dignità umana come immagine di Dio, ma Colui che ci ha creati in modo meraviglioso ci ha resi partecipi, in modo ancor più mirabile, della sua natura divina (cfr. 2 Pt 1, 4).” (cfr. paragrafo 7).
La lettera invita alla sequela e alla consapevolezza che la salvezza è inseparabile dalla Croce e dalla carità, dall’incontro con i poveri, vita di fede, relazioni, vita quotidiana, solidarietà con gli ultimi:
“Il Credo niceno non ci parla del Dio lontano, irraggiungibile, immoto… ma del Dio che è vicino a noi, che ci accompagna nel nostro cammino… si fa piccolo, si spoglia della sua maestà infinita rendendosi nostro prossimo nei piccoli e nei poveri”.
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Teologia e pastorale devono incontrarsi.
Siamo chiamati alla responsabilità tutti: testimoniamo la fede.
Un “incoraggiamento” per tutti, da vero “padre”, non dimentichiamo che letteralmente la parola latina pontifex significa “costruzione di ponti”, il costruttore di “ponti” tra Cristo e i fedeli, tra “cielo e terra”.
L’invito dunque è “Riscoprire Gesù Cristo come “Maestro, compagno, fratello e amico”, ma anche come “il Signore… che per la nostra salvezza discese dal cielo”.
Impegno per ciascuno.
Si avvicina il periodo più magico dell’anno e Gattinara è pronta a vestirsi di festa. Le luminarie accese nel centro storico trasformeranno le vie della città in un percorso di luce, calore e meraviglia.
Un’atmosfera che prepara il cuore a uno degli eventi più attesi da famiglie e bambini: “Natale a Gattinara”, in programma lunedì 8 dicembre a partire dalle ore 10.00.
A rendere ancora più suggestivo il clima natalizio, da sabato 29 novembre in Piazza Cinema Italia si inaugurerà la pista di pattinaggio su ghiaccio “Gattinara On Ice”: una nuova attrazione che, con la sua atmosfera coinvolgente e divertente, accompagnerà grandi e piccoli durante tutte le festività, diventando uno dei punti più amati del Natale gattinarese.
Organizzato dal Comune di Gattinara e dalla Pro Loco, l’evento dell’8 dicembre porterà nel cuore della città una giornata ricca di appuntamenti, tra tradizione, divertimento e solidarietà. Le vie del centro storico saranno animate per tutta la giornata dai mercatini di Natale, con proposte artigianali, idee regalo e sapori tipici grazie agli street food.
Piazza Italia e Corso Cavour si trasformeranno invece in un vero e proprio Villaggio di Babbo Natale, uno spazio magico dove i bambini potranno incontrare Babbo Natale, divertirsi con il truccabimbi, scattare foto nel Photo Booth, partecipare ad attività creative e lasciarsi coinvolgere dall’animazione che darà vita a momenti di festa e stupore.
Non mancherà l’attesissima Parata di Natale, in programma alle 10.30 e alle 14.30, che colorerà il centro con personaggi, musiche e atmosfere natalizie.
Dalle 10.45 alle 12.15 e dalle 14.45 alle 17.00, Piazza Italia continuerà ad animarsi con laboratori, giochi e intrattenimento dedicati ai più piccoli.
Nel pomeriggio, a partire dalle 14.30, il Sagrato della Chiesa del Rosario ospiterà l’esibizione della band giovanile “Gattinars” dell’associazione LiberumEs, diretta dal Maestro Vittorio Vaglienti, un momento musicale che darà voce al talento dei ragazzi.
Il culmine della giornata arriverà alle 17.15, quando Piazza Italia si riempirà di sorrisi e desideri per il tradizionale Lancio dei Palloncini con le letterine per Babbo Natale, un rito collettivo che ogni anno emoziona bambini e famiglie.
Anche quest’anno torna l’iniziativa solidale “Un giocattolo per amico”, dedicata ai bambini meno fortunati della città.
Dalle 10.30 alle 18.00, in Piazza Italia sarà possibile donare giocattoli nuovi o in ottimo stato: un piccolo gesto che può trasformarsi in un grande dono di felicità.
Il programma natalizio proseguirà poi sabato 13 dicembre con “Un natale da favola”, l’iniziativa promossa dall’O.A.D.I. “Gattinara in…” in collaborazione con la scuola di danza di Simona Licata.
Dalle 14.30, lungo Corso Cavour, prenderà vita una fiaba di Natale tra letture animate, danze, canti dei bambini e momenti di intrattenimento a cura di Imland Radio, per un pomeriggio ricco di emozioni e atmosfera
Gattinara vi attende per vivere insieme queste giornate di festa.
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Redazione di Vercelli
In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, mercoledì 3 dicembre 2025, presso la Manica Lunga del Castello del Monferrato, si terranno due iniziative, accessibili liberamente e gratuitamente, dedicate alla sensibilizzazione e all’inclusione: dalle ore 17,00 alle 18,00 si terrà la presentazione del libro “Un lancio lungo una vita” di Carmen Acunto, un diario di viaggio che è anche un percorso della memoria.
Da San Salvatore Monferrato a Santiago di Compostela, in handbike, per ritrovare se stessi, con quello che si è fatto e quello che si farà.
A seguire, dalle ore 18,00 alle 20,00 sarà possibile partecipare al convegno “Intrecci: piccoli gesti, grande inclusione”, durante il quale Radio In Fiore intervisterà i protagonisti delle realtà cittadine e degli enti membri del Tavolo permanente per l’inclusione delle persone con disabilità sulle loro esperienze e sulle iniziative realizzate.
Inoltre, da oggi e fino al 3 dicembre si svolgerà, una campagna di sensibilizzazione attraverso i social network, frutto della collaborazione tra gli enti membri del Tavolo permanente per l’inclusione: Città di Casale Monferrato, ASL AL, Croce Rossa Italiana – Comitato di Casale Monferrato, ANFFAS, Angsa Casale, Associazione sportiva dilettantistica casalese disabili “Silvana Baj” e AttivaMente. Cinque schede daranno altrettanti spunti volti a sensibilizzare tutta la popolazione sull’importanza dell’inclusione, della condivisione, del supporto e del rispetto.
La locandina dell’evento, parte integrante della campagna, richiama il simbolo ONU per la disabilità, un’immagine stilizzata di una persona con le braccia aperte racchiusa in un cerchio, evocativa dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci. Il simbolo rappresenta armonia, inclusione e accessibilità universale, valorizzando tutte le abilità.
L’Assessore alle Politiche Sociali, Irene Caruso, sottolinea: “Questa giornata, che presentiamo nei giorni in cui l’Amministrazione ha provveduto alla nomina di un Responsabile dei processi di inserimento delle persone con disabilità e di un Responsabile dell’inclusione sociale e dell’accessibilità delle persone con disabilità, ci invita a riflettere sul valore dell’inclusione nella vita quotidiana. La rete che abbiamo costruito con le realtà locali del Tavolo permanente per l’inclusione è preziosa: permette di condividere esperienze, progettare iniziative concrete e rafforzare il sostegno a chi vive con disabilità. Abbiamo inoltre pensato e realizzato una campagna di sensibilizzazione con l’obiettivo di diffondere una cultura del rispetto, perché tutelare la dignità di ogni persona significa costruire una comunità davvero attenta e accogliente. È un messaggio che va oltre la ricorrenza del 3 dicembre e richiama a un impegno costante, fatto di azioni quotidiane e di attenzione verso tutti”.
Il Sindaco di Casale Monferrato, Emanuele Capra, aggiunge: “Il 3 dicembre è un’occasione per celebrare le capacità, le esperienze e la partecipazione attiva delle persone con disabilità nella nostra città. Casale Monferrato è una città che non lascia indietro nessuno, e il nostro impegno quotidiano è costruire una comunità accogliente, accessibile e solidale, in cui ogni persona possa esprimere pienamente le proprie potenzialità”.
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Redazione di Vercelli
Conclusa ad Asigliano la 13^ edizione del Torneo Regionale di Burraco a coppie per il Circolo di Vercelli è tempo di bilanci.
E’ andato tutto molto bene, 70 tavoli allestiti nella Palestra polifunzionale per i 280 giocatori iscritti e circa 300 presenze totali, un pò meno dello scorso anno (che si fece a Settembre) ma ugualmente riuscito, a detta dei partecipanti provenienti da torinese, milanese, comasco, Val d’Aosta e Liguria, che hanno apprezzato la curata organizzazione ma anche l’ottimo servizio ristorativo della Proloco di Asigliano che ha deliziato i commensali con piatti di panissa e moltissimi hanno ripetuto; biscottini “Asiglianesi” e zabaione da merenda per trovare le energie delle tante ore richieste ai tavoli verdi, supervisionati dagli arbitri federali diretti da Donatella Cambiaghi.
“Quest’anno abbiamo voluto arredare anche un po’ la palestra che ha ospitato i tavoli -ha detto il Presidente del Circolo di Vercelli Russo – con grandi pannelli colorati raffiguranti le nostre risaie ed il Monte Rosa sullo sfondo, perché i partecipanti al Torneo vedessero uno scorcio del nostro territorio. Grazie anche ad Elisabetta Perinotti che ci ha prestato la sua bellissima scultura di tulle verde e spighe di riso, già molto apprezzata all’evento Risò”.
La gara si é svolta regolarmente ed al termine dei 7 turni di gioco ha vinto il torneo la coppia Manuela Mastaglio/MariaArosio, davanti a Rosalia Nuccio/M.Rosita Sester e Tania Melideo/Cristina Uccelli, tutte giocatrici lombarde e torinesi d’esperienza.
Tra i premiati, la coppia migliore delle tante vercellesi in gara, nel girone “A” è stata quella composta da Flavia Palmerone e Luisella Sassi, al 17^ posto; terze premiate nel girone “B” Paola Maciariello e Claudia Broglio; prime nel girone “D” Giovanna Torgano e A. Maria Lupato, novaresi tesserate a Vercelli; terzi nel girone “E” Franco Lucchesi e Maria Di Pierro; terze del girone “F” Rosanna Aliprandi e Barbara Della Rossa.
Fanalino di coda, una volta tanto, Elsa Piloni e Rosalba Ce’ che molto spiritosamente hanno accettato il premio quali vincitrici del Girone “Panissa”.
Archiviato anche il Regionale autunnale al Circolo Burraco di via F.lli Garrone è tempo di preparativi natalizi che culmineranno col tradizionale Torneo sociale previsto in sede per domenica 14 Dicembre prossimo.
C’è ancora molta attività in programma e spazio per divertenti iniziative.
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Redazione di Vercelli
Riceviamo e pubblichiamo
Il benessere dei nostri studenti è al centro di ogni scelta educativa.
Ogni giorno constatiamo quanto il contatto con la natura possa essere una risorsa preziosa, soprattutto per gli allievi con disabilità e per i ragazzi più giovani del triennio. Trascorrere momenti all’aria aperta, imparare in un ambiente stimolante e condividere lo spazio del pranzo in un contesto accogliente e naturale può fare una grande differenza sul piano emotivo, relazionale e cognitivo.
Da questa consapevolezza nasce “Un giardino per crescere”, un progetto che mira a trasformare il prato antistante la nostra sede in un giardino didattico attrezzato, dove gli studenti possano vivere la scuola anche all’esterno delle aule, beneficiando del verde e della luce naturale.
L’intervento prevede l’allestimento di uno spazio multifunzionale, dotato di tavoli in legno in stile area pic-nic, pensato per:
svolgere attività didattiche all’aperto, quando le condizioni lo permettono;
offrire un’area pranzo agli studenti impegnati sia al mattino sia al pomeriggio, in assenza di un locale mensa;
favorire momenti di socialità e benessere, in particolare per gli studenti più fragili;
valorizzare un’area verde già esistente, rendendola viva, accogliente e parte integrante del progetto educativo della scuola.
La realizzazione di questo spazio è stata possibile grazie alla generosità di alcune aziende del territorio – Sellmat S.r.l. di Biella, Impianti Elettrici Alce Sas di Cerruti Alessandro & C. e Impresa Edile Zani Srl – che hanno contribuito concretamente all’acquisto dei tavoli in legno.
Grazie al loro supporto, il nostro giardino diventa un luogo di apprendimento, incontro e crescita, dove la scuola si apre alla natura e promuove il benessere dei ragazzi in ogni sua forma.
A tutte le aziende che hanno reso possibile questo progetto, va il nostro più sincero ringraziamento per aver condiviso con noi il valore di un’educazione che mette al centro le persone e la qualità dei loro spazi di vita.
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Redazione di Vercelli














