VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Borgosesia 1

Accademia Borgomanero 1

Marcatori: 32′ pt Disisto, 26′ st Latta su rigore

Borgosesia (4-3-2-1): Autoriello; Pellicone, Ballarini, Chelotti, Florio (24′ st Ghibaudo); Rota (33′ st Dalla Valle), Perego (19′ st Desiderato), Doratiotto; Piraccini (9′ st Giacona), Manto; Tampellini (16′ st Latta).

A disp.: Gilli, Mazzola, Bieller, Borsa.

All.: Cretaz.

Accademia Borgomanero (4-4-2): Gilardi; Chouni, Modena, Sacco, Fontana; Kouadio, Gheller, Lukiv (19′ st Pratini), Disisto (37′ st Grechi); Isufi (19′ st Montalbano), Cappiello.

A disp.: Mersini, Caffi, Gioria, Festari, Piletta, Tanku.

All.: Forzatti.

Arbitro: Brescia di Novara

Guardalinee: Zanetti e Bianchi VCO

Note: cielo sereno. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 250 circa.

Espulsi: 40′ pt Gheller, 42′ st Pratini.

Finisce in parità il secondo turno di Coppa Italia tra Borgosesia e Accademia Borgomanero, in una sfida combattuta ed equilibrata fino all’ultimo secondo. Il legno colpito da Latta al 95′ grida vendetta per i granata.

È il remake della prima giornata di campionato – allora vinse il Borgosesia in trasferta – ma a campi invertiti.

Il match parte a ritmo sostenuto. Dopo dieci minuti è Ballarini a sfiorare il vantaggio con un colpo di testa da corner che finisce alto. I padroni di casa insistono: al 20’ Doratiotto ruba palla e si invola, ma il portiere gli chiude lo specchio.

La rete però la trova l’Accademia. Al 30’, dopo una sequenza insistita di tentativi di Disisto: il primo deviato da Chelotti che rischia l’autogol, il secondo neutralizzato da Autoriello, ma sul terzo il numero 11 si accentra e fulmina il portiere granata.

Poco dopo, al 37’, nuovo episodio chiave: Isufi si procura un rigore, ma dal dischetto Kouadio si fa ipnotizzare da un super Autoriello.

Il clima si scalda a ridosso dell’intervallo. Un parapiglia a bordo campo costa caro a Gheller, espulso per proteste, mentre Cretaz viene ammonito.

Il secondo tempo si apre con Manto che sfiora il pareggio su punizione. Al 25’ il numero 11 granata ci riprova al volo da posizione favorevole, ma calcia alto.

L’episodio chiave arriva al 26’: Giacona viene steso in area, l’arbitro non ha dubbi e assegna il secondo rigore di giornata, stavolta per i padroni di casa.

Latta trasforma con freddezza e rimette tutto in equilibrio.

L’inerzia sembra cambiare, ma al 42’ Pratini, già ammonito, lascia i suoi in dieci.

Il finale è tutto granata.

Al 95’ Desiderato pesca Latta con un cross perfetto: il colpo di testa è indirizzato sotto la traversa ma Gilardi si esalta con un intervento prodigioso deviando sul legno.

Un’occasione clamorosa che avrebbe potuto valere la vittoria per i granata.

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Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport
Crescentinese, Regione Piemonte

(Elisabetta Acide) – Martedì 16 settembre alle ore 16, presso il Santuario della Madonna del Veuchio di Verolengo, nell’ambito della festa del Santuario, presieduta da Mons. Stefano Bedello, vicario del’ Arcidiocesi di Vercelli, rettore del Seminario, sì è tenuta la celebrazione liturgica con l’ amministrazione del Sacramento dell’Unzione degli Infermi.

La liturgia del giorno ha offerto al celebrante la possibilità di condurre una riflessione significativa in ambito biblico e spirituale legata alla premura e compassione di Cristo verso i malati e la sua cura nel corpo e nello spirito.

Commentando il brano del Vangelo del Giorno (Lc 7,11-17),

mons. Bedello non ha fatto mancare preziose riflessioni.

Un dramma umano, un dolore indescrivibile: “morte di un figlio di madre vedova”, e Gesù di fronte alla totale negazione della vita, del futuro, della speranza, si commuove.

Di fronte al dolore, al pianto, alla disperazione di una mamma che diventa disperazione della folla che la accompagna, Gesù si ferma, “tocca” e Ri-alza.

