262° Edizione 17 – 18 – 19 – 20 aprile
Ai piedi della Valsesia ogni due anni va in scena un evento unico.
Quello del Venerdì Santo di Romagnano Sesia, che dal 1729, fa rivivere, a chi vi partecipa, la storia della Passione di Cristo. Attori, in costume dell’epoca, rappresentano i momenti salienti della vita di Gesù, attraverso le vie del paese.
Le Sacre Rappresentazioni del Venerdì Santo di Romagnano sono ritenute un pregevole fenomeno di costume del patrimonio culturale del Novarese. In scena con cadenza biennale (anni dispari) si propongono tre giorni di rappresentazioni itineranti di 15 quadri recitati in altrettanti luoghi deputati, trasformano il borgo in una moderna Gerusalemme.
350 attori e comparse, corpo di Legionari romani a cavallo e Veliti a piedi.
Tre processioni storiche al mattino e alla sera del Venerdì Santo.
Le origini: l’ Enterro
La Sacra Rappresentazione di Romagnano Sesia ha origine il 17 aprile 1729, giorno di Pasqua, con l’istituzione della Confraternita del Santissimo Enterro, termine derivante dallo spagnolo entierro, col significato di “sepoltura”, in riferimento al Santo Sepolcro.
Sembra che la Confraternita, presieduta da un priore con nomina annuale, fosse composta di trentatré uomini tra i personaggi più in vista del borgo. La documentazione del Settecento attesta che la sola funzione della confraternita era quella di portare in processione, nella sera di Venerdì Santo, le statue del Cristo morto e della Vergine Addolorata.
Il gioco della veste
All’ inizio del XX secolo viene attestata una prima, semplice sacra rappresentazione avente luogo nella chiesa parrocchiale dopo la processione del mattino. Essa vede la messa in scena del gioco della veste del Cristo da parte degli sgherri sulla Scala Santa, allestita appositamente al cospetto delle statue del Cristo morto e dell’Addolorata. Essa doveva essere una scena piuttosto viva, come attesta una descrizione dei primi del Novecento.
Le processioni del mattino (con il Cristo vivo in catene) e della sera (con il Cristo morto), già dall’ Ottocento, sono di tipo drammatiche, alla presenza di personaggi abbigliati come i personaggi della Passione. Sembra che in questi primi anni del secolo i figuranti siano molti: legionari, veliti, Giuseppe d’ Arimatea, Nicodemo, Erode e giudei.
I più abbienti si procurano armature e vesti adatte, mentre altri affittano costumi teatrali, mentre i ragazzi si truccano alla bell’è meglio da legionari romani, realizzando elmi di cartapesta, armi di legno e costumi con scampoli di stoffa. Ogni anno viene eletto un Governatore che presiede alle celebrazioni.
Ai primi del Novecento i membri dell’ Enterro risultano ridotti in numero e il vescovo è sempre più restio a concedere l’autorizzazione alle due processioni drammatiche.
Il rinnovamento
Nel 1934 il comitato preposto organizza un nuovo Venerdì Santo, che rinuncia all’apparato della Scala Santa e porta sul sagrato della chiesa la rappresentazione della scena del Gioco della veste. Successivamente vengono introdotti l’Ultima cena ed il Tribunale di Pilato, scene rappresentate il pomeriggio del Venerdì.
La rinnovata manifestazione riacquista nuovo interesse e partecipazione, consentendo così di mantenere viva una tradizione altrove andata perduta.
Dopo l’interruzione del periodo bellico, la rappresentazione viene arricchita di nuovi “quadri” della Passione di Gesù Cristo, ispirati alle stazioni della Via Crucis e alle narrazioni dei Vangeli.
I quadri divengono sempre più numerosi, organizzati secondo un percorso itinerante per il borgo, il che accentua la forte corporeità della Rappresentazione e il coinvolgimento emotivo del pubblico, sempre cospicuo.
Va sottolineato che l’antica ritualità delle due processioni del venerdì resta inalterata.
Il Venerdì Santo oggi
Fino agli anni Sessanta il Venerdì Santo ha cadenza annuale, ma la grandiosità della manifestazione, sempre perfezionata durante gli anni, impone al Comitato di stabilire una cadenza biennale negli anni dispari a partire dal 1971.
Negli ultimi anni lo svolgimento della Rappresentazione ha assunto uno corso pressoché consolidato e coinvolge più di trecento tra attori e comparse, vestiti nei costumi dell’epoca dei Vangeli. Le confraternite, come quella dell’ Enterro, oggi svolgono dunque compiti extra liturgici che si risolvono nell’organizzazione dell’evento.
