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Posted in Lo Sport
Crescentinese

(Elisabetta Acide)  – Con un particolare ricordo lo Juventus Official Fan Club “Montero” di Crescentino, nei giorni 2 – 4 maggio 2025, si appresta a vivere un evento commemorativo in occasione della strage dell’Heysel.

Ventinove Maggio 1985: 39 vittime, per la maggioranza sostenitori del club piemontese  che era a Bruxelles per disputare la finale di Coppa dei campioni contro il Liverpool.

Il ricordo di quella notte e “i ricordi” di tutti coloro che erano in quello stadio, che erano ragazzi, uomini, papà, bambini, genitori che attendevano a casa i figli, o che erano proprio a Bruxelles con i figli, mamme, mogli, donne, ragazze “innamorate” della Juventus… il popolo bianconero e non solo.

E sono passati quarant’anni, ma i ricordi non sono cancellati, rimangono indelebili, come precisi fotogrammi. Ognuno ne ha uno in particolare che conserva con cura…

Storie umane e destini, nell’intrecciarsi di quei colori bianco-nero che forse, ancora una volta ricordano non solo una “bandiera”, ma come gli “opposti” possono convivere, stare vicini, rispettarsi, vivere insieme conservando la loro unicità e caratteristica.

Il ricordo non interrotto e le vite interrotte… ecco perché il titolo dell’evento “+39” riveste un particolare significato.

Quel segno + davanti, che vuole essere il valore ininterrotto della memoria come “memento” di tutti.

Preparato dallo JOFC da parecchi mesi e grazie alla preziosa collaborazione con il Comune di Crescentino, e le Associazioni del Territorio, ed in particolare con la presidente Juliana Bodnari del Comitato “Per non dimenticare Hysel” di Reggio Emilia, con il quale da anni il club crescentinese collabora e ha intessuto una preziosa interazione, che lo ha visto presente, proprio lo scorso anno, nella città emiliana, in occasione della commemorazione della strage, il 2 giugno 2024 (vedi immagini di repertorio nella gallery).

Lo ricordiamo, il Club di Cresentino, che vanta radici “storiche”, dopo un periodo di un “stasi” durato circa 30 anni, è stato “rifondato” nel 2020, con la scelta di caratterizzarsi con Club Ufficiale ( quindi con tutte le caratteristiche richieste dalla società di cui si porta il nome e che caratterizza l’appartenenza della passione calcistica), ma “radicato” sul territorio di appartenenza,  si è subito distinto per le iniziative benefiche sul territorio, per dimostrare la connessione importante tra valori dello sport e valori etici del convivere, in nome della solidarietà, dell’attenzione al sociale, alle situazioni territoriali, per divulgare la cultura dello sport come veicolo di pace e convivenza civile corretta.

Spiega il Presidente JOFC Antonio Ginipro, a nome del Direttivo di recente nomina:

“ L’iniziativa nasce da una preziosa collaborazione con il Comitato “Per non dimenticare Hejsel” di Reggio Emilia che da anni cura il ricordo delle vittime della strage e l’Associazione Filatelica Crescentinese. L’occasione è stata proprio l’annualità dei 40 anni dell’evento traumatico, e il desiderio di non solo ricordare, ma “rendere viva” la memoria

La scelta, dunque, è stata di creare un evento unico di collaborazioni, che prevede l’annullo filatelico sabato 3 maggio alle ore 10.00. 

La mostra, a cura di Salvatore Giglio, storico fotografo di Juventus, presente a Bruxelles e prezioso “occhio” capace di rendere “eterni” i sentimenti immortalati attraverso gli scatti fotografici in occasione dell’evento sportivo del 29 maggio 1985, ma anche di tutti quei “ragazzi” che nel corso degli anni si sono succeduti, hanno reso quella squadra modello per generazioni di sportivi”.

Alla mostra, allestita in Via S. Giuseppe 42, che sarà inaugurata venerdi 2 maggio alle ore 18.00 alla presenza delle autorità, del fotografo curatore, e con la partecipazione di importanti ospiti, saranno dunque presenti ricordi, oggetti, manufatti che “racconteranno” l’Italia attraverso lo sport, attraverso le vicende della Juventus, ma anche dei singoli protagonisti e delle cronache italiane sportive dell’epoca.

