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Buona Lettura a tutti.
Ez 34,11-12.15-17
Dal libro del profeta Ezechièle
Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.
Sal.22
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
1 Cor 15, 20-26.28
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
Mt 25, 31-46
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna”.
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UN PENSIERO SULLA PAROLA A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA
Preziosità di gesti semplici
(Ez 34,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46)
Nella domenica di Cristo Gesù, Re dell’universo, la Chiesa ci propone le parole di Gesù che indicano l’atmosfera che ci sarà quando egli verrà, questo non certo per spaventarci, ma per preparare il nostro cuore ad accogliere in pienezza la grazia della sua venuta. Infatti egli dice: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria e tutti i suoi angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria”. Dunque egli è il Re, il nostro Re. Il Re che si è abbassato assumendo la nostra carne mortale per amore nostro. Si è compromesso con noi assumendo la nostra debolezza per comunicarci la sua divinità, la sua ricchezza. Per noi Gesù, pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza delle cose che patì, perché possiamo avere la vita in lui. Ed è questa la vita che lui ci ha donato in pienezza secondo quanto egli ci ha insegnato! Ma cosa ci ha insegato? Che ci amiamo gli uni gli altri come lui ci ha amato! E l’amore sappiamo è avere cura gli uni degli altri.
Gesù per primo ha avuto cura di noi, ci ha tracciato la via dell’amore e su questa base verrà a giudicare le nostre opere. Infatti alla sua venuta la verifica sarà sull’amore. Sentiamo quello che egli ci dice: “Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fine dalla fondazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Tutte queste azioni semplici e quotidiane ci aiutano a essere umani, fratelli e sorelle di un solo Padre. Non vuole che trascuriamo l’amore fraterno, ci chiede di associare queste parole preziose alla nostra preghiera e alla nostra regola di vita: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare”. Gesù avendo assunto la nostra umanità sa che le cose semplici sono quelle che ci portano ad entrare nel regno di Dio. Dio chiede a noi una cosa semplice per entrare nel regno, perché egli stesso è semplicità! Gesù ci ha consegnato queste sei necessità della nostra condizione umana perché vivendole nell’amore arriviamo a ricevere le parole più belle che desideriamo sentire nell’ incontro con lui. “Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo!”. Questa frase indica che noi non siamo figli e figlie della improvvisazione, ma di un progetto di Dio ben preciso per la nostra salvezza, pensato fin dalla fondazione del mondo. Tuttavia per una piena partecipazione al suo regno, Gesù ci chiede di vivere nell’amore queste parole: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi ha dato da bere, malato, straniero malato, in carcere”. Non cessiamo di invocare lo Spirito Santo di Dio perché venga ad abitare in noi e ci trasformi in operatori di amore e di pace, per un umanità nuova dove ogni uomo possa avere il necessario in ogni cosa. Il Dio dell’amore e della pace ci custodisca nel suo amore e nella sua pace in Cristo Gesù fino al giorno della sua venuta! Amen!
Le Sorelle Carmelitane
Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza
In Occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne si è svolto, questa mattina venerdì 24 novembre a partire dalle ore 8,45 nell’Aula Magna dell’IIS Ferraris di Vercelli, l’evento “La forza delle donne” curato dai prof. Alberto Treves, Anna Paola, Maria Cristina Cossu e Valentina Nicosia.
Il programma, suddiviso in due parti, ha visto nella prima parte, la partecipazione della Prof.ssa Valentina Nicosia con gli studenti del biennio.
Nella seconda parte sono intervenuti la Dirigente Ufficio Scolastico Territoriale dott.ssa Concetta Parafioriti, il Procuratore della Repubblica dott. Pier Luigi Pianta, il Questore di Vercelli dott. Giuseppe Mariani e il Commissario Marialba Giangregorio.
