Riceviamo e pubblichiamo
Da quel dicembre 2007 poco è cambiato: ogni giorno muoiono 4 lavoratori in servizio,1276 nel 2025 e centinaia di migliaia sono coinvolti in infortuni e malattie professionali collegati al lavoro.
E in questi anni molto è peggiorato in conseguenza della precarietà dilagante e dell’espandersi degli appalti in tutti i settori, compresi quelli pubblici.
Non sono fatalità, sono la scelta dell’economia capitalista che accetta di sacrificare vite pur di non rispettare diritti, di spendere in protezione e formazione, di regolarizzare i dipendenti.
Ad essere colpiti sono soprattutto gli anziani, spesso costretti a lavorare dall’allungamento dell’età pensionabile, i giovani, i migranti e le donne, spesso irregolari o precari, fino ad arrivare ai giovanissimi studenti morti in alternanza scuola-lavoro.
Muoiono come in guerra dove gli uomini e le donne sono un elemento secondario.
NON VOGLIAMO ACCETTARE QUESTA SITUAZIONE!
Chiediamo una legislazione più stringente sulla sicurezza e, come abbiamo proposto, una legge sul reato di omicidio sul lavoro per colpire duramente le responsabilità di aziende e appaltatori negli incidenti sul lavoro.
Diamo più potere di intervento ad RLS e rappresentanze sindacali sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Potenziamo le strutture di controllo dell’ispettorato del lavoro, delle asl e degli organismi di vigilanza sulla sicurezza del lavoro.
Rafforziamo nei contratti nazionali ed aziendali le norme sulla prevenzione.
Riduciamo gli appalti e uniformiamo i trattamenti dei lavoratori che operano nello stesso luogo di lavoro, contrastiamo le manovre del governo Meloni che vorrebbe semplificare le assegnazioni degli appalti e deresponsabilizzare i committenti.
Alziamo i salari ed eliminiamo la somministrazione di lavoro e la precarietà, sia nella legislazione che nella contrattazione, perché la precarietà e il ricatto del salario rendono più difficili le lotte per la sicurezza.
Per ridurre gli incidenti occorre cambiare il modo di produrre: la vita delle donne e degli uomini che lavorano devono pesare più che i profitti delle aziende.
Sabato 6 dicembre, dalle ore 10.30, presidio sotto l’Ispettorato Nazionale del Lavoro in via Arcivescovado 9.
Contro le morti sul lavoro, contro la precarietà che uccide, contro gli appalti che fanno profitti sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici!
Cub – Usb – Si Cobas – Le radici del sindacato alternativa CGIL – Medicina Democratica – Lavoro e Salute – Sinistra Anticapitalista – Partito Comunista dei Lavoratori – Partito Rifondazione Comunista – Partito Comunista Italiano – Potere al Popolo
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Redazione di Vercelli