Accanto al materiale curato a più mani dal Direttivo dello JOFC di Crescentino e del curatore Salvatore Giglio, infatti, il Circolo Filatelico Crescentinese, metterà a disposizione materiale storico che racconta la storia della squadra attraverso la filatelia, raccolta di quotidiani e riviste storiche.

La mostra sarà aperta dalle ore 18 di venerdì 2 fino alle ore 22.00; sabato 3 e domenica 4 dalle ore 9.00 alle ore 22.00.

+39, allora, non vuole essere solo “ricordo”, non vuole essere solo “cronaca” di  quattrocento milioni di spettatori, che in tutto il mondo si erano sintonizzati sulla partita, appresero degli assalti degli hooligan, gli ultrà inglesi, agli spettatori del settore Z, che portarono a 39 vittime, schiacciate, calpestate… le due squadre più “forti” dell’epoca a confronto per una coppa… ragazzi in campo e persone sugli spalti… lì con loro…

+39 vuole essere l’impegno quotidiano di chi ama lo sport, quello vero, quello della gioia e della fatica, quello del “saper perdere con onore” e “rispettare gli avversari”, quello della condivisione della passione, anche se i “ colori” non sono gli stessi…

+39 vuole essere impegno di portare avanti quel “giocheremo per voi” che da quell’ altoparlante  proclamò il capitano bianconero Gaetano Scirea, a cui sarà riservato un angolo particolare all’interno della mostra, perché “giocare” nello sport non è solo abilità fisica, è impegno ed esempio che dal campo, qualsiasi esso sia, passa alla vita.

+39 per chi non c’era perché troppo giovane, ma innamorato e appassionato di quella squadra dai colori bianco-neri, perché è importante “leggere” la storia da tutte le prospettive, non per “cercare le colpe”, ma per trarne insegnamenti, per “afferrarne il senso”, per ricordare che il “calcio è il gioco più bello, ma è solo un gioco” (papa Francesco), ma attraverso lo sport e forse, in particolare il calcio, si possono apprendere e sperimentare valori come amicizia, solidarietà, lealtà, rispetto, disciplina e lavoro di squadra, contribuendo a formare individui più consapevoli e responsabili. E questi valori sono per la vita.

La tre giorni avrà uno speaker d’occasione Franco Leonetti giornalista sportivo, voce storica di RadioBianconera ( con la quale il club crescentinese da anni collabora  proficuamente in occasione di particolari eventi sul territorio), vedrà la partecipazione del Presidente del Comitato di Reggio Emilia Juliana Bodnari, il sostegno e la presenza della Fondazione Jdentità Bianconera. Ricordiamo i patrocini dell’evento del Comune di Crescentino, la cui amministrazione, lo ricodiamo, ha il riconoscimento di “comune europeo sportivo”, della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Provincia di Vercelli”.

Conclude il Presidente Ginipro:

Da ora ringrazio il Direttivo, i sostenitori dell’evento, gli associati, i simpatizzanti che in diversa misura hanno contribuito alla realizzazione della tre giorni. Aspettiamo tutti coloro che vorranno condividere con noi il ricordo, per far nascere memoria e consapevolezza di cui sempre abbiamo bisogno”.

 

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Posted in Società e Costume, Vercelli Oggi

At 5, 12-16

Dagli Atti degli Apostoli.
Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava.

Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro.
Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.

Sal 117

RIT: Rendete grazie al Signore perché è buono:
il suo amore è per sempre.

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

  RIT: Rendete grazie al Signore perché è buono:
il suo amore è per sempre.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

  RIT: Rendete grazie al Signore perché è buono:
il suo amore è per sempre.

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.

  RIT: Rendete grazie al Signore perché è buono:
il suo amore è per sempre.

Ap 1, 9-11.12-13.17.19

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo.

Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.
Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese».
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».

Gv 20, 19-31

Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Una “comunità” (prima lettura).

Pochi, molti, folla, moltitudine…

Uomini, donne, credenti, ammalati, tormentati… per un poco d’ombra.

