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Attenti a non provocare il Cherubino con la spada fiammeggiante che presidia l'albero della vita...

VERCELLI - L'abbraccio della comunità alla Polizia di Stato per la festa di San Michele arcangelo - Tanta gente, con le massime Autorità della provincia, in San Michele per testimoniare stima e riconoscenza agli uomini e donne della Polizia, al loro spirito di sacrificio, professionalità e umanità - IL VIDEO con integrale l'omelia dell'Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo e la preghiera della Polizia

Sono importanti gli Angeli? Bisogna proprio dire di sì, non foss'altro perchè la Parola di Dio ce li ricorda più di 400 volte

Sono importanti gli Angeli?

La risposta non può che essere: sì.

Se è vero che la Sacra Scrittura (per tacere di tantissime altre iridescenze, culturali, spirituali e non, che incontriamo ben prima e oltre l’esperienza veterotestamentaria) li nomina per oltre 400 volte, quasi che la Parola di Dio si preoccupasse di farci entrare bene in testa il concetto.

Concetto chiarito anche con una certa dovizia di particolari, tanto che la distinzione tra Angeli, Arcangeli, Cherubini, Potestà, è illustrato in vari passi dell’Antico e del Nuovo Testamento.

Quante sono le “categorie” e “specializzazioni” dei celesti messaggeri?

Lo ha messo a sistema nella “Celeste gerarchia” Dionigi pseudo-areopagita, che nel V secolo distingue tra:

Prima gerarchia: Cherubini, Serafini, Troni;

Seconda gerarchia: Dominazioni, Virtù, Potestà;

Terza gerarchia: Principati, Arcangeli, Angeli.

Come si vede, dunque, noi siamo abituati a pensare, entrare in qualche modo in contatto con la fascia più “popolare” quella cui appartengono tanto il nostro Angelo custode (che talvolta, per riuscire a proteggerci da tutte le idiozie che facciamo, dev’essere comunque già un campione olimpionico) quanto gli Arcangeli di cui si parla ora, commemorando l’Arcangelo San Michele.

Ma la documentatissima e sapiente omelia dettata dall’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, nel corso della S.Messa celebrata in San Michele a Vercelli, per celebrare il Patrono della Polizia di Stato, ci informa e orienta a considerare anche altri particolari utili a non cadere in errore.

Ad esempio, siamo abituati – e anche indotti da qualche intento agiografico tutt’altro che “non autorizzato” – a pensare ai Cherubini come ai puttini alati cari a certa iconografia.

Ma, se andiamo alla Sacra Scrittura e, in particolare al Libro della Genesi – quando racconta della cacciata dei nostri sventurati progenitori da quel Giardino piantato in Eden, a oriente – ci rendiamo conto che l’albero della conoscenza del bene e del male è solo una delle due essenze arboree di fondamentale importanza nella Storia della salvezza: l’altra, che merita una difesa ad oltranza, è l’albero della vita.

La cui integrità è preservata dal “cherubino con la spada fiammeggiante”.

Possibile che il cherubino con la spada fiammeggiante sia un puttino alato e dall’espressione trasognata?

Tutt’altro:  il Cherubino è un angelo dalle fattezze zoomorfe che ricorda un bovide possente (da qui anche l’etimologia del cervide Caribu) che è assai sconsigliabile provocare.

Il video che abbiamo messo a repertorio, insieme ad una piccola gallery, ieri in San Michele, offre integrale l’omelia di Mons. Arnolfo, insieme alla preghiera della Polizia di Stato.

Come sempre, un momento alto, pur nella sua sobria semplicità, per fare memoria di quanto gli uomini e le donne della Polizia fanno per noi ogni giorno, insieme agli altri componenti delle Forze dell’Ordine.

San Michele è stato proclamato patrono e protettore della Polizia da Papa Pio XII il 29 settembre 1949 per sottolineare l’ impegno che il poliziotto combatte tutti i giorni come missione professionale al servizio dei cittadini per difendere l’incolumità delle persone e la difesa delle cose.

La celebrazione del loro così importante Patrono, dunque, occasione per tutta la comunità (rappresentata dalle massime autorità della provincia come da Poliziotti in congedo e cittadini desiderosi di rendere percepibile la loro adesione a questa giornata) per testimoniare una riconoscenza più che meritata.

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