Forse sono rimasti vittima di un imbarazzante equivoco.
Magari, stanchi di sentirsi dire che i rifiuti restassero per strada, spesso (anche se non sempre) accanto ai cassonetti, i Soci (affettuoso nickname amichevolmente attribuito a Comune di Vercelli e Iren, appunto soci in Asm Vercelli spa) devono aver pensato bene di provvedere, rimuovendo i… cassonetti.
Possibile?
Possibile.
Il Lettore ricorderà la precedente Trippa 991 – leggila qui –
che richiamava l’ebdomadario del rifiuto: l’incivile lo lascia lì un giorno e, quando va bene, i Soci vengono a portarlo via (per gradi: dapprima il divano, poi i sacchetti puzzolenti) una settimana dopo.
Da qualche giorno, in Via Walter Manzone, le cose sono cambiate: sono spariti i cassonetti.
Non è la prima volta che i Soci fanno una cosa del genere.
Bisogna andare a riprendere gli articoli degli anni precedenti che
riguardano, ad esempio, Via Testi e Via Prati.
Ma ce ne sono altri.
Quando, per qualche tempo, i conferimenti irregolari parevano concentrarsi in un sito in particolare, Asm faceva sparire i cassonetti e amen.
E la gente che abitava (e abita) nei paraggi?
Ma che facesse quattro passi in più, che diamine.
Il 2017 non è un anno casuale.
Da qualche tempo (2016) Iren è diventata il Socio di maggioranza di Asm Vercelli spa.
E può, quindi (il riassunto si legge nella Trippa citata poco sopra) decidere ogni anno se gli utili della gestione (oltre 3,5 milioni di euro nello scorso 2024) debbano essere distribuiti ai Soci, oppure mandati a riserva.
Cosa significa?
Significa che, se Iren decide (è maggioranza), il Comune di Vercelli (Socio di minoranza) non riceve più il dividendo (quest’anno di circa 1,4 milioni di euro), perché ha la bella soddisfazione di sapere che quei soldi vanno a riserva della società di Corso Palestro, anziché nelle casse comunali.
Anche Iren, peraltro, non prenderebbe più il dividendo di circa 2 milioni di euro (ha il 60 per cento delle azioni).
Ma vogliamo dire cosa gliene può importare ad un colosso che fattura miliardi di euro ogni anno di avere o no 2 milioni in cassa, tanto più sapendo che può rivedere quando vuole la scelta?
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Quindi i cittadini di Vercelli si trovano in questa situazione, che a molti ormai pare paradossale.
Sono rappresentati (come clienti del servizio raccolta e smaltimento rifiuti) dal loro Comune.
Comune a sua volta cliente dell’appaltatore del servizio, cioè la stessa Asm Vercelli spa.
Ma Palazzo Civico è anche Socio al 40 per cento di Corso Palestro.
E’ chiaro che, più si portano via i rifiuti (come nelle altre città) più si spende.
Più si spende, più si riducono gli utili e quindi i dividendi.
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Ma negli ultimi tempi è tornato d’attualità un argomento che ha animato l’ultima campagna elettorale, per poi inabissarsi.
Ed è questo: ma non era previsto che entrassero in funzione gli Ispettori ambientali?
Cioè figure professionali preposte proprio a verificare, giorno per giorno, l’andamento del servizio, comprese le eventuali magagne (abbandoni irregolari, ritardo nel ritiro e simili)?
Insomma, un monitoraggio del territorio sistematico e metodico, affidato a figure professionali formate.
Pareva fossero la soluzione di molti, se non di tutti i problemi.
E, in effetti, gli Ispettori ambientali sono entrati in funzione – con buoni risultati – dappertutto in area servita dal Covevar (cioè territorio provinciale) fuorchè nel Comune capoluogo, appunto Vercelli.
Perché?
Per ora non si sa.
Certo, una o due figure professionali destinate al controllo del servizio sul territorio comunale potrebbero in breve raggiungere risultati concreti.
Di contro, costerebbero.
Quelli che ne sanno dicono circa 50 mila euro l’anno ciascuno (è bene precisare che si tratta ci costo aziendale, non certo lo stipendio netto individuale).
Forse qualcuno giudica la spesa rinviabile, perché intanto si illude che funzioni ancora il mainstream, la narrazione degli incivili.
Illusione.
Negli ultimi giorni (anche) su Facebook circolano espressioni molto nette che – al di là del merito – dimostrano una cosa chiara: alla narrazione degli incivili, semmai ci abbia creduto, tanta gente non crede più.
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Ma torniamo ai nostri cassonetti di Via Walter Manzone (zona Bennet).
Che fine avranno fatto?
C’è chi dice: ma no, vedrai che torneranno.
Li hanno solo tolti provvisoriamente perché, proprio lì, c’è una vecchia area dismessa, sul cui sedime prima insisteva una stazione di rifornimento, un distributore di carburanti.
Ebbene, dopo anni di disinteresse totale, pare che qualche acquirente interessato ora ci sia.
E forse la visione dei cassonetti potrebbe turbarlo e fargli cambiare idea.
Altri dice ancora: ma no, vedrai che li riporteranno, magari solo spostandoli di qualche metro.
Come finirà?
Chi vivrà, vedrà.
















