VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

E’ bello riproporre qui un articolo ripreso dal nostro archivio, che fa toccare con mano meglio di mille parole un’idea che non deve essere esiliata.

Senza nessun cedimento a nostalgie, né idealizzazioni oniriche di tempi che furono: semplicemente richiamando la testimonianza vera di persone che furono punti di riferimento.

L’articolo – oltre i contenuti – parla di due personalità della Sinistra politica, dirigenti del Partito Comunista Italiano, Piero Besate ed Irmo Sassone, che abbiamo avuto il privilegio di conoscere e – pur nella grande distanza anagrafica – ascoltare, dialogando con loro in qualche occasione.

In particolare di Piero Besate dirà l’atteso incontro in programma il prossimo 28 marzo.

La testimonianza di chi scrive è quella di un ragazzo che si affacciava alla politica, da posizioni differenti e – dati i tempi – non facilmente conciliabili e, anzi, inevitabilmente condizionate da contesti sia internazionali, sia nazionali, entro i quali, tuttavia, la radicalizzazione delle posizioni non riusciva a negare, né sopprimere, le emergenti esigenze di un “confronto” difficile, quanto ineludibile e che solo alcuni anni dopo avrebbe visto nelle figure di Enrico Berlinguer e di Aldo Moro interpreti idonei a rappresentarne le ragioni, ad indicarne i percorsi lungo un crinale stretto, ma possibile.

Di quei giorni mi piace ricordare qualcosa che – almeno, spero – credo abbia portato un grande contributo alla mia crescita “pre-politica”, cioè la capacità di queste due eminenti personalità di dialogare nel rispetto delle opinioni dell’altro, quasi sollecitando l’espressione di quelle opinioni, anche se l’ “altro” era soltanto un ragazzo: mai un cedimento demagogico, mai il ricorso a dogmi (pur nei tempi in cui si sentiva spesso dire delle “due Chiese”), mai la demonizzazione dell’avversario quando il confronto toccava i punti maggiormente difficili da conciliare.

Così volentieri ci apprestiamo ad ascoltare queste testimonianze sulla vita e l’opera di Piero Besate, “un comunista”, nella speranza che possano ritrovare ascolto, dilatarsi in echi e risonanze capaci di  ripristinarne la fecondità.

***

“Un arcobaleno lungo tutto il cielo”.
Storia di Piero Besate, comunista italiano,
uomo del popolo
 

Fondazione Culturale Rinascita – Vercelli E.T.S. e Istorbive presentano il volume

“Un arcobaleno lungo tutto il cielo”. Storia di Piero Besate, comunista italiano, uomo del popolo,

realizzato con il coordinamento scientifico di Bruno Ferrarotti e contenente saggi di Ezio RobottiBruno FerrarottiSergio Negri e Lina Besate.

L’iniziativa si terrà venerdì 28 marzo 2025, a Vercelli, nella Sala Soms in via Francesco Borgogna 34, alle ore 17. Interverrà, insieme agli autori dei saggi, l’onorevole Federico Fornaro.
L’ingresso è libero.

Il libro ha per titolo un verso della canzone popolare “Arcobaleno di pace”, scritta da Piero Besate e cantata dalle mondariso vercellesi durante il lavoro in risaia. Un titolo poetico, simbolico, legato a una significativa storia di battaglie politiche e sindacali che costituiscono il contesto locale nel quale vive e opera il compagno Piero Besate, bracciante, sindacalista, dirigente politico e amministratore pubblico.
Piero Besate è stato un uomo del suo tempo. Quanto scritto da Ezio Robotti nel primo capitolo e gli approfondimenti contenuti nei saggi, storicamente documentati, di Sergio Negri e Bruno Ferrarotti, curati da quest’ultimo, ci consentono di delineare con precisione il contesto storico, politico e sociale in cui Besate ha operato nel secondo dopoguerra, come dirigente del movimento sindacale e del Partito comunista italiano, e come amministratore locale e regionale. E dal volume emerge anche l’uomo Besate, il Pierino degli amici e dei compagni, quello intriso di cultura, l’amante della poesia, di quel romanticismo della speranza, così ben raccontato e cantato nei suoi scritti e nelle sue canzoni. Sentimenti questi ben custoditi ed espressi, a chiusura del libro, dalla figlia Lina nello scritto “Il canto di Rosa”.

Santhià, rinomata per il suo Storico Carnevale, ha ospitato una serie di eventi spettacolari domenica 2 marzo, dando il via a uno degli appuntamenti più attesi dell’anno.

La giornata è cominciata con una coloratissima sfilata che ha attraversato le vie cittadine, incantando il pubblico con maschere, gruppi e bande musicali.

Uno dei momenti clou è stato l’arrivo di Gianduja, figura iconica del Carnevale piemontese.

Nel pomeriggio, si è tenuto il Primo Corso Mascherato, un vero trionfo di colori e creatività con oltre 2000 partecipanti.

Tra i protagonisti di questa straordinaria processione c’erano 10 Carri Allegorici, 10 Gruppi Mascherati a piedi, 2 Bande Musicali santhiatesi e il Corpo Pifferi e Tamburi.

La serata si è conclusa con un grandioso spettacolo pirotecnico, seguito dal Veglione carnevalesco a tema Anni ’90, con la special guest Nathalie Aarts.

Un evento che ha richiamato numerosi appassionati e curiosi, pronti a ballare e divertirsi fino a tarda notte.

I prossimi appuntamenti

Ma il Carnevale di Santhià non si ferma qui. La festa continua oggi, lunedì 3 marzo con la tradizionale Colossale Fagiolata alle ore 12 in Piazza Zapelloni.

Ben 20.000 razioni di fagioli, accompagnate da pane e salame, saranno distribuite ai partecipanti.

È un’occasione imperdibile per gustare la rinomata gastronomia locale.

Nel pomeriggio, alle 16, il Palacarvè ospiterà il Gran Ballo dei Bambini.

La giornata si concluderà nuovamente con un Veglione carnevalesco, questa volta animato dai Just4Deejays, presso lo Spazio Eventi di Via Montebianco 24.

Il Gran Finale

Martedì 4 marzo segnerà la chiusura dei festeggiamenti con una serie di grandi eventi.

Alle ore 10 si terranno i tradizionali “Giochi di Gianduja” e nel pomeriggio alle 14..30 si terrà il Terzo Corso Mascherato con la proclamazione dei vincitori.

La conclusione ufficiale del Carnevale avverrà alle ore 22 in Piazza Roma con il Rogo del Babaciù che segna la fine simbolica delle celebrazioni.

Il Carnevale Storico di Santhià si conferma anche quest’anno come un evento imperdibile, un tripudio di tradizioni, musica e divertimento che coinvolge l’intera comunità e i visitatori. Non perdete l’occasione di partecipare a questa festa unica che unisce passato e presente in un’esperienza indimenticabile.

La fotogallery è a cura di Gian Franco Gozzi.

Per restare sempre aggiornato sui contenuti offerti

da VercelliOggi.it aderisci ai nostri Canali Social:

Iscriviti alla nostra pagina Facebook

e al nostro Gruppo pubblico di Facebook

al nostro account di Instagram

al nostro canale di Whatsapp

al nostro canale Telegram

Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume

Tra gli obiettivi statutari e strategici della Fondazione occupa un posto d’onore la costruzione di un legame solido con le nuove generazioni, tanto di artisti quanto di spettatrici e spettatori.

Al centro delle riflessioni e dei progetti vi è l’impegno a costruire una connessione con il pubblico di oggi e di domani a partire da un’alleanza strutturale tra settore culturale e settore educativo.  Alla programmazione serale si affiancano quindi rassegne per famiglie e percorsi didattici pensati per l’infanzia e l’adolescenza.

Grazie alle rassegne di teatro scuola le arti performative si mescolano alla didattica e diventano strumento di apprendimento.

Abbiamo raccontato questo  legame attraverso le parole degli alunni e dei docenti delle scuole primarie venuti al Teatro Alfieri per assistere a L’usignolo e l’imperatore della Fondazione TRG. Lo spettacolo fa parte di un ricco cartellone di proposte per le scuole di ogni ordine e grado che prosegue fino a maggio.

Proprio il racconto teatrale ispirato alla fiaba di Hans Christian Andersen sarà ancora in scena l’8 marzo a Ceva e il 16 marzo con una doppia replica a Savigliano.

Un altro terreno di incontro tra il giovane pubblico e i linguaggi della scena è rappresentato dalle rassegne di teatro per famiglie, costruite di concerto con le amministrazioni locali e con la collaborazione della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani.

Sui palchi della regione si alternano prosa, musica, teatro di figura e teatro d’ombre, circo e danza contemporanea. T

ra i prossimi appuntamenti il trittico di circo contemporaneo Eccezione (21 e 22 febbraio a Ceva), Piccoli principi e principesse ispirato al libro di Antoine de Saint-Exupéry (22 febbraio Mondovì), il racconto danzato delle avventure di Pinocchio in Storie di un burattino (23 febbraio a Cuneo), lo spettacolo di burattini e marionette A spasso con Sandrone (2 marzo a Tortona) e il concerto circense Sonata per tubi (9 marzo a Novi Ligure) che trasforma in strumenti musicali gli oggetti di scena.

Tra gli spazi di interazione tra  realtà teatrale e scolastica c’è poi il progetto Playtime Esercizi per un futuro possibile, ideato in collaborazione con l’impresa sociale Stranidea e rivolto alle scuole secondarie di secondo grado, il progetto è giunto quest’anno alla sua terza edizione.

Il dialogo tra teatro e scuola si articola in una serie di incontri di carattere laboratoriale attorno ad un tema  ispirato da uno spettacolo in cartellone nelle stagioni comunali.

L’edizione 2025 di Playtime è legata allo spettacolo Questo lavoro sull’arancia di Marco Augusto Chenevier, in scena dal 14 al 17 aprile tra Venaria, Cuneo, Saluzzo e Mondovì.

(L’usignolo e l’imperatore ph Giorgio Sottile)

Per restare sempre aggiornato sui contenuti offerti

da VercelliOggi.it aderisci ai nostri Canali Social:

Iscriviti alla nostra pagina Facebook

e al nostro Gruppo pubblico di Facebook

al nostro account di Instagram

al nostro canale di Whatsapp

al nostro canale Telegram

Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo

Periodo di intenso lavoro per don Enzo Sala, il nuovo parroco di Borgosesia, che sta ponendo le basi per inserirsi a pieno titolo nella comunità. Classe 1953, originario di Domodossola, il sacerdote arriva con una filosofia ben chiara: “Punto molto sul primato delle relazioni“. Per lui, il rapporto interpersonale e l’esempio concreto sono elementi fondamentali della sua missione pastorale.

Per comprendere meglio il percorso che ha portato don Enzo a Borgosesia, bisogna ripercorrere le tappe della sua vita. “Ho frequentato le scuole elementari a Goglio, poi le medie a Baceno, Gozzano e San Benigno Canavese, dove ho seguito anche un percorso tecnico” racconta.

Prima della vocazione, il suo cammino professionale lo ha visto impegnato per tre anni come elettricista, ma con una grande passione per la musica: “Suonavo la pianola in due gruppi, i Veneri 13 e i Figli del Vento, e cantavo nel coro ossolano Halleluja“.

La chiamata al sacerdozio si è manifestata già dopo la Prima Comunione, ma è a 19 anni che prende forma concretamente con l’ingresso in Seminario.

Nel 1975 mi sono diplomato e ho poi affrontato cinque anni di studi in Teologia“, fino all’ordinazione avvenuta a Novara il 21 giugno 1980.

Da allora, don Enzo ha svolto il suo ministero in diverse comunità: prima come coadiutore a Crusinallo e parroco di Montebuglio, poi a Cosasca e Trontano, insegnando anche al Liceo Scientifico Giorgio Spezia di Domodossola. Successivamente ha guidato la parrocchia di Romentino per dieci anni, e dal 2008 fino a oggi ha servito le comunità di Gozzano, Bolzano Novarese e Vacciago.

Ora inizia un nuovo capitolo a Borgosesia. “Ogni cambiamento porta con sé emozioni forti: ricordo perfettamente le prime e ultime notti in ogni luogo dove sono stato. Ora sto conoscendo la nuova comunità e sono stato accolto molto bene“.

Al centro del suo operato rimane sempre la dimensione spirituale: “Chiedo al Signore di darmi la salute per svolgere al meglio il mio servizio. Sono molto devoto alla Madonna di Fatima e gli ex parrocchiani di Gozzano mi hanno donato una sua statua, che porterò con me con grande affetto“.

Per don Enzo, la Fede deve essere vissuta in modo autentico e coerente: “Ciò che fai vale più di quello che dici o scrivi. Dobbiamo essere noi parroci i primi a essere felici, perché la gioia è testimonianza. La Fede va mantenuta viva come una fiaccola“.

