Successo strepitoso per la sfilata dell’Ipsia Magni Borgosesia venerdì sera al cinema Lux.
Il pubblico ha gremito la sala ben prima dell’inizio dello spettacolo e non ha risparmiato gli applausi.
Da tutte le parti sono arrivati commenti positivi innanzitutto per l’alta qualità degli abiti ma anche per il livello dello spettacolo, gestito in ogni sua parte da insegnanti e studenti.
Le creazioni del corso Moda hanno incantato e sorpreso, in un crescendo che ha attraverso i grandi nomi del fashion design del Novecento e sono culminati nell’atto finale ispirato al grande Giorgio Armani recentemente scomparso.
In tutto hanno sfilato oltre cento abiti, indossati dai ragazzi che li hanno creati e confezionati insieme ai loro docenti.
Si è trattato di un lavoro che li ha visti impegnati per mesi e ben oltre le canoniche ore di lezione, che ha coinvolto le cinque classi dell’indirizzo Moda e ha fatto emergere il talento e le abilità tecniche sviluppate tra i banchi di scuola.
Doveroso citare subito il nome delle insegnanti che li hanno formati, guidati e motivati gestendo con maestria la parte creativa e infondendo nei ragazzi entusiasmo e voglia di fare come una vera squadra: Anna Novali, Lucy Minieri, Annarita Steni, Alessandra Vaglio Cerin e il tecnico Laura Maestroni.
Se a loro in primo luogo si deve il trionfo della sfilata, l’evento non ci sarebbe stato senza la regia di Elisabetta Scotti, referente del corso Moda, che ha composto il puzzle coordinando le parti e supervisionando tutta l’organizzazione.
Tanti infatti i soggetti che hanno dato il loro contributo: tutti gli indirizzi della scuola professionale, a partire dal corso Legno che ha realizzato le scenografie, parte integrante della performance con gli studenti che salivano sul palco a scena aperta per cambiare i fondali (un grazie qui alla prof.ssa Silvia Remondino di disegno, agli insegnanti di laboratorio, in primis Pietro Valenti e Stefano Giuliani, e alla referente, Carla Ferraris) per arrivare al corso Elettrici che si è occupato dell’illuminazione (grazie ai prof. Maurizio Testa, Francesco D’Alessandro, Emiliano Granelli, Francesco Scarito) e al corso Meccanici che ha creato gli accessori con i prof. Roberto Maccarrone, Giordano Muni e Alessandro Iodice.
Con loro moltissimi altri: alla regia, suoni e audio Giordano Giacobino e Emanuel Trotto, a supportare le ragazze in uscita sul palco Simona Barone e Lucia Tancredi, ad aiutarle a cambiarsi nei camerini anche le prof.sse Luz Maria Portafusero, Nicole Campisi, Francesca Gronda e Francesca Cotroneo, a presentare Lorenza Stocchi ed Elisa De Marco, ad occuparsi della parte logistica Marco Porzio.
Così tanti che di sicuro qualcuno sfuggirà ma che lascia l’immagine di un corpo docenti compatto, che crede nella scuola in cui insegna e nei ragazzi che la frequentano e che desidera mostrare anche all’esterno i punti di forza della scelta di una scuola professionale.
Questo ha voluto sottolineare anche il dirigente scolastico, Carmelo Profetto, nei saluti finali: “Una scuola che sa mettere in scena uno spettacolo di questo livello è essa stessa spettacolare! La scuola professionale è quello che avete visto stasera, e non quello di cui si sente dire senza neppure conoscerla. Il Magni forma professionisti del lavoro, di alta qualità e sempre più ricercati dalle aziende, anche ben prima del diploma. Una scuola che è tutto meno che di serie B, perché è prima in classifica per occupazione, per riscatto personale e sociale, per livello di inclusione e di integrazione, per accrescimento della propria autostima, per ‘didattica per competenze’. Lo abbiamo visto questa sera: dopo aver sognato il proprio abito, gli studenti con i loro insegnanti lo hanno disegnato e confezionato, se lo sono, per così dire, cucito addosso. Questo eccellente risultato è possibile grazie alla quotidiana cura e passione che tutto il personale della scuola, tra mille difficoltà, sa mettere in campo”.
Lo spettacolo era suddiviso in atti, ciascuno dedicato a un’icona della storia della moda.
Ha aperto l’inizio secolo con gli abiti ispirati a Frida Kahlo, l’unica artista non stilista in passerella, a simboleggiare la donna in una delle sue espressioni più forti e distintive, simbolo di coraggio e resilienza nella sofferenza, seguita da Mariano Fortuny, l’inventore dell’abito plissettato, emblema di eleganza, raffinatezza e stile, Ernesto Thayaht, padre della tuta, Elsa Schiaparelli, gli abiti scultorei di Roberto Capucci e gli anni Settanta di Vivienne Westwood e del movimento punk.
L’omaggio al re Giorgio Armani è stato l’apoteosi con oltre trenta creazioni di altissimo livello.
Ad arricchire la sfilata l’intervento musicale della band Annameds nell’atto dedicato al punk e i brani della cantante Sophia Calestani, studentessa del quarto anno del corso Moda, che ha eseguito Mia Martini e Mina.
Un ultimo cenno agli studenti, primi fra tutti quelli del corso Moda che come detto non si sono risparmiati, ma anche ai tanti coinvolti nell’organizzazione: da citare quantomeno i preziosi bodyguard che hanno aiutato modelli e modelle a scendere le scale del palco senza inciampare negli strascichi: Davide De Giuliani, Akram Smouni, Hamza Mirinioui ma anche Gabriele Ricciardi che ha realizzato il video della sfilata.
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Redazione di Vercelli



































