Mese: Gennaio 2025
Nell’ambito della Rassegna Culturale promossa dalle docenti Giulia De Santis ed Elena Ferraris, gli studenti dell’I.I.S. Cavour, classe 3^A SSAS Lanino, il 9 gennaio hanno avuto l’opportunità di partecipare a un laboratorio educativo e creativo dedicato al feltro.
L’incontro, condotto dalla Dott.ssa Sara Ghirardi del Centro Ricerche Atlantide, ha messo al centro temi fondamentali come il riciclo, il riuso e la sostenibilità.
Il laboratorio si è aperto con una presentazione delle tecniche tradizionali di lavorazione del feltro, un materiale antico e versatile che non richiede tessitura e può essere realizzato con qualsiasi tipo di pelo animale.
La sua storia affonda le radici in epoche lontane, quando l’uomo utilizzava questa tecnica per creare oggetti utili a riscaldarsi.
Questo approccio ha fornito spunti importanti sul valore del recupero dei materiali e sull’uso consapevole delle risorse naturali.
Il Processo Creativo
Gli studenti hanno sperimentato in prima persona la produzione del feltro utilizzando lana “sucida” – ovvero non trattata – acqua e sapone.
Questo semplice processo ha permesso di creare oggetti unici, come portachiavi e saponette-scrub, dimostrando che sostenibilità e creatività possono andare di pari passo.
La pedagogia alla base del laboratorio è stata un altro punto di forza.
L’attività ha aiutato i partecipanti a sviluppare concentrazione, manualità fine e attenzione ai dettagli.
Questi momenti di condivisione sono stati un’occasione preziosa per riflettere su come azioni semplici possano contribuire a un futuro più rispettoso dell’ambiente.
Un messaggio di sostenibilità
Il laboratorio del feltro non è stato solo un’esperienza manuale, ma anche un invito a ripensare il nostro rapporto con gli oggetti di uso quotidiano.
Sara Ghirardi ha sottolineato come il riciclo e il riuso rappresentino gesti concreti per ridurre l’impatto ambientale e costruire una società più sostenibile.
L’uso di materiali naturali e l’attenzione ai processi produttivi ci ricordano che ogni piccola scelta può fare la differenza.
Grazie a iniziative come questa, l’I.I.S Cavour si conferma non solo un luogo di apprendimento, ma anche un laboratorio di idee e valori per il futuro.
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Redazione di Vercelli
Ammonta a circa una tonnellata il peso complessivo delle clementine che Confagricoltura Donna Piemonte, con Confagricoltura donna Alessandria, Confagricoltura Alessandria e la collaborazione di Soroptimist International e Fidapa hanno distribuito sul territorio della provincia di Alessandria per sostenere il centro antiviolenza me.dea, in occasione della campagna “Clementine antiviolenza 2024”.
Le clementine, in buona parte offerte dagli agricoltori di Confagricoltura Napitina e Cooperativa Coab, sono simbolo della lotta contro la violenza, a ricordo della tragedia di cui fu vittima Fabiana Luzzi, giovane studentessa di Corigliano Calabro accoltellata e bruciata ancora viva dall’ex fidanzato in un agrumeto della piana di Sibari nel 2013.
Le Clementine antiviolenza sono state distribuite in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre in tre diverse piazze, ad Acqui Terme, nel gazebo allestito in corso Italia, a Novi Ligure, nella postazione in piazza Dellepiane e a Tortona, durante il match di basket femminile A1 Autosped Bcc Derthona e Famila Wuber Schio, oppure su prenotazione presso gli uffici di Confagricoltura Alessandria.
“Di anno in anno registriamo una crescente risposta all’appello lanciato a livello nazionale da Confagricoltura Donna e raccolto in Piemonte e Alessandria dalle rispettive associazioni di donne imprenditrici agricole con la campagna Clementine antiviolenza – dice Michela Marenco, presidente di Confagricoltura Donna Piemonte e Confagricoltura Donna Alessandria –. Le donne hanno una straordinaria capacità di ‘fare rete’ e il coinvolgimento di tanti soggetti per la campagna Clementine antiviolenza ne è un’ulteriore dimostrazione. I dati indicano che le donne sanno essere più innovative, con una visione sostenibile e sociale. Per questo motivo è essenziale sostenerle in tutti i campi”.
“Siamo orgogliose di poter dare un nostro contributo alla lotta contro la violenza di genere anche attraverso il supporto a me.dea, associazione attiva da molti anni sul nostro territorio per fornire supporto alle donne vittime di ogni tipo di violenza”, aggiunge la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco”.
