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Posted in Lo Sport

Biella si prepara ad accogliere un evento storico.

Domenica 13 luglio andrà in scena la prima edizione della “Biella-Oropa Granfondo”, organizzata da UCAB Biella per celebrare i cento anni della società.

Una prima assoluta nella formula “granfondo”, all’interno del circuito più longevo D’Italia, ma non certo un debutto assoluto, perché la classica Biella-Oropa fa parte da decenni della tradizione ciclistica locale. Stavolta, però, la posta in palio è ancora più alta: la gara sarà anche quinta prova ufficiale della “Coppa Piemonte 2025”, uno dei circuiti amatoriali più seguiti del Nord Italia.

Il tracciato – lungo 114 chilometri – promette spettacolo e fatica in egual misura.

Dopo la partenza dal centro commerciale Gli Orsi di Biella, i corridori attraverseranno la pianura verso Candelo e la Baraggia biellese, per poi iniziare a salire dopo Roasio, fino a raggiungere Bielmonte.

Da lì, una lunga discesa li porterà in Valle Cervo fino a Biella città, dove comincerà il tratto più iconico e impegnativo: la salita verso il Santuario di Oropa, lungo la storica “strada vecchia” che passa da Cossila San Grato, San Giovanni e il Favaro.

Un’ascesa che ha fatto la storia del Giro d’Italia, ricordata da tutti per le imprese dei grandi campioni.

E proprio i campioni saranno protagonisti anche in questa edizione.

In prima fila, due nomi che non hanno bisogno di presentazioni: Claudio Chiappucci e Gianni Bugno. Entrambi al via, amici di lunga data dell’UCAB, affronteranno l’intero percorso – pur fuori classifica – fianco a fianco con i partecipanti, firmando autografi, regalando sorrisi e condividendo la loro passione con gli amatori.

Il numero uno sarà invece assegnato a un altro ex professionista, Denis Lunghi, che oggi è tesserato UCAB e anche sponsor dell’evento.

A conferma di come questa granfondo sia una vera festa del ciclismo, aperta a tutti: saranno infatti ammesse tutte le tipologie di biciclette, comprese mountain bike, gravel e e-bike, con queste ultime che partiranno in coda al gruppo.

Programma
La prova si svolge domenica 13 luglio 2025
: partenza e arrivo al centro commerciale Gli Orsi di Biella.

Le griglie aprono alle 8:30 e lo start ufficiale è alle 9:30.

A partire dalle ore 7:00 ci sarà la possibilità di verificare le licenze e ritirare il pacco gara presso il Race Office.

Gli atleti affronteranno un tracciato da114 km con 2 420 m D+: si attraversano Sostegno, Trivero, Bielmonte e Pray; poi le ondulazioni dell’Oasi Zegna, la discesa in Valle Cervo, il rientro su Biella e la celebre salita di 13 km al Santuario di Oropa.

Dalle ore 13:00 circa Pasta Party per tutti i finisher e a seguire, alle 15:30, le premiazioni.

La quota comprende: pacco gara, assistenza meccanica, assistenza sanitaria, ristori lungo il percorso e pasta party.

L’organizzazione ha curato ogni dettaglio con grande attenzione, grazie anche al sostegno del Comune di Biella, dell’Amministrazione del Santuario di Oropa e alla collaborazione con le forze dell’ordine e gli enti locali. La logistica sarà centralizzata a Gli Orsi.

Con centinaia di iscritti attesi e un tracciato che coniuga storia, paesaggio e sfida sportiva, la Biella-Oropa si prepara a diventare una tappa fissa nel calendario granfondistico.

Come quinta prova della Coppa Piemonte 2025, sarà un passaggio decisivo per chi punta alla classifica generale. Ma sarà soprattutto un’occasione per vivere il ciclismo nella sua forma più autentica, tra salite leggendarie e passione vera.

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Posted in Cronaca
Vercelli Città

Mentre il Comune di Vercelli si interroga su come cucinare la patata bollente del glifosato (l’impiego del principio attivo ritenuto cancerogeno per la disinfestazione delle aree pubbliche cittadine) in Viale Garibaldi è una festa delle biodiversità.

In apparente contraddizione con il principio cardine che (anche secondo i Tecnici) legittimerebbe l’impiego dell’ormai noto erbicida totale non selettivo.

Il principio cardine è: è la cosa che costa meno.

E vabbè.

Ma andiamo con ordine.

***

Un Lettore attento ci segnala, nel garden boulevard, la presenza di infestanti della risaia.

A tutta prima verrebbe fatto di pensare: ma guarda come è stato lungimirante Chìparo, che ha pensato non solo al melograno per piazza Roma:

”Lo conoscete il melograno, sìììì? La mangiate la melagrana, sììììì?”.

Ma pare di no.

Le fotografie illustrano la presenza (da domenica scorsa ad oggi), ad uno stadio vegetativo che ne rivela uno sviluppo tutt’altro che recente, di “sorghetta” alias sorgo selvatico (sorghum halepense); in associazione, begli esemplari di “farinello comune” (Chenopodium album).

Tutto questo sfoggio di nomi scientifici non è – va riconosciuto onestamente – farina del nostro sacco: abbiamo consultato ben due esperti.

Insomma, magari un’opportunità per gli Studenti dell’Istituto Tecnico Agrario, che potrebbero essere condotti sul Viale per lezioni pratiche di agronomia.

Perché la contraddizione con l’impiego del glifosato?

Perché se si pensa che la realizzazione del garden boulevard è costata ben oltre il milione e 200 mila euro ed i costi annui di manutenzione sono stimati nell’ordine dei 250 mila euro, ed il risultato è che, nella paciara, ci si ritrovano le infestanti della risaia, allora perché impiegare un erbicida comunque a rischio, per risparmiare qualcosa?

Sul viale pratichiamo la biodiversità e – ad esempio – in Corso Fiume accettiamo il rischio?

La parola d’ordine di Chìparo non è forse: la cità respiiiira…

Se deve respirare, forse meglio che lo faccia tranquillamente ovunque, non solo sul garden boulevard.

Posted in Trippa per i gatti, Vercelli Oggi

Comunità sgomenta per la tragica scomparsa a Rima del 45enne Luca Colombo.

L’allarme del mancato rientro dell’escursionista è stato lanciato nella serata di domenica 6 luglio.

Le ricerche eseguite dalle squadre del Soccorso alpino e speleologico, dalla Guardia di Finanza e dai Vigili del Fuoco si sono concluse nel peggiore dei modi.

L’uomo è stato ritrovato senza vita nella mattinata di ieri, lunedì 7 luglio ed il corpo è stato recuperato con l’intervento dell’elicottero.

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L’Oratorio della Madonna dell’Orto, costruito nel 1630–35 e ricostruito nel 1872 da Don Gerolamo Moglia, è un oratorio campestre, edificato fuori dal Borgofranco, adiacente al muro di circonvallazione degli orti, sulla strada che porta al mulino della Bonda e al fiume Sesia.

Negli ultimi decenni fino al 2019 era stato curato dalla famiglia Bot, dai coniugi Perazzo e dalla signora Adelaide Travaglini, e veniva riaperto una volta l’anno in occasione della festa della Madonna: il 2 luglio.

Chiuso a seguito del Covid, la tradizione è stata ripresa nel 2024 e portata avanti dai loro discendenti (Massimo Bot e Lorenzo Perazzo) e dagli Amici della Chiesetta della Madonna dell’Orto, che ne hanno a cuore le sorti.

Venerdì 4 luglio il Vicario di Gattinara, Mons. Franco Givone, ha celebrato la S. Messa, animata con i canti intonati dalla Signora Mirella.

L’omelia è stata dedicata a Maria Regina della Pace, affinché le oltre cinquanta guerre presenti nel mondo si concludano, sottolineando che: “La pace è una costruzione lunga e difficile: siate in pace con Dio, con il Creatore, con il cielo”.

Alla celebrazione hanno partecipato molte persone del territorio, espressione di un intrinseco legame con la costruzione religiosa, oltre al Sindaco Maria Vittoria Casazza, al Vice Sindaco Daniele Baglione e al Coordinatore delle Confraternite del Piemonte Enzo Clerico.

Questa piccola chiesa, costruita fuori dalle mura del borgo, riporta al secolo della peste manzoniana, ma anche al tema dell’emigrazione a Roma dei Gattinaresi.

In uno studio del 2006 Patrizia Canepari metteva in relazione gli emigrati a Roma con i rispettivi luoghi di provenienza: “Venni a Roma per vedere il mondo” scriveva un gattinarese citato dalla studiosa.

L’emigrazione a Roma dal territorio della Bassa Valsesia era stata studiata nel 2004 da Marina Dell’Omo e Flavia Fiori: “I tesori degli emigranti”. Giuseppe e Paolo Sitzia nel 2016 pubblicarono: “Grignaschesi a Roma”.

Sull’altare c’è un piccolo affresco della Madonna dell’Orto, portato da Roma dai fratelli Scribante, fondatori del beneficio.

La chiesa romana, che sorge nel popolare quartiere di Trastevere, dove alla fine del Quattrocento si verificò il miracolo della guarigione, è ancor oggi custodita dall’Arciconfraternita di S. Maria dell’Orto che, per anzianità di istituzione pontificia, tra quelle ancora attive in Roma, è la più antica dedicata alla Beata Vergine e tra le prime in assoluto.

L’intitolazione alla Madonna dell’Orto, è assai diffusa: proprio in questi giorni, il matrimonio che ha fatto parlare il mondo, è stato celebrato a Venezia, nel chiostro della chiesa della Madonna dell’Orto, famosa per le dieci tele di Jacopo Tintoretto, che abitava e lavorava nel vicino campo dei Mori.

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Posted in Cultura e Spettacolo