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Sabato 17 Maggio presso Aula Conventuale della Cripta del S. Andrea ci sarà la seconda edizione della serie di Convegni “Dal sintomo alla diagnosi” organizzati dal Prof. Alessandro Stecco della struttura a direzione universitaria di Radiodiagnostica dell’ASL Vercelli.
Occasione importante di formazione ed aggiornamento, per ora rivolta soprattutto ad un pubblico di addetti ai lavori, ma non mancherà prossimamente, presso l’Aula magna dell’Ospedale S.Andrea di Vercelli, una “traduzione” dell’argomento accessibile a tutti, soprattutto alle famiglie che possono trovarsi alle prese con un caso di ictus ischemico.
Dapprima, però, l’appuntamento di sabato 17 maggio.
Questi eventi sono nati con l’intento di stringere al massimo la collaborazione tra gli Specialisti in Radiologia, i Medici Di Medicina Generale e gli Specialisti delle branche interessate, assieme alle Professioni Sanitarie, in un percorso avviato già in precedenza dalla Radiologia di Novara diretta dal Prof. Alessandro Carriero, anche con iniziative editoriali e corsi mirati
Parteciperanno molti Primari sia dell’ASL Vercelli, sia del Maggiore di Novara e di altri Ospedali Piemontesi, esponenti della Direzione medica e delle professioni sanitarie oltre a molti Professori Universitari dell’Università del Piemonte Orientale
Dopo i saluti delle Autorità, l’argomento al centro di questo evento sarà una lettura iniziale sul tema
appropriatezza prescrittiva e liste di attesa, inquadramento dei percorsi di diagnosi e terapia e le ultime evidenze in tema, per poi parlare a tutto tondo dell’ictus ischemico.
Parteciperanno tutti coloro che intervengono sia a livello regionale che nel percorso stesso del paziente nelle prime fasi, dai sintomi iniziali fino alle terapie avanzate, al centro del convegno radiologico il fondamentale accertamento Tac in urgenza , oltre ai percorsi di Set 118 e di recupero e riabilitazione funzionale nel territorio
Perché attribuire tanta importanza ad un tema come quello dell’ictus?
Perché è la terza causa di morte in Italia e la prima causa di invalidità che colpisce annualmente 200.000 persone, con gravi conseguenze di disabilità per i sopravvissuti.
Si calcola che l’invalidità di chi supera la fase acuta e sopravvive per un tempo medio di 10 anni determina una spesa di costo socio sanitario intorno ai 100.000 euro oltre ai costi familiari sui caregiver
Di contro, l’ictus ischemico è una malattia spesso curabile, a patto di arrivare in ospedale entro le prime ore, possibilmente entro la prima ora e mezza, in generale entro le 3-4 ore dall’insorgere dei primi sintomi in alcuni rari casi anche dopo.
Molti Paesi, Italia compresa, stanno perciò svolgendo campagne di informazione sanitaria rivolte ai cittadini.
L’ictus ischemico anche denominato “stroke” (colpo, traduzione di ictus), è un’emergenza tempo dipendente che vede un percorso diagnostico e terapeutico regionale con una rete basata su Dea e Stroke Unit delle Neurologie, e strutture di Radiologia / Neuroradiologia Interventistica.
Nella fase successiva, molto importante il ruolo dei percorsi di recupero e riabilitazione funzionale con i fisiatri e fisioterapisti.
Il programma prevede interventi sui percorsi, sull’appropriatezza prescrittiva, sull’organizzazione tra ospedali diversi anche riguardante il 118 e i trasporti secondari.
Ai primi sintomi occorre non perdere tempo, il tempo è fondamentale per avere una terapia che possa ridurre la disabilità successiva o il rischio di morte
Quali sono i sintomi di allarme?
Paralisi facciale, di un arto, blocco della parola, se avvengono improvvisamente sono sintomi e segni che devono allertare subito il paziente e il proprio medico curante.