“L’amicizia nata e consolidata in questi anni con Confagricoltura ci riempie di orgoglio e riconoscenza – afferma la Presidente di me.dea Sarah Sclauzero –. La passione che anche quest’anno ha mosso le donne dell’associazione nella promozione delle clementine è stata contagiosa e ha permesso di raggiungere risultati incredibili. Siamo grate per l’opera di sensibilizzazione e raccolta fondi che è stata compiuta toccando gran parte del territorio provinciale. Impiegheremo le risorse raccolte per continuare ad offrire accoglienza e sostegno alle donne che ogni giorno si rivolgono a noi”.
“La campagna Clementine antiviolenza 2024 ha toccato, quest’anno, tre piazze della nostra provincia e ha consentito di donare a me.dea la somma di 5.847 euro, una cifra che ci rende orgogliose, sebbene consapevoli che la strada da fare è ancora tanta”, dice la direttrice di Confagricoltura Alessandria, Cristina Bagnasco.
L’assegno simbolico è stato consegnato a Carlotta Sartoria per me.dea dalla presidente Michela Marenco per Confagricoltura Donna Piemonte e Confagricoltura Donna Alessandria, alla presenza della presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco, delle socie di Confagricoltura Donna Alessandria.
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Redazione di Vercelli
Giovedì 9 gennaio le classi 1^D TUR e 1^E SC hanno partecipato a un incontro formativo di grande impatto con il biologo Matteo Barzan, dipendente della Provincia di Vercelli e impegnato nella promozione delle energie rinnovabili e nella tutela dell’ambiente.
La presentazione, incentrata sul lago di Viverone, ha offerto agli studenti e alle studentesse una prospettiva unica su temi cruciali come il cambiamento climatico, la biodiversità e l’importanza delle fonti di energia sostenibile.
I ragazzi hanno seguito con interesse le spiegazioni di Barzan, che ha saputo coniugare rigore scientifico e passione catturando l’attenzione della platea.
Durante l’incontro è emerso quanto sia fondamentale comprendere l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi e quanto sia urgente adottare soluzioni concrete, come l’uso delle energie rinnovabili, per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
La scuola, da sempre attenta ai temi della sostenibilità, ha voluto con forza inserire questa iniziativa nel percorso formativo, consapevole dell’importanza di sensibilizzare i giovani alle sfide ambientali del futuro.
Oltre alla storia geologica del lago di Viverone, formatosi circa 10.000 anni fa dal ritiro del ghiacciaio Balteo, Barzan ha spiegato il problema dell’eutrofizzazione, un fenomeno che mette in pericolo l’equilibrio del lago a causa dell’inquinamento e dell’eccesso di nutrienti.
Tuttavia, ha anche parlato degli interventi già messi in atto, come il miglioramento della rete fognaria e la creazione di fasce tampone per la fitodepurazione, segni di un primo timido miglioramento.
Un altro tema centrale è stato quello della biodiversità con un’analisi delle specie autoctone e alloctone che popolano il lago.
Gli studenti hanno potuto scoprire la delicatezza dell’equilibrio ittico e l’impegno richiesto per preservare le specie più pregiate, come il coregone lavarello, minacciate dalla competizione con specie invasive.
Il racconto delle tecniche di piscicoltura e delle strategie per monitorare e proteggere la fauna locale ha suscitato grande curiosità tra i ragazzi.
L’incontro è stato un momento formativo di alto livello, che ha permesso agli studenti di riflettere sull’importanza di adottare comportamenti responsabili e di guardare al futuro con maggiore consapevolezza.
Matteo Barzan ha lasciato un messaggio chiaro: ognuno di noi, nel proprio piccolo, può fare la differenza per preservare un ambiente sempre più fragile.
La scuola, attraverso queste iniziative, dimostra ancora una volta di credere profondamente nel valore dell’educazione alla sostenibilità, preparando i giovani a essere protagonisti attivi del cambiamento.
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Redazione di Vercelli
Prosegue l’impegno del gruppo consiliare Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) nel monitorare le condizioni degli istituti penitenziari piemontesi.
Con la visita al carcere di Vercelli sono 12 le carceri visitate dalle Consigliere, 11 quelle che la consigliera regionale Giulia Marro ha visitato personalmente dall’inizio del mandato, proseguendo nel percorso che la porterà nelle prossime settimane a completare un ciclo di sopralluoghi in tutte le carceri della regione.
La visita ha rappresentato un’occasione preziosa per osservare da vicino un esempio concreto di come anche una casa di circondariale possa provare ad essere rieducativa, nonostante le inevitabili criticità strutturali che accomunano molti istituti.
A Vercelli, tuttavia, si percepisce un’aria di solidarietà, motivazione e impegno, utili per rendere il lavoro e la vita quotidiana meno gravosi, per quanto possibile.
Un clima positivo risultato del grande impegno del direttore Giovanni Rempiccia, in carica da fine 2023, e del lavoro sinergico delle diverse figure professionali che operano nella struttura, compresa quella del Garante comunale delle persone private di libertà Pietro Luca Oddo.
Un modello di prevenzione e attenzione alla salute
Tra i dati più significativi emerge il fatto che negli ultimi tre anni non si è verificato alcun suicidio. Questo risultato è frutto di un programma strutturato di prevenzione del rischio suicidario, che coinvolge un’équipe multidisciplinare composta da psicologi, psichiatri, criminologi, mediatori culturali, medici e agenti di polizia penitenziaria. L’équipe si riunisce due volte a settimana per discutere i singoli casi e prevenire situazioni critiche.
Significativa anche la presenza di psicologi dedicati al personale penitenziario, un servizio essenziale per affrontare situazioni post-traumatiche, prevenire il burnout e garantire un clima lavorativo sostenibile.
Lavoro, ristrutturazioni e benessere
Nel carcere di Vercelli, circa 120 detenuti su 292 sono impegnati mensilmente in attività lavorative (interne ed esterne), compresa una squadra composta da 8 operai che si occupano di manutenzione ordinaria e di riqualificazione delle sezioni in condizioni più critiche.
Questa iniziativa non solo migliora le condizioni della struttura, ma offre ai detenuti la possibilità di acquisire competenze professionali e un senso di utilità.
Inoltre, il direttore del carcere, architetto di formazione, sta puntando molto sul miglioramento degli spazi, utilizzando colori e interventi architettonici per favorire il benessere di detenuti, agenti e lavoratori.
Tra gli interventi più recenti, la creazione di cabine private per le telefonate, mentre è in programma la ristrutturazione del salone polivalente per eventi culturali organizzati anche in collaborazione con la biblioteca municipale. Importante anche l’attenzione all’efficienza energetica; sebbene ancora in attesa dei fondi necessari per il rinnovo dell’impianto di riscaldamento, la progressiva sostituzione dei vecchi infissi permette di ottimizzare i consumi, segno di un’attenzione non solo all’estetica dell’edificio, ma anche all’ambiente e al diritto delle persone di vivere in un luogo confortevole e caldo.
Un’attenzione speciale alla sezione femminile
La sezione femminile, che ospita 40 detenute, ha rappresentato un interessante spunto di riflessione. La capo area educatrice ha sottolineato come il carcere sia storicamente “un sistema pensato per gli uomini dagli uomini”, mentre le donne rappresentano solo il 4% della popolazione detenuta. Molte di loro portano con sé pesanti carichi emotivi legati alla vita precedente, spesso segnata da violenze e responsabilità familiari e sarebbe importante ripensare ad un sistema che tenga conto di queste specificità.
Dichiarazione della consigliera Marro: “Ieri ho visto qualcosa di straordinario. Tra le opportunità lavorative interne al carcere esiste la squadra MOF, che si occupa della manutenzione ordinaria. Qui la squadra è composta da 8 persone e si vuole arrivare a 12. Stanno contribuendo enormemente a rendere la struttura più vivibile, imparano un mestiere e hanno la possibilità di trascorrere il difficile tempo in carcere, che sembra non passare mai, dandogli di nuovo un senso. Li abbiamo visti all’opera, in tuta da lavoro, immersi nei lavori di ristrutturazione di una delle sezioni. Uno degli operai mi ha detto che sente che qualcuno crede in lui e ha ringraziato il direttore e l’agente di polizia penitenziaria responsabile della squadra. Le mie visite hanno l’obiettivo anche di far sapere ai detenuti, agenti e operatori socio sanitari che ci sono anche delle e dei rappresentanti politici che credono in loro e nella funzione di riabilitazione del carcere. Per questo continuerò a lavorare su questo tema, a visitare gli istituti penitenziari e a raccontare cosa non va ma anche cosa funziona. Perché non possiamo perdere le speranze, lo dobbiamo a chi ci sta provando percorrendo la strada più difficile”.
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Redazione di Vercelli
Nel calendario dei santi e beati il 17 gennaio si celebra la memoria liturgica di S. Antonio abate, uno dei quattro Padri della Chiesa d’Oriente che portano il titolo di “Grande”, asceta del deserto e padre dei monaci.
Nell’occasione, anche quest’anno la Confraternita omonima, guidata dal priore Giulio Pretti, organizza nella chiesa concattedrale di S. Maria Maggiore tre celebrazioni eucaristiche: alle 9, alle 11 e alle 17.
La funzione delle 11, celebrata dal vicario generale mons. Stefano Bedello, si svolgerà alla presenza delle autorità civile e del mondo del lavoro e con l’intervento del coro delle Scuole Cristiane di Vercelli.
La festa di S. Antonio porta con sé due antiche tradizioni: la benedizione del pane, e la conseguente sua distribuzione ai fedeli in chiesa, e la benedizione dei piccoli animali domestici (in passato, nelle campagne, era uso benedire anche le stalle, oltre al fuoco e alle sementi).
Il pane sarà benedetto all’inizio della prima messa, quella delle 9, e sarà poi distribuito al termine di ogni funzione e la benedizione degli animali sarà impartita al termine di tutte le celebrazioni della giornata.
«Come nel 2024, anche quest’anno – ricorda il priore della Confraternita, Giulio Pretti – la festa sarà ospitata nella chiesa concattedrale di S. Maria Maggiore, più grande di quella dedicata al santo e sede della nostra confraternita e per questo più indicata ad accogliere i fedeli che, con i loro piccoli animali, sempre più numerosi partecipano alle tre funzioni giornaliere, soprattutto a quella solenne delle 11. E questo è un segnale di come i vercellesi amino le tradizioni e si sentano vicini a questa in modo particolare. S. Maria Maggiore, come detto, non è la chiesa titolare della nostra confraternita, ma con la presenza del labaro ci sentiremo a casa».
Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356.
Successivamente il papa accordò agli Antoniani il privilegio di allevare maiali per uso proprio e a spese della comunità, per cui i porcellini potevano circolare liberamente fra cortili e strade; nessuno li toccava se portavano una campanella di riconoscimento.
Il loro grasso veniva usato per curare l’ergotismo, che venne chiamato “il male di s. Antonio” e poi “fuoco di s. Antonio”.
Per questo motivo, nella religiosità popolare, il maiale cominciò ad essere associato al grande eremita egiziano, poi considerato il santo patrono dei maiali e per estensione di tutti gli animali domestici e della stalla.
S. Antonio Abate è anche il patrono di quanti lavorano con il fuoco, come i pompieri, perché guariva da quel fuoco metaforico che era l’herpes zoster.
Ancora oggi il 17 gennaio, specie nei paesi agricoli e nelle cascine, si usa accendere i cosiddetti “focarazzi” o “ceppi” o “falò di sant’Antonio”, che avevano una funzione purificatrice e fecondatrice, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno alla imminente primavera.
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Redazione di Vercelli
“Quanto avvenuto ieri sera durante il corteo a Torino organizzato per Ramy Elgaml non può certamente essere descritto, come pure è avvenuto, con l’espressione ‘momenti di tensione’. L’assalto a un Commissariato e l’aggressione alle Forze dell’ordine conclusosi con 5 feriti in divisa, cui esprimiamo massima solidarietà, non sono ‘momenti di tensione’, sono qualcosa di estremamente grave, sono l’espressione di un preciso odio e repulsione verso le Istituzioni. Nulla ha a che fare tutto questo con la tragicità della morte di un 19enne, che è un fatto drammatico e merita il più assoluto rispetto. Rispetto che è dovuto, inoltre, al delicato lavoro di chi sta lavorando con la massima attenzione a una situazione delicata, e non c’è indagine che possa dar agio ai professionisti del disordine di scatenare ulteriormente la propria aggressività sfruttando pretestuosamente il dolore di una famiglia”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, dopo quanto avvenuto ieri sera al corteo organizzato a Torino dal Collettivo universitario autonomo, vicino all’area antagonista dei centri sociali per Ramy Elgaml, il 19enne morto a novembre a Milano durante un inseguimento con i carabinieri.
I manifestanti hanno raggiunto la sede della Questura alle Porte Palatine, facendo esplodere bombe carta e imbrattando il commissariato anche con scritte di palese odio nei confronti delle forze dell’ordine.
I presenti hanno inneggiato slogan contro i carabinieri presenti in piazza, che pure sono stati aggrediti con lanci di bombe carta, petardi, fumogeni e bottiglie. Il bilancio finale è di quattro agenti dei reparti mobili della polizia e un carabiniere feriti.
“Queste – conclude – sono circostanze in cui è d’obbligo il maggior equilibrio da parte di tutti, come anche la maggior responsabile discrezione di chi, avendo ruoli istituzionali, in questa fase del procedimento, con commenti improvvidi rischia di dare la stura a ritorsioni e violenze”.
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Redazione di Vercelli
Domenica 12 gennaio – Solennità del Battesimo del Signore.
Lunedì alle ore 21 incontro di preghiera con il gruppo Vita Nuova in Chiesa Abbaziale.
Don Gianni e don Alessandro ringraziano per i regali ricevuti in occasione del Santo Natale.
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Redazione di Vercelli














