VercelliOggi
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Ritorna il tradizionale appuntamento di Capodanno, proposto dalle sorelle della Fraternità della Trasfigurazione nella Basilica di S. Andrea.

Venerdì 31 dicembre alle ore 18,30 S. Messa con il canto del Te Deum.

In serata tre momenti scandiranno l’attesa e la festa per accogliere il nuovo anno:

ore 22,15 sarà celebrato l’Ufficio delle Letture.

ore 23,00 seguirà Un canto nella notte sul tema Signore insegnaci a pregare.

ore 24,00 si concluderà con un momento di festa nel Piccolo Studio, a cui si può contribuire portando un dolce o una bevanda.

Si può anche partecipare a uno solo di questi tre momenti, come ciascuno desidera.

Per entrare nel Piccolo Studio occorre avere il Green Pass.

Domenica 1 gennaio 2022 S. Messa in Basilica alle ore 10.00.

Redazione di Vercelli

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Bassa Vercellese, Provincia di Vercelli, Vercelli Città

Cosa può dire, oggi, ad altri ragazzi, un ragazzo di 33 anni che sacrifica la propria vita per “salvare”, dare il viatico per quella eterna, ad un altro, poco meno che coetaneo, ferito a morte?

Ferito in una terra non ostile, ma estranea; ostile certo il momento: un’azione di guerra, le pallottole esplose da altri ragazzi come te che sono lì a combattere, quasi sempre senza sapere perché.

A loro deve bastare sapere quello che altri, un potere lontano, dice: tu sei il nemico.

Ed anche a te non hanno spiegato altro: loro sono il nemico.

Il pensiero unico basta a se stesso.

Anche la sua età, pur senza nulla concedere a suggestioni cabalistiche, non può non suggerire analogie ed è impossibile rintuzzare sentimenti che parlano di Lui, nato duemila anni prima ed in quelle stesse ore, e poi immolatosi, proprio all’età di 33 anni, “obbediente fino alla morte ed alla morte di croce” affinchè noi, altrimenti “morti” alla vita vera, avessimo infine una prospettiva, “la” prospettiva di salvezza.

***

Ma, ecco: cosa può dire oggi, a ragazzi e ragazze sempre “connessi”, nel Terzo Millennio, quel giovane che dalla minuscola Caresanablot era partito per donarsi a Dio, poi aveva intrapreso una tranquilla e meritata (per cultura, intelligenza, carità, spiritualità profonda) carriera ecclesiastica?

Cosa può dire un ragazzo che lascia tutto (sicurezza, prestigio, carriera, comodità, posizione sociale) perché comprende che i suoi allievi, i suoi giovani di Azione Cattolica Ragazzi, sono chiamati a combattere tra i rischi e le durezze del fronte, alle prese con la fame, i topi, il sangue, la brutalità, la sopraffazione di uomini su altri, che forse si pensano un po’ meno uomini?

***

E lui non li vuole lasciare, perché ha sempre saputo che l’amore non è (solo) una cosa romantica, che si illustra con la poesia, si canta con le melodie più suadenti, si dichiara e proclama e declama: l’amore si dimostra con il dono di sé.

Serve un Cappellano Militare a ragazzi di 20 anni che devono cercare di ucciderne altri?

Serve.

Serve, perché non è superflua la parola, non è banale il conforto, non è privo di senso il sostegno di qualcuno che ti ricordi come, nella tensione mai risolta tra l’ideale ed il reale, proprio mentre tutto ti dice che sia eluso il tuo dominio sulle cose e sui tempi, tutto esiga, anche ed invece, il tuo contributo affinchè non siano esiliati i caratteri di umanità della vita.

Allora: cosa dice oggi, ai ragazzi ed alle ragazze di questo 2021, ottantesimo anniversario del suo sacrificio, Don Secondo Pollo, Cappellano Militare del Battaglione “Val Chisone”, morto perché la pallottola di un cecchino gli trancia l’arteria femorale?

Cosa dice quella “effusione di sangue” innocente, che irrora la roccia della montagna di Dragali?

Una cosa, forse, può dire: può insegnare quanto sia profonda la contraddizione, vivida la differenza, tra “buttare via” la vita ed “offrire in dono” la vita, anche a prezzo di rischiarla fino a perderla.

Può insegnare quanto siano diverse le seduzioni mendaci del nulla, nelle quali tante vite si perdono, quanto siano diverse da quel “Tutto” che dà senso e valore ad ogni minuto della tua vita, anche quando la offri in olocausto.