Le parole della vita, le parole della risurrezione, il ri-alzarsi. Mons. Bedello si sofferma ad analizzare il brano del Vangelo di Luca e guida una meditazione con parole “belle” e di speranza: occorre affidarsi e fidarsi di quel Dio che ri-alza, ri-solleva, ri-sorge, che si ferma sull’ umano per donare una “nuova vita”.

Nuovo futuro. Gesù “tocca la vita per rialzarla.

Ma anche la riflessione che si allarga alla missione della Chiesa, al cammino di questo tempo sinodale che si snoda su quei verbi sottolineati da mons Bedello in modo puntuale: “avere compassione”, “fermarsi ”, “toccare”; sono le azioni della Chiesa, che accompagna come quella folla, la donna, il pianto suo e della folla, che sa fermarsi e toccare quel ragazzo. Il Vangelo è dinamico, è cammino, è corsa, è gioia, ma quando incontra il dolore occorre “fermarsi”, incontrare, “toccare”, con le mani di Padre e Madre, come ha fatto Gesù, parlando al cuore.

La Chiesa dice all’ uomo ed alle donne di oggi

“Ri-alzati”, rimettiti in cammino, sollevati, cammina: Dio è con te.

E, continua mons Bedello, l’ unzione degli infermi che tra poco vivremo, è l’ augurio di una vita rialzata, risollevata, che auspica testimonianza.

Dopo l’ omelia ha avuto luogo il rito dell’Unzione degli infermi che, è bene ricordare, non è il sacramento soltanto di coloro che sono in fin di vita, lo può ricevere il fedele che soffre nel corpo e nello spirito, si trova nella malattia o in età avanzata e la so può ricevere anche in diverse occasioni, accompagnato dal sacramento della riconciliazione.

La celebrazione di questo sacramento consiste nell’ Imposizione delle mani, in silenzio, il rendimento di grazie sull’olio già benedetto dal Vescovo, e nell’unzione, sulla fronte e sulle mani del malato, accompagnata dalla preghiera del sacerdote, che implora la grazia speciale di questo Sacramento.

Ricordiamo che il sacramento  conferisce la grazia che unisce più  il malato alla Passione di Cristo, per il suo bene e per quello di tutta la Chiesa, donandogli conforto, pace, coraggio.

Il Concilio Vaticano II ci ha aiutato a comprendere la bellezza e l’ importanza di questo sacramento: “Con la sacra unzione degli infermi e la preghiera dei sacerdoti tutta la chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi, anzi li esorta ad unirsi spontaneamente alla passione e morte di Cristo per contribuire così al bene del Popolo di Dio” (LG 11).

Diventa importante recuperare il significato di questo sacramento della fede, incontro con Cristo nel segno sacramentale, dono di grazia per superare le difficoltà della situazione di malattia, sostegno nella prova, forza per proseguire il cammino di salvezza nell’ambito della missione della Chiesa.

Dunque “sacramento di  guarigione” interiore dalle angosce, dai dubbi e dalle lacerazioni prodotte da ogni grave malattia; qualche volta anche guarigione fisica, per la potenza dell’azione di Cristo nella Chiesa.

Celebrare il sacramento in un santuario mariano è affidare a Maria, donna sotto la croce, la vita, per riceverne una carezza materna, affinché sia portata a Cristo, Incarnato non per “spiegare” la sofferenza, ma per prenderla su di sé .

Il fondamento biblico del Sacramento lo troviamo nella  Lettera di Giacomo (vv. 5, 14-15): 

“Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato:  il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati”.

La celebrazione, all’ Interno della Santa Messa, vuole essere un dono particolare dello Spirito Santo,  grazia e conforto, pace e coraggio per affrontare  le difficoltà della vita, della malattia e della senilità con rinnovata fiducia e fede  in Dio.

L’Unzione non è solo ricorso al Dio che salva, “fa sorgere”, ma è anche grazia fatta ai credenti perché diventino segno di conversione e  preghiera e di comunione con Cristo.

E proprio mentre camminiamo “pellegrini di speranza”, proviamo a far risuonare nelle nostre vite il coraggio dei “cristiani  in piedi”, di coloro che sanno costruire relazioni di cura, di coloro che sanno “commuoversi” ed accompagnare nella sofferenza, in quelle “processioni” che, come sottolineava il vicario Diocesano vercellese, si “fondono”: il pianto e la disperazione con la gioia dell’ annuncio del Vangelo.

