IN PRINCIPIO ERA IL VERBO – “Si prostrarono e lo adorarono” – Commento della Prof. Elisabetta Acide - VercelliOggi.it VercelliOggi
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Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Lettura dalla Liturgia nell'Epifania del Signore - "Si prostrarono e lo adorarono" - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide - Video catechesi del Card. Gianfranco Ravasi

Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo".

Is 60, 1-6

Dal libro del profeta Isaia.

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.

Sal 71

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Ef 3, 2-3. 5-6

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini.
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.

Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Mt 2, 1-12

Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”. All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele””.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: “Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”.
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

“Alzati rivestiti di luce” (prima lettura) Il ritorno dall’ esilio a Gerusalemme, ha un “clima” diverso, che emerge anche nella scrittura: alcuni problemi, l’attesa della salvezza, i peccati dell’uomo, il digiuno eppure la salvezza è annunciata.

Dio arriverà nella gloria, ed attirerà tutte le genti, Dio “dimorerà” e tutti sperimenteranno la sua salvezza e la sua gloria, la “trasformazione” della città di Sion.

La luce verrà Is 60,1-3 Alzati! Risplendi! La luce rimuove l’oscurità, le genti verranno alla luce… Le nazioni verranno. Le genti ritornano al tuo popolo…

Il kābôd «gloria» di Dio si riferisce alla maestosa presentazione fisica della sua “santità” che si rende visibile alla vista umana, come quel “fuoco” di cui fu testimone Mosè.

E allora “Alzati”: La luce arriverà, è nata, è sorta.

Luce per tutti, luce “visibile”, luce che “guida” gli stranieri che arriveranno con doni e loderanno e canteranno (verbo biṣṣer “proclamare buone notizie”).

Una umanità per lodare Dio.

Una lode al re di giustizia e di pace, una lode “universale” (Salmo 71/72)

”alza (gli occhi intorno e) guarda”!

Guarda … il primo passo per la ricerca… alzarsi non essere statici, sollevare lo sguardo e guardare, intorno, in alto, con quegli occhi al cielo.

“alza gli occhi” come quegli occhi volti al cielo per seguire “la stella”.

Alzati, non stare fermo, mettiti in cammino…

ricerca… non fermarti, non accontentarti, cerca.

La “stella” che ha guidato quei “saggi”, quegli uomini “sapienti”, i “conoscitori delle stelle”, ad “adorare”, meglio espresso con il verbo προσκυνεν “adorare, fare la prostrazione” ripetuto da Matteo 3 volte (vv. 2. 8. 11).

Un brano che sottolinea ciò che sarà annunciato successivamente: Gesù è il κριος di fronte al quale si deve fare la prostrazione come davanti a Dio.

Partenza, solo una stella che guida…

Magi: intelligenti “Visionari”, non conoscono le scritture, la torah, eppure si fanno “guidare” da un “segno”.
Si mettono in cammino, scrutano, leggono … arrivano, cercano, vanno a palazzo… e poi nella “casa”… e là trovano…

Cercatori di Dio.

Ma i Magi, prima devono camminare, conoscere le scritture, informarsi, percorrere da Oriente, seguire, andare di notte per vedere la stella… seguire Dio…

Non era abitudine dei viaggiatori antichi in Oriente, andare “di notte”, ma forse l’evangelista Matteo vuole sottolineare il “seguirono la stella”: Dio precede, guida, fa “alzare gli occhi”.

I Magi: camminatori e cercatori, non sono scribi e neppure sacerdoti, loro “Sapevano” che sarebbe nato a Betlemme, ma non si muovono, non cercano, hanno gli occhi ai libri, non al cielo.

I Magi camminano, dice il Vangelo di Matteo “alcuni Magi”, immagine evocativa di quel cammino fatto insieme, non da soli, in una “carovana” di camminatori. “Alcuni Magi”, quelli che “camminano insieme”, quelli che proprio come noi si sono messi in cammino, “gente camminante” persone che sono chiesa, che sono “sinodo”.

Camminano insieme, parlano, dialogano, si sorreggono, non si scoraggiano, continuano… vanno e cercano… e arrivano …

Nella casa.

In quella casa vedono un bambino in braccio ad una madre.

In quella casa vedono Dio. Non solo Dio fatto carne, fatto uomo: vedono Dio nella sua “piccolezza” che è la sua “grandezza”.

I Magi hanno trovato Dio.

Dio con l’ uomo, Dio per l’ uomo.

Dio in braccio a sua Madre.

E nella casa, i Magi, trovano “il bambino e sua madre”, e si “prostrano”: maestà di Dio, maestà di Cristo.

I Magi non portano “regali”, no, quelli sono riservati a coloro dai quali vogliamo benevolenza, a coloro ai quali diamo apparenza e riconoscimento … no, i Magi portano doni…
Meglio portano il dono: dono del tempo speso per cercare e arrivare, il tempo del viaggio intrapreso.

Dono: legame, relazione.

Dono è “attesa”, è tempo, è ricerca, è scoperta, è viaggio, è cielo, è carovana, è sbagliare strada ma non scoraggiarsi, è chiedere, è capire …

Dono è apertura .

Aprono i loro scrigni, portano i loro “doni”: sono oro, incenso e mirra.

Incenso, resina di alberi che crescono nell’Arabia sudorientale, nell’India e nella Somalia, mirra resina di alberi che crescono in Arabia ed Etiopia, oro, il più prezioso, dal valore maggiore.

I doni…

il “dono”: il loro cammino, la loro ricerca, il loro viaggio, il loro non perdersi d’animo, nonostante lo “smarrimento” di quell’astro che guida e che non vedono più, che appare e scompare, che “sorge” e poi “riappare” sopra la città di Betlemme…

Dono di un viaggio, dono di una ricerca…

“Siamo venuti per adorarlo…”

La ricerca di ogni uomo.

Il “desiderio” di Dio.

Dono del ritorno “per un’altra strada…”

I Magi chiedono, domandano… e poi arrivano.

Cercatori di stelle, cercatori di Dio.

Non in un palazzo, non in una reggia…

Il bambino è là… in braccio alla madre, ed i Magi arrivano, si prostrano, lo adorano…

Un dono, senza nulla in cambio, non volevano un “regalo” in cambio, neppure un “baratto”, il dono non chiede nulla in cambio.

Un dono.

Un bambino. Quel Bambino.

Il “Dono” per tutti

“Alza il capo e guarda” (Is 60,4). Alza lo sguardo… solleva gli occhi…

Non guardare i tuoi piedi, guarda il cielo.

Alza gli occhi e cammina.

Non camminare da solo, cammina insieme, cammina con…

Sii sinodo, sii Chiesa, tieni gli occhi su Cristo.

E per il tuo “ritorno”, cambia strada, come i Magi che “fecero ritorno per u altra strada”.

L’ Esperienza vissuta chiede passi nuovi, nuove rotte, nuovi ritorni a casa, “cambiati”, per “altre strade”.

Epifania è rimettersi nell’ orizzonte di un nuovo cammino, di una nuova strada.

Non è la “conclusione” delle feste natalizie, è l’orizzonte dell’uomo che è in cammino, che è testimone, che è cercatore e adoratore, che è camminatore camminante.

Epifania è Rivelazione.

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