C’era una volta la scuola che insegnava le equazioni di secondo grado e i fiumi della Mongolia. E poi c’è la scuola di oggi, che capisce che tra una radice quadrata e una carta geografica, c’è un pezzo di vita vera che merita di essere esplorato con lo stesso rigore: l’affettività.
All’IIS Cavour, con la classe 4^I TUR, hanno deciso che non si può diventare adulti senza saper leggere l’amore, il desiderio, le relazioni.
E così, nell’ambito della rassegna culturale curata da Elena Ferraris e Giulia De Santis, è arrivata la professoressa Maria Elena Michelone, psicoterapeuta, sessuologa e docente, a spiegare ciò che di solito si lascia ai film romantici e alle chiacchiere da bar.
Ma qui niente retorica zuccherosa, solo parole esatte per sentimenti confusi.
Si è parlato di innamoramento e di amore, che non sono la stessa cosa, ma spesso li confondiamo. Di relazioni e delle loro dinamiche, perché non basta piacersi per piacersi a lungo. Dei rapporti sessuali, senza quei pudori ipocriti che rendono l’argomento un tabù proprio quando servirebbe chiarezza.
E alla fine, tra domande, confronti e qualche piccolo imbarazzo, è emerso che la scuola non è solo il luogo in cui si impara, ma anche quello in cui si cresce. Perché se l’educazione serve a costruire il futuro, allora non si può prescindere da chi siamo quando amiamo.
Un progetto che l’Istituto sostiene con convinzione, nella certezza che formare persone consapevoli sia l’obiettivo più alto di ogni scuola che voglia dirsi tale.
E in un tempo in cui troppo spesso si parla di sentimenti solo dopo che sono diventati macerie, forse sarebbe il caso di prendere esempio.
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Redazione di Vercelli