E’ sempre vivo l’amore del popolo di Dio per San Giovanni Bosco.
Anche perché sempre attuale il suo magistero, sempre necessario alla vita delle comunità locali, delle persone, il suo carisma educativo, di cui ora sono testimoni i suoi figli e figlie della Famiglia Salesiana.
Soprattutto, sempre grande il vuoto di carità da colmare, in una società che – al di là del progresso e di un benessere più diffuso di quanto fosse ai suoi tempi – è sempre segnata dallo stigma delle diseguaglianze, della negazione della centralità della persona: come allora, nei processi produttivi, non meno che nelle condizioni esistenziali.
Don Bosco avrebbe tanto da fare, se fosse con noi oggi: di questo non c’è dubbio.
E proprio per questo è forse più utile, anziché cercare di “ripetere”, come se fosse possibile procedere con un navigatore, i passi che compì allora il Santo del Valdocco, tentando di conformare la realtà di oggi a quella di allora; è forse più utile domandarci, di fronte alle tante situazioni che ci interpellano, alla forme vecchie e nuove di povertà, marginalità, anche povertà educativa, di riduzione della persona a monade persa nell’isolamento di una “connessione” che priva di relazione autentiche, figuriamoci fraterne, tra le persone; è dunque forse più utile domandarci: cosa farebbe, come si comporterebbe, cosa ci potrebbe dire Don Bosco se fosse con noi oggi?
Domande solo apparentemente destinate a restare senza una risposta “verificabile”, perché sono domande alle quali non manca di rispondere lo Spirito Santo, soprattutto se lo si incontra nella preghiera.
Il nostro video, messo a repertorio oggi, festa di San Giovanni Bosco, al Belvedere, offre integrale la bellissima omelia dettata dall’Arcivescovo, Mons. Marco Arnolfo, che ha presieduto la Celebrazione, invitato dal Parroco Don Claudio e da tutta la Comunità salesiana.
Il Presule ha proposto l’episodio che stupì San Giovanni Bosco: vedendo un uomo povero che campava proponendo l’esibizione dei suoi canarini ammaestrati, restò colpito dalla pazienza che dovette avere quella persona semplice, per insegnare alle bestiole esercizi che parevano interpretare un copione.
Merita ascoltare e meditare le parole dell’Arcivescovo.
Se ce l’hanno fatta i canarini, a recepire un insegnamento, possiamo farcela anche noi; anche se la lezione di Don Bosco è esigente.
E’ semplice, perché è la lezione dell’Amore, ma proprio per questo è esigente, richiede di aprire la porta del nostro cuore allo Spirito.
La Celebrazione, seguita con partecipazione viva e composta da tante persone delle tre Parrocchie che costituiscono la Comunità Pastorale 18 (Sant’Antonio all’Isola, Santa Cecilia a Caresanablot e, appunto, Sacro Cuore al Belvedere), ha seguito i canoni tradizionali che comprendono anche la benedizione del pane e quella ai fedeli, impartita con l’ostensione della Reliquia del Santo.
Sempre nel video, il bellissimo dialogo tra l’Arcivescovo ed i ragazzi.
La Liturgia è stata animata dalla Corale parrocchiale diretta dalla Signora Antonella Ganzaroli, all’organo il Maestro Marco Pultronaggio.
Ora vi lasciamo con il video e la gallery.