Durante la mattinata si è parlato delle lotte di Lidia Poet per poter diventare il primo avvocato donna in Italia e dell’Avv. Lucia Annibali che sfregiata dall’acido ha saputo combattere e dimostrare quanta forza abbiano le donne.
Lo scopo dell’incontro è quello di spostare il focus dell’attenzione sulla forza delle donne e sulla loro capacità di reagire ed essere resilienti come “rose di rame”.
L’evento è stato allietato da un intermezzo musicale proposto Laura Zinno (voce) e Veronica Perego (contrabbasso) che hanno eseguito canzoni di De Andrè.
Redazione di Vercelli
Aggiornamento 23 novembre –
E’ stato ritrovato ieri sera, attorno alle 21,20, nei campi vicini al Palace Hotel, Adone, il golden retriver che viaggiava in auto con il Signor Pastore e la passeggera rimasta ferita, al momento del tragico sinistro.
La bestiola sta bene.
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Aggiornamento ora 18,30
Sono proseguiti tutto il giorno i lavori per lo sgombero della massicciata stradale lungo la tangenziale Ovest di Vercelli, dove stamane attorno alle 9 si è prodotto il tragico sinistro stradale.
Il filmato, che mostra i lavori di rimozione dei mezzi pesanti coinvolti nell’incidente, è stato realizzato pochi minuti fa.
Aggiornamenti nelle prossime ore
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Aggiornamento ore 12,30
Entra nel dramma di questa mattina, quando ha perso la vita il fondatore della Ditta Pastore Autoveicoli, anche il cane che viaggiava con la coppia (da prime sommarie informazioni; tuttavia, altre fonti sostengono si trovasse nel cortile della Ditta e sia scappato dopo che il Tir ne ha sfondato la recinzione) sull’auto investita proprio di fronte all’ingresso dell’Azienda.
Si chiama Adone ed è il golden retriver della coppia di anziani, con loro sull’auto.
Si è salvato.
Ma è scappato terrorizzato: ora sono in corso le ricerche.
Intanto le Forze dell’Ordine stanno mettendo in sicurezza il luogo del sinistro, anche con la combustione controllata di liquidi infiammabili; una parte consistente dell’area commerciale è interdetta.
Aggiornamenti nelle prossime ore.
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Incidente stradale mortale attorno alle 9 di questa mattina, 22 novembre, lungo la Tangenziale di Vercelli, nei pressi del Centro commerciale Carrefour e praticamente di fronte al distributore Tamoil.
Per cause che sono al vaglio della Polizia Locale di Vercelli, tempestivamente intervenuta sul posto insieme ai Vigili del Fuoco, la vettura grigia che si vede nelle illustrazioni è entrata in collisione con i due mezzi pesanti, un autoarticolato ed un mezzo d’opera.
L’impatto è stato fatale per uno degli occupanti dell’utilitaria, il conducente, mentre la passeggera 76enne risulta gravemente ferito.
Si consigliano percorsi alternativi.
Aggiornamenti nelle prossime ore.
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Quando è troppo è troppo.
La sequenza di errori arbitrali a sfavore, metterebbe a dura prova anche la biblica pazienza di Giobbe.
Il Borgosesia Calcio infatti è martoriato da una serie di decisioni errate che ne condizionano risultati e classifica.
La “svista” può capitare e fa parte del gioco ma quando in 14 giornate si contano ben 6 macroerrori la cosa si fa seria.
Domenica è andata in scena una gara, completamente “condizionata” dalle decisioni arbitrali.
Siamo al 10’ della ripresa quando Capellupo calcia una punizione dal limite.
La palla colpisce la traversa e (come si vede dal video di seguito) rimbalza sulla linea bianca.
Va ricordato che per convalidare la rete la palla deve completamente superare la riga di porta.
Non è questo il caso ma il guardalinee sicuro indica il centro del campo.
Questo il danno.
Ma come se non bastasse arriva anche la beffa.
Nel recupero, sugli sviluppi di una rimessa laterale, Pereira allarga colpevolmente il braccio in area.
Anche in questo caso non è un’accusa campata in area ma ben testimoniata dalle immagini.
Quindi ricapitolando.
Il derby lo ha vinto il Gozzano 1-0.
La rete cusiana non era da convalidare e c’era un netto rigore a favore dei valsesiani.
Fate voi le vostre considerazioni…
A questo si devono aggiungere:
- 2 rigori generosi concessi all’RG Ticino che in quella gara beneficiò di 3 massime punizioni.
- 1 espulsione inesistente in Borgosesia-Pinerolo che costrinse i granata all’inferiorità numerica per quasi un intero tempo.
- Gol convalidato in fuorigioco al Chisola che al 39’ pareggiò a Borgosesia per poi andare a vincere il match.
Redazione di Vercelli
Gozzano 1
Borgosesia 0
Marcatore: 10’ st Capellupo.
Gozzano (4-3-1-2): Del Duca; Di Giovanni, Dalmasso, Cigagna, Bianchi; Pennati, Capellupo, Gemelli; Cento; Infantino (18’ st Lettieri), Pereira. A disp.: Chiappini, Santi, Piraccini, Di Paola, Marcaletti, Ferrari, Montalbano. All.: Schettino.
Borgosesia (3-5-2): Uva; Gilli, Derbali, Rekkab; Iannacone (32’ st De Angelis), Bertoni (32’ st Tobia), Tunesi, Lauciello (40’ st Monteleone), Gonella; Giacona (32’ st Peritore), Del Barba (18’ st Henin). A disp.: Vittoni, Maselli, El Achkaoui, Colombo. All.: Moretti.
Arbitro: Graziano di Rossano.
Guardalinee: Galluzzo di Locri e Mascia di Cagliari.
Note: cielo sereno. Terreno condizioni non ottimali. Spettatori: 300 circa. Espulso: Apone preparatore atletico del Borgosesia per proteste. Ammoniti: Pennati, Tunesi, Cigagna, Del Barba, Dalmasso, Bianchi, Del Duca, Lauciello, Cento. Angoli: 2-3. Recupero: 3’ pt-4’ st.
Non è possibile continuare a giocare con penalità.
Questo infatti capita al Borgosesia, ormai vittima sacrificale dei direttori di gara.
L’ennesimo errore costa ai granata il derby della Cremosina.
Sulla punizione di Capellupo la palla dalla traversa rimbalza sulla linea ma arbitro e guardalinee concedono il gol tra le proteste.
Questo decide un match combattuto ed equilibrato.
La prima offensiva la crea il Gozzano.
Siamo al 1’ quando Pennati calcia al volo da dentro l’area, senza inquadrare lo specchio della porta.
Cinque minuti più tardi, il Borgosesia sfiora il vantaggio.
Bertoni libera Lauciello che con un fendente colpisce il palo.
Minuto 13, Gonella dalla distanza impegna Del Duca.
Pereira alla mezzora, con una conclusione a giro mette a lato.
La ripresa si apre con il tentativo di Bertoni che alza troppo la mira.
Cigagna di testa manda centralmente.
Poi come in una beffa arriva l’ennesimo episodio arbitrale a sfavore per il Borgo.
Al 10’ Capellupo calcia una punizione sulla traversa, la palla rimbalza sulla linea (come si evince dalle immagini delle tv presenti) e l’arbitro fischia.
Tutti si aspettano fallo sul portiere ma invece il direttore di gara prende un abbaglio e non aiutato dal guardalinee concede il gol.
Il Borgosesia alza il baricentro, ci prova senza fortuna con Gonella al tiro.
Dopo i cusiani chiudono gli spazi e vincono il match.
Redazione di Vercelli
Prv 31, 10-13. 19-20. 30-31
Dal libro dei Proverbi
Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città.
Sal.127
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
1 Ts 5, 1-6
Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalonicesi
Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: “C’è pace e sicurezza!”, allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.
