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VERCELLI - Per l'ultimo saluto a Simona Pomati Beltramino in Vitale, Cattedrale gremita - Qui in video le struggenti testimonianze di Maurizio, del marito Massimo e dell'amica Maggie - La gente ascolta in un silenzio irreale - Parlano le lacrime che segnano tanti volti -

Ciascuna delle tre testimonianze udite stamane in Duomo a Vercelli, è qualcosa destinata a restare: a restare non soltanto nella vita di una famiglia, nell’ambito di relazioni di amicizia così duramente provate in quest’ora grave.

E’ destinata a restare nel vissuto dell’intera città che è confluita qui in Cattedrale per le esequie di Simona Pomati Beltramino in Vitale, nel vissuto di tante persone, certo desiderose di ascoltare parole così.

La gente che era qui stamane ha voluto, a sua volta, dire qualcosa, ma ha affidato il messaggio non alle parole, bensì alle lacrime che, silenziose, hanno segnato tanti volti.

Quante cose sanno dire le lacrime.

La Liturgia si snoda nel canone consueto, capace di dare un po’ di pace al cuore dolente di chi è nella prova.

Sono sette i Sacerdoti che hanno desiderato concelebrare e l’omelia è stata dettata dal Parroco della Cattedrale, Mons. Giuseppe Cavallone: come sempre densa di contenuti, affidati però ad un’esposizione semplice, che cerca di rendersi accessibile a tutti.

Poi la Comunione e, subito dopo, la parola passa a tre persone che hanno contato molto per Simona, almeno quanto Simona abbia contato per loro.

C’è Maurizio, che parla da padre.

C’è l’amica Maggie.

Ma c’è, soprattutto, il messaggio davvero struggente di Massimo, il marito di Simona.

Le ha preparato una lettera che si rivela anche una grande lezione per tutti noi.

Certamente lui non l’ha concepita così, come una lezione.

Lui ha voluto dirle cose impossibili da razionalizzare nelle ore, surreali e severe, drammatiche, che colgono tutta la nostra minorità, prima del commiato terreno, quando siamo al cospetto di una realtà fino a poco prima nemmeno immaginabile; quando è la stessa Simona ad avvertire, in qualche modo, che occorre prepararsi al peggio: come si fa a parlare in quei momenti?

Così la lettera, che pare fare parte di un dialogo anche se, per forza di cose, è ormai un monologo.

Una lettera che, però, illustra significati anche ulteriori a quelli della relazione tra due persone.

Il Lettore che la vorrà ascoltare nel nostro video, letta dall’amico di famiglia Fabrizio, siamo certi che condividerà: è una grande lezione.

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Questa mattina, in Cattedrale, l’ultimo saluto ad una persona che aveva fatto solo del bene.

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