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CASALE MONFERRATO - Cinque opere di Bistolfi della collezione civica casalese in mostra a Carrara      

La mostra “Avventure artistiche tra le due guerre” si terrà dal 24 giugno fino al 29 ottobre

CasaleOggi

Il Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi di Casale Monferrato ha concesso in prestito cinque opere per la realizzazione della mostra “Avventure artistiche tra le due guerre” che si terrà a Carrara, presso la Fondazione Giorgio Conti, con sede a Palazzo Cucchiari, dal 24 giugno fino al 29 ottobre prossimi.

Leonardo Bistolfi sarà uno dei protagonisti di questa mostra, ben rappresentato grazie all’importante prestito concesso dall’istituzione casalese: i visitatori potranno conoscerlo attraverso lo straordinario ritratto in bronzo realizzato dall’amico Ivan Mestrovic, realizzato nel 1913 e tramite i gessi provenienti dalla recente donazione che il Museo di Casale Monferrato ha ricevuto da Vanda Martelli in memoria del marito Andrea Bistolfi, ultimo erede delle scultore.

I gessi ceduti in prestito sono i bozzetti per la grande scultura de Il Sacrificio realizzato per il Monumento a Vittorio Emanuele II a Roma, per la lunetta per il Teatro dell’Opera di Città del Messico e per Il Poeta, il monumento dedicato a Giosuè Carducci di Bologna. Ad essi si aggiunge il bronzo della Testa dell’Alpe realizzata per il Monumento a Giovanni Segantini a Saint Moritz.

Quello di Bistolfi a Carrara è un ritorno in un luogo che lo scultore frequentò assiduamente per questioni professionali, ma non solo.

Le sue opere si ritrovano, oggi, inserite nella mostra curata da Massimo Bertozzi, che si concentra sui percorsi di aggiornamento dei linguaggi figurativi e del panorama artistico carrarese nella prima metà del secolo scorso, attraverso la verifica di due direttrici di sviluppo: quella della linea, dal liberty di Leonardo Bistolfi al Novecentismo di Arturo Martini all’astrattismo di Alberto Viani, e quella del volume, dal solido verismo di Carlo Fontana al poetico naturalismo di Arturo Dazzi alla “frammentazione spaziale” di Carlo Sergio Signori.

In questo contesto, proprio nei primi decenni del ‘900 Bistolfi introdusse a Carrara, nei suoi laboratori e nel bagaglio tecnico formale dei suoi artigiani, i temi e i modelli della scultura simbolista, che contribuirono a rinnovare il linguaggio dell’espressione scultorea, almeno fino a quando i primi segnali del ritorno all’ordine avrebbero indirizzato anche i laboratori carraresi lungo i percorsi di ricomposizione classica della forma.

Una nuova conferma del sempre maggiore interesse nei confronti di Leonardo Bistolfi che, soprattutto negli ultimi mesi ha attirato l’attenzione di studiosi e di curatori di mostre: un segnale positivo per il Museo Civico che, grazie al percorso di valorizzazione intrapreso negli ultimi anni, sta rilevandone i riscontri ricercati.

Solo nel giugno dello scorso anno il Museo ha presentato al pubblico l’importante donazione acquisita, allestendola e rendendola fruibile al pubblico con la predisposizione di una sala adibita a deposito visitabile.

Nel corso dei mesi sono proseguiti gli interventi di restauro, i contatti con gli studiosi, arrivando nel mese di maggio a presentare la prima pubblicazione monografica, dedicata alla Corte Brayda.

Importanti tappe di un ben ponderato percorso che si pone l’obiettivo di restituire il nome di Leonardo Bistolfi agli onori della storia.

 

Redazione di Vercelli

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