Mese: Settembre 2025
Gli ultimi tre incontri delle Merende da Leoni di settembre, ottobre e novembre 2025 avranno ancora il titolo di A merenda con…
Molti erano i personaggi del Museo Leone che volevano fare merenda con i bambini e le loro famiglie, così per non creare dissapori e litigi ne sono stati ancora invitati tre: il dio Bes, il generale Giulio Cesare e le Sirene.
Che cosa proporranno i nuovi ospiti?
Come sempre e prima di tutto la merenda, poi mondi da esplorare, novità da scoprire e sperimentazioni per mettersi in gioco tutti, famiglie e bambini 0-5 anni, ai quali sono rivolti questi appuntamenti ideati dai Servizi Educativi del Museo Leone.
Ecco il programma:
20 settembre 2025 – A merenda con Bes
Prima di condividere la merenda con qualcuno sarebbe molto bello conoscerne gusti e abitudini! E così… giocando si scopriranno le caratteristiche straordinarie di questa curiosa divinità egizia: Bes! Si andrà proprio nell’Antico Egitto a godere una merenda divina!!!
25 ottobre 2025 – A merenda con Giulio Cesare
Il famoso comandante romano non ha bisogno di presentazioni…ma per fare merenda con lui bisognerà essere degni di un tale onore, preparandosi come si deve, e dimostrandosi abili nello sperimentare antiche ricette romane!!! Chissà se apprezzerà?
29 novembre 2025 – A merenda con le sirene
Creature a metà tra l’umano e il pesce, incantatrici, protagoniste di famose fiabe, permalose e vanitose…che cosa chiederanno di esplorare tra le sale del museo?
Che cosa preferiranno per l’ultima merenda del 2025?
Non resta che partecipare e scoprire i loro mondi abitati da creature fantastiche e mostruose!
Dal 2017 come Museo Family and Kids Friendly il Leone condivide appieno il principio su cui si basa il progetto Nati con la Cultura e cioè che l’Arte e la Bellezza possono trasformarsi in una grande risorsa di benessere, rigenerazione e potenziamento creativo per tutti gli esseri umani, a partire dai primi anni di vita.
Portare i bambini al museo, dunque, non è soltanto uno svago diverso dal solito, ma è soprattutto un percorso di crescita di tutta la famiglia e di avvicinamento alla cultura che potrà contribuire a formare cittadini più attivi e più informati.
Tutti gli incontri avranno una durata di circa un’ora e mezza (merenda inclusa) e prevedono l’ingresso da Via Leone, 19.
Tariffe: euro 15,00 (1 bambino + 2 adulti accompagnatori) + euro 2,50 dal quarto partecipante
Prenotazione obbligatoria al 3483272584 entro il giovedì precedente.
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Redazione di Vercelli
(Testo di Renato Scotti e Gabriele Bisco – Fotogallery di Davide Valle) – San Grato (V sec – 470ca.), forse di origine greca e successore del protovescovo sant’Eustasio (V sec.), fu il secondo vescovo di Aosta. Probabilmente si formò nella comunità sacerdotale fondata nel IV secolo da sant’Eusebio di Vercelli, nella cui diocesi era compreso, in origine, anche il territorio della antica Augusta Praetoria (città romana fondata nel 25 a.C. da Ottaviano Augusto da cui Aosta prese il nome).
È patrono della città e della diocesi di Aosta e le sue spoglie sono custodite, ad Aosta, in un prezioso reliquiario in stile gotico in argento e rame dorato (iniziato da Guglielmo di Locana e portato a compimento dall’orafo fiammingo Jean de Malines) situato all’interno della cattedrale.
Le notizie attendibili su san Grato d’Aosta sono relativamente poche, nonostante molto abbia scritto di lui il canonico Jacques des Cours (1268 – 1285) nella “Magna legenda Sancti Grati” composta, con fine agiografico, nel XIII secolo quando le reliquie del santo vescovo vennero traslate dalla chiesa paleocristiana di san Lorenzo alla cattedrale.
Il dibattito sulla veridicità di quanto scritto nella Magna legenda cominciò già nel XVI secolo e solo negli anni Sessanta del secolo scorso lo storico e sacerdote valdostano Aimé-Pierre Frutaz (1907 – 1980) dimostrò inconfutabilmente che la “Magna legenda Sancti Grati” fu solamente un’invenzione del suo autore.
Vale tuttavia la pena ricordare che alla Magna legenda si deve una popolare iconografia che vede San Grato raffigurato con accanto la testa di san Giovanni Battista: secondo la Legenda, infatti, il ritrovamento prodigioso in Terrasanta di tale reliquia avvenne ad opera del santo vescovo di Aosta.
È invece certo che nel 451 il vescovo Eustasio inviò in sua rappresentanza Grato, allora semplice presbitero, al Concilio provinciale di Milano, presieduto da sant’Eusebio di Milano (? – 462), convocato per contribuire alla soluzione della diatriba sulle due nature di Cristo – quella umana e quella divina – e condannare, su esplicita richiesta di papa san Leone Magno (390ca. – 461), il Concilio di Efeso che nel 449 aveva accolto l’eretica dottrina monofisita (in Cristo c’è solo la natura divina che ha assorbito quella umana) predicata dal monaco Eutiche (378 – 454).
Grato appose la propria firma, per conto del vescovo Eustasio, sulla lettera inviata a papa Leone a conclusione dell’assise.
Il Concilio ecumenico di Calcedonia (451) invalidò il Concilio di Efeso del 449 (condotto con metodi irregolari e in un clima di violenza, al punto da passare alla storia come “sinodo dei ladroni” o “Latrocinio”), confermò le decisioni e le formule di fede del Concilio ecumenico di Efeso del 431 e condannò il monofisismo di Eutiche, ribadendo solennemente la dottrina dell’Incarnazione e della coesistenza delle due nature – umana e divina, «senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili» – nell’unica persona di Gesù Cristo.
Grato è un santo taumaturgo e la diffusione del suo culto nell’Italia nord-occidentale è legata alla sua protezione sui frutti della terra dalle intemperie e dai flagelli.
Oltre che in Valle d’Aosta, è molto venerato in Piemonte.
Qui, un tempo, era tradizione che delegati delle parrocchie più soggette alle tempeste e alla grandine si recassero ad Aosta con generose offerte e ritornassero con ceri appositamente benedetti: questi, in caso di necessità, venivano accesi per accompagnare preghiere di supplica a san Grato affinché le tempeste fossero allontanate o almeno placate.
Alla sua lapide funeraria era attribuito il potere di guarigione dalla lebbra: essa venne prelevata da Aosta e collocata nel lebbrosario La Maladière (costruito fra la metà del XII e l’inizio del XIII secolo) situato nei pressi di Saint-Christophe affinché i lebbrosi, sfiorandola, potessero invocare e sperare nel miracolo della guarigione.
Successivamente alla chiusura del lebbrosario (avvenuta verso la metà del XV secolo), la lapide venne collocata nella chiesa parrocchiale di Saint-Christophe dove ancora oggi è conservata.
Dal breve epitaffio inciso sulla lapide sepolcrale (“Hic requiescit in pace S. M. GRATUS EPS D P SUB D. VII ID. SEPTEMB.”) si evince la data della sepoltura di san Grato – il 7 settembre di un anno imprecisato – mentre ignota è la data della sua morte.
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Domenica 7 settembre si è svolta a Mazzè la festa di San Grato.
Alle ore 16,30 è iniziata la celebrazione presieduta da don Enrico Triminì, parroco di Bianzè e Tronzano Vercellese con l’ausilio del diacono Paolo.
Ha sostenuta la liturgia il coro di Mazzè guidato dalla maestra Paola Repetto e all’organo Sandro Frola; voce solista don Alberto.
Dopo la liturgia, molto partecipata, si è tenuto il rinfresco organizzato come ogni anno dalla Mariuccia dal “Peca” che, dopo un lavoro durato quasi un anno, ha realizzato centrini e fiori all’uncinetto che hanno abbellito la festa.
Ringraziamo gli abitanti del rione per aver portato dolci e salati (famose le torte del Fabrizio) e il gruppo “Maie giaune” che ha fatto il “lavoro duro”.
Ringraziamo soprattutto San Grato perché ogni anno ci chiama a riunirci a pregare con Lui.
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In occasione di Risò – Festival Internazionale del Riso di Vercelli, il Comune di Trino e il Gruppo Podistico Trinese, hanno organizzato la prima edizione della Risò Run, gara podi stica che si svolgerà sulla distanza di 5,1 km nella giornata di sabato 13 settembre 2025 con partenza alle ore 19 da Palazzolo Vercellese presso lo Show Room Alessandro Simoni e con arrivo nella splendida cornice di Palazzo Paleologo a Trino dove, grazie agli amici Robellesi, oltre ai premi, verrà offerta la panissa.
L’iniziativa si inserisce negli eventi di RisOff – Eventi Fuori Festival – ed è di particolare valore sportivo e culturale perché permette di unire due territori limitrofi all’insegna dello sport e del riso che è parte integrante della nostra identità culturale.
La gara è inserita nell’elenco ufficiale Fidal e oltre alla prova agonistica prevede anche la camminata ludico – motoria sempre su 5,1 km che partirà subito dopo il primo start.
L’invio è quello di partecipare numerosi a questa prima edizione che certamente vedrà, nel futuro, numerose repliche.
Le iscrizioni sono già aperte sulla piattaforma www.irunning.it ma ci si potrà iscrivere anche sul posto.
Per informazioni: GP Trinese – www.gptrinese.
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Redazione di Vercelli
Vercelli si prepara a diventare il fulcro della scena internazionale del riso con la prima edizione di “Risò – Festival Internazionale del Riso”, che si terrà dal 12 al 14 settembre 2025.
L’evento mira a posizionare la città al centro di un dibattito globale su un prodotto agricolo fondamentale, attraverso un programma ricco di incontri, percorsi esperienziali, esposizioni e iniziative culturali che mettono in luce l’importanza del riso in ogni sua sfaccettatura.
L’Università del Piemonte Orientale sarà partner culturale del Festival, sottolineando il legame tra ricerca scientifica, sviluppo economico e identità del territorio.
L’UPO ha curato l’organizzazione di cinque importanti panel tematici che si svolgeranno nell’Area Talk, allestita presso lo storico Salone Dugentesco.
Questi incontri sono stati pensati per esplorare la filiera del riso in modo interdisciplinare, unendo tradizione, innovazione e sostenibilità.
1 Modelli di sostenibilità in agricoltura: tra Costituzione e sfide attuali
Il concetto di sostenibilità, oggi esplicitato nella Costituzione, non è estraneo alla nostra Carta costituzionale, che tutela l’ambiente e il paesaggio, e allo stesso tempo la libertà di iniziativa economica. Questo panel, a cura dei Dipartimenti per lo Sviluppo sostenibile e la Transizione ecologica e di Studi per l’economia e l’impresa, affronterà i possibili conflitti tra questi principi, con particolare riferimento all’uso delle risorse idriche. Sulla base dei risultati del Progetto “Innovarisi”, l’analisi si concentrerà sui nuovi modelli di sviluppo sostenibile che permettono all’agricoltura di contribuire al benessere collettivo non solo con la produzione alimentare, ma anche attraverso la fornitura di servizi ecosistemici essenziali, come la tutela del patrimonio naturale, la salvaguardia del paesaggio e la biodiversità.
2 Agricoltura: Riso e cambiamenti climatici
Questo talk, a cura del Dipartimento per lo Sviluppo sostenibile e la Transizione ecologica, affronterà in modo approfondito il legame tra la coltivazione del riso e le sfide poste dai cambiamenti climatici. Il panel prenderà in considerazione diversi aspetti cruciali, partendo da una spiegazione su come si originano i cambiamenti climatici per poi analizzarne gli effetti specifici sulla coltivazione del riso. Gli esperti discuteranno l’impatto su temi come la disponibilità idrica, l’aumento delle malattie e della salinità del suolo, e la qualità del prodotto finale. Particolare attenzione sarà dedicata alle fasi di crescita del riso più sensibili a questi effetti. L’incontro non si limiterà a un’analisi delle problematiche, ma proporrà soluzioni concrete e innovative. Si parlerà del ruolo delle ditte sementiere nel migliorare le performance del riso e di come la ricerca
3 Pari opportunità: dalle lotte storiche al presente
Il talk, curato dal Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche, economiche e sociali, partirà da un’introduzione che contestualizza il ruolo delle lotte sociali e delle agitazioni contadine di inizio secolo. Sarà data ampia rilevanza alle storiche battaglie dei lavoratori agricoli vercellesi, che nel 1906 riuscirono a ottenere le otto ore lavorative con anticipo rispetto ad altri contesti della penisola. Verrà rimarcato il ruolo fondamentale delle donne e in particolare delle mondine, protagoniste di quei periodi. L’incontro sarà l’occasione per affrontare la questione femminile in tutta la sua complessità, riflettendo sul ruolo delle donne nel mondo del lavoro, sul loro protagonismo e sulle disuguaglianze ancora presenti.
4 Patrimonializzare le Terre d’acqua: un’identità da valorizzare
In Italia, in particolare in alcune province del Piemonte e della Lombardia, si produce oltre il 90% del riso nazionale. La risicoltura non è solo un’attività economica, ma un tratto distintivo che ha modellato l’identità e il paesaggio di questi luoghi, tanto che Fernand Braudel ha inserito il riso nel ristretto gruppo delle “piante di civiltà”. Questo incontro, curato dal Dipartimento di Studi umanistici e dal Dipartimento per lo Sviluppo sostenibile e la Transizione ecologica, intende presentare la dimensione del patrimonio socio-culturale e ambientale delle “terre d’acqua” attraverso una riflessione critica e interdisciplinare. Sarà data particolare attenzione al paesaggio idrografico e ai saperi materiali e immateriali che definiscono le risaie, un patrimonio che intreccia passato, presente e futuro, e che può essere valorizzato anche in ottica di turismo sostenibile e responsabile.
5 Salute, cosmetica e nutraceutica del riso: il benessere che nasce dalla terra
Il riso non è soltanto una risorsa alimentare fondamentale, ma anche una fonte di composti bioattivi con un grande potenziale per la salute umana. Curato dai Dipartimenti di Medicina traslazionale e di Scienze del farmaco, questo panel esplorerà il ruolo del riso e dei suoi sottoprodotti come alleato della medicina preventiva e della cura del corpo. Si discuterà delle più recenti evidenze scientifiche e delle possibili applicazioni in nutrizione clinica e cosmetica, riflettendo su come tradizione, innovazione e sostenibilità possano integrarsi nella promozione della salute pubblica.
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Redazione di Vercelli
Manca una risposta per poter sbrogliare i nodi, ma il silenzio istituzionale ferma l’attività di risoluzione proposta da Cia Novara Vercelli VCO. Il tema in questione è il sovrannumero di cervi e l’ente coinvolto è la Provincia Verbano Cusio Ossola.
Già la scorsa primavera, Cia ha segnalato a suon di Pec i problemi causati dal sovrannumero della popolazione dei cervi che, sottraendo foraggi e mais, danneggiano le aziende zootecnico – foraggere
l censimenti periodici sulla presenza di cervi, svolta dai Comprensori Alpini, determinano i prelievi da effettuare nel periodo di caccia allo scopo di mantenere in equilibrio la popolazione.
In molti casi gli obiettivi numerici prefissati dai piani di prelievo non vengono raggiunti, favorendo una crescita fuori controllo della specie.
La polizia provinciale della Provincia di Verbania si è resa disponibile a completare i piani di prelievo non completati. La Regione Piemonte ha sostanzialmente approvato questa iniziativa, precisando che l’assenza di linee guida regionali aggiornate per il controllo del cervo non impedisce alla Provincia, in presenza di determinate condizioni (il sovrannumero dei cervi, in questo caso), di adottare un piano di controllo selettivo.
In seguito al via libera della Regione Piemonte Cia, lo scorso 16 maggio, ha scritto al presidente Alessandro Lana e al Servizio di tutela faunistica, chiedendo di attivarsi per promuovere l’attuazione delle misure di intervento suggerite dalla stessa polizia provinciale, affinché si proceda a realizzare, in tempi stretti, il piano di controllo. Dalla Provincia nessuna risposta.
Cia torna a scrivere il 4 agosto, sollecitando l’incontro per avviare il piano di controllo dei cervi. La Provincia però è ancora silente rispetto ad un ruolo, il controllo della fauna selvatica, che le è stato affidato e al quale deve adempiere. Ancora silenzio.
Cia tornerà nuovamente a sollecitare l’attuazione del piano di controllo dei cervi a difesa delle colture agricole ma, è evidente, che il piano di controllo dei cervi ha determinato resistenze nel mondo venatorio, resistenze che stanno condizionando l’operato della Provincia del VCO e a danneggiare gli agricoltori.















