Mt 25, 14-30
Dal Vangelo secondo San Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
“Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti””.
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UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA
Come l’estate feconda di frutti!
(Pr 31,10-13.19-20.30-31; Sl 127; 1 Ts 5,1-6; Mt 25,14-30)
Qual è la buona notizia che si dischiude nella lettura prolungata e pregata del Vangelo di questa domenica del tempo ordinario? Focalizziamo lo sguardo su Dio che si presenta come un padrone il quale chiama i suoi servi consegnando loro i suoi beni dando a ognuno secondo la propria capacità. Poi parte e se ne va lontano per tornare solo dopo molto tempo. Il Signore si fa povero dando a noi i suoi beni, come un padre che gode nel dare tutto ai propri figli, in effetti non ci tratta da servi che vanno vigilati e comandati ma da figli lasciandoci piena fiducia e libertà, tempo e spazio per crescere, affinché il dono consegnato come un seme germogli e porti frutto. Tutti abbiamo ricevuto dei talenti a noi riconoscerli e trafficarli, contenti di quanto ci è stato consegnato e responsabili dei doni di Dio che hanno un sorprendente potenziale di vita. I primi due servi, subito, senza indugiare, senza tenere per sé, investono quanto hanno ricevuto sperimentando con gioia il moltiplicarsi dei talenti a loro affidati. Dio ci sceglie e ci chiama perché andiamo e portiamo frutto e il nostro frutto rimanga a noi moltiplicato! Infatti quando il padrone torna e chiama nuovamente i suoi servi, con sorpresa non chiede la restituzione dei suoi beni, forse si poteva immaginare che avrebbe potuto lasciare loro l’utile ottenuto, invece lascia tutto; Dio infatti è venuto perché noi abbiamo la vita e la vita in abbondanza. Il sorprendente rendiconto premia la fedeltà e la bontà di chi ha scelto di diventare collaboratore di Dio entrando nel suo disegno di amore e dopo aver condiviso l’impegno della semina condivide la gioia dei frutti. Una nota di tristezza viene invece dal servo che decide di nascondere il talento ricevuto privandosi così da se stesso della gioia di scoprire e vivere la forza lievitante nascosta in tutte le cose e in ognuno di noi. Un senso di soffocamento come quello del talento sotterrato al buio lontano da ogni possibilità di bene e di male è l’esistenza dell’ultimo servo, piatta, senza rischi né slanci, ridotta al minimo, al non fare niente di male. La parola del Signore condanna la pusillanimità e quella grettezza d’animo che segue l’idea distorta di un Dio del quale non si è mai sperimentato l’amore. Lo Spirito del Signore ci doni coraggio e fiducia per non perdere le occasioni di fiorire e aiutare altri a farlo, lasciando il mondo migliorato. La parabola dei talenti è l’esortazione pressante ad avere più paura di restare inerti e immobili, come il terzo servo, che di sbagliare (Evangelii gaudium 49); la paura ci rende perdenti nella vita: quante volte abbiamo rinunciato a vincere solo per il timore di finire sconfitti! Il Vangelo è pieno di una teologia semplice, la teologia del seme, del lievito, di inizi che devono fiorire. A noi tocca il lavoro paziente e intelligente di chi ha cura dei germogli e dei talenti. Dio è la primavera del cosmo, a noi il compito di esserne l’estate feconda di frutti, (Ermes Ronchi) sempre, anche quando l’inverno è alle porte!
Le Sorelle Carmelitane
Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza
Giornata di lezione fuori dalla scuola per conoscere e dialogare.
Gli studenti delle Classi Seconda del Liceo classico e Seconda del Liceo economico sociale dell’ Istituto “Lagrangia”, si sono recati a Casale Monferrato in visita alla Sinagoga ed al Musso di cultura ebraica: un percorso della ricerca delle “comuni origini” delle tre grandi Religioni monoteiste.
