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La cronaca di oggi, 27 aprile, si apre con questo singolare sinistro stradale verificatosi attorno alle 7 in corrispondenza della rotatoria di Via Valter Manzone a Vercelli.

Nessuno si è fatto male e si è trattato di un incidente autonomo, cioè senza altri veicoli coinvolti, oltre al Tir che si vede nelle immagini.
Per cause che sono al vaglio delle Forze dell’Ordine – sul posto i Carabinieri – il carico di acqua minerale trasportato si è rovesciato sulla massicciata stradale.
Ancora per qualche ora si consigliano percorsi alternativi da e per Valsesia – Biella – Novara.
Come si trasmettono le nozioni?
Anche per vie talvolta imprevedibili.
Il bambino di sette anni che non vedeva l’ora di guardare in televisione i telefilm di Stanlio e Ollio, poteva trovarsi alle prese con la immortale pièce dei piselli nel baccello
Eccola
Perché – insiste Alberto Sordi che presta la voce ad Oliver Hardy – il pisello non sta nel “guscio”, ma nel baccello.
Non parliamo nemmeno della buccia.
Baccello.
E’ così per tutte le leguminose: oltre al pisello, per esempio, il fagiolo, la soia.
Il baccello.
Da un punto di vista squisitamente epistemologico, peraltro, l’approccio alla conoscenza per la via di Cric e Croc non è mai parso meno dignitoso di tanti altri.
Il baccello, dunque, un posto accogliente e, soprattutto, un posto che assicura la vita.
***
In fondo, è quello che ancora oggi la politica non riesce a trovare per Eraldo Botta.
Il Presidente della Provincia di Vercelli sa che, dopo il 12 giugno, potrebbe rimetterci la poltrona.
Se non riuscirà a diventare Sindaco di un paese, anche di un paesino minuscolo, ma Primo Cittadino, decadrà dalla carica di Presidente della Provincia.
Perderà così oltre 4 mila euro lordi al mese.
Che, tra non molto, potrebbero essere 9 mila, grazie agli aumenti concessi per iniziativa del Governo Draghi (stesso trattamento economico anche per i Sindaci di Capoluogo di Provincia).
Sicchè gli toccherebbe cercarsi un lavoro alternativo.
Probabilmente, non sarebbe difficile trovare un posto; tra le tante opzioni che – eventualmente – potrebbero essere messe in campo, perchè non pensare anche ad un’assunzione presso l’impresa Bertini di Varallo Sesia: perchè no?!.

Non dovrebbe neppure fare il pendolare.
Ma perché questa incertezza?
Pareva tutto fatto: candidato Sindaco di Campertogno.
Invece, sembra che, nelle ultime ore, qualcosa sia andato storto e la candidatura non sia più così pacifica.
Nonostante i vari potentati locali abbiano tentato di tutto per imporlo, sembra che la ribellione serpeggi.
Sicchè – dicono i bene informati – l’Eraldo senza baccello starebbe tornando alla soluzione antica, la candidatura a Civiasco.
Qui, però, l’attuale Sindaco, Davide Calzoni, non sarebbe affatto dell’idea di lasciare il campo.
E, così, l’Eraldo in cerca di baccello si starebbe rivolgendo (dicono sempre i bene informati) all’ex Sindaco, Carlo Cerli, per tentare di mettere su qualcosa in grado di … lasciare Calzoni in mutande.
Ce la farà l’Eraldo a trovare il suo baccello?
Per comprendere come e quanto la questione appassioni i contemporanei, non si può prescindere da un dato demografico “macro”.
Che assumiamo da statistiche ufficiali.
A gennaio 2022 la popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi di persone.
Di queste, se ne fregano tranquillamente del futuro dell’Eraldo almeno 7.999.999.999.
Il pathos è tutto suo.
Comunque, è sempre vero: chi vivrà, vedrà.
Un bellissimo “loft”, cioè un immobile già adibito ad usi industriali, che viene sapientemente ristrutturato e poi destinato ad altri impieghi.

Come quello al civico 18 di Via Tagliamento a Santhià, che ora ospita un grande e luminoso Ambulatorio Veterinario, inaugurato oggi, 23 aprile, dalla titolare, la Dottoressa Kassandra Cianflone.

Dopo la laurea, nel 2016, sei anni di esperienza ed ora il salto di qualità in questi locali che si preparano ad accogliere i piccoli animali, pazienti che saranno trattati non soltanto con cura, amore e professionalità, ma con l’ausilio di attrezzature e macchinari davvero all’avanguardia.