Da pochi a molti…

Nel nome del Signore.

Parto da un versetto precedente (v.11) che la liturgia di oggi non prevede, eppure, a mio parere importante: si parla di Chiesa.

Credo che, l’evangelista Luca, non abbia posto inutilmente questo versetto, dopo il racconto delle “prodezze” dei due (Anania e Saffira)… un grande timore si è diffuso in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose”.

La Chiesa, fatta di persone, che “prende coscienza” del peccato, ma anche del perdono, della Grazia.

La Chiesa che “ha bisogno” della Luce per uscire dalle tenebre.

La Chiesa che ha bisogno della Parola per annunciare la Verità.

E mi piace questa “comunità” nel Tempio.

Insieme.

Non è scontato.

Mi soffermo sulle parole, perché delle parole scorgo un senso.

La comunità che “sta insieme” è lì, unanime… e tutti stanno a guardare.

Guardano… e poi, dopo che hanno visto… si avvicinano…

Folle, moltitudini…

Credo occorra ripensare a questi versetti.

Non credo siano solo i “prodigi” ed i “fatti” ad attirare.

Non sono le “mani” degli apostoli che “operano”, ma – e san Luca lo sottolinea bene, occorre solo fermarsi a leggere – “attraverso” le mani, “per opera”.

Basta un’ombra.

Quella di Pietro…

La Chiesa all’ombra di Pietro.

La mano di Dio “attraverso”…

Ma solo “segni”.

Semplici segni (non cerchiamo altro significato), ma con una precisa “indicazione”: nella comunità, nella Chiesa c’è Cristo.

La “novità”, non sono i “segni”, la novità è la comunità di Cristo, la vita nella fraternità, la vita nell’amore vicendevole…

“ Il popolo li esaltava”.

No, non esaltava loro, ma la loro testimonianza unanime e concorde, il loro reciproco fraterno amore.

In quel portico avevano impedito a Pietro ed a Giovanni di parlare… ma non importa, “parlavano” con la vita, con la testimonianza, con quei segni che raccontavano quell’amore conosciuto.

E la Chiesa cresceva… non più fatta di “folla” (ricordiamo nella Bibbia l’uso diverso delle parole popolo e folla), ma di “restanti”, di coloro che visto e sperimentato, volevano “rimanere”, volevano stare, volevano “essere”.

Si aggregano, non per gli apostoli, per Cristo.

Vorrei ampliare la riflessione, mi piacerebbe davvero dilungarmi sulla Chiesa-comunità, non è questa la sede, ma questo brano non può non richiamarmi alla mente l’importanza dell’unità nella comunità, della comunione in quel corpo che vede tutti tralci uniti alla vite, di quel corpo che ha bisogno di tutte le membra per star bene insieme, per essere vivo e vita con il suo Capo, Cristo.

Fraternamente figli.

All’ombra di Pietro.

Un piccolo riferimento “artistico” può aiutarci, forse: quella meraviglia esposta nella cappella Contarelli nella Chiesa di S. Luigi dei francesi a Roma: La vocazione di Matteo di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Quella luce in alto, quel dito inclinato, e accanto san Pietro.

L’annuncio di Dio attraverso la Chiesa, nella Chiesa, con la Chiesa: una, santa, cattolica, apostolica…mediatrice e pellegrina, peccatrice e donatrice…

Chiesa di figli e fratelli che crea comunione.

La Chiesa di Pietro: chiamato, perdonato, salvato.

Pietro “passa con la sua ombra”, ma va avanti, guarda “in alto”, verso Cristo e porta Cristo.

E quella folla diventa “popolo” di “credenti nel Signore” ( versetto 14).

Due “narrazioni” ci propone san Giovanni evangelista (Vangelo) e quella affermazione: Mio Signore e mio Dio”.

Grazie Tommaso e Grazie Giovanni.

Uno perché l’ha “riportato”, l’altro perché l’ha “creduto e pronunciato”.

L’iniziativa di Gesù giunge inaspettata: Pace a voi”.

Dov’erano finiti? Poche le notizie dopo quella “dispersione” nel Getsemani, eppure Gesù li “trova”.

La sera di quel giorno” e “otto giorni dopo”

Il tempo.

Con le porte chiuse” e “Di nuovo in casa”.

Il luogo.

Pace a voi”.

Il soffio dello Spirito su di loro.

Il “soffio” su quegli uomini “nuovi”, come su quell’Adamo originario.

L’annuncio.

Ancora pace, ancora una “visita”, ancora un incontro.

Non è importante dove sono andati, è importante che ora sono qui.

Sono qui, ma “chiusi”, ancora “timorosi”.

Avevano lasciato reti, banco delle imposte, fico, casa, famiglie, per seguirlo… sono stati “dispersi”, ma ora sono qui.

E Gesù li “ritrova”.

Viene Gesù, con le porte chiuse, torna Gesù nella casa…

Sono lì e ricevono la “Sua Pace”.

Ancora una iniziativa di Gesù, Giovanni lo sottolinea:

mentre stavano chiusi per timore”, Lui porta la pace e subito trovarono la gioia.

La pace che vince la paura ed il timore, la pace che aveva promesso prima della Risurrezione: “Vi lascio la pace… la mia pace…”.

La Pace di Dio.

La Pace della Vita.

Pace donata perché sia trasmessa.

San Giovanni non può aver narrato avvenimenti senza un senso profondo: se ci parla di un’ “assenza illustre”, ci sarà un motivo.

Tommaso era uno dei dodici, era un testimone “attendibile” degli eventi del Nazareno, era stato presente agli avvenimenti, aveva condiviso la vita, le attese, la cena… eppure ci viene presentato ancora “bisognoso” di  “conferme” umane: non gli basta il racconto degli amici.

Giovanni evangelista ci parla di Tommaso in diverse occasioni ( forse più di quelle in cui compare nei racconti dei Vangeli sinottici) e tutte le volte ci appare un po’ in difficoltà a comprendere, tanto che, negli episodi narrati, Gesù è costretto ad esplicitare, ad esempio Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,1-6). 

Tommaso, uomo appassionato di Cristo, ma anche “concreto”, con una “volontà di praticità umana”.

Tommaso “crede”, ma vuole “vedere” e “toccare”.

Forse Giovanni evangelista stava pensando a noi…  a noi che leggiamo, a noi che “non abbiamo visto”…

La “dimensione” del “visibile e dello sperimentabile”.

Basta “vedere” e “toccare”?

Anche qui voglio scomodare Caravaggio (Incredulità di San Tommaso), dipinto eccezionale per tecnica, colori, luce e immagini… ma questa volta preferisco il Vangelo di Giovanni.

No Caravaggio, il dito non entrerà nella piaga, gli occhi non seguiranno in un esame minuzioso quella ferita,  non avvicinerà il viso con la fronte aggrottata, non si piegherà sulle mani…

Tommaso non avrà quel gesto timoroso e dubbioso che appare nel dipinto di Michelangelo Merisi.

Tommaso proclamerà: Mio Signore e Mio Dio”.

San Giovanni ci racconta di una risposta senza esitazioni: “Rispose Tommaso mio Signore  mio Dio”.

Non un cenno, una esitazione, un passo avanti o indietro, solo quella risposta immediata.

Tommaso è  “nostro gemello” nella fede.

Una fede che ha bisogno di essere testimoniata, una fede che trova la “radice” in Cristo.

Non occorre “sperimentare” le ferite, occorre “sperimentare Cristo”.

“Credere”.

“Mio Signore e mio Dio”,  come in quel Prologo ora al capitolo conclusivo: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio” (Gv 1, 1).

Inizio e Termine.

Cristo Figlio di Dio, Signore.

Mio Signore e Mio Dio”.

Una professione di fede chiara e precisa.

“Adonai ed Elohim” come abbiamo imparato nella lettura dei Salmi (Salmo 24,23).

Non è servito vedere o toccare… è bastato Cristo.

In Cristo tutto diventa “chiaro”, tutto in Lui si “ricapitola”.

Mio Signore e Mio Dio”.

L’audacia del credente.

“Mio”.

“Io credo”.

Il “mio” , “Colui nel quale” ho posto la mia fede, la mia fiducia.

Nella fede tutto trae senso, la Parola, la testimonianza.

In quell’azione in quella casa, otto giorni dopo, Tommaso sperimenta Cristo nella comunità riunita nel giorno della Risurrezione.

Fede Pasquale.

Quella comunità riunita nel suo nome, trova la sua Pace, la sua Presenza, la sua Parola.

E san Giovanni, ci consegna ancora una “beatitudine”, non le aveva raccontate prima, come hanno fatto san Matteo e san Luca, eppure qui ci parla della “beatitudine della fede”.

Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto”.

Felici coloro che credono, coloro che ripongono la loro fiducia in Dio.

Ora non è più una “promessa antica”, ora quella promessa è carne e vita, è sangue e salvezza.

“Beati”, perché Gesù Cristo è il Figlio di Dio e in Lui è la fonte della Vita.

Beati coloro che riceveranno e coltiveranno la fede come dono.

Riconoscere il Gesù Risorto, riconoscere il Dio della Vita, riconoscere il Padre misericordioso .

La “beatitudine” della “lettura dei segni” (non possiamo dimenticare il brano che Giovanni ci presenta nel racconto del primo giorno dopo il sabato  – liturgia della Domenica di Pasqua), la beatitudine a diventare “vivi credenti”, credenti “dinamici”, credenti “in ascolto” nella comunità e nella Chiesa.

“Non temere, io sono il primo e l’ultimo e il vivente; ero morto ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi (Seconda lettura).

Sono le parole di Gesù, le stesse usate per descrivere le apparizioni del Risorto.

Io sono … Il Vivente”.

Dio ha un nome.

Non temere!”

Ancora una volta, uno dei 365 (non li ho personalmente contati, ma l’hanno fatto in modo autorevole biblisti e teologi) “non temere” della Bibbia.

Il Vivente, Colui che ha dato vita alla morte e senso alla vita.

Giovanni  ha un compito fondamentale: scrivere e  situare il rapporto con il Cristo, il quale partecipa ormai della vita divina essendo Dio.

Giovanni ha il compito di scrivere l’ esistenza del  Cristo Risorto, Dio che  non dimentica i suoi, ma si occupa di loro, e li rende partecipi della sua nuova vita.

Credere in Cristo Risorto, allora è essere “suoi”, con un’esperienza personale e profonda con Dio.

Abbandoniamoci a questa fede.

Ricordiamo che la vita quotidiana dei cristiani è il luogo concreto in cui la fede si esprime, l’ amore vive, la Parola diventa vita.

Dobbiamo  incarnare l’ amore del Risorto nell’infinita varietà delle situazioni quotidiane, senza rinchiuderlo in confini stretti, ma creando vita nelle comunità in unione e fraternità.

 

Posted in Pagine di Fede, Vercelli Oggi

Riceviamo e pubblichiamo

In Piemonte siamo in una fase decisiva per la gestione dell’acqua nei prossimi decenni: la norma prevede che debba esserci un gestore unico per ognuno dei sei Ambiti in cui è suddiviso il territorio regionale.

Riteniamo che i gestori del servizio idrico non debbano utilizzare le entrate (quello che paghiamo con le bollette di acquedotto, fognatura e depurazione) per distribuire dividendi ai soci, bensì che debbano reinvestirle interamente per il miglioramento della rete (attualmente più del 20% dell’acqua immessa viene dispersa) e possibilmente per la diminuzione della tariffa.

L’acqua è in assoluto il bene comune più prezioso e necessario al mondo, non una merce da cui trarre profitti milionari!

Per questo organizziamo, a Vercelli, sabato 3 maggio una giornata per riaffermare quanto chiaramente indicato dai cittadini con il referendum del 2011 e per aggiornare su cosa sta accadendo in questo momento negli Ambiti piemontesi.

al mattino dalle 10 alle 13, alla sala Soms, via Francesco Borgogna 24 convegno “La situazione nei 6 Ambiti piemontesi e i possibili sviluppi”, modera Michelangelo Catricalà.

