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Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Letture dalla Liturgia nella IV Domenica d'Avvento - "Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto" - Commento a cura delle Suore Carmelitane del Monastero "Mater Carmeli" di Biella - 

Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli.

Is 7, 10-14

Dal libro del profeta Isaìa
In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

Sal.23

RIT: Ecco, viene il Signore, re della gloria.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

  RIT: Ecco, viene il Signore, re della gloria.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

  RIT: Ecco, viene il Signore, re della gloria.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

  RIT: Ecco, viene il Signore, re della gloria.

Rm 1, 1-7

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

Mt 1, 18-24

Dal Vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

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UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO “MATER CARMELI” DI BIELLA

Il nostro Natale sia il Natale dell’Amore!

(Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24)

Nel Vangelo di questa ultima domenica di Avvento siamo chiamati insieme a Giuseppe a fidarci dell’intervento divino. Il cammino di Giuseppe illumina anche la nostra vita che può attraversare momenti di buio, incontrare imprevisti che possono sconvolgere, capovolgere progetti e aspettative. Ci sono fatti che possono gettare ombre e sospetti anche sulle persone che abbiamo vicino e suggerire pensieri di divisione e allontanamento.

Maria si trova incinta prima di aver coabitato con Giuseppe che di fronte a questo fatto resta turbato e addolorato. Giuseppe ama Maria e quanto accade lo tocca profondamente sconvolgendo la vita, i progetti, il futuro sognato.

Davvero Maria ha potuto tradirlo? In che cosa ha sbagliato? La luce negli occhi di Maria, l’amore promesso sono stati un’illusione, oppure è vero che la vita che porta in seno viene da Dio?

Non sappiamo quanto tempo Giuseppe abbia trascorso immerso in questa grande prova, sappiamo che tra la folla dei pensieri e dei dubbi egli non medita vendetta, il suo amore non si trasforma in odio, ma quale uomo giusto e innamorato, cerca il modo di salvare dalla legge della lapidazione la giovane Maria che per lui sembra ormai perduta.

La santa famiglia di Nazareth nasce da una grande prova, superata con la forza della fede. Maria visitata dall’angelo, crede che a Dio nulla è impossibile e si abbandona senza riserve alla sua Parola. Anche Giuseppe percorre lo stesso sentiero. Dapprima si abbandona al sonno, che forse potremmo associare a un rifugio per non pensare, a uno stato di buio e scoraggiamento dell’anima. Ma proprio quando la luce sembra soffocata dalle tenebre, mentre nel sonno la ragione tace, giunge anche a Giuseppe la visita dell’angelo del Signore con l’annuncio e la chiamata che manifestano qual è la volontà di Dio nella sua vita. Come per Maria anche a Giuseppe giunge l’invito a non temere; la prima reazione naturale in presenza di una manifestazione divina che avvolge nel mistero, è provare paura di fronte a un disegno che supera la comprensione e fa percepire tutta la piccolezza della creatura. Davanti alla chiamata del Signore, alla missione che a ognuno lui affida, siamo invitati a guardare al sì di Maria e al sì di Giuseppe, che immediatamente si fida e obbedisce, appena si fa chiara la volontà di Dio nella sua vita, entrando così nel disegno del Padre. Giuseppe scopre che il Cielo non lo priva dell’amore di Maria, ma lo invita a vivere con lei  l’amore più grande, che è dono totale e gratuito, dono assoluto e libero da ogni forma di possesso. Maria non è di Giuseppe e Giuseppe non è di Maria, entrambi appartengono a Dio e in Dio vivono la loro unione che cresce con il crescere di Gesù. Il frutto del loro amore è Gesù. Gesù è il frutto di ogni vero amore, Gesù che nasce cresce in mezzo a loro come chiede di nascere e crescere in ogni amore perché sia veramente tale. Attendiamo anche noi la visita dell’angelo del Signore per dire con Maria e con Giuseppe il nostro sì al disegno d’amore che il Padre ha per la vita di  ognuno e il nostro Natale sia il Natale dell’Amore!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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