Un esempio per tutti: la diagnostica rx per immagini, che si avvale di un sofisticato sistema di connettività, idoneo a trasmettere quelle che non saranno più “lastre”, ma messaggi digitali da custodire o inviare come files.
Ma è la stessa Dottoressa Cianflone a raccontare nel nostro video tutto ciò che lo Studio può offrire.
Il taglio del nastro alla presenza del Presidente Ascom di Santhià, Fabrizio Pistono.
Lo Studio risponde al numero telefonico 391 3620895.
Ancora tutti da chiarire i contorni di una vicenda inquietante che, almeno per ora, offre una sola certezza: un giovane Operatore ecologico che stamane, 20 aprile, era al lavoro per conto di Asm Vercelli spa in Via XX Settembre, si trova ora al Pronto Soccorso del Nosocomio cittadino.
Alcune fonti sono concordi nell’offrire una possibile ricostruzione della dinamica dei fatti che, come si ripete, sono ancora tutti al vaglio delle Autorità.
L’Operatore, giunto sul posto con il proprio mezzo d’opera, avrebbe dovuto procedere allo svuotamento di un cassonetto.
Operazione che gli sarebbe risultata impedita dal fatto che, di fronte al contenitore, stazionasse (in evidente divieto di sosta) un furgone.
A questo punto l’addetto Asm, al fine di documentare ai superiori l’oggettiva impossibilità di procedere all’esecuzione del proprio compito, avrebbe scattato una fotografia.
Accortosi della cosa, il conducente del mezzo parcheggiato in divieto, sarebbe venuto a diverbio.
Aggiornamenti nelle prossime ore.
(Stefano Di Tano) – Al cospetto del fischio di fine primo tempo, in Pro Vercelli-Fiorenzuola, c’erano tutti i segni di una totale mancanza di fiducia nella squadra di Nardecchia ostinata a giocare senza uno schema, con troppi timori di sbagliare e di perdere il tram dei play-off nel caso di una pesante sconfitta.
I pochi tifosi allineati sulle gradinate esposte al sole esprimevano silenziosamente il loro malcontento, tanto più che persino il giovane ma anche super applaudito Matteo Rizzo (portiere, n. 12) aveva commesso un grosso pasticcione (praticamente una “colomba pasquale”) a favore dei biancorossi lombardi che così si sono trovati fortunatamente in vantaggio al 44° del primo tempo grazie ad un tiraccio al volo di Elìa Giani, festeggiatissimo dai compagni e dalla panchina.
Dunque un secondo tempo che marcava male sul fronte delle speranze dei vercellesi: in 45 minuti erano stati tirati verso la porta avversaria una decina di corner, ma neppure uno aveva impensierito il portiere del Fiorenzuola, tanto erano confuse le linee d’attacco della Pro Vercelli.
Di questo, tutti eravamo consapevoli e purtroppo anche convinti. Senonchè qualche margine di energie positive erano rientrate nelle gambe dei nostri ragazzi e con esse anche una nuova lucidità, tanto che l’area di gioco a poco a poco si avvicinava molto alla porta di Burigana (F) e prima Cristini, poi Vitale, Masi e Panico avevano impegnato debolmente il n. 1 lombardo, mettendo in allarme la difesa avversaria che finalmente al 58° veniva trafitta da una furbesca girata in porta di Andrea Cristini (n. 4) ben appostato nei pressi del palo di sinistra, su cross da calcio d’angolo.
Rotto il ghiaccio, e tornati a riveder le stelle, i bianchi hanno cominciato a insistere con il coriaceo assedio di Panico, l’avanzamento di Masi e Auriletto, le scorribande di Louati.
Nascono ripetuti corners che sconvolgono la difesa ospite, e che anticipano il momento clou della gara che si concretizza con un tiro preciso nel sacco, di quei tiri che se ne vedono pochi in Serie C.
L’autore è Mattia Vitale, che riceve un lineare di rimessa e scarica di potenza da venti metri sull’esterrefatto portire.
Apoteosi di gioia nel vecchio Stadio Robbiano-Piola, dove le speranze di vittoria erano solo piccole luminose fiammelle di candela. Ma tutto era cambiato, anche in virtù di alcune sostituzioni decise da Nardecchia che aveva inserito giustamente Bruzzaniti, Gatto, Bunino, Minelli e Luca Rizzo.