Ato 1 (Vco e pianura novarese) Marica Spezia

Ato 2 (Biellese, Casalese e Vercellese) Umberto Lorini

Ato 3 (Torinese) Simona Bombieri

Ato 4 (Cuneese) Oreste Delfino

Ato 5 (Astigiano, Monferrato) Alessandro Mortarino

Ato 6 (Alessandrino) Michela Sericano

tavola rotonda con intervento dei relatori, della CGIL Vercelli Valsesia, delle Associazioni e dei Comitati organizzatori

al pomeriggio dalle 15 alle 19, in piazza Cavour stand e gazebo di associazioni e comitati organizzatori.

Attac Italia

Cgil Vercelli Valsesia

Comitato acqua pubblica Cuneo

Comitato acqua pubblica Torino

Comitato acqua pubblica Vercelli

Legambiente del Vercellese e della Valsesia

Legambiente Ovadese e Valli Orba e Stura

Lo Gnekko ODV ETS

Circolo “Tavo Burat” Pro Natura Biella

Pro Natura del Vercellese, Valsesia e Vco

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Posted in Lo Sport

Venerdì 23 maggio 2025, con partenza e arrivo da piazza Castello, si terrà la quarantatreesima edizione della StraCasale, gara non competitiva di beneficenza a sostegno di Anffas e della Fondazione piemontese per la ricerca sul Cancro (Candiolo) organizzata da Personal Gym SSD con la collaborazione della Città di Casale Monferrato.
Piazza Castello sarà il fulcro della manifestazione: per la gara, ma anche come luogo di aggregazione.

A partire dalle ore 17,00 lato via Saffi, alcune associazioni sportive del territorio organizzeranno “Kid’s Game”: area con una serie di giochi per intrattenere i più giovani prima della partenza della gara con la partecipazione dell’Olympia Basket 2000, dell’Accademia Casale e con il Mini tennis dell’ASD Canottieri.

Dalla stessa ora e fino alle 22 si terranno diversi momenti di intrattenimento musicale, trucca bimbi, animatori per giochi da piazza, spettacoli sul palco, interventi di personaggi sportivi e la possibilità di ristorarsi nelle aree street food “a kilometro zero”.

Anche per questa edizione l’intero evento sarà accompagnato e trasmesso in diretta da Radio in Fiore e vedrà la collaborazione con il Comics, per un’offerta ancora più ricca e coinvolgente: infatti, per tutti i bambini delle scuole elementari che parteciperanno alla “StraCasale”, con l’acquisto della maglietta, che per questa edizione è stata disegnata dal  fumettista Giorgio Sommacal che ha disegnato Lupo Alberto, sarà possibile ritirare, presso lo stand Comics&Games in Piazza Castello, un biglietto omaggio per l’accesso al Casale Comics&Games che si svolgerà nei due giorni successivi.

Una delle novità più significative, infine, sarà la presenza di uno stand dell’Arma dei Carabinieri, con l’esposizione di auto moderne e d’epoca, volto a promuovere la cultura della legalità, sensibilizzare contro la violenza di genere e valorizzare, attraverso i valori dello sport, il ruolo educativo rivolto alle giovani generazioni.

Il Vice Sindaco Luca Novelli sottolinea: “StraCasale rappresenta un momento speciale per la nostra comunità: è un’occasione per riscoprire il piacere dello stare insieme, praticare sport all’aria aperta e valorizzare il nostro splendido centro storico. Ma soprattutto, è un’iniziativa che coniuga divertimento e solidarietà. Partecipare significa sostenere concretamente due realtà fondamentali del nostro territorio: Anffas Casale e la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di Candiolo. Sarà una bella giornata di condivisione, durante la quale ognuno potrà contribuire, con entusiasmo, a un progetto dal forte valore sociale”.

Il Sindaco Emanuele Capra aggiunge: “Questo appuntamento è molto più di una manifestazione sportiva: la StraCasale è un esempio concreto di come una città sappia mettersi in moto – in tutti i sensi – per promuovere valori importanti come l’inclusione, la solidarietà e il senso di comunità. Iniziative come questa ci ricordano quanto sia prezioso il legame tra istituzioni, associazioni e cittadini. Il Comune è orgoglioso di sostenere un  evento che parla il linguaggio della partecipazione e che contribuisce a costruire una città sempre più attenta e solidale”.

