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ISTITUTO ALBERGHIERO PASTORE VARALLO - “L’attenzione al territorio con uno sguardo europeista”: seminario dedicato a Giulio Pastore       .  

Dopo il dibattito, è stata inaugurata la mostra composta da dieci cartelloni che riassumono la figura e l’opera del politico valsesiano

Valsesia e Valsessera

L’uomo nuovo” era il titolo del convegno organizzato dalla Cisl Piemonte Orientale e dalla Fondazione Giulio Pastore, al teatro Civico di Vercelli, martedì 6 dicembre 2022, in occasione del 120° anniversario della nascita del fondatore del sindacato di via Po.

Le manifestazioni hanno avuto un seguito a Varallo con il seminario: Giulio Pastore. L’attenzione al territorio con uno sguardo europeista, organizzato presso l’Istituto Professionale Alberghiero intitolato a Giulio Pastore e si concluderanno il 30 maggio con la presentazione dei due elaborati migliori degli studenti delle classi IV e V degli Istituti Superiori della Valsesia, selezionati tra quanti parteciperanno al concorso promosso dalla CISL territoriale, che chiede ai giovani di raccontare chi sia stato Pastore e quale sia oggi la sua attualità nel valorizzare il territorio con spirito europeista. Pastore, esprimendosi sulla questione europea, quando di Europa unita non si parlava ancora, affermò: “Ci sono troppe frontiere politiche che si riscaldano, frontiere economiche che resistono”, oggi che cosa direbbe?

Il Sindaco di Varallo, Pietro Bondetti, nel suo saluto istituzionale, ha riassunto gli anni giovanili della formazione di Pastore in Valsesia, il cui impegno fu determinante per la creazione nel 1946 del Consiglio di Valle, del quale fu il primo presidente.

Quell’iniziale “parlamentino” fu antesignano della successiva Comunità Montana, oggi Unione dei Comuni Montani della Valsesia.

L’obiettivo che Pastore si era prefisso era occuparsi della valorizzazione della Valsesia, con particolare riguardo alla ricostruzione dopo la guerra, alle comunicazioni, allo sfruttamento delle risorse naturali e al potenziamento agricolo e zootecnico della Valle. “Pastore” ha concluso il Sindaco, “fu anche il primo a credere nello sviluppo turistico della Valsesia: ideatore e propugnatore dell’Estate Valsesiana”.

Elisabetta Ronco, Coordinatrice CISL zona di Borgosesia, ha dato il benvenuto ai relatori e al numeroso pubblico che affollava quello che un tempo era il salone delle feste dello Splendid Park Hotel, presentando la Segretaria generale della Cisl Piemonte Orientale, Elena Ugazio, che si è rivolta con particolare calore ai giovani studenti: “La scelta di essere qui con voi oggi non è casuale, ma politica e strategica: come Cisl stiamo cercando di recuperare quell’attenzione al territorio che Pastore mantenne sempre, cercando di farlo diventare ancora baricentro dell’azione sindacale, per tornare ad abitare con una maggiore presenza le periferie, accogliendo anche l’invito di Papa Francesco: in questa direzione va letta l’8 marzo l’inaugurazione della nuova sede varallese dei pensionati”.

 

Ugazio ha sottolineato che Pastore fu un uomo che seppe leggere i segni del tempo, comprendendo che solo insieme si possono affrontare le sfide della contemporaneità, occupandosi e preoccupandosi delle vite degli uomini e delle donne che lavorano, di coloro che il lavoro non ce l’hanno, o l’hanno perso, dei giovani e dei pensionati.

L’attenzione al tema della formazione fu sempre al centro dell’azione sindacale e politica di Pastore.

Lo storico Alessandro Orsi, che per oltre vent’anni è stato Preside e poi Dirigente dell’Istituto Alberghiero, ha parlato di: “La vita e il pensiero di Giulio Pastore”, conosciuto negli anni che preludevano lo scoppio della protesta giovanile. Studente presso il Liceo Classico di Varallo, ne apprezzò l’approccio concreto, attento ai movimenti giovanili: “Avendo recepito lo spirito del Concilio Vaticano II Giulio Pastore contribuì anche al sorgere del Centro Studi Valsesiano, ma soprattutto fu colui che portò le scuole statali in Valsesia”.

Nel 1953-54 nacque la Scuola Commerciale a Varallo, che fu il primo passo per la nascita nel 1964 dell’Istituto Alberghiero, nella prestigiosa sede di Villa Becchi, passando in pochi anni da settanta a duecento iscritti, arrivando fino ai milleduecento degli anni della sua Presidenza.

Tra i primi diplomati della scuola commerciale ci fu Luciano Bosso, che trent’anni dopo sarebbe stato preside dell’Alberghiero, uomo molto vicino alla CISL, con la passione per la scuola e per i giovani.

 

Carmelo Profetto, oggi Dirigente degli Istituti valsesiani di formazione professionale, ha ricordato che Pastore, figura attualissima, poneva proprio l’istruzione alla base della valorizzazione della Persona umana, commentando come Orsi sia riuscito a proporre una: “Meravigliosa ricostruzione di questa tipologia di Istituto professionale, tanto complesso quanto vulnerabile, nel quale purtroppo negli ultimi anni si sono perse molte iscrizioni, fenomeno comune a tutti gli Istituti Alberghieri  che hanno registrato un calo del 47% delle iscrizioni”.

Il Professor Aldo Carera, docente presso l’Università Cattolica e Presidente della Fondazione Pastore, nata a Roma nel 1971, ma che era già stata pensata dallo stesso Giulio Pastore come incentrata su quegli “uomini veri” espressione con la quale egli intendeva rivolgersi alla realtà concreta della persone, radicate in un certo territorio: “Pastore era uomo diretto e concreto, talenti che gli venivano dalla sua formazione umana”.

Carera ha utilizzato la firma di Pastore come simbolo della sua determinazioni nell’assumersi delle responsabilità, firma con la quale siglò la nascita del Sindacato, sottoscrisse gli accordi stipulati quando era ministro per il Mezzogiorno.

Chiosando il titolo del suo intervento: “In nome degli uomini veri che non hanno confine” e riprendendo il concetto espresso dall’esploratore Thor Heyerdahl  che scrisse: “Di confini non ne ho visto uno”, Carera ha sottolineato come Pastore, incaricato di organizzare la presenza dell’Azione Cattolica in tutta la penisola, viaggiò moltissimo e conobbe il paese da vicino, sempre dimostrando sensibilità e rispetto per le Persone e impegnandosi come Ministro per cambiare le condizioni di vita.

“Era per i grandi disegni” scrisse di lui Vincenzo Saba, ricordando che agiva con grandi prospettive.

Nel 1960, quando era Ministro, affermò che era necessario prendere in mano il proprio destino, ed egli lo fece fin da giovanissimo: a soli ventuno anni era già Direttore di un giornale.

Il suo fu il percorso di un autodidatta, che trovava il tempo per studiare, in anni in cui il nostro paese era culturalmente molto arretrato. Dopo i primi impegni nell’Azione Cattolica e nella stampa diocesana, approdò alla “scuola” di Achille Grandi con il quale intraprese quella “buona battaglia” che l’Apostolo delle genti insegnava essere il patrimonio più vero di una vita.

Pastore ai suoi Maestri seppe sempre serbare ed esprimere riconoscenza, e nella sua “missione” seppe scegliere come collaboratori le persone migliori, valorizzandone le competenze.

Precorrendo i tempi intuì cosa si andava preparando nei primi anni Venti “Ciò che ieri appariva quasi un incubo, oggi si vede come una liberazione”, scriveva nel gennaio 1925, quando perse il lavoro e si trovò in una situazione difficile.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 2 giugno 2021, affermò che in una democrazia realizzata, pluralista, un ruolo fondamentale con i partiti lo giocano le forze sociali, i soggetti della società civile,  e Pastore affermava che: “La duplice parola d’ordine da difendere è restare uniti e avere fiducia. La Comunità si fonda su fiducia, convivenza, condivisione”.

Citando la testimonianza di un dirigente sindacale oggi novantenne, ma ancora attivo, Angelo Minini, Carera ha ricordato che Pastore ascoltava tutti, collaborava con tanti, decideva con pochi, prendendosi sempre la responsabilità delle decisioni.

Per portarne avanti lo spirito più autentico occorre riprendere la celebre frase di Don Primo Mazzolari: “Pianto la mia tenda accanto alla tua” e riscoprire l’attualità della frase, pronunciata nel 1963: “E voi, quando vi impegnate a fare qualcosa?”, perché lo sviluppo economico e sociale non sono sufficienti se manca lo sviluppo umano.

Al termine, dopo il ricco dibattito, e l’inaugurazione della mostra che si compone di dieci cartelloni che riassumono la figura e l’opera del politico valsesiano, nella quale, non certo per caso, l’ultimo pannello è dedicato ai giovani, l’Istituto Alberghiero, che ha ospitato e gestito in modo inappuntabile l’organizzazione dell’evento, ha offerto a tutti i partecipanti un rinfresco, occasione per continuare il dialogo e formulare nuovi progetti di collaborazione.

 

Redazione di Vercelli

 

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