Il finale, come vuole la consuetudine, è impegno di protezione al risultato conseguito anche se alcune azioni mettono ancora in pericolo la porta biancorossa.
La festa è grande, dopo tanto appetito, è tornata la vittoria e proprio nel momento più atteso, a conferma che la squadra può ancora dare forti segni di ambizione e di resistenza allo stress.
Questi 55 punti in classifica, in compagnia di Lecco e Triestina scaldano la speranza di fare risultato anche a Mantova (domenica 24 aprile), ultimo appuntamento del nostro. calendario.
Per il resto, le prossime emozioni saranno palpitanti e forse ci sarà ancora da sorridere, proprio come sabato 16 aprile, sabato pre-pasquale, con una bella Pro Vercelli espressa in piena sintonia con la migliore classifica sperata.
Redazione di Vercelli
Pro Vercelli–Fiorenzuola 2-1
Marcatori: 44’ pt Giani, 13’ st Cristini, 37’ st Vitale
Pro Vercelli (3-4-3): Rizzo M.; Cristini, Masi, Auriletto; Iezzi (1’ st Bruzzaniti), Louati, Vitale, Crialese (26’ st Gatto); Della Morte (18’ st Bunino), Comi (41′ st Minelli), Panico (18′ st Rizzo L.). A disp.: Rendic, Valentini, Rolando, Clemente Macchioni, Secondo. All.: Nardecchia.
Fiorenzuola (4-3-3): Burigana; Danovaro (38’st Potop), Ferri, Cavalli, Dimarco; Piccinini, Nelli (20’st Oneto), Stronati (38′ st Zunno); Giani (6′ st Mamona), Mastroianni, Sartore (6′ st Bruschi). A disp.: Battaiola, Ghisolfi, Gerace, Fiorini, Currarino, Arrondini, Guglieri. All.: Tabbiani.
Arbitro: Andreano di Prato
Guardalinee: Lipari di Brescia e Rastelli di Ostia Lido
Quarto uomo: Esposito di Ercolano.
Ammoniti: Louati (PV), Vitale (PV), Potop (F)
Recupero: 2’ pt – 5’ st
Dopo due sconfitte i leoni tornano alla vittoria.
A sbloccare la gara è Giani prima del riposo.
Nella ripresa pareggia Cristini e poi Vitale ribalta la situazione.
Pro subito pericolosa con Masi, la difesa ospite si salva.
Il Fiorenzuola ci prova con Giani, Rizzo respinge.
Minuto 20, Panico in acrobazia manda a lato.
Quattro minuti dopo, l’incornata di Cristini esce di un soffio.
Al 27′ Piccinini non inquadra lo specchio della porta.
Prima del riposo Giani raccoglie palla e insacca il vantaggio per il Fiorenzuola.
Al 13′ della ripresa Cristini su azione d’angolo in girata fa gol.
La Pro prende in mano le redini del gioco ma non riesce a trovare altri gol.
Gatto ha un’ottima occasione ma la sciupa.
Nel finale Vitale con un gran gol regala il successo alla Pro.
La gara si chiude con l’espulsione del tecnico ospite e il super intervento di Rizzo.
Redazione di Vercelli
I Riti della Settimana Santa.
Tema importante e che, tuttavia, pare darsi quasi per scontato, come se le cicliche cadenze dell’anno liturgico un po’ lo inglobassero.
Invece la Settimana Santa è il “cuore dell’anno liturgico, solenne approdo rituale verso il culmine del mistero pasquale di Cristo, morto e risorto per salvare l’umanità dal peccato.
La Settimana Santa costituisce il vertice di un cammino forte di vita cristiana, che chiamiamo Quaresima e che possiamo definire come un “tempo per fare spazio”: è infatti un tempo di rinnovamento e purificazione per fare esperienza di conversione, lo spazio per Dio nella nostra vita”.
***
Ha esordito così Don Stefano Bedello (Parroco di Santhià e Liturgista di fama) che ieri, 4 aprile, ha accolto l’invito del Parroco di Verolengo, Don Valerio D’Amico: la sua lezione si inserisce nel quadro delle ricche iniziative parrocchiali proprio in preparazione alla Santa Pasqua.
Un uditorio molto attento ha ascoltato il sacerdote vercellese, dall’oratoria semplice quanto profonda.