Percorriamo le vie della quotidianità portando con noi il “fermarsi”, usciamo dall’ indifferenza che ci rende impermeabili alle solitudini ed al dolore e impariamo a “sostare” accanto alle sofferenze, per portare il conforto umanissimo e divino della compassione accompagnato dall’ annuncio gioioso del Vangelo.

Testimoni di speranza.

Posted in Pagine di Fede

Il gruppo di Fratelli d’Italia a Vercelli continua a crescere.

Dopo il passaggio di Valter Ganzaroli, anche il consigliere Federica Sassone entra nel gruppo consigliare.

Spesso le occasioni arrivano per caso e sta a noi coglierle. Così, come accaduto un anno fa quando mi candidai per proporre un cambiamento alla mia città, con slancio e determinazione ho deciso di passare in maggioranza con Fratelli d’Italia perché questo è il gruppo che meglio porta avanti quella visione per cui mi sono molto impegnata”, afferma Federica Sassone.

Accogliamo Federica con favore – dichiara il segretario provinciale FdI Davide Gilardino -. Il partito continua a crescere a livello nazionale, merito in primis degli straordinari interventi del presidente Giorgia Meloni, e devo dire che anche nel capoluogo, in provincia e in Regione, stiamo proseguendo con fermezza e impegno nell’ascoltare e risolvere le esigenze di cittadini e realtà economiche, senza dimenticare la promozione e la valorizzazione del nostro territorio. Questo ingresso rafforza un gruppo che già deteneva più del 50% della maggioranza consiliare, arrivando a 12 consiglieri comunali”.

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Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca
Crescentinese, PiemonteOggi, Provincia di Vercelli, Regione Piemonte, Saluggia e Livorno

Tornerà sabato 4 e domenica 5 ottobre la rievocazione storica, di ambientazione risorgimentale, alla fortezza di Verrua Savoia.

Tante le novità messe in campo, in questa quinta edizione dell’iniziativa, ancora una volta promossa dall’Associazione Storica Compania de le Quatr’Arme di Moncrivello

Innanzitutto il coinvolgimento non solo della fortezza e del Comune di Verrua Savoia, ma anche del Comune di Crescentino. Nelle due giornate di evento, infatti, le attività coinvolgeranno entrambi i territori con singole iniziative, differenziate ma tra loro collegate, creando quindi una prima unione territoriale tra i due Comuni posti a cavallo del Po.

Nel primo pomeriggio di sabato 4 ottobre verrà attivato il campo storico ai piedi della fortezza di Verrua Savoia, presentando uno scorcio della vita militare durante la Campagna della Seconda Guerra di Indipendenza Italiana (1859), contemporaneamente sarà possibile visitare le sale museali della fortezza, accompagnati da una guida in abito storico.

Intorno alle 17.00, l’attenzione si sposterà in piazza Garibaldi a Crescentino, dove verrà inscenata una prima “scaramuccia” tra i rievocatori storici; un piccolo assaggio “urbano” di una più grande battaglia campale prevista in fortezza il giorno seguente.

Alle 21.00, presso il Teatro Angelini di Crescentino, si concluderà la giornata di evento con il concerto della fanfara dei bersaglieri “Nino Tramonti – Mario Crosta” di Lonate Pozzolo.

Domenica 5 ottobre vedrà nuovamente il coinvolgimento di Verrua Savoia e Crescentino nella mattinata: a partire dalle 10.00 circa riprenderanno le attività rievocative e le visite guidate alla fortezza, mentre a Crescentino, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Reduci e Combattenti, si svolgerà un corteo cittadino alla presenza di autorità, associazioni d’arma e associazioni di rievocazione storica (non solo risorgimentale) per commemorare i Caduti di tutte le guerre.

Nel pomeriggio di domenica, tutta l’attenzione verrà posta alla rievocazione storica campale nei prati che precedono l’accesso alla fortezza di Verrua Savoia.