Perchè occorre non perdere tempo?
In caso di ictus ischemico cerebrale, occludendosi un’ arteria non arriva più sangue, e quindi ossigeno, a una quota parte del cervello, in quella sede ogni secondo vengono persi 32.000 neuroni, 1,9 milioni di neuroni muoiono ogni minuto e 120 milioni ogni ora.
Questi dati derivano da studi che quantificano la perdita neuronale durante l’ischemia cerebrale, dove l’interruzione del flusso sanguigno provoca un danno progressivo e irreversibile.
Ogni ora persa, morendo 120 milioni di neuroni ogni ora, il cervello viene danneggiato irreversibilmente con disabilità progressivamente più severa e “invecchia” di 3,6 anni
Il concetto “il tempo è cervello” sottolinea l’urgenza di intervenire entro le prime 4,5 ore dall’esordio dei sintomi per applicare terapie come la trombolisi o la trombectomia meccanica
La diagnosi precoce dell’ictus ischemico cerebrale è quindi un fattore determinante per ridurre mortalità e disabilità permanenti.
Ogni minuto guadagnato nell’identificazione dei sintomi e nell’avvio delle terapie incrementa significativamente le possibilità di recupero.
Il senso di questo convegno è quello di aumentare la consapevolezza e la collaborazione reciproca di tutti gli operatori sanitari per ottimizzare i percorsi
Importanza della diagnosi precoce
L’ictus ischemico si verifica quando un’arteria cerebrale viene occlusa da un trombo o da un embolo proveniente dal cuore o da una placca aterosclerotica carotidea, privando il tessuto cerebrale di ossigeno. Intervenire entro 90 minuti dall’esordio dei sintomi riduce la mortalità del 26% e limita le complicanze emorragiche.
Le strategie terapeutiche, come la trombolisi e la trombectomia meccanica, richiedono una selezione accurata in urgenza dei pazienti mediante tecniche di imaging avanzate, tra cui Tac, angio –Tac e Tac perfusionale.
La Tac senza mezzo di contrasto è il primo esame eseguito in urgenza per distinguere l’ischemia dall’emorragia, grazie alla sua rapidità e accessibilità.
Questo esame permette di identificare segni precoci come l’ipodensità del tessuto ischemico o l’iperdensità dell’arteria cerebrale media, indicativa di un’occlusione tromboembolica.
***
Come abbiamo anticipato, l’incontro è rivolto soprattutto alla fruizione di “addetti ai lavori”, sicchè non è fuori luogo uno sguardo ad una parte più specialistica.
Terapie disponibili che si eseguono al DEA, in Neurologia o in Radiologia interventistica
Le opzioni terapeutiche si dividono in:
- Trombolisi sistemica: somministrazione endovenosa di attivatore tissutale del plasminogeno (tPA) entro 4.5 ore dall’insorgenza dei sintomi. L’efficacia è massima se il trattamento inizia entro i primi 90 minut
- Trombectomia meccanica: rimozione del coagulo mediante catetere, indicata per occlusioni di grandi vasi (es. arteria cerebrale media). Deve essere eseguita entro 6-24 ore dall’ictus, a seconda della valutazione imaging.
- Terapia anticoagulante/antiaggregante: utilizzata per prevenire recidive, specialmente in pazienti con fibrillazione atriale o stenosi carotidea.
Ruolo della Radiologia: Tac, angio – Tac e Tac perfusionale
Tac standard
È l’esame iniziale per escludere un’emorragia e identificare segni diretti/indiretti di ischemia. Fornisce informazioni essenziali per decidere l’idoneità alla trombolisi.
Angio -Tac
Valuta la vascolarizzazione cerebrale, identificando occlusioni di grandi e medi vasi (es. arterie cerebrali anteriori, medie). È cruciale per:
- Confermare la presenza di un embolo
- Pianificare l’accesso vascolare durante la trombectomia meccanica.
