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L'Armistizio di Villa Giusti a Padova sottoscritto il precedente 3 novembre 1918

VERCELLI - IV Novembre, “Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate” - Oggi si celebra non soltanto la vittoria dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale, ma la cooperazione comune per affermare la pace, dono di Dio affidato agli uomini - VIDEO con, integrale, l'omelia di Mons. Marco Arnolfo, la Preghiera per la Pace e la gallery - 

Oggi la Chiesa ricorda San Carlo Borromeo

La celebrazione del IV Novembre ha tradizionalmente scontato il contrasto tra pulsioni antagoniste nella società, spesso acuite, invece che mediate, dalla politica.

A partire dal lontano 1919, quando si prende atto della “fotografia” consegnata dalla Storia, secondo l’intenzione di perpetuare il ricordo della fine della Prima Guerra Mondiale, della vittoria italiana contro l’Impero Austro Ungarico, così come sancita dall’Armistizio di Villa Giusti, sottoscritto a Padova il precedente 3 novembre.

Clima e sentimenti idonei a motivare quella particolare definizione della “Grande Guerra”, come “Quarta Guerra di Indipendenza”, interpretazione certo non peregrina, se si pensa alla recuperata annessione di Trento e Trieste all’Italia.

Ma la celebrazione di quel giorno presto si misura nella difficile convivenza con i moti fascisti che portarono alla marcia su Roma ed al bisogno di affermare un orizzonte valoriale certo non sovrapponibile con quello solo pochi anni prima riconosciuto alla “Celebrazione della vittoria”, che così dovette ben presto ripararsi dalla coabitazione con l’anniversario (28 ottobre) della marcia su Roma.

Restava poi da conciliare, per superarla, l’apparente antinomia tra la realtà delle Forze Armate e l’idea della pace possibile e doverosa, “dono di Dio affiato agli uomini”, che è l’ideale cui tutti dobbiamo tendere.

Percorsi, itinerari, scenari sociali, di non banale né semplice lettura e che, tuttavia, nel corso del tempo l’azione di uomini e donne “costruttori responsabili della società terrena” ha saputo mettere a fuoco, proporre in modo nitido, nella ricerca di ciò che unisce, piuttosto che nella rassegnata accettazione, presa d’atto, di ciò che divide.

E’ passato più di un Secolo e – è persino ovvio richiamarlo – non è certo troppo presto per tentare bilanci che consentano di capire quanto la Storia entri nella cronaca quotidiana delle comunità, quanto il sistema di valori condivisi dagli uomini e dalle donne d’oggi, faccia propria la memoria di fatti, eventi, sentimenti, accaduti e vissuti agli albori del XX Secolo.

Se la celebrazione del IV Novembre si cristallizzò, nella nuova denominazione, del 1946, di “Anniversario della vittoria della Guerra 1915 – 1918”, più tardi (1949) si aprì a quella più coraggiosa di “Giorno dell’Unità Nazionale”, spesso empiricamente integrato dall’appendice “Giornata delle Forze Armate”, finchè si arriva (attraversando e percorrendo tornanti talvolta difficili, tutti gli Anni Sessanta e Settanta, con l’apporto della cultura non violenta)  al 2024, quando si attribuisce la più matura definizione di “Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate”.

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Oggi 4 novembre, Vercelli ha dunque celebrato questa giornata, come sempre affidandone l’apertura ad un momento comune di preghiera, con la S.Messa presso la Basilica di Sant’Andrea, presieduta dall’Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo e concelabrata da Mons. Giuseppe Cavallone.

L’omelia dell’Arcivescovo è riproposta integralmente nel video che volentieri abbiamo messo a repertorio come modesto contributo volto a documentare un momento alto di concordia non soltanto istituzionale.

La manifestazione è quindi proseguita in Piazza Cesare Battisti, dove sono stati resi gli onori ai Caduti di tutte le guerre, certamente – come ha ricordato l’Arcivescovo – anche a quelli delle guerre attuali, a riprova di come non siano affatto venute meno le ragioni di un impegno responsabile per la pace.

Dopo l’alzabandiera, si è data lettura dei messaggi del Ministro della Difesa e del Capo dello Stato.

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