(elisabetta acide) – Lunedì 15 dicembre nei locali del Seminario, a Vercelli, si è tenuto il consueto incontro di spiritualità in preparazione al santo Natale, rivolto al mondo della scuola, in particolare ai docenti di Religione Cattolica impegnati nell’importante “missione educativa e formativa”, in tutti i gradi scolastici, come previsto dagli Ordinamenti e dalla Revisione del Concordato tra Chiesa Cattolica e Stato Italiano.
Un importante appuntamento, ormai tradizionale e consolidato, organizzato in modo puntuale dall’Ufficio Scuola della Diocesi di Vercelli, per vivere un momento di riflessione-preghiera e di condivisione non solo per scambiarci gli auguri, ma per farlo nel modo più bello: la Celebrazione Eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo, Mons. Marco Arnolfo.
Il pomeriggio ha avuto avvio, alle 16,45, con la meditazione offerta in modo magistrale da Mons. Alberto Albertazzi, che ha ripercorso la “logica del Natale” a partire dai testi dei Vangeli e dalla tradizione e liturgia della Chiesa.
Mons. Albertazzi attualmente residente in seminario, si occupa della liturgia della Basilica di S. Andrea; volto noto per la sua meritata fama di studioso fine e raffinato di Sacra Scrittura, liturgia, parroco in diverse parrocchie della Diocesi, ha conseguito la licenza di liturgia al Pontificio Istituto “S.Anselmo” di Padova, ordinato nel 1967 nella cattedrale di S. Eusebio, è stato Direttore del Seminario di Vercelli per molti anni, vicario del clero, già Direttore dell’Ufficio Scuola, già Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano, già Direttore dello Studio Teologico Eusebiano, di numerose pubblicazioni, studi ed articoli, immenso ricercatore di studi biblici, teologici, liturgici e letterari, sempre apprezzato conferenziere per la sua capacità di coniugare cultura, ironia, fini riferimenti interdisciplinari e piacevole “conversatore” capace di spaziare in numerosi campi, ha incantato i presenti nel tempo a sua disposizione.
Se l’anno liturgico, da subito, ha avuto come “centro” l’evento Pasquale, quale momento “salvifico” che si è affermato da subito nelle comunità cristiane dal 130-140 con l’indicazione dell’ Epistula Apostolorum (testo apocrifo) e da quella preziosa indicazione della domenica come “Pasqua settimanale” di cui abbiamo notizie accertate dal Vangelo di Giovanni al capitolo 20, l’altro “polo” di quell’ellisse che è l’anno liturgico (il Natale), ha avuto diffusione più tardiva.
In uno “snodo” di racconti precisi e puntali, la conversazione si sviluppa in un “racconto” del Natale quale “espressione della superiorità creativa di Dio, festa della originalità di Dio che ha donato suo Figlio” (espressione superba di Mons. Albertazzi che esprime l’evento dell’Incarnazione), che a partire dai Vangeli dell’infanzia di san Matteo e san Luca nella loro specifica “prospettiva” antropologica, giuseppina e mariana, spaziano con l’altro Vangelo che ci parla dell’Incarnazione: il prologo di Giovanni.
Mons. Albertazzi con la consueta e consolidata capacità dialettica e preparazione solida in diversi ambiti, ha aiutato i presenti a riflettere sul “Verbum”, su quella Parola che è Pensiero: “In Principio era il Pensiero del Pensiero…”, dunque quel Verbo prima ancora della Parola, che si “fa carne”, che “viene” con il suo Amore totale e assoluto.
Non sono mancate le sublimi citazioni di Dante del capitolo XXX del Paradiso (cfr. Divina Commedia) ove Dio è presentato come Luce di Amore, vero bene, apparso in quella “luce intellettuale”: “…ch’è pura luce: luce intellettual, piena d’amore; amor di vero ben, pien di letizia; letizia che trascende ogne dolore..”, parole che nei “Prefazio” di Natale (ricordiamo che dei 3 prefazi, il primo risale all’ VIII secolo) risuonano luminose e piene di gioia: “Nel mistero del Verbo incarnato è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del tuo fulgore, perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle realtà invisibili…”. sono espressione mirabile di quel “vero sole che sorge, Figlio di Dio che si fa uomo” come ricordava Papa Liberio: vero Sole di cui l’uomo ha bisogno, l’unico uomo-Dio redentore, come indicato dallo stesso Gesù: : “Io sono la luce del mondo. Chi segue me non camminerà nelle tenebre…” (Gv 8, 12).
Interessante e profonda quella riflessione sul versetto 16 del Prologo di Giovanni: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia”, meglio “grazia al posto di grazia, cioè progetto globale di Dio sull’umanità, avvio del nuovo rapporto con Dio dall’Antico al Nuovo Testamento con l’Incarnazione, pienezza di grazia, da “contemplare” cioè non solo da “guardare”, “vedere”, ma da “amare” ( e don Alberto sottolinea il riferimento all’Omelia 3 di S. Agostino).
Nella S. Messa delle ore 17,30, concelebrata nella cappella del Seminario Arcivescovile, e presieduta da Mons. Arnolfo , sono risuonate durante l’omelia, le parole dell’Arcivescovo, un incoraggiamento ai docenti a fare “esperienza di fede” per poterla trasmettere, come Gesù ha “mostrato” il “volto del Padre”.

E nell’esegesi delle letture del giorno (Nm 24,1-25; Mt 21,23-27) , Mons. Arnolfo parla di “sguardi”: si sofferma su quel profeta Balaam “dall’occhio penetrante”, e invita i docenti a essere “uomini e donne che sanno avere “occhi penetranti”, che sanno “vedere e osservare”, “guardare” per “intercettare” i bisogni profondi dei giovani, dei ragazzi, i loro “perché”, le loro domande, quelle palesi e quelle inespresse. Occhi di chi “ascolta” e “sa stare” nella Parola di Dio per “vedere con occhi nuovi”; occhi che sono il frutto della speranza di Cristo che cammina con l’uomo.
E anche il Vangelo ci parla di un “cammino di sguardi”: lo sguardo di Dio, quello sguardo dell’uomo che chiede ed interpella per conoscere, lo sguardo di Gesù che pone domande. E i testi biblici fanno risuonare una domanda: da dove viene la vera “autorità” che può “orientare” la vita?
Mons. Arnolfo esorta i presenti all’impegno per “incidere” nella cultura del mondo, nella quotidianità della vita e dell’impegno, che, ricorda Sua Eccellenza nel citare la nota pastorale sull’IRC approvata dalla 81ª Assemblea generale ad Assisi (17-20 novembre 2025) dei Vescovi Italiani pubblicata qualche giorno fa, definisce proprio l’insegnamento della Religione Cattolica una “proposta libera e formativa” che “aiuta gli studenti ad avere consapevolezza del patrimonio culturale e religioso del nostro Paese” e fornisce una dimensione umane e formativa, arricchendo la scuola di un contributo umano e culturale.
E’ uno “sguardo” di padre, quello di Mons. Marco, che è accanto ai docenti, nominati “con autorità”, ed accompagnati a “guidare” con quella autorevolezza, il cammino di quei giovani che incontrano a scuola, ogni giorno.
E allora, l’impegno di docenti e soprattutto di cristiani è essere “ un augurio di Natale”, i testimoni di quel “Dio incamminato” verso l’uomo, di quel Dio Incarnato, di quel “Dio con noi”, di quell’uomo-Dio che è venuto a portare la Pace, la Luce, di un Dio che non lascia soli, che è venuto a “condividere”, a sostenere, a guidare, a “farsi dono” per abbracciare tutti su quella croce, per farsi Presente con la Risurrezione e aprire la vita all’eternità.
In tutti allora, risuonino le parole del Natale di Gesù, del Cristo, del Dio-uomo, radice di ogni nostra speranza, del nostro ri-nascere, per essere cooperatori con i gesti quotidiani, del bene che proviene da Dio.
La serata si è conclusa nella preghiera comune con uno scambio reciproco di auguri affettuosi, perché il cammino sia sempre impegno di competenza e passione educativa per parlare alla mente ed al cuore di studenti e giovani e camminare al loro fianco, accompagnando i loro passi.















