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VERCELLI - Comunità di Sant'Egidio - Preghiera in memoria di Modesta Valenti e di tutte le persone senza fissa dimora che muoiono per la durezza della vita di strada

Nella storia di Modesta si concentrano tanti aspetti di povertà e di abbandono

Vercelli Città

La mattina di sabato 1 marzo la Comunità di Sant’Egidio ha promosso  a Vercelli nella chiesa di San Lorenzo una preghiera “in memoria di Modesta Valenti e di tutte le persone  senza fissa dimora che muoiono per la durezza della vita di strada”.

Vi hanno partecipato alcune persone senza casa, che vivono per strada o sono ospiti del Centro di accoglienza notturna Santa Teresa, insieme ai volontari della Comunità e a tanti amici invitati per l’occasione.

Negli ultimi mesi del 1982, alcuni giovani della Comunità di Sant’Egidio avevano incontrato Modesta Valenti, una donna senza fissa dimora, nei pressi della basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma.

Chiedeva l’elemosina, un po’ timidamente, quasi di nascosto .

Il  31 gennaio 1983 Modesta cominciò a star male e morì presso il binario 1 della stazione Termini di Roma perché l’ambulanza che intervenne si rifiutò di trasportarla in ospedale: troppo sporca, maleodorante e infestata dai pidocchi. rischiava di «contaminare il mezzo», si giustificarono allora gli operatori.

Modesta perse la vita dopo 4 ore di agonia, scatenando l’indignazione dell’opinione pubblica.

La Comunità fu toccata profondamente dalla storia di questa donna fragile, provata dalla vita, morta per il rifiuto, l’abbandono, il disprezzo, che come una congiura si erano stretti attorno a lei fino a farla morire sola.

Nella sua storia sembravano concentrarsi tanti aspetti di povertà e di abbandono, fino a farne una vera e propria martire dell’indifferenza”.

Per questo, ogni anno, a Roma e in diverse città italiane, nell’anniversario della sua morte la Comunità di Sant’Egidio celebra il ricordo di Modesta e di tutte le persone senza dimora che, come lei, muoiono per la durezza della vita in strada

A partire da quella dolorosa vicenda, Sant’Egidio ha lavorato perché  tragedie così non avvenissero mai più. Fermarsi, parlare, guardare negli occhi le persone per strada, instaurare un rapporto personale di aiuto e di amicizia, soccorrere nelle necessità: sono i gesti semplici del Buon Samaritano, che colmano l’abisso di indifferenza che circonda la vita e a volte la morte di chi vive per la strada.

Le dimensioni del problema a Vercelli ovviamente  non sono paragonabili rispetto a quelli delle grandi città come Roma, Milano o Torino.

Tuttavia il fenomeno dell’impoverimento sta crescendo anche nelle città di provincia: in quest’ultimo anno anche a Vercelli è aumentato il numero di persone che dormono fuori (all’aperto, in ripari di fortuna o in macchina ) o versano in grave difficoltà economica e rischiano  da un giorno all’altro di finire sulla strada dopo uno sfratto esecutivo

Al termine del pranzo a San Lorenzo è stato offerto a tutti i presenti un pranzo grazie alla generosità di alcuni privati cittadini e della gastronomia Zaccone di via Verdi, del ristorante L’ Angolo di via Paggi 7, della panetteria Scala di corso Matteotti 2 e del negozio Frutta e verdura Sapori di Sicilia di corso Prestinari 63.

Gli amici senza casa sono stati serviti a tavola dai volontari della Comunità e da alcune persone che, dopo aver attraversato momenti di difficoltà e sperimentato la “vita di strada”, ora hanno una casa .

Durante il pranzo si è creato un clima di grande familiarità , con la promessa di incontrarsi ancora e di fare festa insieme: per la Comunità, la sfida è  condividere le difficoltà e le attese di chi è senzatetto, aiutando ciascuno  a costruire per sé un futuro migliore.

E, insieme, far crescere in tutti i cittadini una nuova sensibilità,  più aperta e solidale  alle necessità di questi nostri fratelli e sorelle “invisibili”.

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Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume