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Tre fedeltà, alla Legge, a Dio, all'uomo

VERCELLI - La festa della Virgo Fidelis, occasione per riflettere con semplicità sull'insegnamento proposto da tre ricorrenze: la Presentazione di Maria al tempio, l'esito della battaglia di Culqualber e l'istituzione del Patronato di Maria "Virgo Fidelis" donato da Papa Pio XII all'Arma dei Carabinieri - In video l'omelia di Mons. Marco Arnolofo e la Preghiera del Carabiniere - La gallery

La preghiera del Carabiniere composta da Mons. Carlo Alberto Ferrero

(g.g.)VercelliOggi.it era on line da pochi mesi e si cercava la strada di una comunicazione di prossimità affidata ad Internet,

ma subito parve giusto dedicare attenzione, in quel novembre 2009 che oggi pare appartenere ad un’altra epoca,  alla ricorrenza della “Virgo Fidelis”,

La Madonna, Madre di Dio e dell’umanità, dunque, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, dell’Arma percepita come il presidio di legalità e sicurezza, non meno che di ascolto, più vicina al cittadino, alle municipalità, anche per la sua vasta articolazione territoriale.

La ricorrenza fu istituita da Papa Pio XII l’11 novembre 1949.

Dunque, una festa “giovane”, donata dalla Chiesa nell’immediato Dopoguerra, cogliendo una viva sintonia con il sentire del popolo di Dio, ancora tormentato dal ricordo, tutt’altro che elaborato ed ancor meno “metabolizzato” dalla memoria, della tragedia della guerra.

E, nella Seconda Guerra Mondiale, illustrarono doti di eroismo i Carabinieri, nell’ epica Battaglia di Culqualber conclusasi, dopo tre mesi di combattimenti (ci ritorneremo tra poche righe), proprio il 21 novembre 1941.

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E’ sempre la pietà popolare ad inverare una sorta di “magistero” che nasce dal cuore (meglio dir così che “dal basso”) quando avverte – così nel corso dei secoli – come propria una ricorrenza la cui radice, comunque permeata di fede autentica, non attinge dalla Sacra Scrittura, bensì da narrazioni evangeliche “apocrife”, ma non per questo giudicate dalla Chiesa come falsa dottrina.

Si tratta, come sappiamo, della Presentazione di Maria al Tempio.

Invero, le numerose iridescenze che richiamano alla nostra devozione la figura di “Maria Bambina”, altro non fanno che aiutarci a meditare il mistero di una umanità che è tale in tutte le sue fasi (dalla Natività, fino alla “dormitio Virginis Mariae) e, tuttavia, Lei sola nell’umanità, preservata dal peccato originale in previsione di quella maternità divina che ci avrebbe reso fratelli del Salvatore e – anche se dimostriamo così spesso di non comprenderlo – fratelli tra noi: figli di un unico Padre.

Nel giorno del 21 novembre, dunque, convergono tre canoni di riflessione e memoria: l’istituzione del patronato di Maria per l’Arma dei Carabinieri, la festa della presentazione di Maria al tempio e la fine di quella battaglia di Culqualber in Etiopia che, pur nell’esito infausto, illustrò l’eroismo dei Carabinieri. Eroismo che fu subito riconosciuto anche dal nemico vincitore.

Una festa, ancora, profondamente legata alla nostra terra, il Piemonte, che in fondo è anche al culla dell’ Arma dei Carabinieri, di cui la Vergine è Patrona.

Fu, infatti, un Ordinario Militare originario di Cavallerleone, in provincia di Cuneo, l’Arcivescovo Carlo Alberto Ferrero, a comporre la “Preghiera del Carabiniere”, lettura immancabile nella Liturgia che consacra questo giorno all’impegno ed al sacrificio dei Militi dell’Arma, la Benemerita.

Nel video che accompagna queste note possiamo ascoltarla, declamata (non letta), insieme all’omelia, integrale, dettata dall’Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo, che ha presieduto la celebrazione in Sant’Agnese, concelebrante Mons. Giuseppe Cavallone.

Nel successivo intervento di saluto il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Vercelli, Col. Pier Enrico Burri, ha sottolineato in particolare come a questo patrimonio di valori tutti i Militi dell’Arma possano attingere quotidianamente per trovare la necessaria motivazione ad affrontare ogni giorno il compito difficile di assicurare sicurezza e giustizia, non disgiunte da umanità e capacità di ascolto.

E’ proprio l’illustrazione di questi valori che – possiamo ascoltare in video – poco prima aveva costituito il messaggio centrale nell’insegnamento dell’Arcivescovo.

Se la ricorrenza si richiama al convergere di tre momenti costitutivi, è altrettanto vero che il Carabiniere è riconosciuto dalla gente come capace di una “triplice fedeltà”: alla Legge, a Dio, all’uomo, alla sua centralità.

La Lettura del brano evangelico (Mt 12, 46-50) che la Liturgia del giorno ha provvidenzialmente posto alla nostra meditazione, ispira l’incipit della riflessione dell’Arcivescovo: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Ma ora vi lasciamo con una piccola gallery di questa mattina in Sant’Agnese e con il video che propone l’omelia dell’Arcivescovo e la preghiera del Carabiniere.