VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

SANITÀ E INVECCHIAMENTO DEMOGRAFICO - L’infermiere di famiglia e comunità come pilastro della nuova assistenza territoriale - Esperti a confronto: necessaria formazione specialistica e integrazione tra sociale e sanitario

Grande partecipazione al convegno di Alessandria organizzato dall’Università del Piemonte Orientale e OPI nell’ambito del progetto PNRR "Age-It"

PiemonteOggi, Regione Piemonte

L’Italia è una delle società più anziane al mondo e la risposta ai bisogni di salute emergenti passa inevitabilmente attraverso una nuova figura chiave: l’infermiere di famiglia e comunità.

È quanto emerso con forza durante il convegno “L’assistenza infermieristica territoriale: evidenze, opportunità e prospettive”, che si è svolto lunedì 15 dicembre al Centro Congressi di Alessandria.

L’evento, organizzato dall’Università del Piemonte Orientale in collaborazione con l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Alessandria, rientra nel progetto Age-It (Ageing Well in an Ageing Society), finanziato con fondi PNRR per trasformare l’Italia in un laboratorio d’eccellenza per lo studio dell’invecchiamento.

Alla presenza delle istituzioni, tra cui il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante e l’assessore regionale Federico Riboldi, numerosi esperti del mondo accademico e sanitario si sono confrontati su un cambio di paradigma necessario: spostare il baricentro della cura dall’ospedale al territorio.

Il progetto Age-It, coordinato dall’Università di Firenze con l’UPO come partner strategico, ha evidenziato come l’infermieristica di famiglia sia lo strumento più efficace per garantire sostenibilità al welfare e benessere ai cittadini. Tuttavia, il sistema deve ancora adattarsi appieno per valorizzare queste competenze.

«I nostri studi hanno prodotto raccomandazioni chiare – spiega Alberto Dal Molin, professore associato del Dipartimento di Medicina traslazionale UPO -. La prima riguarda il mantenimento di standard formativi elevati: l’infermiere di famiglia e comunità deve avere una formazione post-laurea con standard omogenei a livello nazionale. È fondamentale integrare questa figura nelle cure primarie, riconoscendone la funzione educativa e preventiva, e considerare il caregiver come coprotagonista del processo di cura, supportato dalla tecnologia per raggiungere anche le aree più remote».

Non si tratta solo di formazione, ma di un nuovo modello organizzativo.

«L’infermiere è al centro del progetto Age-It – sottolinea Giovanni Chilin , presidente OPI Alessandria -. Le lauree magistrali a indirizzo clinico e i nuovi modelli basati sull’interprofessionalità confermano la leadership di una professione attorno alla quale ruota il cambiamento dell’assistenza sul territorio».

Una visione condivisa da Maria Elisena Focati, direttore S.C. Direzione delle Professioni Sanitarie dell’ASL di Alessandria, che ha concluso i lavori della tavola rotonda: «L’infermiere di famiglia rappresenta oggi il fulcro della multiprofessionalità. Mantenere le persone il più a lungo possibile al proprio domicilio significa contribuire non solo al loro benessere, ma anche alla sostenibilità socio-economica dell’intero sistema sanitario».

Al convegno sono intervenuti, tra gli altri, rappresentanti di FNOPI, Università Cattolica, Bocconi, Bicocca, Università di Torino e Udine, oltre alle associazioni di categoria (AIFeC, STeRN) e Cittadinanzattiva, confermando l’urgenza di un approccio sistemico per affrontare la sfida demografica dei prossimi decenni.

Per restare sempre aggiornato sui contenuti offerti

da VercelliOggi.it aderisci ai nostri Canali Social:

Iscriviti alla nostra pagina Facebook

e al nostro Gruppo pubblico di Facebook

al nostro account di Instagram

al nostro canale di Whatsapp

al nostro canale Telegram

Redazione di Vercelli

Posted in Salute & Persona