Fondamentale per lui anche il tema dell’integrazione: “Viviamo in una società multietnica e multireligiosa, dobbiamo essere uniti nella diversità. La preparazione della Messa non si riduce solo all’omelia, ma è un percorso di crescita e condivisione“.

Guardando al futuro, don Enzo si affida alla Provvidenza: “La speranza non delude. Ho avuto la gioia di vedere nascere vocazioni nei luoghi in cui ho operato, e questo è il segno che la preghiera ha un ruolo centrale. Ricordiamoci sempre che ci vuole tutta una vita per capire che siamo niente“.

Con queste premesse, la comunità di Borgosesia si prepara ad accogliere un parroco che fa della vicinanza e dell’ascolto i pilastri del suo ministero.

 

Per restare sempre aggiornato sui contenuti offerti

da VercelliOggi.it aderisci ai nostri Canali Social:

Iscriviti alla nostra pagina Facebook

e al nostro Gruppo pubblico di Facebook

al nostro account di Instagram

al nostro canale di Whatsapp

al nostro canale Telegram

Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede

Questo è un contenuto premium riservato agli abbonati.

Non sei ancora abbonato?

Abbonati!

Sei già abbonato? Accedi

Posted in Riservato abbonati, Vercelli Oggi

Questo è un contenuto premium riservato agli abbonati.

Non sei ancora abbonato?

Abbonati!

Sei già abbonato? Accedi

Posted in Lo Sport, Riservato abbonati

Questo è un contenuto premium riservato agli abbonati.

Non sei ancora abbonato?

Abbonati!

Sei già abbonato? Accedi

Posted in Cronaca

Questo è un contenuto premium riservato agli abbonati.

Non sei ancora abbonato?

Abbonati!

Sei già abbonato? Accedi

(giancarlo guidetti) – Anche in questo 2024, come ogni anno, si rivive ad Oropa il rito della pulizia della sacra effige della Madonna Nera.

L’appuntamento è per il sabato che precede la festa della Presentazione di Gesù al Tempio (21 novembre) e così l’altro ieri, sabato 16 novembre, dalle 14,30 alle 16,30, centinaia di fedeli hanno voluto essere presenti per partecipare a questo momento che ha – come a suo tempo sottolineato dal Rettore del Santuario, Don Michele Berchi – un duplice significato: ”Noi togliamo la polvere dalla tua statua, tu toglila dalla nostra vita”.

Una invocazione alla Vergine, profondamente e sinceramente amata qui ad Oropa e – citando Romano Guardini – il Rettore quest’anno ha chiosato:” Nell’esperienza di un grande amore – ha scritto Romano Guardini – tutto il mondo si raccoglie nel rapporto Io-Tu, e tutto ciò che accade diventa un avvenimento nel suo ambito. L’elemento personale a cui in ultima analisi intende l’amore e che rappresenta ciò che di più alto c’è fra le realtà che il mondo abbraccia, penetra e determina ogni altra forma: spazio e paesaggio, pietre, alberi, animali”.

Così, seguendo il parallelismo, nel grande amore che c’è tra i pellegrini e la Madonna di Oropa, questo piccolo gesto rafforza la fede e la devozione, è una carezza che vogliamo dare alla Madonna, per riceverla da Lei.

Il nostro filmato mostra alcuni momenti di questa singolare “visita” alla Madonna Nera, riprendendo anche alcuni momenti delle operazioni di pulizia.

La statua viene asportata dalla nicchia alla quale di solito guardiamo per venerare la Vergine, deposta sulla mensa dell’altare, liberata dal manto e quindi pulita con panni di lino.

È stato redatto verbale nel quale si dà atto che il panno usato per pulire il viso della S. Madre e del Bambino è rimasto immacolato; il panno sarà poi esposto a fianco dell’altare.

Mentre non è stato così per il panno usato per pulire il vestito.

I fedeli accompagnano con i canti e la preghiera lo svolgersi di queste operazioni, concluse le quali il Rettore impartisce la benedizione finale.

 

Posted in Pagine di Fede

Questo è un contenuto premium riservato agli abbonati.

Non sei ancora abbonato?

Abbonati!

Sei già abbonato? Accedi

Posted in Cultura e Spettacolo, Mondi Vitali