Una grande simulazione di battaglia curata da rievocatori e rievocatrici storiche, provenienti da diverse Regioni d’Italia, che andranno ad inscenare gli scontri avvenuti nella primavera del 1859 tra il neo-costituito Corpo dei Cacciatori delle Alpi, volontari al comando di Giuseppe Garibaldi, e le avanguardie imperiali dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe. L’inizio della battaglia campale è previsto intorno le 15.00, consentendo così di fruire appieno di un’intensa giornata nella storia.

Tra le novità di questa edizione ecco, dunque, il servizio di bus navetta gratuito da Crescentino (piazza Marconi – piazza delle scuole) alla Fortezza di Verrua Savoia; un piccolo spazio espositivo, all’interno della fortezza, per accogliere qualche artigiano e produttore locale; il punto ristoro per il pubblico. Come per la passata edizione resta forte l’attenzione sul rispetto dell’ambiente, grazie alla collaborazione con Plastic Free Onlus: anche in questa edizione verrà vietato l’uso di plastica (bottigliette, bicchieri, borse, etc.) e verrà posta una particolare cura alla raccolta differenziata durante l’evento, identificando appositi contenitori.

durante l’evento, identificando appositi contenitori. Infine, per chi volesse avvicinarsi al mondo rievocativo, come strumento di trasmissione e valorizzazione della cultura storica, ecco che, l’Associazione Storica Compania de le Quatr’Arme ha ideato il progetto “Re-enactor per un giorno”, dando la possibilità al pubblico, previa trasmissione di una domanda di candidatura, di vestire i panni di un uomo o una donna dell’Ottocento.

Per maggiori informazioni e dettagli è attiva una pagina web dedicata: https://www.4arme.it/i cacciatori-della-alpi-alla-rocca-di-verrua-2025 oppure contattando direttamente l’Associazione: email info@4arme.it – cell. +39 353 469 2586

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Redazione di Vercelli

Posted in Eventi e Fiere

Lo scorso weekend noi studenti del triennio degli Istituti  Cavour e Lanino abbiamo avuto l’occasione di vivere un’esperienza unica partecipando a Risò, la manifestazione che a Vercelli celebra il riso e le eccellenze del nostro territorio Vercellese.

In totale eravamo quaranta ragazzi, coinvolti come parte dello staff organizzativo del Village, impegnati in turni di otto ore giornaliere di PCTO.

Fin dal primo giorno abbiamo capito che non si trattava di un semplice evento, ma di una vera e propria esperienza formativa.

Ognuno di noi aveva un ruolo specifico: c’era chi stava all’ingresso ad accogliere i visitatori, chi forniva informazioni al pubblico, chi si occupava di girare tra i padiglioni per garantire ordine e supporto e chi lavorava nell’area kids organizzata da Marazzato, accompagnando i più piccoli tra giochi e attività.

Queste mansioni ci hanno permesso di metterci alla prova in contesti diversi, facendoci sperimentare il valore della collaborazione e l’importanza della precisione e della responsabilità. Non era solo un “compito da svolgere”, ma ci siamo sentiti davvero parte di un team, indispensabili per la buona riuscita dell’evento.

È stata un’esperienza affascinante perché, per la prima volta, ci siamo trovati a vivere concretamente dinamiche che appartengono al mondo del lavoro: rispetto degli orari, rapporti con il pubblico, problem solving, capacità di adattarsi a situazioni nuove e imprevisti.

Tutto ciò che a scuola impariamo in teoria a Risò è diventato pratica.

Ma non è finita qui, abbiamo avuto anche la possibilità di scoprire e vivere da vicino il nostro territorio: stands, espositori, prodotti culinari e attività ci hanno mostrato quanto sia ricca la realtà vercellese e quanto lavoro ci sia dietro un evento che valorizza tradizioni e innovazione. Per molti di noi è stato anche un momento di crescita personale: ci siamo conosciuti meglio, abbiamo lavorato fianco a fianco con compagni di classi diverse e abbiamo imparato a fidarci l’uno dell’altro.

È emerso lo spirito di gruppo e questo ha reso le giornate più leggere e stimolanti.

Guardando indietro, possiamo dire che il PCTO non è stato un obbligo scolastico, ma un’opportunità vera e concreta. A Risò abbiamo compreso che il lavoro non è solo fatica, ma anche soddisfazione, soprattutto quando si vede il risultato del proprio impegno.

Questa esperienza resterà per noi un ricordo speciale, perché ci ha insegnato che il futuro non è poi così lontano: sta già iniziando, passo dopo passo, anche grazie a occasioni come questa.

Un sincero grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questa esperienza: ai professori che ci hanno seguito con disponibilità, pazienza e fiducia, aiutandoci a prepararci e sostenendoci durante le giornate intense, e a chi ha creduto in noi anche quando eravamo un po’ inesperti.

Un ringraziamento speciale va agli organizzatori del festival Risò per averci dato l’opportunità di partecipare come parte dello staff, fidandosi di noi e affidandoci compiti concreti: senza il loro supporto non avremmo potuto sperimentare così direttamente il senso di cosa vuol dire lavorare in un contesto reale, ringraziamo in particolare le dottoresse Krizia Ribotti Giraudo e Giani Alessandra che ci hanno seguiti durante la formazione.

Infine grazie a tutti i compagni con cui abbiamo condiviso queste ore. Le fatiche, le risate, le sfide,  perché è stato grazie al lavoro di squadra che abbiamo potuto vivere qualcosa di speciale.

Sofia Giganti 

Classe 4A SSAS-  Istituto professionale  Lanino

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Redazione di Vercelli

Posted in Scuola e Università

Dal 15 settembre scorso, la Compagnia Carabinieri di Borgosesia ha un nuovo comandante: è il Capitano Jacopo Marin, ufficiale in possesso di un variegato curriculum.

41enne, originario della provincia di Gorizia, laureato in Giurisprudenza e abilitato all’esercizio della professione forense, ha iniziato la carriera nell’Arma nel 2004 nel Gruppo Sportivo: atleta specializzato nei 400 metri, Jacopo MARIN è stato campione europeo indoor nel 2009 a Torino nella staffetta 4×400, con ben 7 presenze nella nazionale italiana e 5 titoli di campione italiano.

Ha fatto parte del Centro Sportivo fino al 2015, dimostrando disciplina e determinazione che lo hanno accompagnato anche nei successivi passi della carriera militare, compiuti progressivamente anche nel grado di Maresciallo, con un breve periodo di servizio a Roma.

Ufficiale dal 2018, il Capitano Marin ha ricoperto incarichi in un crescendo di responsabilità: dal 2020 al 2023 è stato Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile di Chiari (BS), nonché Comandante della Compagnia di Salò (BS) in sede vacante; recentemente ha guidato il Nucleo Operativo Ecologico di Torino, maturando una particolare competenza nei reati ambientali e di tutela del territorio, anche con riferimento alla nostra provincia.

Come Comandante della Compagnia Carabinieri di Borgosesia – in sostituzione del Magg. Annalisa Menga, trasferita in Lombardia – potrà offrire un bagaglio professionale ed esperienziale di primo livello ad esclusivo servizio della comunità in cui opererà nei prossimi anni.

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Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca

Si è svolta in Quarta Commissione presieduta da Davide Zappalà l’informativa dell’assessore alla Sanità Federico Riboldi in merito all’evoluzione dell’organizzazione apicale dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino. L’assessore nel suo intervento ha ricostruito la vicenda che ha portato alla sostituzione dell’ex commissario Thomas Schael con l’attuale direttore generale Livio Tranchida.

L’Assessore Riboldi durante la sua relazione ha affermato: “Mi prendo la totale responsabilità di aver nominato l’ex commissario Schael, ma allo stesso tempo abbiamo rimediato immediatamente con la nomina del nuovo direttore generale Livio Tranchida. Questo cambio di rotta è la dimostrazione del pragmatismo di questa Giunta regionale. La decisione è stata presa a seguito di un episodio di condanna del tribunale per comportamento antisindacale. L’augurio è quello che all’interno della azienda sanitaria dopo sei mesi di tensioni, ritorni tra tutti gli attori un clima collaborativo e di confronto”.

L’Assessore ha anche sottolineato che la nomina di Schael è stata fatta in accordo con l’Università di Torino come anche la nomina dell’attuale del direttore generale Tranchida.

Durante l’informativa sono intervenuti i commissari Daniele Valle (Pd)Alice Ravinale (Avs), Sarah Di Sabato (M5s)Gianna Pentenero (Pd) e Valentina Cera (Avs), che oltre a chiedere delucidazioni sulla vicenda oggetto della commissione, hanno domandato chiarimenti relativi allo scorporo degli ospedali Sant’Anna – Regina Margherita, l’incarico dato per la revisione dei conti della Città della salute, al problema liste di attesa Asl di Cuneo e all’attuale situazione dell’intramoenia.

L’assessore Ridoldi nel replicare ha specificato che alcuni di questi temi verranno trattati in specifiche Commissioni. In ogni caso per lo scorporo Sant’Anna – Regina Margherita sono stati destinati 850 mila euro per la costituzione della nuova azienda ospedaliera ed entro il 10 ottobre verrà presentato una delibera sul punto. L’incarico relativo alla società dei revisori – ha precisato ancora l’assessore – è stato rimodulato al ribasso, mentre sul problema delle liste di attesa a Cuneo, una commissione interna sta facendo degli accertamenti; infine, sulla questione intramoenia si è tornati alla regolamentazione pre Schael.

Il commissario Roberto Ravello (FdI) ha invece espresso piena soddisfazione sulla nomina del nuovo direttore generale Livio Tranchida.

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Redazione di Vercelli

Posted in Salute & Persona

La seconda Camminata Benefica Caritas… con Energia Plurale è in programma sabato 4 ottobre e rappresenta un appuntamento atteso non solo per il valore solidale che porta con sé, ma anche per l’esperienza unica che offre ai partecipanti.

Il percorso, pensato per essere accessibile a tutti, unisce luoghi significativi della città di Vercelli e si arricchisce, quest’anno, della possibilità di vivere, per chi lo desidera, un passaggio speciale attraverso la Porta della Cattedrale Giubilare di Sant’Eusebio (Duomo).

Il ritrovo è fissato alle ore 16.30 ‒ con partenza alle 17presso il Seminario Arcivescovile in Piazza Sant’Eusebio 10, dove sarà ancora possibile iscriversi.

Dopo un breve riscaldamento a cura di Francesca Delfino, istruttrice qualificata, titolare di DreamFit,  la camminata si avvierà verso i Giardini Don Secondo Pollo, per poi imboccare Corso Italia e percorrerlo interamente fino alla rotonda.

Dopo aver svoltato a sinistra su Corso Matteotti, i partecipanti attraverseranno il ponte e raggiungeranno Corso Rigola, da percorrere fino alla rotonda che immette su Viale Alessandro Volta. Il tragitto prosegue verso Largo Chatillon e Viale Torricelli, dove si entra nel Parco Iqbal Masih, spazio simbolico di memoria e rinascita. Qui sarà possibile una breve sosta alla fontanella per rinfrescarsi e partecipare ad alcuni esercizi di mobilità guidati.

Ripreso il cammino, si uscirà su Corso Marconi, per tornare poi in direzione di Corso Italia e attraversare Via Arborio Mella fino a Piazza d’Angennes.

Il rientro è previsto in Piazza Sant’Eusebio, dove per chi lo desidera si potrà, appunto, vivere l’esperienza del passaggio attraverso la Porta della Cattedrale  Giubilare di Sant’Eusebio, prima di tornare al Seminario dove ci sarà il ristoro per gli iscritti.

Un percorso che non è soltanto fisico, ma anche simbolico: camminare insieme significa condividere un gesto semplice che si fa dono concreto, unendo salute, comunità e solidarietà.

Un ruolo centrale, anche in questa seconda edizione, è quello di ASL Vercelli, che partecipa nell’ambito del Piano Locale della Prevenzione, con il programma “Comunità attive”, e del progetto Dedalo.

La ASL promuove il cammino che è un’attività fisica naturale a costo zero che impatta positivamente sulla salute, favorisce la socializzazione e migliora la qualità della vita.

Operatori della ASL di Vercelli hanno collaborato alla definizione del percorso della camminata e parteciperanno in qualità di “facilitatori del cammino”.

Le iniziative proposte da Caritas Eusebiana, coordinate da Publycom, hanno già dimostrato quanto il movimento possa essere alla portata di tutti e quanto la salute sia strettamente legata al prendersi cura di sé e degli altri.

La camminata del 4 ottobre diventa così un doppio appuntamento: da una parte un percorso solidale, che sostiene il progetto “Mi Fido di Noi – MICROcredito MAXIfiducia” per famiglie e persone in difficoltà, dall’altra un’esperienza di salute e consapevolezza che coinvolge l’intera comunità.

Informazioni per le iscrizioni al numero WhatsApp 3481822246 (Rita di Publycom) che cura l’organizzazione dell’evento, oppure scrivendo a vercelli.mifidodinoi@caritaseusebiana.it.

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Redazione di Vercelli

Lunedì 15 settembre, giornata in cui la Chiesa festeggia la Madonna Addolorata, a Serravalle sono stati ricordati i quarant’anni di ordinazione sacerdotale del Parroco Don Ambrogio Asei Dantoni, che in questo giorno quarant’anni fa fu ordinato Sacerdote a Sostegno, il suo paese natale, dal Vescovo Monsignor Albino Mensa. A Sostegno era stato ordinato il Beato Don Secondo Pollo, modello di vita santa per tutti i sacerdoti vercellesi.

Alle ore 21 è stata celebrata una Messa solenne nella chiesa parrocchiale gremita di fedeli, autorità, rappresentanze delle Associazioni.

La Corale Parrocchiale, diretta dal Maestro Andrea Buonavitacola, ha mirabilmente accompagnato la liturgia.

Hanno concelebrato: Monsignor Tonino Guasco, Monsignor Gianluca Gonzino, Don Giancarlo Taverna, e i tre Diaconi serravallesi: Marco Avondo, Emilio Forte e Pier Luciano Garrone.

La parola Diacono deriva dal greco “diaconìa” che significa ministero/ministro o servizio/servo.  Il diaconato è il primo grado del sacramento dell’Ordine sacro, mentre il presbiterato è il secondo.

Il Diacono è ordinato per servire, occupandosi della predicazione, dell’insegnamento, della cura pastorale, della preparazione ai sacramenti e della supervisione della liturgia: è molto significativo che Serravalle ne abbia espressi ben tre e che fossero tutti e tre presenti in questa particolare occasione.

Monsignor Tonino Guasco, che fu vice parroco a Serravalle, ha tenuto l’omelia ringraziando il Signore perché ha donato, a Serravalle, come Parroco Don Ambrogio:Una vocazione maturata in età adulta, quando era già inserito nel mondo del lavoro, sostenuta dalla famiglia e dal Gruppo di preghiera di Casa del Bosco. Nel Seminario delle Vocazioni adulte ebbe la fortuna di incontrare sacerdoti di grande spessore culturale e spirituale”.

Monsignor Guasco ha poi focalizzato l’attenzione dei fedeli sulla figura del sacerdote e sulle attese che ripone in esso la Comunità pastorale, invitando a ricordare che il Sacerdote è anche un uomo, con le sue debolezze, i suoi momenti difficili in cui ha bisogno di sentire vicini coloro che gli vogliono bene: “Amate il vostro Parroco perché lui ama voi singolarmente e collettivamente”.

Questo aspetto dell’umanità del sacerdote è stato messo in rilievo anche dal Sindaco Massimo Basso, che ha richiamato l’attenzione sulla condivisione che c’è sempre stata con Don Ambrogio nei difficili mesi del Covid e che continua: “Io ho trovato in Te anche un Amico che mi è stato vicino: ci rispettiamo, ma lavoriamo per raggiungere lo stesso obiettivo: il bene del nostro Paese”.

A nome dell’Amministrazione Comunale Massimo Basso ha donato una targa, in cui si ringrazia Don Ambrogio per la dedizione ed il costante impegno al servizio della Comunità, augurandogli di continuare questo cammino con la stessa forza e passione ancora per molti anni, e una preziosa penna di rovere personalizzata con il suo nome, per scrivere ancora tante pagine della vita di Serravalle.

Alessandra Delvecchio, a nome della Comunità Metodista, ha fatto gli auguri al sacerdote augurandogli ancora molti anni di Ministero condiviso.

Guido Bondonno, Vice Sindaco e membro del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione “Don Florindo Piolo” con Alberto Serra, ha portato gli auguri del Personale e di tutti gli Ospiti, ringraziando Don Ambrogio per il suo operato in qualità di Presidente.

All’Offertorio le Associazioni hanno portato i loro doni che Don Ambrogio ha detto utilizzerà per rendere più accogliente l’oratorio, rinfrescandolo.

Al termine della Messa, visibilmente commosso, ha ringraziato la Comunità, la Corale, le Associazioni, i suoi parenti, la cara Agostina, i sacerdoti e i diaconi che hanno concelebrato, invitando tutti ad un rinfresco in Oratorio.

Quarant’anni di ordinazione è una tappa importante, anche dal punto di vista simbolico: il numero 40 ricorre molto spesso nella Bibbia.

Noè passò 40 giorni nell’arca. Isacco si sposò a 40 anni. San Paolo suddivide la vita di Mosè (che visse 120 anni) in 3 periodi di 40 anni l’uno. Mosè resta 40 giorni e 40 notti sul monte Sinai con il Signore prima di ricevere le tavole della Legge. 40 sono gli anni trascorsi dal popolo di Israele nel deserto dopo l’uscita dall’Egitto. Regnarono 40 anni i re Saul, Davide e Salomone. Il profeta Giona predica per 40 giorni la distruzione di Ninive e 40 sono i giorni durante i quali i cittadini di Ninive fanno penitenza per ottenere il perdono di Dio. Il profeta Elia trascorse 40 giorni nel deserto e sempre 40 furono i giorni che anche Gesù passò nel deserto, subendo le tentazioni e uscendone indenne, prima di iniziare la sua predicazione. 40 sono i giorni durante i quali Gesù risorto appare ai suoi discepoli e li istruisce, prima dell’Ascensione e della Pentecoste.

Ora caro Don Ambrogio dalla cima del monte dei tuoi 40 anni di sacerdozio potrai contemplare l’infinito orizzonte di Dio, e da vicino quella vetta che si chiama Eternità.

Il nostro bene sia la tua piccozza, i ricordi la luce nel tuo cuore.

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Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede

L’eternizzazione di una persona è ciò che succede quando, fin da bambini, si prendono le persone come punto di riferimento. Anche e molto spesso fuori dalla famiglia. Parenti più o meno lontani, amici più o meno stretti della propria mamma o del proprio papà. Persone che magari vedi di rado, ma “ci sono”.

E nella tua testa le collochi. Quasi a dargli una casella nell’ordine mentale della tua vita frenetica tra scuola, sport e divertimenti, che si svolgono in un tempo e in uno spazio definiti, appunto, da tutti coloro che con te entrano in contatto.

Tu eri l’amico di famiglia. Quello che da bambino vedevo ogni tanto, sapendo grazie ai racconti tramandati quanto avessi dato una mano al mio papà un tempo. Quello che se c’era “Ën prublema a Ärbarëi” rispondeva al telefono. Il mago delle carte, quelle “bollate” dell’ostica burocrazia italiana, delle lettere formali battute a macchina, delle buste spedite per portare avanti qualunque pratica per chi non sapeva bene come fare, sia per noi come per molti altri. La memoria storica della Val Sabbiola, cui bastava chiedere per avere un’informazione certa. Un preciso archivista, che conservava con meticolosità ogni documento.

Sindaco di Sabbia per ben 34 anni, con la passione per la Politica e per il proprio territorio fin dalla giovane età, che non ha esitato un secondo ad assecondarmi quando, ormai meno giovane di allora, fui io, non più bambino, a tentare di dedicarmi al bene comune di Sabbia, candidandomi insieme a te come Sindaco ormai 11 anni fa. Il giovane e l’esperto, in un momento complesso per molti Enti Locali nel quale abbiamo tentato di dare delle risposte. Facendo giusto e sbagliando, con i nostri pregi e difetti. Fino a che l’avventura non è terminata il 31 dicembre 2017, con l’incorporazione del Comune di Sabbia con Varallo. Da allora ci siamo sempre confrontati su molti argomenti, trovandoci di tanto in tanto, mentre continuavi a raccogliermi gentilmente la (ormai poca) posta cartacea che mi veniva recapitata.

E ora che non vedrò più la tua macchina ai Crosi, passando per andare a Erbareti pensando “il Frigio è a casa”, dovendo ormai essere io a combattere ogni giorno con i .pdf della burocrazia italiana, delle visure catastali on-line, dei permessi richiesti via PEC, delle varie beghe del Parco che presiedo, non posso fare altro che ringraziarti. Perché se in questi 11 anni di attività amministrativa e Politica sono quel che sono e ho fatto quel che ho fatto, nel mio piccolo e nei miei enormi limiti, ma con enorme passione per la mia terra, è soprattutto merito tuo che hai creduto in me quando ancora faticavo a distinguere una delibera da una determina.

Ciao Frigio!

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Redazione di Vercelli

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