- Escludere anomalie come aneurismi o malformazioni arterovenose che controindichino terapie aggressive.
Tac perfusionale
Analizza il flusso sanguigno cerebrale, distinguendo tra:
- Core ischemico: tessuto già necrotico, non recuperabile.
- Penombra ischemica: area ipoperfusa ma ancora vitale, suscettibile di salvataggio con riperfusione[5].
Questo esame guida la selezione dei pazienti per trombectomia oltre le 6 ore, estendendo la finestra terapeutica in presenza di penombra estesa.
Selezione dei pazienti per trombectomia meccanica
La combinazione di angio-TAC e TAC perfusionale ottimizza la scelta dei candidati:
- Angio -Tac identifica l’occlusione di un vaso di grande calibro (condizione necessaria per la trombectomia).
- Tac perfusionale quantifica il rapporto core/penombra, garantendo che il tessuto salvabile superi quello già danneggiato.
Studi recenti dimostrano che questa strategia migliora gli esiti funzionali del 50% nei pazienti trattati entro 24 ore dall’ictus.
In sintesi, l’integrazione tra diagnosi tempestiva, terapie mirate e imaging avanzato rappresenta il cardine della gestione dell’ictus ischemico. L’uso coordinato di Tac, angio -Tac e Tac perfusionale massimizza l’efficacia degli interventi, trasformando un’emergenza neurologica in una condizione trattabile con successo.
⁂
Di alto livello gli autori degli interventi. Ecco una sintesi del programma.
Si inizia con l’introduzione di Alessandro Stecco alla quale segue la
Lettura Magistrale dal significativo titolo:
Dal Sintomo alla Diagnosi, il Radiologo a contatto con il Medico di Famiglia a cura di Alessandro Carriero e Giovanni Scarrone.
Poi gli argomenti specifici.
I Sintomi: emiparesi e afasia Fabiana Tesser; Neuroimaging Diagnostico Ictus, il contrasto, le tecniche avanzate a cura di Paolo Vaudano
Ictus: le linee guida per la terapia; interviene Paolo Cerrato Reti tempo dipendenti e PDTA con Franco Ripa.
Rapporti cuore-cervello nell’ictus: casi emblematici e take home points Fabrizio Ugo.
Si annuncia poi di grande interesse la
tavola rotonda sul tema
Modelli Organizzativi: Casa, 118, DEA, percorso intraospedaliero, dimissioni sul territorio.
Moderatore: Marco Invernizzi. Intervengono: Aldo Tua, Roberto Gioachin, Germano Giordano, Scipione Gatti, Monica Gasparini, Secondo Barbera, Annalisa Tomagra, Lia Rusca, Giovanni Fortuna.
Seguirà, dopo una breve interruzione per il pranzo, un altro importante confronto a più voci con la
tavola rotonda sul tema: Ictus e Radiologia Ospedali Spoke, facciamo il punto.
Moderatori: Paolo Fonio, Alessandro Carriero, Andrea Veltri. Intervengono: Alessandro Depaoli, Giulio Salmè, Marco Busso, Roberto Tranchini, Giuseppe Minetti, Stefano De Bernardi, Alessandra Ferrari, Annalisa Oppezzo.
Ci si avvia poi alla conclusione con l’esame di alcuni casi clinici.
Appuntamento dunque sabato 17 maggio alle ore 8,30 presso la cripta della Basilica S.Andrea.
Sui fatti di Borgo Vercelli il comunicato della Questura.
***
La Squadra Mobile di Vercelli ha eseguito, su disposizione della Procura di Vercelli, il fermo di indiziato di delitto per il reato di tentato omicidio a carico di un cittadino dominicano di 25 anni, regolare sul territorio nazionale e privo di precedenti segnalazioni, ritenuto responsabile di aver attinto, con almeno tre fendenti all’addome, lo scorso 13 aprile, un addetto alla sicurezza della discoteca “Globo” di Borgo Vercelli.
