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Azione liturgica che si rinnova dal 1759

VERCELLI - La Processione delle Macchine 2025, occasione per ascoltare il mite, ma fermo monito dell'Arcivescovo Marco Arnolfo per rimettere al centro della nostra vita e della Storia le ragioni della Pace, dono di Dio affidato agli uomini - GALLERY DI OLTRE 80 IMMAGINI di Gian Franco Gozzi -

Riprendiamo il cammino con Gesù, celebriamo il Giubileo operando con il suo Spirito nello smantellare le strutture di ingiustizia

Il tempo ha concesso una parentesi tra le piogge battenti fino al giorno 17 e le nuvole di nuovo severe di oggi, 19 aprile, quasi volesse dire che per l’intera comunità è bello e, soprattutto, “buono” riunirsi a fare memoria della Passione e morte di Gesù, unico Salvatore del Mondo, vero Dio e vero uomo, Gesù che – come insegna San Paolo – è il Signore e di fronte al quale “ogni ginocchio si pieghi, nei Cieli, sulla terra e sotto terra”.

Gesù che entra nella nostra Storia con la fragilità e debolezza di un Bambino, subito riconosciuto da quei “Magi”, portatori di tutto il sapere del Mondo, che di fronte al Bambino non ebbero esitazioni e “Si prostrarono e lo adorarono”.

Deponendo davanti a lui tutto il potere del sapere umano, come San Giovanni della Croce avrebbe poi intuito “Toda ciencia trascendiendo”.

Perché in Lui tutto si compie, si ricapitola e il Mistero si illumina della sua stessa luce.

I gruppi statuari che raffigurano le varie stazioni della Passione di Cristo hanno attraversato le vie della città partendo e ritornando alla Basilica di S. Andrea, dove l’arcivescovo, mons. Marco Arnolfo, ha ancora una volta lanciato il suo messaggio perché la Pasqua del Signore ridoni pace e serenità a un’umanità che appare smarrita.

La processione (come documenta la bellissima e ampia gallery di Gian Franco Gozzi) animata davvero da tanta parte del popolo di Dio, con Presbiteri, Diaconi, Consacrate, ha visto come momento centrale l’omelia dell’Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo, che ha posto l’accento sull’urgenza di farci tutti promotori di pace, riprendendo il suo pensiero offerto alla Diocesi per questa Pasqua 2025.

Carissimi che cosa direbbe Gesù risorto a questa nostra umanità che si sta allontanando dalla vita su vie di morte, dalla verità su vie di menzogne, dalla comunità e dalla gioia su vie di solitudine e di paura? Che cosa direbbe Gesù risorto a noi oggi che stiamo tornando indietro a livello politico, sociale, civile e religioso da traguardi che consideravamo ormai raggiunti?

Penso che, come avvenne ai discepoli di Emmaus, tristi e senza speranza, Gesù risorto, mimetizzato nel volto di qualche nostro fratello, ci scuoterebbe dalle nostre delusioni che ci stanno tarpando le ali della fantasia dello Spirito e ci paralizzano sul si è sempre fatto così: “Stolti e tardi di cuore” a non riconoscere i segni dei tempi e a non trasformarli in segni di speranza.

Ci illuminerebbe con il suo sguardo e la sua Parola che punterebbero diritti al cuore fino a farlo ardere di entusiasmo e di coraggio. Ci farebbe percepire il senso della vita nello sperimentare la gioia della sua compagnia che ricolma la nostra attesa di felicità oltre ogni nostra immaginazione.

Ci esaudirebbe nel persistente desiderio di fermarlo con noi per sempre, donandosi a noi come cibo per nutrire la comunione viva con lui e con i fratelli. Ci esorterebbe a riprendere con straordinaria speranza il cammino nel verso giusto, orientati nella missione di portare a tutti, con Lui, l’augurio di cui il mondo ha bisogno: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. “Liberate gli oppressi, sciogliete i legami del giogo, rimandate liberi gli schiavi, spezzate ogni giogo!” (Isaia 58:6)

Riprendiamo il cammino con Gesù, celebriamo il Giubileo operando con il suo Spirito nello smantellare le strutture di ingiustizia che generano povertà e debito, disuguaglianza ed esclusione, schieriamoci dalla parte dei più deboli per difendere i loro diritti e promuovere una società più equa e fraterna.

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Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede