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Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Letture dalla Liturgia nella XXI Domenica del Tempo Ordinario - "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno" - Video catechesi di Papa Francesco - Commento a cura delle Suore Carmelitane del Monastero "Mater Carmeli" di Biella

camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.

Is 66, 18-21

Dal libro del profeta Isaia.

Così dice il Signore:
“Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore.
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore”.

Sal 116

RIT: Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

  RIT: Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

  RIT: Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.

Eb 12, 5-7.11-13

Dalla lettera degli Ebrei.

Fratelli, avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
“Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio”.
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.

Lc 13, 22-30

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”.
Disse loro: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO “MATER CARMELI” DI BIELLA –

L’impegno di diventare piccoli

(Is 66,18b-21; Sal 116; Eb 12,5-7.11-13; Lc 13,22-30)

Gesù è in viaggio, come spesso accade nel vangelo di Luca, un viaggio che ha una direzione e una meta precisa: Gerusalemme.

Gerusalemme è la città santa per la quale Gesù piange perché non ha saputo riconoscere il tempo in cui è stata visitata.

Gerusalemme che ha perseguitato e ucciso i profeti che le sono stati inviati, colmerà la misura con la condanna di Gesù.

E mentre Gesù si incammina decisamente verso Gerusalemme, continua a passare risanando e beneficando tutti seminando con abbondanza il seme della parola; come un maestro itinerante, insegna per città e villaggi, passa annunciando il Regno di Dio, esce per raggiungere e farsi raggiungere da tutti.

Tra la tanta gente che incontra, il vangelo di oggi ci presenta la domanda di un tale che potremmo pensare quasi come il portavoce di ogni uomo e donna che si portano dentro l’interrogativo sul proprio destino: “sono pochi quelli che si salvano?”.

Dalla risposta di Gesù si comprende che la salvezza significa entrare nella casa del Padre: c’è una porta che rimane aperta per tutti, è la porta d’ingresso della casa del Padre.

“L’anima mia desidera la casa del Signore” (Sl 83); nel profondo abbiamo questa nostalgia di una casa dove essere accolti, al sicuro, dove il nostro desiderio di amore, che accomuna credenti e non credenti, avrà una risposta. Veniamo da Dio e a Lui ritorniamo, lui è la nostra casa, la nostra parte di eredità in eterno!

La buona notizia è che questa casa è pronta per tutti, c’è un posto che Gesù ci prepara che è il nostro posto, se lo vogliamo.

La porta indica il passaggio da fuori a dentro.

È un movimento che ha delle difficoltà, come Gesù avverte: la porta è aperta ma stretta, non si può passare senza sforzo. Nell’originale greco c’è un verbo (agonizesthe) che indica l’agonismo, l’impegno di chi combatte e lotta per raggiungere degli obiettivi.

Siccome molti cercheranno e crederanno di entrare senza riuscirci, bisogna essere vigilanti imparando dalla parola del Signore e seguendo i suoi insegnamenti.

Non basta una vicinanza formale, anche abituale al Signore, “abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”, se questo non ci converte e se di fatto restiamo operatori di iniquità, di ingiustizia.

“Voi mi chiamate Signore, Signore ma il vostro cuore è lontano da me”. 

E ai maestri della Legge Gesù dice: “guai a voi perché avete portato via la chiave della vera scienza: voi non ci siete entrati e non avete lasciato entrare quelli che avrebbero voluto”.

In questo pellegrinaggio del ritorno a casa, c’è anche una responsabilità non solo personale, infatti, possiamo essere di aiuto o di ostacolo per il cammino dei nostri fratelli e sorelle. La vera scienza è quella che viene rivelata ai piccoli; lo sforzo, l’impegno è quello di diventare piccoli per poter entrare per la porta stretta, senza temere di abbassarci troppo perché questo non potrà farci del male, mentre se ci alziamo anche solo di poco è inevitabile sbattere contro l’architrave della porta senza poter entrare.

Come i piccoli, guardiamo la Madre, Maria, Porta del Cielo, che ci accompagna con la sua benevolenza e preghiera!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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