Può insegnare che l’eroismo della virtù non è tanto o sempre cosa da “eroi”, perché nessuno nasce eroe, né studia da eroe.

Anche uno che, sin da bambino, “studia da Prete”.

Sa che il suo compito è anche quello di portare soccorso a moribondi, aprire loro la porta di quel Paradiso che già li attende: e se onorare il tuo compito ti porta a tiro di una pallottola, non è certo perché tu sia andato a cercare il martirio. Volevi semplicemente aprire quella porta.

Perché quello è il tuo compito.

Così, Don Secondo, ancora oggi, può insegnare che non dobbiamo disperare: un compito per cui valga la pena di morire c’è per tutti noi, basta riconoscerlo e per riconoscerlo bisogna cercarlo.

E se per quel fine vale la pena di morire, figuriamoci se non vale la pena di vivere: l’orizzonte di senso, la pienezza di una vita aperta allo Spirito, aperta al Tutto, è tanto più persuasiva della seduzione del nulla.

Sicchè: “aprite le porte a Cristo, non abbiate paura!”.

***

Oggi la Sezione vercellese dell’Associazione Nazionale Alpini, ha celebrato a Caresanablot, paese natale di Don Secondo, presso la chiesetta parrocchiale dove, il 4 gennaio 1908 fu battezzato, questo ottantesimo anniversario del suo sacrificio.

Con gli alpini vercellesi, per la prima volta anche una delegazione di quelli che sono arrivati da Olgiate Olona, in provincia di Varese.

Hanno portato un bellissimo reliquiario – una stella alpina scolpita nel legno – che reca incastonate le reliquie di cinque Santi e Beati.

Nel video che volentieri offriamo ai nostri Lettori, ci parla di questo bel pensiero proprio uno di loro, un alpino delle Sezione di Varese.

Poi la sapiente omelia del Parroco Don Augusto Scavarda e qualche scampolo della bella allocuzione del Presidente della Sezione Ana di Vercelli, Piero Medri.

Molto apprezzata e gradita la visita di alcuni tra i nipoti ed i parenti in secondo grado di Don Secondo Pollo.

Buona visione.

BiellaOggi, CasaleOggi, CuneoOggi, PiemonteOggi, Provincia di Vercelli

Dal Primo Libro di Samuele, Cap. 1, 20 – 22. 24 – 28

Al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuèle, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto». Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre».
Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un’ efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.

Dal Salmo 83

Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore
.

Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.

Dalla Prima Lettera di San Giovanni Apostolo, Cap. 3, 1-2. 21 – 24

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 2, 41 – 52

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Posted in Pagine di Fede

Cari Lettori,

da questo pomeriggio, Vigilia di Natale, fino a tutto il giorno di Santo Stefano, ci prendiamo un po’ di riposo: VercelliOggi.it tornerà ad essere aggiornato dalla tarda serata del 26 dicembre e poi regolarmente, dal 27 in poi.

In questo periodo sarà scaricata regolarmente la posta elettronica

info@vercellioggi.itinfo@piemonteoggi.it

ed in numero telefonico unico, anche per messaggi di wapp, 3358457447

sarà sempre disponibile.

Quest’anno i nostri auguri sono accompagnati da un regalo particolare, che scopriremo insieme nel tempo: dopo 13 anni (siamo on line dal 5 gennaio 2009) i siti internet dei nostri Portali hanno cambiato fisionomia.

Non solo un maquillage, ma una vera e propria ristrutturazione che trasferisce tutto il nostro repertorio dal sistema asp. (ormai superato, anche se ha garantito per anni il massimo di qualità) a quello wordpress, che assicura le migliori prestazioni responsive e mobile friendly.

Ma sarà proprio l’Utente finale, il Lettore che potrà, da qui a qualche settimana, una volta completato anche il lavoro di trasferimento e tracciamento degli archivi (come abbiamo visto, particolarmente impegnativo) ed apportate le ultime rettifiche grafiche, toccare con mano anche tutte le altre prestazioni dei nuovi Portali.

Un passo ulteriormente innovativo, che abbiamo compiuto grazie alla fiducia ed alla amicizia che ci accordate, insieme agli Inserzionisti, da tanti anni: un ulteriore incoraggiamento a migliorare ancora la qualità del nostro servizio.

Un breve riposo, dunque, per tornare presto al lavoro.

Un abbraccio affettuoso a voi ed alle vostre famiglie, con l’impegno, per tutti, di non dimenticare chi è nella prova: soprattutto chi, anche a Natale, affronta una prova tra le più dure, la solitudine.

Posted in Mondi Vitali