IN PRINCIPIO ERA IL VERBO – “E il Verbo si fece carne” - VercelliOggi.it VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce, insieme esultano, poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore a Sion -

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Letture dalla Liturgia nel Natale del Signore - S. Messa del Giorno - "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide -

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio

Dal libro del profeta Isaia

Is 52,7-10

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 97

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!  R.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo agli Ebrei

Eb 1,1-6

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.

Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.

Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

Dal Vangelo secondo San Giovanni

Gv 1,1-18

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Come sono belli i piedi…” (prima lettura) i piedi che camminano, i piedi del messaggero, i piedi degli annunciatori, i piedi dei missionari… i piedi del Vangelo.

Piedi che annunciano pace e salvezza. Nella prima lettura quei piedi tracciano il “cammino di ritorno” dall’esilio di Babilonia a Gerusalemme.

Piedi che camminano con gioia, perché “vedono con gli occhi il ritorno del Signore”.

Perché la consolazione è Dio tra il suo popolo.

Notiamo nel testo non si dice che “Dio è re”, ma “Dio regna”:

la sua è “azione” bella, buona positiva nella storia; Dio non si “dimentica” le promesse, Dio è fedele.

L’azione di annunziare un lieto messaggio viene espressa con il verbo lebasser, tradotto in greco euangelizomai, che dà origine al termine “Vangelo”.

Annuncio di salvezza che è pace, prosperità, gioia.

La fedeltà portata a compimento nel cammino della storia.

E le “sentinelle” a guardia della città, quando vedono gli esuli tornare, prorompono in canti di gioia, in esultanza, come non vedere i  “salti” gioiosi delle sentinelle; i piedi “esultano”: non importa se intorno c’è rovina e devastazione, la gioia è “contagiosa”, perché il “ritorno” è quello di Dio tra il suo popolo: Dio “abita” presso il suo popolo.

Dio che salva.

I piedi “umani” di Gesù, che prende “forma” nell’ Incarnazione.

Incarnazione: Dio abita. Dio partecipe della vita dell’uomo.

Incarnazione di Dio è Incarnazione del Figlio.

Verbo di Dio che agisce in libertà.

“Gesù” in ebraico “Dio salva”: nome che è già invocazione, preghiera e ringraziamento.

Nome che reca la salvezza.

“Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?” (Gv 7,15) Gesù conosce le scritture e conosce bene il libro del profeta Isaia: un bambino “nato per noi, il cui nome sarà Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace“(Is 9, 5 -6 I lettura)

Voce di Gesù, l’ebreo che queste parole le aveva imparate, le conosceva bene e le ripeteva nella liturgia ebraica e nella preghiera personale.

Voce e Parola.

Gesù Volto di Dio.

Volto di Dio spiegato e rivelato.

“Dio nessuno lo ha mai visto 
ma il Figlio unigenito ce lo ha raccontato”

Il Figlio: Gesù.

Epifania di Dio per tutta l’umanità dell’uomo nella sua autenticità, come Dio l’aveva creato. “Facciamo l’uomo…” (Genesi 1).

E Giovanni l’evangelista, un pescatore, da una famiglia di pescatori, un uomo che ha accolto un invito, che ha visto e vissuto. Ed inizia da un “prologo”.

Prologo: “funzione introduttiva e interpretativa” (dizionario Oxford Language)

Prologo: In principio…“Il verbo si fece carne…”

Prologo: punto di partenza, percorso di fede, cammino alla sequela di Cristo.

Il prologo del Vangelo di Giovanni, probabilmente aggiunto successivamente, è la “sintesi”, “chiave di lettura” del Vangelo.

“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (1, 14) : mistero della pre-esistenza di Gesù.

Non ci stanchiamo di leggere e rileggere questo brano che ci parla della Parola incarnata, del Dio nella storia.

Con quell’ “In principio” bereshit (ebraico)en arché (greco): tutto ha origine.

Dio nella storia: la Parola irrompe e crea. “Dio disse…”  in un crescendo di cose mirabili e lì c’è Cristo.

Dal silenzio profondo, dal buio e tenebra totale… Dio irrompe e crea.

Parola creatrice e Sapienza ordinatrice.

In principio è il Logos e il Logos è Creatore.

In Dio Parola e Azione.

In Cristo Parola e Azione.

Il Logos è Luce.

Il Logos è Vita.

Ragion d’essere d’ogni realtà.

La luce entra nelle tenebre e “illumina ogni uomo”.

“Noi abbiamo contemplato la sua Gloria”: Gloria, in ebraico kabod, “sostanza di ogni cosa”.

“Il Logos diventa carne”

Il Verbo ci parla del Padre.

Il Vangelo.

La Parola che cambia il mondo.

La lettera agli Ebrei (seconda lettura) ricorda i fondamenti della fede cristiana, soprattutto la centralità di Cristo e lo fa con un esordio che è già “particolare”: non è previsto un “destinatario” diretto, non un saluto, non un “indirizzo”, eppure l’incipit è già il “contenuto” “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti”: parla di Dio.

Dio e l’uomo. Una lunga storia di amore attraverso i secoli, attraverso Parola e persone.

“(…) ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.”

Posted in Pagine di Fede