L’eternizzazione di una persona è ciò che succede quando, fin da bambini, si prendono le persone come punto di riferimento. Anche e molto spesso fuori dalla famiglia. Parenti più o meno lontani, amici più o meno stretti della propria mamma o del proprio papà. Persone che magari vedi di rado, ma “ci sono”.
E nella tua testa le collochi. Quasi a dargli una casella nell’ordine mentale della tua vita frenetica tra scuola, sport e divertimenti, che si svolgono in un tempo e in uno spazio definiti, appunto, da tutti coloro che con te entrano in contatto.
Tu eri l’amico di famiglia. Quello che da bambino vedevo ogni tanto, sapendo grazie ai racconti tramandati quanto avessi dato una mano al mio papà un tempo. Quello che se c’era “Ën prublema a Ärbarëi” rispondeva al telefono. Il mago delle carte, quelle “bollate” dell’ostica burocrazia italiana, delle lettere formali battute a macchina, delle buste spedite per portare avanti qualunque pratica per chi non sapeva bene come fare, sia per noi come per molti altri. La memoria storica della Val Sabbiola, cui bastava chiedere per avere un’informazione certa. Un preciso archivista, che conservava con meticolosità ogni documento.
Sindaco di Sabbia per ben 34 anni, con la passione per la Politica e per il proprio territorio fin dalla giovane età, che non ha esitato un secondo ad assecondarmi quando, ormai meno giovane di allora, fui io, non più bambino, a tentare di dedicarmi al bene comune di Sabbia, candidandomi insieme a te come Sindaco ormai 11 anni fa. Il giovane e l’esperto, in un momento complesso per molti Enti Locali nel quale abbiamo tentato di dare delle risposte. Facendo giusto e sbagliando, con i nostri pregi e difetti. Fino a che l’avventura non è terminata il 31 dicembre 2017, con l’incorporazione del Comune di Sabbia con Varallo. Da allora ci siamo sempre confrontati su molti argomenti, trovandoci di tanto in tanto, mentre continuavi a raccogliermi gentilmente la (ormai poca) posta cartacea che mi veniva recapitata.
E ora che non vedrò più la tua macchina ai Crosi, passando per andare a Erbareti pensando “il Frigio è a casa”, dovendo ormai essere io a combattere ogni giorno con i .pdf della burocrazia italiana, delle visure catastali on-line, dei permessi richiesti via PEC, delle varie beghe del Parco che presiedo, non posso fare altro che ringraziarti. Perché se in questi 11 anni di attività amministrativa e Politica sono quel che sono e ho fatto quel che ho fatto, nel mio piccolo e nei miei enormi limiti, ma con enorme passione per la mia terra, è soprattutto merito tuo che hai creduto in me quando ancora faticavo a distinguere una delibera da una determina.
Ciao Frigio!
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Redazione di Vercelli