Partenza fissata alle ore 19 per i bambini e alle ore 20 per gli adulti, che seguiranno un percorso differente.

I più piccoli (fino alla terza media), correranno per 2 km, attraversando il centro storico; gli adulti, che partiranno alle ore 20, affronteranno un tracciato di circa 6 km.

Come da consuetudine, i primi arrivati di ogni categoria verranno premiati.

Per partecipare è necessario acquistare la maglietta al costo di 10 euro presso i seguenti punti vendita (elenco in continuo aggiornamento):

Anffas Casale

Bar Latteria Barcaroli

Bar Le Gaie

Farmacia della Misericordia

G Sport

Keep Out

Personal Gym

Stop & Go

Zerozero7 Toys & Gadgets

Saranno inoltre allestiti dei banchetti dedicati alla manifestazione per l’acquisto delle magliette e per ricevere informazioni nelle seguenti date:

11 maggio in durante il mercatino dell’antiquariato;

13 maggio nell’androne del Comune di Casale Monferrato, via Mameli, 10;

17 maggio in piazza Mazzini;

17 e 18 maggio in occasione di Golosaria fronte Castello.

Il ricavato ottenuto dalla vendita delle magliette sarà interamente devoluto ad Anffas Casale e Fondazione piemontese per la ricerca sul Cancro (Candiolo).

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Posted in Lo Sport

Sabato 26 aprile Sacramento della Confessione dalle 15 alle 16.30.

Domenica 27 della Divina Misericordia. – Alle ore 12 Santo Battesimo della piccola Beatrice.

Lunedì 28 incontro della Commissione Liturgia in Badia alle ore 21.

Martedì 29 Adorazione Eucaristica in Chiesa Abbaziale alle ore 21.

Giovedì 1 maggio inizia il mese di maggio. Santa Messa alle 11 in Chiesa Abbaziale per i Caduti sul Lavoro. Santo Rosario alle 20.30 a cui seguirà la S. Messa alle ore 21 nella Chiesa Madonna del Popolo.

Da Venerdì 2 Santo Rosario nei giorni feriali alle 8.

Sabato 3 alle 10.30 Benedizione delle Moto sul sagrato della Chiesa.

Domenica 4 ricordo degli Anniversari di Matrimonio nella S. Messa delle 10.30.

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Posted in Pagine di Fede

Giovani campioni crescono.

E’ una stagione da incorniciare quella dei ragazzi del Settore Giovanile del Prato Sesia.

Grande è l’entusiasmo dei dirigenti Andrea Falcone e Marco Fuoco che ci tengono a sottolineare l’impegno costante dei mister.

<<In tutto abbiamo tre squadre – affermano i dirigenti – . Partiamo dai Primi Calci primo anno, formazione composta dai nati nel 2017 e 2018. A guidarli è il nostro presidente Tiberio Tomei>>.

Poi c’è un gruppo dai numeri eccezionali.

<<I Primi Calci secondo anno, è costituito dai nati nel 2016. Il tecnico è Leonardo Fabiano, coadiuvato dal vice Nicolas Pallavicini. Guardando le statistiche, notiamo che i ragazzi non hanno mai perso una partita e hanno ottenuto solo vittorie>>.

A completare il trittico di formazioni <<I Pulcini secondo anno. Nati nel 2014 e 2015, sono guidato da John Vassallo e dal suo vice Luigi Panariello>>. Un bel percorso di crescita. <<Ci teniamo a ringraziare il lavoro svolto con impegno dai mister. Un grazie anche ad Alberto Cavalleri, preparatore dei portieri. E’ bello veder crescere questi ragazzi e aiutarli a spiccare il volo nel mondo del calcio>>.

Intanto si lavora per il futuro. Nel mese di giugno, i martedì e i giovedì alle 18 saranno dedicati agli open day. L’iniziativa è dedicata agli atleti non tesserati nati nel 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020. Per maggiori info 3331111364 o usdpratosesia2010@gmail.com.

 

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport