Mese: Luglio 2025
Il consiglio direttivo di Confagricoltura Piemonte, nella seduta di mercoledì 2 luglio, ha individuato il nuovo direttore della sede regionale
I presidenti piemontesi di Confagricoltura hanno scelto un nuovo direttore per la sede regionale in sostituzione di Luigina Bassignana, che lascia l’incarico assunto nel 2022.
Si tratta del dottor Paolo Bertolotto, attuale vicedirettore regionale.
“Voglio prima di tutto ringraziare la dottoressa Bassignana – afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte – per il lavoro svolto in questi anni con impegno e professionalità costanti. Per il suo avvicendamento, seguendo anche l’esempio della nostra sede Confederale, abbiamo deciso di affidarci alla grande esperienza, alla solida professionalità e alla profonda conoscenza della struttura di una figura già da lungo tempo operante all’interno della nostra associazione, il dottor Paolo Bertolotto”.
Laureato in agraria, il nuovo direttore lavora dal 1989 in Confagricoltura, dove ha ricoperto numerosi incarichi come il coordinamento dell’Ente tecnico, lo sviluppo delle attività sindacali e supervisione dell’operatività del CAA. Dal 2022 ha assunto anche il ruolo di vicedirettore.
“Non posso che essere riconoscente nei confronti di Confagricoltura per la fiducia accordatami – dichiara Paolo Bertolotto – ma ciò che mi rende sicuro nell’accettare questo nuovo e molto impegnativo incarico è soprattutto la consapevolezza di poter contare sull’appoggio e la grande competenza dei miei colleghi della sede regionale e sulla rete di professionalità delle nostre sedi territoriali, con le quali ho intenzione di creare una sinergia sempre più ampia e strutturata per affrontare insieme le sfide che ci attendono”.
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Redazione di Vercelli
Inaugurata venerdì 4 luglio la nuova sede di Fratelli d’Italia a Vercelli alla presenza del sottosegretario alla Giustizia, On. Andrea Delmastro, della vicepresidente della Regione Piemonte Elena Chiorino e di tanti amministratori e militanti.
“Un nuovo percorso – commenta il coordinatore provinciale Davide Gilardino – proprio in mezzo alle persone, tra piazza Municipio e piazza Cavour. Un’inaugurazione molto partecipata, come il convegno sulle riforme della Giustizia che ne è seguito.
La Giustizia deve essere sicurezza e, grazie ai tanti passi avanti del governo Meloni, questo permette di rispondere alle necessità reali della comunità come la difesa delle Forze dell’ordine e il contrasto alle occupazioni abusive, promuovendo gli sgomberi veloci. Non da ultimo, Delmastro ha lavorato molto per una forte tutela dello Stato, con l’ergastolo ostativo, il carcere duro e le confische preventive dei patrimoni che determinano una linea chiara antimafia: precludere la possibilità di continuare a dettare “leggi” in carcere e averne il controllo”.

“A distanza di un anno dalle elezioni in città – conclude Gilardino – il consenso di FdI cresce anche localmente e la presenza di così tanti cittadini non solo ce lo conferma, ma ci da la carica per proseguire convinti di essere sulla strada giusta, quella tracciata quotidianamente da Giorgia Meloni”.

Il pomeriggio vercellese di Andrea Delmastro si era iniziato attorno alle 16 presso la Casa Circondariale di Vercelli, dove si è recato con Gilardino, Chiorino e Carlo Riva Vercellotti, Capogruppo FdI in Regione, per un incontro con il Personale che ha permesso di verificare la situazione dell’Istituto di pena.

Al termine un aggiornamento con gli Organi di Informazione, nel corso del quale il Sottosegretario ha riassunto i passaggi più importanti che hanno permesso di mettere a segno alcuni risultati di rilievo: oggi la Casa Circondariale di Vercelli ha visto un’implementazione significativa dell’Organico del Personale della Polizia Penitenziaria (sei nuovi Ispettori, otto nuovi Sovrintendenti), c’è un Direttore titolare della Struttura, con uno staff e così è per la responsabilità apicale del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Analoga attenzione è stata posta a tutti i livelli in ambito nazionale, non solo a Vercelli, per i presìdi tecnici in uso al Personale: a titolo esemplificativo, un’adeguata dotazione di sussidi antisommossa.
Un nuovo servizio dedicato ai padri separati e divorziati prende il via a Casale Monferrato grazie all’impegno dell’Associazione Perseo, centro anti-violenza maschile attivo dal 2019.
Lo sportello di ascolto, gratuito e riservato, offrirà una prima forma di supporto psicologico e legale condotto da professionisti qualificati, con l’obiettivo di accompagnare gli uomini che vivono situazioni di fragilità nella rielaborazione della separazione, nel recupero della genitorialità e nella comprensione dei propri diritti e doveri.
Il progetto, realizzato in collaborazione con la Città di Casale Monferrato, prevede incontri su appuntamento e potrà essere integrato, in base alle necessità, con percorsi di supporto più ampi, anche online. Accanto allo sportello individuale, sarà attivato un gruppo di auto-aiuto per condividere esperienze, ricostruire legami e promuovere momenti di cittadinanza attiva padre-figlio, con attività ludiche e laboratori sul territorio.
Irene Caruso, Assessore alle Politiche Sociali e della Famiglia, ha affermato: “Siamo di fronte a un’iniziativa che affronta in modo concreto un bisogno sociale spesso sommerso. La separazione è un momento delicato che può generare sofferenza, solitudine e smarrimento. Offrire ascolto, orientamento e spazi di condivisione significa lavorare per una comunità più attenta, capace di prendersi cura delle sue fragilità senza stereotipi né pregiudizi”.
L’Associazione Perseo, attiva su scala nazionale, ha scelto Casale Monferrato come sede territoriale di questo progetto-pilota, estendendo la propria rete di servizi già attivi, tra cui: primo ascolto psicologico e legale online, gruppi di auto-aiuto e consulenze per uomini e donne vittime di maltrattamenti, persone LGBTQ+, anziani e disabili.
Per informazioni o per prenotare un colloquio sarà possibile contattare il numero di telefono 351.8435383 o l’indirizzo e-mail info@associazioneperseo.it oppure visitare il sito internet www.associazioneperseo.it
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Redazione di Vercelli
Riceviamo e pubblichiamo la lettera che ISDE Nazionale ha inviato a tutti i sindaci italiani in merito alla questione Glifosato che chiarisce in termini di evidenze scientifiche la sua posizione.
A tutti i Sindaci italiani
Oggetto: Ultimi studi pubblicati sugli effetti tossici del glifosato e richiesta di azioni urgenti
Gent.mi,
Le scriviamo alla luce dei risultati di studi recentemente pubblicati su autorevoli riviste scientifiche internazionali, che confermano i gravissimi danni indotti dal glifosato.
Come è noto, gli studi sperimentali, quando ben condotti, costituiscono un’importantissima fonte di informazioni attendibili. Tale fonte viene utilizzata da sempre nel mondo scientifico per dimostrare gli effetti di un agente fisico (ad esempio radiazioni) o chimico, per comprenderne i meccanismi di danno e adottare politiche precauzionali possibilmente prima che siano rilevati gli stessi danni nella popolazione.
Per la loro predittività. gli studi sperimentali sono parte integrante della classificazione dei cancerogeni da parte dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro IARC (OMS), insieme a studi sulla popolazione e studi meccanicistici.
Già nel 2015, la IARC aveva classificato il glifosato come “probabile cancerogeno per l’uomo”. Da allora, controversia non si è mai spenta, anche a causa degli interessi economici che, come è noto nella storia dei rischi ambientali, hanno spesso ostacolato l’adozione di normative ambientali restrittive. Ma oggi, grazie allo studio condotto dall’Istituto Ramazzini e pubblicato su Environmental Health nel giugno 2025, disponiamo di una delle prove sperimentali più solide: l’esposizione cronica al glifosato, iniziata in utero e protratta per due anni in ratti di laboratorio, ha causato un aumento significativo e dose-dipendente di tumori multipli, quelli rari come leucemie precoci, tumori del sistema nervoso, del fegato, della pelle, delle ossa e della tiroide.
La gravità è accentuata dal fatto che gli effetti si manifestano anche a dosi corrispondenti a quelle considerate “sicure” dall’Unione Europea (0.5 mg/kg/die, la cosiddetta ADI). In alcune casistiche, come quella delle leucemie, il 40% degli animali esposti è morto nel primo anno di vita. Un dato anomalo e inquietante, se paragonato all’incidenza di leucemie precoci negli animali di controllo (non esposti in alcun modo) dello stesso studio (incidenza = 0%) e con quelli storici dell’Istituto Ramazzini e del National Toxicology Program americano (<1%), anche questi appartenenti allo stesso ceppo di ratti utilizzati dall’Istituto Ramazzini nello studio. ><1%) anche questi appartenenti allo stesso ceppo di ratti utilizzati dall’Istituto Ramazzini nello studio.
Purtroppo, il rischio non riguarda solo la cancerogenicità. Studi recenti suggeriscono che il glifosato possa rappresentare un filo conduttore tra due condizioni apparentemente distanti, ma sempre più diffuse: l’autismo (ASD) e il morbo di Parkinson (PD). Un’analisi longitudinale, recentemente pubblicata su JAMA Neurology, ha evidenziato un aumento significativo del rischio di Parkinson nei soggetti affetti da autismo, aprendo lo scenario a una comune debolezza neurobiologica, forse genetica (ad es. mutazioni nel gene PARK2), ma verosimilmente esacerbata da esposizioni ambientali precoci.
È importante sottolineare che gli studi sperimentali citati si aggiungono a solide evidenze epidemiologiche nell’uomo, che hanno documentato in maniera chiara come l’esposizione a glifosato, confermata dalla misurazione di questa sostanza nelle urine, incrementi il rischio di mortalità per tutte le cause, l’insorgenza di insulino-resistenza, alteri il metabolismo del glucosio e aumenti il rischio di diabete e di malattie cardiovascolari.
Purtroppo oggi, nonostante gli appelli da parte della comunità scientifica internazionale, il glifosato rimane l’erbicida più utilizzato al mondo; esso continua a insinuarsi nella nostra catena alimentare, nell’acqua che beviamo e nell’aria che respiriamo. E, come sempre, saremo costretti poi a pagare ingenti danni morali e materiali per non essere stati prudenti prima.
Eppure ci sono Sindaci e comunità locali che hanno già deciso di eliminare il glifosato dal loro territorio sostituendolo con altri metodi di diserbo ugualmente efficaci e non dannosi per la salute (Conegliano Valdobbiadene, dove il divieto è stato introdotto nell’area del Prosecco DOCG; Bucine, che ha rinnovato il divieto temporaneo di utilizzo di erbicidi contenenti glifosato; Livorno, che ha vietato l’uso del diserbante in agricoltura; Ferrara etc.).
Altri Sindaci, invece, hanno fatto scelte opposte, come quello di Vercelli che pochi giorni fa ha incomprensibilmente deciso di utilizzare di nuovo il glifosato per la manutenzione del verde pubblico, dopo dieci anni di bando.
Questo dimostra che c’è un ampio margine per la responsabilità individuale dei Sindaci e che amministratori virtuosi e rispettosi della salute pubblica possono fare la differenza.
Abbiamo già accennato alle difficoltà di una normativa nazionale ed europea cautelativa, in quanto osteggiata dai produttori e da chi non vuole accettare i risultati degli studi scientifici, o li mette in discussione ad arte al fine di far perdere tempo nella valutazione dei rischi e procrastinare i provvedimenti eventualmente necessari. Ma oggi non possiamo più ignorare le prove che corroborano la possibilità di trovarci di fronte ad un determinante ambientale che, anche in seguito ad assunzione cronica di basse dosi, contribuisce in modo subdolo a quella che possiamo definire la “deriva endocrino-cardio-metabolica-neuro-oncologica” della nostra epoca: un’esplosione silenziosa di malattie complesse ad elevata prevalenza, dai disturbi neurologici infantili alle alterazioni del sistema ormonale, dalle malattie cardiovascolari e metaboliche ai tumori giovanili, alle gravi patologie neurologiche nella senescenza, che aumentano con l’intensificarsi dell’inquinamento ambientale
Il glifosato può trasportare metalli pesanti, interagire con altre sostanze tossiche e penetranti come le micro e nanoplastiche, potenziando effetti genotossici o infiammatori attraverso una rete di co-fattori.
Noi siamo fiduciosi ed è da tempo che è stato richiesto alla IARC/WHO di rivedere la classificazione di “probabile cancerogeno” inserendo il glifosato nella classe dei “cancerogeni certi”, ma siamo altrettanto fiduciosi che già fin d’ora le prove fornite dalla comunità scientifica, la classificazione “come cancerogeno probabile” della IARC, oltre alle altre numerose e solide prove di danno anche di tipo non-oncologico, possano indurre gli amministratori ad assumersi la responsabilità di vietarlo sul proprio territorio.
Ripetiamo, molti lo hanno già fatto basandosi non più sul solo principio di precauzione ma, ormai, sul principio di prevenzione.
Ogni giorno che passa senza un’azione decisa sul fronte normativo è un giorno in cui la generazione attuale e, potenzialmente, una nuova generazione sono esposte fin dalla vita prenatale a una molecola in grado di alterare processi fisiologici vitali e aumentare il rischio di malattie che potranno manifestarsi a distanza di decenni.
Fiduciosi in una Sua adesione al nostro appello, rimaniamo disponibili per fornire eventuali approfondimenti ed eventuale supporto.
La ringraziamo per l’attenzione.
Roberto Romizi – Presidente ISDE Italia
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Redazione di Vercelli
Si è tenuto lunedì 30 giugno, presso la Sala Giunta del Comune di Vercelli, accompagnati dal Vicepresidente del Consiglio Comunale e Alpino Gianni Marino, l’incontro ufficiale tra il Sindaco Roberto Scheda e una delegazione della Sezione Alpini di Vercelli per la presentazione del nuovo presidente, Pier Carlo Pola.
L’occasione è stata anche un momento per ribadire l’importanza del volontariato alpino sul territorio.
Durante l’incontro, il Sindaco ha espresso il proprio ringraziamento agli Alpini per l’impegno costante e la disponibilità dimostrata in ogni occasione, sottolineando il valore civile e sociale del loro operato. In segno di amicizia e collaborazione, è stato consegnato un crest da parte della sezione vercellese.
La delegazione era composta, oltre che dal presidente Pola, dal vicepresidente Flavio Negro, dal cerimoniere Angelo Rollino e dal segretario Claudio Ronco, parte del consiglio sezionale –