Precedenti e paralleli devozionali
Le origini spagnole del Venerdì Santo di Romagnano Sesia sono ben visibili nel nome della confraternita dell’ Enterro. Il Novarese e la Valsesia facevano parte, fino a pochi anni prima, della fondazione della Confraternita, del Ducato di Milano, il quale rientrava sotto la dominazione spagnola. Fenomeni analoghi, legati a una spiritualità che prevede un forte coinvolgimento emotivo da parte del fedele attraverso una visione concreta dei dolori del Cristo, sono infatti riscontrabili anche in territorio spagnolo.
Rappresentazioni simili venivano svolte fin dal Settecento in molte parrocchie delle diocesi di Novara e Vercelli, oggi per lo più scomparse.
Resta la processione delle Macchine a Vercelli, durante la quale vengono trasportati, la sera del Venerdì Santo, gruppi scultorei raffiguranti scene della Passione.
Inoltre, a Sordevolo (BI), si svolge ogni cinque anni una celebre sacra rappresentazione.
Nell’intervista al Presidente Paolo Arienta tutte le novità di quest’anno.
Presidente Paolo Arienta, la macchina organizzativa è al lavoro. Quali le novità di quest’anno?
Senza esagerare mi sento di dire che la “macchina” dal 2023 ha solo un pò rallentato ma non si è mai fermata: la manutenzione delle scenografie non viene mai sospesa e quest’anno ci sarà una scenografia completamente nuova per il quadro dell’Ultima Cena. Da settembre si è pianificata l’attività promozionale specifica che parte in questi giorni, anche se con alcuni eventi organizzati l’anno scorso come un convegno e soprattutto la messa in scena del Venerdì Santo presso il Sacro Monte Calvario di Domodossola in collaborazione con l’Ente Gestione dei Sacri Monti abbiamo cercato di mantenere viva l’attenzione sull’evento. Questa continuità ha anche garantito agli “attori” un più semplice e rapido “calarsi” nel proprio personaggio. Cerchiamo sempre di introdurre novità nella nostra manifestazione: oltre a quello scenografico di cui sopra le novità hanno riguardato la serata del Sabato. Innanzitutto verrà messa in scena la prima edizione di un “Venerdì Santo dei Giovani” con ragazze e ragazzi delle classi quarta e quinta della Scuola Primaria e le classi della Scuola Secondaria di Primo Grado che reciteranno alcune scene della Passione di Cristo utilizzando le stesse scenografie allestite per la nostra 262^ edizione. La seconda è che è stato riscritto completamente il copione del quadro del Sinedrio rendendolo sicuramente più efficace ed emozionante per preparare lo spettatore a quella che sarà la scena finale della Resurrezione. Le novità però riguardano anche un “servizio” che vogliamo fornire agli spettatori, accogliendoli nel pomeriggio di sabato per accompagnarli a visitare il nostro paese, con l’aiuto degli studenti dei due Istituti di Scuola Secondaria di Secondo Grado presenti in Romagnano.
Una manifestazione che merita di essere conosciuta in Italia e nel mondo. Come? E attraverso quali canali?
Direi una manifestazione nel suo genere molto particolare: è un teatro itinerante e le scene si svolgono rispettando il triduo pasquale nella serata di giovedì, nella giornata di venerdì e al sabato sera (da alcune edizioni anche nella serata di Domenica di Pasqua vengono riproposte diverse scene). Lo sviluppo su più giorni è sicuramente una particolarità di Romagnano e molti spettatori ci dicono che la scelta di venire a Romagnano è stata indotta anche dalla specificità di uno sviluppo scenico su più giornate. Ovviamente tutto questo non è sufficiente per richiamare pubblico e pertanto abbiamo impostato una forte campagna promozionale che copre tutti gli ambiti di diffusione quali affissione di poster in diversi comuni della provincia di Novara e Vercelli, carta stampata, Tv locali, social media, depliant informativi.
Cosa spinge ad essere un evento che, oltre a far parte del cuore dei romagnanesi, vede sempre più persone dei dintorni essere protagoniste?
Direi che è un evento che va oltre alla messa in scena della Passione di Cristo: per tutti è un momento speciale che ha una valenza educativa trasversale ed attuale, intriso di emozioni e stati d’animo contrastanti. Per i romagnanesi è un modo per ricordare e rinnovare la propria identità ed è lo stimolo per sentirsi partecipi e provare un senso di condivisione della propria storia.
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Redazione di Vercelli