Promotrice dell’iniziativa la docente di religione cattolica delle Classi dell’Istituto di Via Duomo, Prof.ssa Elisabetta Acide, che da anni collabora con la sinagoga di Casale per numerosi progetti ed iniziative.
Il nostro pianeta, teatro di tante culture ed espressioni religiose, è il luogo dove, nel quotidiano, si impara a tessere relazioni e dove spesso non è facile convivere con le differenze.
E’ necessario, pertanto, che ogni realtà educativa, tra cui anche la scuola, favorisca un’educazione improntata al dialogo e al rispetto delle diversità, anche in campo religioso.
Nello specifico, essa dovrà promuovere e favorire un’educazione al dialogo interreligioso.
Dialogo che avrà come scopo fondamentale «lo studio e la promozione del rispetto tra culture», la «comprensione e l’interazione positiva e cooperativa fra persone appartenenti a differenti tradizioni religiose» e il «conseguente rispetto e valorizzazione interculturale».
La tipologia attività utilizzata è la visita didattica dialogata
Il tema affrontato, a seguito della introduzione alla religione e cultura ebraica, storia della comunità ebraica e nascita dell’istituzione del ghetto, svolta in classe, ha visto la conoscenza dello “stile di vita” che accompagna la religione ebraica.
Ma ecco come si è sviluppata l’attività.
La visita si è svolta in Sinagoga, dove gli studenti, guidati da una delle Ebree di Casale Monferrato, Adriana Ottolenghi – leggi qui – ,
hanno rivissuto il racconto della tragica vicenda della Shoah dalla sua viva voce di bambina nascosta e salvata.
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All’interno delle sale del museo, gli studenti hanno imparato a conoscere le principali caratteristiche del calendario e delle festività ebraiche e nella area museale, hanno conoscere la storia della comunità ebraica e il suo sviluppo nel tempo, cadenzato da feste, riti, tradizioni e preghiere .
La Scuola sta elaborando un percorso di cittadinanza e costituzione in curricolo verticale che ha come finalità il Dialogo e l’ intercultura anche nella sua dimensione Inter-religiosa per imparare ad essere cittadini tolleranti, rispettosi delle Diversità di traduzioni, lingue, culture, religioni .
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Molteplici sono gli obbiettivi dell’ attività:
⁃ Introduzione alla cultura ebraica e al suo calendario.
⁃ Contestualizzazione storica della comunità ebraica a
⁃ Introduzione all’architettura e all’utilizzo dello spazio nelle Culture e tradizioni
⁃ conoscere e comprendere le principali festività ebraiche
⁃ capire quali sono gli elementi principali della sinagoga, quale significato hanno.
Cittadinanza è educare attraverso percorsi anche se non sempre semplici, ma necessari, per la convivenza pacifica e arricchente tra vecchi e nuovi cittadini e cittadine, nella convinzione che tutte le religioni siano portatrici di un messaggio di amore e pace.
I docenti, Prof. ssa Elisabetta Acide, referente delle attività e il Prof Giuseppe Gangi, al ritorno a scuola , proseguiranno le attività con laboratori di approfondimento con gli studenti.
La trattazione dell’ argomento sarà integrata anche dalla vicenda degli ebrei italiani ed in particolare degli ebrei piemontesi negli anni di persecuzione a seguito della introduzione delle “leggi razziali”, a partire proprio dalla storia di Adriana Ottolenghi bambina nascosta nel periodo delle “retate” contro gli ebrei, perché solo a partire dalla conoscenza della religione ebraica si comprende la “Resistenza“ degli ebrei ed il “Ritorno alla vita”.
Molto soddisfatti gli studenti di questa “lezione fuori dalla scuola”, interessante approfondimento interdisciplinare che proseguirà con lezioni e trattazioni in classe.
Pro Vercelli 3
Novara 3
Marcatori: 23’ pt Rutigliano, 35’ pt D’Orazio, 46’ pt Mustacchio, 10’ st Di Munno, 12’ st Mustacchio, 16’ st Corti.
Pro Vercelli (4-3-3): Sassi; Iezzi, Parodi, Camigliano, Rodio (18’ stSarzi Puttini); Iotti, Santoro, Rutigliano (18’ st Haoudi); Mustacchio (35’ st Niang), Nepi (9’ st Comi), Condello (9’ st Maggio). A disp.: Rizzo, Valentini, Carosso, Emmanuello, Gheza, Seck, Fiumanò, Contaldo, Forte, Spavone. All.: Dossena.
Novara (4-4-2): Desjardins; Boccia, Bonaccorsi, Bertoncini, Migliardi (19’ st Urso); Ranieri, Calcagni, Di Munno (43’ st Speranza), D’Orazio (26’ st Caradonna); Donadio, Corti (19’ st Scappini). A disp.: Boscolopalo, Menegaldo, Prinelli, Scaringi, Speranza, Gerbino, Rossetti, Martinazzo, Bagatti. All.: Gattuso.
Arbitro: Galipò di Firenze.
Guardalinee: Merciari di Rimini e Carella di L’Aquila.
Quarto uomo: El Ella di Milano.
Note: cielo sereno. Spettatori: 2340. Angoli: 5-5. Ammoniti: Parodi, Mustacchio, Bonaccorsi, Camigliano, Bertoncini, Caradonna, Haoudi. Recupero: 3’ pt – 6’ st.
Derby dalle mille emozioni ma quanti rimpianti.
La Pro Vercelli, con uno strepitoso Mustacchio, va in vantaggio per tre volte e in altrettante occasioni viene raggiunta.
I leoni hanno concesso troppo a un Novara in difficoltà di classifica.
Trovato la via del gol, le bianche casacche sono colpevoli di aver abbassato il baricentro, permettendo agli avversari di essere pericolosi.
“E vivo di emozioni che tu, tu …Non sai nemmeno di darmi”.
Con queste parole e una coreografia a tinte nero e bianche, i tifosi della curva accolgono le bianche casacche.
Mister Dossena ripercorre la strada del 4-3-3.
Il ballottaggio tra Nepi e Comi lo vince il primo che parte titolare al centro dell’attacco.
Il Novara di Gattuso, prova a mischiare le carte e si presenta in campo con il 4-4-2.
Sin dalle prime battute si capisce il canovaccio, almeno iniziale, della gara.
La Pro manovra e gestisce il gioco; gli ospiti si affidano alle ripartenze.
Nove minuti dal fischio iniziale e i padroni di casa si rendono pericolosi.
Iotti e Mustacchio scambiano sulla destra, il pallone messo in mezzo arriva al limite dove Iezzi alza troppo la mira.
Il Novara risponde con una conclusione di D’Orazio; la palla termina ben lontana dai pali difesi da Sassi.
La Pro gioca ma non riesce a sfondare e al 22’ l’estremo difensore di casa intercetta a mani unite le incornate prima di Calcagni e poi di Donadio.
La chiave di volta è Mustacchio, vero funanbolo e padrone della fascia destra.
Minuto 23 e i leoni passano in vantaggio.
Mustacchio scatta sul filo del fuorigioco, controlla, entra in area e serve l’accorrente Rutigliano abile a insaccare di prima intenzione.
Preso lo schiaffo, gli ospiti provano a rendersi pericolosi.
Alla mezzora, termina centrale la punizione dai 25 metri calciata da D’Orazio.
Un minuto dopo e Bertoncini inzucca a lato da buona posizione.
La Pro abbassa il baricentro ma controlla senza troppi affanni le avanzate azzurre.
Questo arretrare però dà forza morale al Novara.
Così arriva il pareggio al 35’ con un tiro-cross di D’Orazio che inganna Sassi.
Al 43’ grandi proteste dei locali.
Iezzi crossa e la palla viene intercettata dal braccio di Migliardi, per il direttore è tutto regolare e si prosegue.
Sull’altro fronte, Bonaccarsi in diagonale non inquadra lo specchio della porta.
Nel recupero prima del riposo Mustacchio riporta avanti la Pro.
Il numero 7 entra in area e con un siluro mira il prima palo, dove la palla incoccia e poi finisce in rete dall’altra parte.
Rientrati in campo, il Novara getta alle ortiche il pareggio.
D’Orazio addomestica il pallone e da due passi mette fuori.
Troppo bassa la Pro Vercelli, concede spazio agli ospiti.
D’Orazio, inventa sulla destra e la palla carambola a lato.
Al 10’, sugli sviluppi di un corner, Di Munno manda alle spalle di Sassi e fa 2 a 2.
Due minuti e le bianche casacche rimettono la freccia.
Cross dalla sinistra di Rodio e in mezzo stacca Mustacchio.
Non c’è però un attimo di sosta.
Infatti dopo la conclusione centrale di Rodio, gli azzurri ripescano il pari.
Siamo al 16’ quando D’Orazio crossa al centro per Corti che sottomisura spinge in rete.
A ridosso della mezzora, la punizione di Haoudi è debole.
Occasionissima per la Pro al 32’, Maggio suggerisce per Iotti che pasticcia a centro area.
Dopo restano solo i tempi per i rimpianti.
Redazione di Vercelli
Borgosesia 0
Vogherese 1
Marcatore: 20’ st Balesini.
Borgosesia (3-5-2): Uva; Gilli, Derbali, Pani; Peritore (24’ st El Achkaoui), N. De Angelis, Tunesi (37’ st Disisto), Bertoni (24’ st Iannacone), Gonella; Giacona (37’ st Tobia), Del Barba. A disp.: Vittoni, Maselli, Giacopelli, Aladro, Colombo. All.: Moretti.
Vogherese (4-3-1-2): Tanzi; Usardi, Arcidiacono, Balesini, Fracassini (27’ st R. De Angelis); Occhipinti, Giglio, Marchetti; Gerace (31’ st Giani); Minaj, Chiemerie (15’ st Leveh). A disp.: Alio, Silvestri, Barisone, Sorgon, Treviso, Bahirov. All.: De Bartolo.
Arbitro: Casali di Cesena.
Guardalinee: Calanni di Barcellona Pozzo di Gotto e .
Note: cielo sereno. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 250 circa. Ammoniti: Gerace, Occhipinti. Angoli: 5-2. Recupero: 2’ pt-5’ st.
La Vogherese è cinica e il Borgosesia subisce il secondo ko interno di fila.
L’equilibrio generale è rotto da Balesini che porta in vantaggio i suoi a metà ripresa.
La prima azione del match è di marca lombarda.
Al 15’, sugli sviluppi di una punizione, Arcidiacono non inquadra lo specchio della porta.
Quattro giri di lancette e Tunesi, dalla distanza, manda a lato.
Arrivati alla mezzora ci prova Occhipinti ma la mira non è quella giusta.
Dopo Chiemerie ci prova di testa e con un tiro ma Uva è attento.
Prima del riposo, De Angelis conclude di poco alto.
Si torna in campo e Balesini di testa non è preciso.
Al 9’ Giacona calcia centralmente.
Passano nove minuti e De Angelis con una pregevole conclusione colpisce il palo.
Sull’altro fronte arriva il gol del sorpasso.
Su situazione di corner la palla arriva sottomisura a Balesini che insacca.
Il Borgosesia spinge ma non riesce a trovare la via del gol.
Ci provano prima Giacona (fuori) e poi Tobia (parata di Tanzi).
A ridosso del 90’, Gilli fa sponda per Tobia che da buona posizione alza troppo la mira.
La gara si chiude così con la vittoria ospite.
Redazione di Vercelli