Gli investigatori, a seguito di elaborate attività d’indagine, incrociando le immagini di videosorveglianza presenti all’interno dell’esercizio con ulteriori elementi di riscontro elettronici, sono riusciti ad individuare il soggetto sospettato della brutale aggressione.
Sono tutt’ora in corso ulteriori approfondimenti investigativi volti a chiarire l’esatta dinamica dell’aggressione e le motivazioni ad essa sottese.
A fronte della indiscutibile gravità dell’aggressione a mano armata, che non può trovare alcuna giustificazione e che ha, per questo, impegnato ininterrottamente per più giorni gli investigatori, si deve, purtroppo, rilevare che il comportamento tenuto dal gestore dell’esercizio, teatro dei fatti, non è stato connotato dal proclamato spirito collaborativo e che per poter accedere ai filmati integrali delle telecamere di videosorveglianza si è dovuti giungere ad un decreto di sequestro del server emesso dall’Autorità Giudiziaria.
Dal contenuto dei filmati inizialmente non consegnati, infatti, è emersa una complessiva gestione della situazione di criticità provocata dall’odierno fermato poco professionale, caratterizzata da uno sproporzionato uso della forza da parte degli addetti alla sicurezza del locale.
Tale gestione ha determinato una situazione di grave e concreto pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica e per l’incolumità degli altri avventori, in gran parte giovanissimi, sulla quale la Polizia di Stato è potuta intervenire solo a seguito della segnalazione dell’avvenuto accoltellamento, in assenza di precedenti allertamenti.
Questi fatti hanno indotto, unitamente alla valutazione del comportamento non collaborativo del gestore ed al riscontro di alcune irregolarità amministrative in ordine alla abilitazione all’esercizio di attività di addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo, all’adozione di un provvedimento di sospensione della licenza di esercizio dell’attività per gg. 30, ai sensi dell’art. 100 del T.U.L.P.S..
È doveroso, infine, rilevare che l’odierno fermato è, allo stato, solamente indiziato di delitto e che la sua posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo l’emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato in ossequio al principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza.
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Redazione di Vercelli
Si è svolta a Roma l’Assemblea elettiva di Confcommercio-Imprese per l’Italia, che ha confermato Carlo Sangalli alla guida della Confederazione per il quinquennio 2025 2030.
L’Assemblea ha nominato i rappresentanti delle Associazioni territoriali e delle Federazioni di settore che andranno a comporre il Consiglio Confederale, confermando la presenza di Ascom Confcommercio Vercelli, con l’elezione del Presidente Angelo Santarella nel ruolo di Consigliere; Santarella così commenta:
“Sono particolarmente soddisfatto di essere stato nominato nel Consiglio Confederale.
Le motivazioni che mi hanno spinto a candidarmi sono principalmente due: da un lato come commerciante mi sento di rappresentare volontariamente una categoria per la quale sono particolarmente appassionato, e dall’altro, per il prossimo quinquennio potrò portare ai livelli più alti le istanze di tutti quegli imprenditori che fanno impresa nelle categorie del commercio turismo e servizi, e poter star vicino a loro e dare delle risposte in un momento come questo, che non amo chiamare difficile, ma sicuramente di forte cambiamento e trasformazione.
Il nostro territorio come tutte le piccole province ha bisogno del commercio e delle piccole e medie imprese per rimanere attrattivi verso le nuove generazioni, quindi mai come ora c’è bisogno di fare squadra e restare compatti per far sentire la voce di una categoria che ha fatto e farà la storia del nostro Paese.
Certamente ci aspetta una grande sfida ma anche delle grandi opportunità, e quindi mi auguro di essere, insieme alla squadra dell’ASCOM di Vercelli, pronto a guidare tutti quelli che fanno impresa nel commercio, e soprattutto le nuove generazioni che inizieranno nuove attività”.
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