Un po’ di storia:
”La liturgia cristiana – spiega Don Stefano – dalle forme primitive, passa presto ad una ritualità più ricca ed assume, dopo le persecuzioni dei primi secoli, molte espressioni di partecipazione dei credenti alle celebrazioni liturgiche. Tali forme di “religiosità popo-lare” vengono attestate già nel IV sec. dalla pellegrina Egeria, nel suo Diario di viaggio: massiccia presenza nei “luoghi santi” di Gerusalemme, la preghiera spontanea e commossa, i gesti rituali, i gemiti e le espressioni di gioia, tutto testimonia un “modo popolare” di vivere la liturgia negli stessi luoghi, nelle stesse ore, con le stesse parole dei Vangeli, per rivivere quanto là era accaduto.

Nel Medioevo avviene una specie di divorzio fra la liturgia, troppo clericale e celebrata in una lingua ormai inaccessibile, e la pietà popolare, che si esprime in forme più adatte alla comprensione: sorgono così forme devozionali (talora con eccessi folcloristici) che affiancano alle celebrazioni liturgiche le “sacre rappresentazioni”, grandi catechesi popolari sul mistero di passione e morte di Cristo, ottimali per la comprensione di tutti, ma incapaci tuttavia di esaurire la sua vera portata teologica e soteriologica”.
Occorre però ricomporre ad unità le varie tendenze.
Continua, infatti, Don Bedello:
“Il rapporto tra religiosità popolare e liturgia in ambito cristiano non è mai stato facile, per il rischio di una deriva delle forme di pietà verso forme riduttive di partecipazione e di consapevolezza cristiana, quando non di derive scaraman-tiche. Il magistero dei Papi, da Pio XII a Francesco, ha tuttavia richiamato l’im-portanza di una corretta integrazione, “evangelizzando” la pietà popolare per essere sempre più conforme alla verità della Rivelazione e ai genuini contenuti di fede, orientando i fedeli verso la sorgente del vero spirito cristiano, che è la celebrazione liturgica dei sacramenti.
Le liturgie della Settimana Santa – dalla Domenica delle Palme al Venerdì Santo – sono accompagnate da riti “rappresentativi”: l’ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme, accompagnato dal corteo delle palme (o degli ulivi), la lavanda dei piedi nella liturgia del Giovedì Santo (in Coena Domini), l’adorazione della Croce (o la Via Crucis e la processione del Cristo morto) nel giorno “a-liturgico” del Venerdì Santo.
Questi elementi liturgici, così emotivamente coinvolgenti ed evocativi, sono vere catechesi per immagini, e non si discostano mai dalla Parola proclamata nel contesto della celebrazione; i gesti e i segni compiuti non devono ridursi a mere manifestazioni cultuali, evitando di far smarrire ai partecipanti l’autentica adesione di fede che in quella rappresentazione è richiesta”.
Occorre, però, “non fermarsi sul Golgota”, cioè andare oltre il dramma del Venerdì Santo, perché la signorìa della Pasqua abbia ragione dell’oltraggio della morte. Una tensione che Don Stefano tratteggia senza esitazioni:
“Anche se attualmente, almeno in Italia, religiosità popolare e liturgia coesistono senza gravi conflitti (la ricchezza espressiva e la forza commovente delle rap-presentazioni favoriscono un certo risveglio spirituale), resta tuttavia alta la di-saffezione di tanti fruitori di questi “eventi religiosi” alla vita liturgica e pasto-rale della comunità, quasi come se l’atto partecipativo semel in anno ad una pro-cessione possa in qualche modo esaurire le esigenze di un vero itinerario di fede.
Figuranti e spettatori delle Passioni del Venerdì Santo si lasciano coinvolgere dal senso del sacro e del mistero, si lasciano commuovere dall’amore sacrificale di Cristo, ma tanti di loro non andranno oltre quella morte…
Ecco la grande “perdita” di chi si ferma al Consummatum est del Golgota: la morte di Gesù non è l’ultima parola. C’è una gioia piena ed eterna che esploderà il terzo giorno. E quel canto di esultanza per una vita nuova e definitiva – che scaturisce dalla Risurrezione – lo si può sperimentare autenticamente solo nella luminosa liturgia pasquale della Chiesa”.
Una serata molto istruttiva, dunque, anch’essa viatico verso la Settimana Santa.
























